mercoledì 26 giugno 2013

Benedetto XVI racconta d'aver detto a Francesco che neppure lui, quest'estate, andrà in vacanza a Castel Gandolfo (Vecchi)

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41 commenti:

Luisa ha detto...

Che cosa porta in più questo articolo, fotocopia di quelli che abbiamo letto ieri?
Tutti riportano le parole di chi ha reso visita al Santo Padre, sapendo che quest`ultimo non smentirà i propositi che gli sono attribuiti e ancor meno le interpretazioni che ne vengono fatte.

Fabiola ha detto...

Tutto è bene quel che finisce bene.

Quando si dice un "happy end"...

mariateresa ha detto...

insomma viviamo nel migliore dei pontificati possibili, lo dice anche l'Emerito. E' una bellezza.
Insomma l'informazione non riesce a fermarsi all'informazione. Deve per forza diventare apologetica e in modo diffuso e martellante.
E' tutto bellino ed edificante.
Senza offesa, ma sinceramente, rileggendosi, non viene mai il dubbio di esagerare un tantino?
E, per inciso, qualcuno pensa lontanamente probabile che, nel caso, Benedetto avrebbe detto a un visitatore di giudicare il successore
melenso? Lui non è mica come altri emeriti non papi che rilasciavano interviste critiche , anche se crittografate ( e per stare dalla parte dei bottonì, i sostenitori gliene hanno messe in bocca anche da morto).
Benedetto non è così e qualsiasi cosa pensi rimarrà al suo posto.
Le carogne che gli hanno dato addosso , e non in modo figurato, per 8 anni possono contare su questo.Parlo di quelle dentro la chiesa.

Raffaella ha detto...

Comunque la vogliamo mettere una cosa e' sicura: Benedetto XVI e' un grandissimo signore.
Lo e' sempre stato, lo e' e lo sara'.
La sua cortesia ed il suo esempio siano di monito e di incoraggiamento.
R.

Anonimo ha detto...

Verrebbe da dire che barba, che noia, che barba. Viviamo in un periodo tragicomico. Adesso pure Benedetto viene usato per esaltare i cosiddetti "strappi" del successore.
Alessia

Anonimo ha detto...

Io invece penso che se Benedetto non avesse un buon giudizio di Francesco non avrebbe espresso apprezzamenti positivi ma semplicemente taciuto. Sappiamo che non e' un ipocrita ed ha il massimo rispetto della verita'. E no e' il primo segno di apprezzamento di cui sappiamo (e notizia proveniente da amici personali di Benedetto). Direi che e' l' ora di deporre le armi contro Francesco, se appena si vuole anche solo continuare a segiure le indicazioni di Benedetto. Elisabetta PS Sono cosi' felice che Benedetto sia felice!

carmelina ha detto...

A quando L'ora di deporre le armi contro Benedetto, cara Elisabetta? La felicita' di Benedetto (di cui non ho mai dubitato) nulla toglie al senso di ingiustizia che si prova a ripensare al calvario subito durante il suo pontificato e anche dopo. Io personalmente saro' contenta solo quando la verita' sul suo operato e magistero verra' fuori. Quando un giorno i conti torneranno forse anch'io mi unirò alla claque per Bergoglio. Oggi le mie mani rimangono conserte.

mariateresa ha detto...

e le mie pure, carmelina, rimangono conserte.
ma non portavo armi e quindi non le devo deporre.

Luisa ha detto...

E così, fare uso della ragione è usare le armi, non abdicare da ciò che ci suggerisce la coscienza è usare le armi, non anestetizzare la memoria pure.
Dolente per chi ha questo giudizio e vorrebbe che nessuna voce stonasse nel coro che canta le lodi di papa Bergoglio, le voci ci sono, non sono armi, sono solo coscienze che si esprimono.

gemma ha detto...

Niente armi per quanto mi riguarda, ma se la mia memoria e la mia coscienza vengono pungolate, come dice Luisa, si difendono. E poi chi l'ha detto che Francesco si può criticare e Benedetto no? Se non dovessi essere d'accordo con Benedetto ce ne sarebbe anche per lui, mica è immune perché gli voglio un bene dell'anima? :)

Anonimo ha detto...

Io rimango sull'orlo dell'ultima panca in attesa che i conti tornino, cioè che giustizia venga fatta. Il potere di fare giustizia è nelle mani di Papa Bergoglio. Se ciò non dovesse avvenire mi alzerò e me ne andrò.
Alessia

Anonimo ha detto...

i giornalisti sono bravi a voler dare interpretazioni personali ad ogni parola. Il fatto che BXVI abbia confermato di aver compiuto la scelta giusta non significa per forza che sia un elogio del suo successore.
Può esserlo, ma anche no.

