venerdì 17 maggio 2013

Sean O'Malley boicotta l'ateneo dei gesuiti che invita il premier abortista (Giulio Meotti)

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci da Eufemia.

21 commenti:

Dante Pastorelli ha detto...

Al di là di parole e gesti gravi e condivisibili, quali misure canoniche sono state assunte in sede locale e a Roma?
Non esiste uno stretto collegamento tra misericordia e giustizia a difesa della morale cattolica e del bene della anime?

nicoletta ha detto...

Questo articolo del Foglio è capzioso, perché non specifica che la nuova norma riguarderà esclusivamente la possibilità di interrompere la gravidanza quando sia in gravissimo pericolo la vita della madre. È molto diverso dal dire che viene introdotta la facoltà di abortire tout court. La vita della madre non ha forse abbastanza valore? E salvarla non è forse un atto pro life?

Katie ha detto...

nicoletta: you obviously haven't read the Bill. Among other things, it provides for abortion if the mother says she might commit suicide as a result of being pregnant. So abortion now becomes a matter of blackmail: I'll kill myself if you don't give me an abortion. To negate the request for abortion a doctor or psychiatrist would be required to say: this woman will not kill herself. Doctors are therefore put in an impossible position. As Pope Francis might say: the devil is not stupid and is sometimes devilishly intelligent. All this publicity about 'saving the mother's life' is to bring people along with the idea, to soften them up. Everyone who knows anything about this Bill, also knows that it will result in abortion on demand. That is the aim. A final point which has nothing to do with the pending legislation: why does Ireland without abortion have a lower rate of maternal deaths in pregnancy than Italy with abortion?

Anonimo ha detto...

Katie ricordiamo che questa legge é stata approvata in seguito alla morte di una giovane donna indiana che era in gravissimo pericolo di vita a cui non è stato praticato l aborto : risultato morti la mamma e il feto. É questa la cosa scandalosa.

Anonimo ha detto...

Buongiorno Raffaella,
cara nicoletta, anche la vita del nascituro ha lo stesso valore di quella della madre. Seguendo la tua logica, e' un atto "pro life" anche lo sparare in testa a uno che mi minaccia.
Si chiama "mors tua, vita mea".
Peccato che la logica evangelica e' il totale opposto: "mors mea, vita tua". E questo e' possibile comprenderlo ed accettarlo solo a partire dalla resurrezione di Gesu' Cristo che apre l'Infinito e l'Eterno all'umanita' che lo voglia accogliere. Solo da questo punto di partenza, radicalmente diverso dagli altri, si puo' accogliere il "mors mea, vita tua" perche' il morire in questo mondo e' diventato un relativo e il motore fondamentale della mia vita non e' piu' la "lotta per la sopravvivenza" (tipica di ogni essere creato) ma il farmi dono per amore fino all'ultimo.

Va da se' che i laicisti queste cose non le possono accettare. Ma il problema e' loro, del loro orizzonte totalmente chiuso dai limiti di spazio e di tempo, e che non si puo' lacerare se non in Gesu' Cristo.

Sorvolo, anche se forse non dovrei, su quanto la motivazione della "vita della madre" e' stata abusata per decenni; ma la risposta piu' vera e seria a questa motivazione sta' proprio in quanto ho scritto sopra.

Dante Pastorelli ha detto...

Nicoletta dovrebbe leggere almeno su di un dizionario di teologia morale il principio del "minor male". Uccidere un bambino perché è in pericolo la vita della madre cade sotto la condanna della Chiesa. I medici devon far di tutto per salvar l'uno e l'altra.
Ove da questo doveroso ed accorto impegno dovesse derivar la morte dell'uno o dell'altra si tratterebbe d'una conseguenza non voluta di una volontà retta, e pertanto non colpevole. Prevenire deliberatamente l'eventuale morte della madre con l'uccisione del figlio, è invece un peccato gravissimo, che grida vendetta al cospetto di Dio.

mariateresa ha detto...

mi piacerebbe anche sentire la vera storia di questa donna indiana, Savila senza le consuete incrostazioni propagandistiche. perchè qualcuna forse c'è stata.
A me risulta che è morto da shock settico da enteria coli, così ho letto da qualche parte.
Senza contare balle , in cosa ha mancato l'ospedale che l'ha accolta?
io sono troppo vecchia per bermi l'inevitabile propaganda che si scatena su questi casi, ma non sono nemmeno uno scimmione che non vuole sentire ragioni. Quindi, veramente questo caso c'enttra qualcosa con il progetto di legge di quello sciagurato di Enda Kenny?

nicoletta ha detto...


