lunedì 6 maggio 2013

Francesco continua l'opera di purificazione di Benedetto. Ma dall’America un attacco a Mahony: “Ostacolò le indagini” (Galeazzi)

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

La crociata di Francesco contro la pedofilia

Il Papa: “Serve chiarezza e coraggio”. Ma dall’America un attacco a Mahony: “Ostacolò le indagini”

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

Le priorità di Francesco sono «difendere i bambini» e rendere giustizia alle vittime.A testimoniare la centralità della lotta agli abusi nel pontificato di Bergoglio sono la nomina dell’arcivescovo di Boston Sean O’Malley nel consiglio dei cardinali incaricato di riformare la Curia e le ripetute udienze concesse all’ex pm anti-pedofilia, Charles Scicluna. 
Entrambi sono le punte di lancia della «tolleranza zero» contro i preti pedofili; Francesco, con il loro aiuto, vuole rimuovere quegli ostacoli e insabbiamenti che hanno contrapposto settori delle gerarchie ecclesiastiche alla «purificazione» di Benedetto XVI. 
In una piazza San Pietro piena di fedeli, il Papa invoca «chiarezza e coraggio» contro la pedofilia. Parole pronunciate nella giornata che l’associazione «Meter» fondata da don Fortunato Di Noto dedica ai minori vittime della violenza. «Un’occasione - sottolinea il Papa- per rivolgere il mio pensiero a quanti hanno sofferto e soffrono a causa degli abusi». 
L’impegno assunto da Bergoglio vuole sostenere i provvedimenti messi in cantiere dalle conferenze episcopali su sollecitazione dell’ex Sant’Uffizio .Francesco assicura la sua preghiera per le vittime, ma rivolge anche il suo monito: «Vorrei anche dire con forza che tutti dobbiamo impegnarci con chiarezza e coraggio affinché ogni persona umana, specialmente i bambini, che sono tra le categorie più vulnerabili, sia sempre difesa e tutelata».Affiorano intanto documenti che dimostrano quanto sia indispensabile la politica di risanamento e di trasparenza imposta da Roma alle diocesi. L’emergenza-abusi, infatti, è tutt’altro che superata nella Chiesa. Di nuovo i riflettori sono puntati sull’ex arcivescovo di Los Angeles Roger Mahony: nel 2003, un anno dopo che la Chiesa Usa si era imposta regole ferree per stroncare la pedofilia nel clero, il porporato cercò di ostacolare un’inchiesta sulla crisi affidata ad esperti di un centro di ricerca sulla giustizia penale di New York.Mahony, rivelano lettere conservate nell’archivio di un ex magistrato che all’epoca era presidente della commissione di laici per proteggere i minori dagli abusi, scrisse a Wilton Gregory, allora leader della conferenza episcopale, per lamentarsi che i formulari creati dai ricercatori del «John Jay Center for Criminal Justice» erano «opera di gente che non ha la minima conoscenza della Chiesa cattolica, della cultura ecclesiastica, la sua struttura gerarchica o il suo linguaggio». Le lettere dell’archivio dell’ex giudice Anne Burke alla DePaul University di Chicago sono rimaste a lungo inedite ma il National Catholic Reporter ne ha appena pubblicato stralci. Mahony «faceva ostruzionismo», ha detto al giornale cattolico la Burke, secondo cui l’atteggiamento del porporato era «rappresentativo del modus operandi dei vescovi per proteggere i sacerdoti e loro stessi». E rimane aperta in Porto Rico la crisi tra l’arcivescovo di San Juan, Roberto Gonzalez Nieves, e il Vaticano, che da tempo ne chiede le dimissioni dopo un’indagine sulla copertura di sacerdoti coinvolti in casi di pedofilia. Gonzalez Nieves ha inviato una lettera di 6 pagine al prefetto della Congregazione per i vescovi, Marc Ouellet, respingendo i risultati dell’indagine. La Santa Sede gli chiede di dimettersi: un passo che il presule non intende compiere. Anche per queste resistenze interne, le associazioni apprezzano l’allarme di Francesco.«Parole molto importanti», afferma il Telefono Azzurro su una piaga che ha registrato un aumento del 10% negli ultimi 4 anni: «È un segnale forte della Chiesa che esorta all’impegno di tutti». E nella riforma della Curia rientreranno le misure di salvaguardia dei minori e di prevenzione (inclusi i controlli nei seminari). «Con O’Malley il modello-Boston diventerà base d’azione per i dicasteri coinvolti nell’emergenza», spiegano Oltretevere.

© Copyright La Stampa, 6 maggio 2013

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