Forse intende solo dire che, visto la propria fragilità fisica e l'età avanzata, non si è pentito di aver preso questa decisione, indipendentemente dalle qualità del successore.

Comunque, Benedetto XVI ha stile, ha un'umiltà che non ha eguali; se qualcuno non vede queste virtù è cieco.

S.

Anonimo ha detto...

Gli occhi di Benedetto sono luminosi e gioiosi, dice il suo amico padre Horn. Io ho pianto tanto quando ha dato le dimissioni, mi sono anche sentita tradita ed abbandonata, oltre che in colpa per non aver pregato abbastanza per lui, e gliel'ho anche scritto attraverso Avvenire, e in questo tempo l'ho pensato triste, deluso ed umiliato, ma aveva ragione lui, la scelta è stata giusta, Cristo non ha abbandonato la sua Chiesa, e la promessa è onorata: Dio dà il centuplo a chi perde la propria vita per lui, e Benedetto infatti è felice. Francesco ha l'energia di completare quanto preparato da Benedetto. E le differenze con Francesco non sono evidentemente così importanti, per Benedetto. E io mi tengo il meglio di tutti e due: tutto quello che Benedetto ha detto e scritto, la sua fede intelligente, profonda ed insieme semplice, ed il tratto insieme deciso e delicato con cui coraggiosamente ha affrontato i lupi, pur non dotato caratterialmente della forza un po' spavalda del suo predecessore e del suo successore; e mi tengo anche la compagnia giornaliera della testimonianza di fede di questo straordinario prete argentino che cordialmente ci invita ogni giorno con poche parole, semplici ma per me molto efficaci, ad affidarci, a fidarci dell'amore di Dio, a credere di essere amati, a mendicare la Sua Grazia. L'avversario non è Francesco, non è lui che ha ostacolato o respinto Benedetto. Credo che ne sarà invece il "vendicatore" (chiedo scusa se sembro ancora un po' troppo "peronista") . Ciao a tutte, Elisabetta

corvo di rovo ha detto...

al momento non sembra proprio un vendicatore.
spesso è lui a fornire la freccia all'arco dei detrattori.

Anonimo ha detto...

Veramente in altre versioni non in lingua italiana del colloquio,B16 non avrebbe detto alcunché sul suo successore,tanto che Horn avrebbe affermato che avrebbe voluto da lui un giudizio sul nuovo papa,ma pare che Ratzinger abbia elegantemente glissato e abbia solo accennato al fatto che Castelgandolfo rimarrà senza papa,aggiungendo che avrebbe suggerito a francesco di recarvisi almeno il 15 agosto,per la tradizionale messa coi castellani,lui non è mai mancato all'appuntamento(nemmeno io)quanto all'eleganza e alla classe.....beh,Ratzinger ne aveva da vendere,anche nel solo modo di muoversi col suo passo felpato e leggero e il portamento signorile.....la pianto qui,che mi sale il magone.GR2

gemma ha detto...

ecco, comincio subito con la critica a Benedetto: non credo, ora più di prima, che quella di dimettersi sia stata una scelta giusta

Raffaella ha detto...

Grazie, Gemma, per la tua onesta'!
R.

marika ha detto...

Cara Gemma ...io credo che fosse davvero stanco sia per l'età che per tutto quello che lo circondava...perché prolungare la sofferenza?...immagina che avrebbe dovuto affrontare il viaggio in Brasile!

Fabiola ha detto...

Che Dio mi perdoni ma sono d'accordo con Gemma.
Assai più coraggiosa di me.

carmelina ha detto...