Ciao Katie e Mariateresa e ciao a tutti. L'ospedale che ha accolto Savita Halappanavar non ha mancato in nulla, si è semplicemente attenuto alla legge irlandese: se il cuore del feto batte ancora, non si può intervenire in alcun modo, neanche se ciò dovesse significare una doppia condanna a morte.
P.S. All'anonimo delle 11.43: se pensi che io sia laicista, sei molto lontano dalla verità.

mariateresa ha detto...

bene nicoletta.
come puoi vedere qui ci sono anche punti vista più articolati

http://www.irishcatholic.ie/20130516/opinion/does-child-protection-only-apply-after-the-child-is-born-S33409.html
da irish catholic, la commentatrice non la ricordo affatto come un'ottusa. le raccomanfdazioni del medico legale non fanno pensare affatto che l'ospedale sia fulgido da colpe.
"Expressing his sympathy to her husband the coroner made nine recommendations:

that the Irish Medical Council lay out new guidelines on when doctors can intervene to save the life of a mother to remove doubt and fear among doctors and reassure the public;
that blood samples are always followed up to ensure errors do not occur; that proper sepsis management training and guidelines are available for hospital staff;
that there is effective communication between staff on-call and those coming on duty in hospitals;
that a dedicated time should be set aside at the end of each shift for this to happen;
that each hospital has a protocol for sepsis management;
that modified early warning score charts are introduced in all hospitals as soon as possible; and that there is effective communication between patients and relatives to ensure they are fully aware of treatment plans;
that medical and nursing notes are kept separately and that no additions are made to notes, where the death of a person will be subject to an inquest;".

insomma non è sempre così semplice quando succede una tragedia. So che ne discutono da mesi in irlanda e questo articolo mi è parso equilibrato .

Anonimo ha detto...

Però la"non-laicista" nicoletta non ci ha detto se la storia del "potenziale suicidio" (e nient'altro) per giustificare l'interruzione di gravidanza, sia altrettanto ammissibile di un caso simile (infezione, etc..) a quello della ragazza indiana..

nicoletta ha detto...

@Dante Pastorelli: i medici dovrebbero darsi da fare per salvare almeno qualcosa o qualcuno. Ma, a quanto pare, è sufficiente non sentirsi colpevoli...

Dante Pastorelli ha detto...

E no, Nicoletta, io non ho detto che i medici debbano o non debbano sentirsi colpevoli. Ho detto ben altra cosa: se nonostante tutto l'impegno possibile e la volontà di mantener in vita madre e figlio, la madre dovesse morire non c'è nell'atto e nelle conseguenze alcuna colpa, ed intendo come colpa "peccato". Se si parte con l'intenzione di uccidere il figlio sì. E questo vale non solo per i medici ma anche per chi ai medici ricorre. Ho indicato i medici perché rientrava nella fattispecie.
Ma l'argomento non è semplice: per questo ti ho suggerito di leggere almeno qualche riga di un dizionario di teologia morale alla voce: minor male.

Anonimo ha detto...

Adesso deve parlare anche Bergoglio. Inoltre, non dimentichiamo la falsità di quel due di coppe che è Enda Kenny.
Alessia

Anonimo ha detto...

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-la-morte-di-savita-in-pasto-agli-abortisti-6342.htm

nicoletta ha detto...

Dante: spondeo, voveo ac iuro che leggerò almeno qualche riga di teologia morale... Ma restando al caso in questione, è necessario discernere.
Savita non era andata in ospedale per abortire, ma perché stava male. Non c'era dunque intenzione da parte sua di uccidere il feto, che non avrebbe comunque avuto alcuna possibilità di sopravvivenza viste le condizioni della madre. Lasciar morire una persona quando vi sia la concreta possibilità di salvarla è immorale e scandaloso, e non riesco a immaginare come possa un medico (cristiano e cattolico, per di più) assistere a questo scempio senza muovere dito. Anche questo è un omicidio. Poi, è ovvio, andrà stabilito se vi siano stati dolo e colpa, come giustamente Mariateresa suggerisce di accertare.
@anonimo delle 13.36: per dirla tutta, la storia del suicidio mi sembra un modo di salvare capra e cavoli. È meglio che uno Stato si doti di una seria legge in materia (la nostra 194 è buona, se ci si sforzasse davvero di applicarla in ogni sua parte: qui il testo integrale http://ceccanti.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1737780). Uno Stato non confessionale è tenuto a dare la maggior protezione e possibilità di scelta ai suoi cittadini, regolamentando la materia nel miglior modo possibile. Per tornare all'Irlanda, nessuno può far finta di non sapere che da decenni centinaia di donne prendono il traghetto e vanno ad abortire in Inghilterra. Il problema c'è e quindi va affrontato: ma proibire per legge non rende cattolici migliori né i governanti né i governati. Per me, il vero fallimento sta nel non riuscire a leggere e magari a cambiare il cuore delle persone, e non nella promulgazione di una legge.