Gemma, Benedetto ha dovuto guidare la barca di Pietro controcorrente tra sputi, pietrate, insulti, dileggi, indifferenza, calunnie e persecuzioni varie. A 86 anni, fisicamente non in forma, isolato da un ambiente ostile che gli ha voltato le spalle, psicologicamente provato da tanto stress e frustrante fatica, cosa mai avrebbe potuto fare? Vi siete accorti che ad un certo punto del suo percorso, Benedetto parlava da solo, ovvero cercava interlocutori che gli voltavano sfacciatamente le spalle. La prova: il viaggio in Libano. Li' si e' toccato il colmo della infamia. Un viaggio, avvenuto in un frangente politico medio-orientale carico di tensioni, e' stato sfacciatamente ignorato da tutti. Parole buttate al vento, iniziative (come quella del viaggio in Siria di un gruppo di cardinali) abbandonate e snobbate. Un uomo del dialogo che si e' trovato a parlare al MURO. quando ha capito che il suo sacrificio sarebbe stato controproducente per la Chiesa perche' i suoi nemici non si sarebbero fermati davanti a niente pur di perseguitarlo, non ha potuto far altro che dimettersi. A me le storiacce di sesso dei preti non fanno ne caldo ne freddo. Faccio parte di una Chiesa che ha lastricato il suo passaggio nella storia di abominii di vario tipo, cosa vuoi scandalizzarti per l'ennesimo caso di preti andati a male? Quello che io non riesco a perdonare invece e' quello che Gesu' definiva con questa domada retorica: se trattate cosi' il legno verde cosa ne sarà di quello Secco? Come uomini di fede e di chiesa hanno avuto l'ardire di trattare Benedetto in maniera cosi' infame e ingiusta? Uomini di fede da cui, non sono tanto ingenua da aspettarmi dirittura morale, ma PRETENDO la capacita' di saper distinguere il legno verde da quello secco.

mariateresa ha detto...

io la scelta delle dimissioni invece la capisco non solo dal punto di vista umano, e non credo ci sia bisogno di spiegare perchè, ma anche ecclesiale.
Può anche essere che non ce la fai fisicamente o hai una malattia , magari di lungo decorso, che ti debilita, ma se hai dei collaboratori validi, leali e di cui ti fidi, allora puoi tirare avanti.
Ma se intorno a te, per insipienza o slealtà, non ti puoi fidare di nessuno, allora è meglio farsi da parte e che tutti vadano a casa.
Credo anche che gli ultimi tempi di papa Woityla abbiamno lasciato un segno in lui e abbia voluto evitare simili brutture.
Certo quello che vedo in questi giorni non mi esalta, ma devo trovarci un senso se credo nella Chiesa e nel Credo che recito quando vado a messa. Il senso vero può non apparire subito e di certo non è la solfa esaltata che si legge o si sente oggi.
Non voglio farla lunga, ci saranno occasioni, ma noto che lo stesso Benedetto nell'intervista con Sewald parla di se stesso come punto di snodo tra il vecchio e l'inizio del nuovo. Insomma ho avuto l'impressione che fosse consapevole dei cambiamenti che sarebbero venuti e che lui con il suo gesto, certo, ha accelerato. Il nuovo non sta certamente nelle scarpe. nella croce povera, nel concerto snobbato o in una delle innumerevoli idiozie che abbiamo sentito; noi non sappiamo come sarà veramente ma certo le cose non resteranno immobili e come in tutte le fasi di cambiamento occorre scavare e sfrondare prima di arrivare al nocciolo e capire.
Certo anch'io avrei preferito che Benedetto restasse e più lo rimpiango in certi momenti odierni,così fasulli, così farisaici,ma doveva andare così e credo che il nostra Papa emerito non si sia coscientemente messo per traverso.
Se avesse aspettato forse non sarebbe stato Bergoglio forse sarebbe stato ancora più traumatico. Ma i se non portano da nessuna parte.
Certo che nonostante le quotidiane cronache da regime, emerge ancora che la Chiesa è spaccata con cordate, grupponi ideologizzati e altre miserie. Ci sono anche, basta navigare , le guardie della rivoluzione che controllano, come la banda dei quattro a Pechino ai tempi di Mao, che tutto il popolo segua e inneggi al nuovo corso.
E' un periodo difficile, ma il Signore lo permette. hi può, capisca.

Anonimo ha detto...

Non sono un assiduo frequentatore di questo blog solo per impegni di lavoro e famiglia.

1º. Vorrei ringraziare ancora Raffaella perché - come gli ho detto già x e-mail - permette il confronto di opinioni e posizioni diverse nel rispetto dell'altro.

2º. Amo molto e prego sempre per papa Benedetto. Ho letto tante delle sue opere, discorsi, omelie, ecc da prima che fosse diventato pontefice.
Allo stesso modo amo molto e prego per papa Francesco.

3º.In una intervista, papa Ratzinger ha detto che l'opera di un papa si deve giudicare a distanza di anni...
Anche per questo non condivido - anche se rispetto - l'opinione di Gemma e di Fabiola riguardo a giudicare negativamente le sue dimmissioni...
Per me è frutto di una decisione libera e coerente con la logica del suo pensiero, avendo valutato nell'unione con Dio il maggior bene della Chiesa.
Tra l'altro rimane un modello di santità per tutti!

4. Ritengo i messaggi di papa Francesco utili per una grande maggioranza di cattolici poco abituati a discorsi lunghi o più impegnativi dal punto di vista contenutistico. Mi sembra efficace come modo di evangelizzare e ri-evangelizzare, non solo nella vecchia Europa, ma anche negli altri continenti dove ampie masse di credenti ancora non hanno una solida base di formazione culturale. Penso a America del Sud e Centrale, penso a Africa e Asia, realtà che conosco personalmente in più o meno misura.

Scusate la lunghezza e se vi ho annoiato con le mie poco interessanti considerazioni...
Grazie a tutti voi!
Diego

Anonimo ha detto...

Beh, so che mi beccherò solenni reprimende, e spero che nessuno si offenda, ma io è da tempo che penso che molta di questa rabbia che tende ad autoperpetuarsi e si abbatte su Francesco sia dovuta al fatto di non aver osato nemmeno pensare, non diciamo poi verbalizzare, che è Benedetto quello a cui si vorrebbe rinfacciare l'abbandono. Elisabetta

mariateresa ha detto...

carmelina, per il Libano e non solo, la ragione principale del voltare le spalle penso che fosse Bertone.
Poi hai tutte le ragioni sul legno verde e quello secco.
Del resto quante teste di legno ci sono in curia?O di altro materiale, se vuoi...

Luisa ha detto...

"questa rabbia che tende ad autoperpetuarsi e si abbatte su Francesco"

Ma dove la vedi la rabbia, elisabetta?
Forse che è rabbioso chi fa parlare la sua ragione, chi tenta di riflettere, a controcorrente, in mezzo a questo peana permanente, a questo rumore stridente, che vorrebbero imporre un pensiero unico e zittire con scherno le voci fuori dal coro?
C`è tanta discontinuità, ci sono tantissime parole, parole in libertà, parole private che non lo restano, anzi, dopo essere state dovutamente filtrate, sono diffuse giorno dopo giorno come se fossero magistero, ci sono silenzi e gesti incomprensibili, anche la maleducazione è esaltata.
Ebbene, c`è chi lo vede, c`è chi riflette, chi reagisce, diciamo che questo Papa, con il suo stile, non lascia indifferente, se c`è chi lo esalta, c`è anche chi recepisce le sue parole e silenzi, i suoi gesti, senza mettere in sordina il suo cervello.
È molto facile screditare chi è fuori dal coro.

Che poi per taluni e talune non sia facile vivere la transizione fra due Papi così diversi fra di loro, è probabile, che sia stucchevole osservare l`adulazione di cui è oggetto Bergoglio che contrasta e con l`aggressività violenta subita da Benedetto XVI, è certo, che la ferita lasciata dalla rinuncia di Papa Benedetto non sia ancora rimarginata, è normale per chi tanto ha ricevuto e tanto gli ha voluto bene.


mariateresa ha detto...

ad Elisabetta voglio dire che le ragioni del disagio odierno stanno nell'esaltazione generale e infantile per l'attuale fase (per me naturalmente). Ma non solo perchè nessuno che abbia seguito e amato Benedetto ha mai preso l'abitudine alle esaltazioni di massa, ma perchè mi appare francamente tutto sproporzionato rispetto ai fatti quotidiani e alle decisioni che vedo prendere dal Papa. Leggo su twitter degli eccitati "visto che botta!" ma io non vedo niente del genere neanche con uno sforzo di immaginazione.
Forse delle botte verranno, ed è auspicabile, ma ripetersi ogni giorno "Sono arrivate,oddio sono arrivate!" è una cosa che non reggo come non reggo l'approvazione preventiva a tutto, anche a quello che è banale e anche a quello che è sbagliato. Mi sembra , lo dico sinceramente, anormale.
Infine, ma non meno importante, le ingiustizie che il nostro Papa emerito ha sopportato, lì in un cantuccio e chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato; mi è capitato di leggere da parte di cattolici che non sono vedove come noi ,che questa idea delle ingiustizie subite è leggenda. Ah si? Lo è solo se gli si è augurato una fine precoce appena eletto, come mi è capitato di leggere. E non nel sito UAAR.
Nella nostra Chiesa troppa gente ha remato con slealtà e all'incontrario rispetto a un uomo che ha dedicato mezzo secolo della sua vita alla Chiesa senza risparmio di energie.
Se questo fatto deve essere accettato come ordinario allora, Elisabetta , mi tiro indietro e mi allontano dal gregge. E di molto.
Credi che dica queste cose volentieri? Credi che uno provi gusto a fare certe considerazioni sulla sua Chiesa?

sam ha detto...