mariateresa ha detto...

quando ero giovane il mio modo di ragionare in merito alla legge sull'aborto assomigliava a quello di Nicoletta. e la propaganda per fare passare la 194 usava gli stessi argomenti che leggo ora. Ma adesso non la penso più così perchè c'è un inganno di fondo e un'ipocrisia in queste discussioni: semplicemente ognuno vuole fare quello che gli pare e il disagio psicologico e il rischio di suicidio e altre fatispecie create per gabbare la verità , sono scuse pietose per ottenere quello si vuole. L'esperienza mi insegna, anche nel giro dei miei amici e delle amiche di mia figlia che abortire è ormai per molte persone come un semplice andare di corpo. Quando avviene è "una bega" mi è stato detto.
Tu dici che bisogna educare le coscienze? Certo, ma bisogna anche essere disponibili ad accogliere tale tipo di educazione. Quando si parla di centri per la vita o di tentare strade alternative , e questo nella 194 era previsto e per questo molti cattolici l'hanno votata, ti saltano alla gola cara mia. E' stata un'ipocrisia anche questa cosa, non si può nemmeno osare di fare questa operazione educativa o di riflessione.
Per questo sono scettica sui dati portati a sostegno di queste leggi, molte volte gonfiati, di certo interessati, sono scettica sugli appelli ad educare perchè tutto oggi si vuole tranne un ostacolo ai propri piani di vita e alla propria realizzazione personale. Diciamo la verità: abortire si può fare per non avere problemi e "beghe" e si fa. Anche più volte di fila.
Quindi risparmiamo il fiato. Enda Kenny sa che per essere uomo di governo nell'Europa cupa e senza bambini di oggi, bisogna parlare come lui.Sennò ti segano. Ed è un capitale prezioso per un politico dire "sono cattolico, ma sono così moderno che lascio agli altri la libertà di uccidere un bambino in pancia. perchè è libertà".
Ora, per quanto mi sforzi, questo discorso, alla mia età mi fa orrore.


Anonimo ha detto...

Mariateresa, forse siamo state giovani nello stesso periodo! È vero, a volte l'aborto viene usato come un qualunque metodo anticoncezionale – ora molto meno, vista la quantità impressionante di medici obiettori (che spesso obiettano non per motivi etici ma per carrierismo). Ed è purtroppo anche vero che non si è riusciti a fare abbastanza per mettere in pratica tutta la prima parte della 194, quella che prevede azioni concrete a tutela della maternità – gli ultimi, drammatici attacchi sono stati portati con il depauperamento e la chiusura dei consultori.
Ammettiamo però che si è sempre abortito, anche in assenza di qualunque legge; solo si faceva nascostamente, nel silenzio, pagando e rischiando la vita. Dire "no" e basta non serve a nulla: no all'educazione sessuale, no al preservativo e ad altri metodi anticoncezionali, no all'aborto, no no no. Viviamo in questo mondo e credo che dovremmo trovare qualcos'altro da dire oltre il no. Gli argomenti non ci mancano.
Solo un'ultima cosa: cambiare i cuori per me non è sinonimo di educare.
P.S. È un piacere discutere con te. E grazie a Raffaella per lo spazio. Ciao.

Dante Pastorelli ha detto...

Non ho parlato del caso specifico.
Ho semplicemente esposto la dottrina della Chiesa in materia: non si può commettere un peccato, quindi compiere il male, a fin di bene... Il male è male e tale resta comunque.
I singoli casi saran risolti dai confessori o da chi più in alto ne abbia competenza.

nicoletta ha detto...

L'anonimo delle 19.02 sono io (Nicoletta), non so perché non ha preso il nome.

Anonimo ha detto...


Vescovi d'Irlanda
http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/vescovi-irlandesi-sul-caso-donna-indiana-morta.aspx



Congregazione per la Dottrina della fede
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20090711_aborto-procurato_it.html

Dante Pastorelli ha detto...

I "no" sono indispensabili:e sacrosanti quando afferiscano a materia di fede e morale. Altro linguaggio non c'è: SI SI NO NO.