Elisabetta vorrei far notare serenamente che nessuno in questo blog offende il prossimo, mentre molta gente si sente autorizzata a venire a giudicare, condannare ed insultare noi solo perchè esercitiamo le nostre facoltà razionali di giudizio critico sui comportamenti che vediamo e sulle parole che ascoltiamo.
Francamente tra i frequentatori abituali di questo blog vedo nostalgia, un frustrato desiderio di giustizia e di verità, uno sconcerto interrogativo sulle ostentate discontinuità in parole (linguaggio pastiche e colmo di ambiguità, condanne riferite alle persone più che ai comportamenti, ridondanza dei poveri e del popolo come luogo quasi esclusivo della presenza di Dio...), opere (gesti plateali e ostentati di rottura non solo con Benedetto ma con tutta la tradizione precedente, un certo autoritarismo e protagonismo personale di vago sapore peronista...) e omissioni (mai nessuna parola politicamente scorretta o divisiva, per ora nessuna pulizia ed epurazione...) di Papa Francesco.
Non vedo alcuna rabbia nei riguardi della sua persona, ma solo uno sforzo di comprensione e una richiesta di chiarezza rispettosi e vigili.
Diciamo che il Papa ci ha messo un po' del suo per minare l'anticipo di simpatia che qui gli era stato tributato, però mi pare che un po' tutti ci sforziamo di rimanere il più obiettivi possibile.

Mi pare che la "rabbia" sia invece ancora e sempre quella che si scatena contro Benedetto (v.Tablet) e contro di noi che non abbiamo alcuna intenzione di consegnare Papa Benedetto e il suo grande Magistero all'infamia e all'oblio.

(Personalmente credo che la rinuncia di Benedetto sia per noi tragica come la salita a Gerusalemme di Cristo per le donne che lo seguivano e per i discepoli, ma per lui la sua missione e la sua gloria... grazie a quel gesto avremo un'eternità intera per contemplarlo vicinissimo a nostro Signore!)

Fabiola ha detto...

Massì. Mi piace "rinfacciare" a Benedetto l'unico merito che tutti (soprattutto quelli che l'hanno osteggiato o ignorato per otto anni) gli hanno riconosciuto: aver tolto il disturbo.

So bene,Carmelina,che negli ultimi tempi Benedetto "parlava da solo", forse non solo negli ultimi tempi.
Hai ragione su tutta la linea.
So bene chi c'era in piazza (parlo di associazioni e movimenti) all'Angelus dopo la vergogna della Sapienza. So e ricordo bene proprio tutto (purtroppo).

Io non posso capire. Sarò un po' tonta probabilmente. La ferita resta "aperta" e non ho neppure fretta di farla cicatrizzare.
Ci sono ferite il cui dolore tiene desti e "inquieti".
Tutto sommato mi fa bene.

Elisabetta, non mi sono offesa e alle reprimende mi sto assuefacendo; non mi mancano neppure nella vita di tutti i giorni, da parte di tanti fratelli nella fede.
Ma "rabbia che si abbatte su papa Francesco" come sintomo di una repressa volontà di "rinfacciare" a Benedetto l'abbandono, beh, questo no, per favore.
Capisco che tu non mi conosca, e non è nemmeno necessario, ma queste diagnosi psicologistiche rischiano di dire di più di chi le stila che di quelli cui sono dirette.
Comunque, nessuna "rabbia". Solo sconcerto e incomprensione, come ho già detto. Ma il Papa è il Papa. Per ora, per quel che mi riguarda, "inflitto". Non escludo che ci sia, in me, qualcosa che non va. Ma non mi piace fingere.

Anonimo ha detto...

Guarda Fabiola, hai ragione, ma è proprio perchè è un sentimento che ho provato fortissimo personalmente, quello di essere stata abbandonata, con la Chiesa, alla deriva dal timoniere in un momento tragico ( e l'avevo dichiarato in un post precedente) che ho cominciato a provare guardare tutta la questione a partire dalla consapevolezza di quel sentimento: il fastidio per la diversità caratteriale di Francesco, il sospetto per tutto quello che si discostava da quanto detto e fatto da Benedetto, l'insofferenza per l'unanime apprezzamento da parte di chi precedentemente unanimemente ha disprezzato... E mi sono accorta che Bergoglio stava diventando una specie di bersaglio alternativo per esprimere il dolore dell'abbandono. Ed anche il risentimento (bello nascosto, ma presente, intrecciato alla comprensione dell'oggettività della situazione di Benedetto, di cui comunque mi rendevo conto): sei nostro padre, la nostra roccia, abbiamo bisogno di te, e te ne vai, rinunci? Non penso di essere la sola ad aver provato tutto questo, e per questo l'ho scritto, senza volerlo appiccicare per forza addosso a tutti. Poi tutta l'oggettività del rifiuto dentro e fuori la Chiesa di cui Benedetto è stato fatto oggetto è pura verità, ma Francesco è alleato, non antagonista, di Benedetto, e conseguenza della libera e (ora, per me) illuminata scelta del Papa emerito. Elisabetta PS Laura, io di rabbia e pregiudizi negativi ne leggo tanti in diversi post, basta farsi un giro, valga per esempio il primo commento pubblicato all'articolo sui Legionari di Cristo: Francesco decide una cosa, ma si è molto sicuri che in realtà ne voleva un'altra (sterminarli metaforicamente). Quindi va male comunque. Spero che nessuno si senta offeso, non sono qui ad offendere nessuno ma ad esprimere opinioni diverse da alcune delle vostre.

Anonimo ha detto...

Ragazze mie,io condivido lo sconforto e il dolore per la rinuncia,ancora adesso non mi dò pace,ma penso che BXVI,fisicamente in primis e psicologicamente poi, non ce la facesse proprio più,la salute non proprio ottimale,il calo di peso che faceva pensare al peggio,l'occhio che non vede più bene,le difficoltà deambulatorie,e il fatto che i medici gli avessero proibito voli intercontinentali,più il terrore di venire,una volta peggiorate con l'età,le condizioni fisiche,manipolato come GP2,penso abbiano avuto un peso non indifferente,il resto lo hanno fatto gli scandali artati fatti uscire con velocità che nemmeno Bolt,il tutto porta alla traumatica rinuncia;per l'amore profondisimo,che provo per lui e che niente e nessuno farà mai cambiare,ho messo da parte il mio egoismo di volerlo ancora lì,ma non ce n'era più,siamo onesti,quando l'ho visto con francesco dopo la rinuncia,ho pianto,sembrava trasparente,per il suo bene,che si riprenda in salute,viva sereno il tempo che Dio vorrà concedergli,meglio soffra io che lui,ha pagato abbastanza per una chiesa che lui ha sempre servito con specchiata onestà,e che l'ha usato per i suoi comodi e poi buttato via,resterà sempre il mio più grande amore,unico, per un papa,preghiamo per lui,è sereno,in pace con la sua coscienza e con Dio,che sia benedetto per sempre,il tempo è galantuomo,la verità verrà a galla, basta aspettare.GR2

carmelina ha detto...

cara elisabetta, quando parli di rabbia e pregiudizi negativi su Bergoglio credo ti riferisca, tra altri, anche a me (il primo commento sulla notizia dei legionari e' il mio). ti voglio rassicurare: non mi sento affatto offesa dal tuo giudizio. comprendo che il mio atteggiamento e le mie parole possano urtare ma non sono il frutto di una avversione per il nuovo pontefice. io, per esempio, sono sicura che lui porterà avanti la riforma della curia e dello Ior. sono certa della sua buona riuscita. e' un uomo e un sacerdote forte e con le idee chiare: una roccia su cui fare buon affidamento nella giudiziosa (ovvero rivoluzionaria) gestione della Santa Sede. ma ai miei occhi, la sua figura di pontefice mi sembra un deja vu, un tornare indietro. Dopo Benedetto, io non riesco più a vedere nel Vicario di Cristo un semplice buon Padre di famiglia, uno con l'odore di pecora. non mi interessa la rassicurante confidenzialita', l'abbraccio consolatorio, l'egalitarismo a tutti i costi. voglio camminare, voglio essere sgravata da inutili pesi, voglio respirare a pieni polmoni, voglio vedere cosa c'e' di la' dal colle ed era questo senso di liberta'-vastita' misto a famigliarita'-tepore che ti dava vedere ed ascoltare un Vicario di Cristo-compagno di viaggio come Benedetto. per me, Benedetto e' un uomo del futuro mentre Bergoglio e' uno del passato, legato ad un'idea di popolo e di religiosità che ai miei occhi e' morta e sepolta da tempo. il rispetto di default per il suo ruolo di Pontefice e Vicario di Cristo non si discute ma oltre questo non riesco proprio ad andare.

Gia ha detto...

Papa Benedetto ha dimostrato ancora una volta di essere un gran signore, intelligente e "conoscitore del mondo". Su papa Francesco dico solo che per me è un enigma, mi confonde un po' le idee.Non condivido lo stile,questo ostentato rifiuto della tradizione, ma pazienza! L'importante per me è che riesca a dire qualcosa che rimanga nel cuore, non che passata l'onda emozionale, scivola via e ti lascia come prima. Papa Bendetto faceva pensare, meditare e di conseguenza assimilare tutto quello che ci diceva. Almeno per me è così. . La mia Fede ha bisogno di essere nutrita anche da una bella teologia, ha bisogno di risposte, ha bisogno della dolcezza di certe parole come ben sapeva fare papa Benedetto, che sono pillole di pace e di speranza. Per fortuna ci sono i suoi scritti.Nell'attesa che il Papa non si comporti solo come vescovo di Roma e (senza voler insegnare niente) ricordi che la vera umiltà non è data dall'esteriorità ma dal cuore ( Benedetto insegna) prego per i Papi e per la Chiesa che vedo minacciata da tanti.

gemma ha detto...

Ecco, opinioni, non diagnosi psicologiche, please, delle quali sono francamente stufa, non so dove sia stata letta la rabbia in un post dove dico che rivendico in coscienza il diritto di critica, laddove non c'è offesa e non si va contro il Magistero, e lo si fa in un blog e non da una cattedra di teologia. So bene quel che dici carmelina, lo scrissi anch'io in più occasioni che ormai il più delle volte le sue erano parole al vento. Così come abbiamo sempre avuto la consapevolezza della assoluta mancanza di valide spalle cui appoggiarsi, e riguardo alla fragilità della salute, nessuno sa meglio di me le diagnosi in cui ho provato a cimentarmi a distanza, solo ad occhio. Non dovete spiegarmi i motivi delle dimissioni, ne abbiamo già parlato, li so tutti, e dovreste saperlo, almeno voi con cui ci conosciamo da tempo. Strano destino il nostro, prima a sopportare anime pietose che ci indagavano come fenomeno da baraccone per il nostro attaccamento al Papa, ora è frutto di indagine la presunta rabbia per Papa uno che però in realtà è frutto di quella misconosciuta per Papa due. Mi spiace deludere, nessuna rabbia, solo dispiacere, rimpianto, senso di perdita, disagio di fronte ad un improvviso conformismo francescano cui non si era abituati. Se rabbia c'è è solo per chi l'ha lasciato solo, ma stanno ancora tutti lá mi pare, gran botta di novità. E quel perenne senso di ingiustizia di cui parla spesso carmelina, ma la giustizia sappiamo non essere di questo mondo.
Non pensavo di scatenare tutti sti post solo per aver detto che una volta tanto dissento da Benedetto, forse egoisticamente, lo ammetto, forse perchè penso che le somme vadano tirate nel tempo e non dopo pochi mesi, ma è così. Nessuna rabbia per Francesco, anzi, inizialmente curiosita', ho pure due suoi libri che ho cercato di leggere, qualcosa l'ho segnalata pure a raffaella, come facevo con gli scritti di Benedetto, ma a differenza delle moltitudini non mi è scattato nulla e diversi eventi "rivoluzionari" mi hanno francamente sfinito. Pazienza, sono talmente in tanti ad ardere ora che la mia partecipazione in senso papalino non cambia nulla, anzi, quelli che si mantengono distaccati dal Papa una volta erano adulti, ma qualcosa mi dice che cambiato il Papa, cambiata pure la classificazione delle fasi della vita del cattolico.

Anonimo ha detto...

Io resto dell'idea che se Francesco fosse succeduto a Benedetto nel modo in cui di solito un papa succede ad un altro la cosa sarebbe diversa, e che a Francesco sia in qualche modo messo in conto di esercitare un ruolo che in fondo non si ritiene sia (ancora) legittimamente suo, per cui ha diritto ad essere Papa solo nel modo in cui è stato Papa il precedente, solo "in quanto e se" sua fotocopia. Questa è l'impressione generale che ricavo. La difficoltà è comprensibile, specialmente da parte di chi era così in sintonia con Benedetto, ma la causa di questo non è Francesco (né del fatto delle dimissioni in sé, né dei comportamenti che quel fatto hanno in qualche modo preparato). Per me la felicità di Benedetto è stata una vera sorpresa, e me ne lascio interrogare, perchè di lui mi fido, come mi sono lasciata interrogare negli anni del suo pontificato tutte le volte che ha detto o fatto qualcosa che non mi aspettavo. Elisabetta

mariateresa ha detto...

non credo, Elisabetta, che si possa ricondurre tutto alle modalità dell'addio di Benedetto che, pure, sono state traumatiche per definire questo disagio. Del resto tutto il pontificato è stato un susseguirsi di montagne russe e io tante volte mi sono chiesta come facesse a tenere duro.
No, c'è anche altro. Le ragioni del rifiuto di una parte della Chiesa , stanno proprio in una questione di contenuti.Io temo questo, anzi ne sono sicura.
Sto parlando di chi è più avvertito nella Chiesa, non di chi si informa solo dai titoli dei giornali o dagli sproloqui televisivi.Non c'è una Chiesa sola, ce ne sono tante e tanti modi di intendere la propria appartenenza. Di Vangelo ce n'è uno solo, di Gesù ce n'è uno solo, ma ci sono tante lacerazioni, tanti modi diversi di essere Chiesa nel mondo attuale che c'è da perderci la testa e da scoraggiarsi.Mi sono detta tante volte che dovevo accettarlo e che la Chiesa cattolica è questo guazzabuglio che si traduce spesso in scontri, in reciproche scomuniche, come dimostra la storia del cristianesimo fin dagli inizi
Cosa ho vissuto allora sulla mia pelle che mi ha messo in crisi nonostante questa consapevolezza? Che al centro del contendere fosse il Papa che dell'unità e della comunione è il simbolo. Che ci fossero cattolici che hanno fatto militanza (alla lettera) contraria per tutto il pontificato, fino all'insulto.
Questo non lo mando giù e mai lo farò.
Benedetto è stato prefetto della CDF per un quarto di secolo, il braccio destro di un altro papa, poi papa per 8 anni e io ho visto dei cattolici non riconoscergli delle ragioni, come se quello che diceva fosse falso per la dottrina cristiana o impronunciabile in pubblico. E' qui che c'è qualcosa di grosso che non va e che anche l'attuale pontificato dovrà sciogliere.
C'è una parte della dottrina che dobbiamo mandare a mucchio? Non ci si nasconda dietro delle questioni di stile diverso dei due Papi . Qualcuno si augura e lo dice che intere fette del magistero vengano messe nel pattume, quelle fette che mai Benedetto ha nascosto o camuffato.Io credo che questa sia la questione che solo con cortine fumogene si sta occultando.
Si balla, si canta, ci si dice e ci viene detto che siamo bravi e belli e che il capitano della nave è fantastico ma non si sa più dove si sta andando mentre il capitano precedente è in cuccetta a riposarsi dopo vari tentativi di ammutinamento.
Esagero io e si può andare avanti così con successo e felicità per tutti? Quasi me lo auguro.
Ma non riesco a crederci.

Raffaella ha detto...

Concordo con Mariateresa.
Che ne sara' di una grande fetta di Magistero, quella di cui oggi non si vuole parlare?
Va ancora bene? Lo si dica.
Non e' piu' valida? Lo si dica chiaramente ma si spieghi anche il perche'.
Va bene la festa, va bene la pace mediatica, ma quando si parlera' di quella parte di Magistero che sembra galleggiare nel limbo?
Non e' una fissazione.
A molti piacerebbe semplicemente capire se e' ancora valido cio' che ha imparato nei decenni scorsi.
R.

Anonimo ha detto...

Mariateresa, io concordo in molto con quello che dici; penso che il problema con il pontificato di Benedetto sia stato che ai nemici diciamo così “ideologici”, ovvero quei cattolici che sostenuti da gran parte del mondo laico hanno fatto platealmente militanza contraria (ma la facevano sostanzialmente anche con Giovanni Paolo II, solo che la facevano per prudenza in modo meno diretto – diciamo per omissioni - data la sua grande popolarità personale) si sono poi aggiunti i nemici legati a quei centri di potere ecclesiastico di vario altro tipo che Benedetto ha provato a scardinare. L’accoppiata ha ottenuto il risultato che sappiamo. Francesco questi centri di potere pare stia cercando di scardinarli, e vediamo che succederà. Credo che saranno disillusi anche i nemici “ideologici”, a me proprio non sembra che ci siano elementi per far supporre che l’agenda progressista standard coincida con quella di Francesco. (Mi rifiuto di considerare l’attenzione preferenziale verso i poveri di tutti i tipi come qualcosa di una parte, di diverso dal puro Vangelo). Quello su cui non sono d’accordo, perché onestamente non lo trovo giustificato, è il sospetto di fondo che Francesco voglia di fatto archiviare una parte del Magistero. L’approccio dei due è molto diverso, senza dubbio, e le sottolineature anche. Io però non ho mai sentito nulla in Francesco che si discosti dalla più tradizionale dottrina cattolica (A volte, mi sembra, anche più tradizionale di quella di Benedetto). A Francesco preme comunicare al maggior numero di persone possibile che Dio ci ama e ci dona gratuitamente la Sua Grazia perché ci convertiamo, non certo per giustificare buonisticamente il nostro peccato. Chi pensa questo sbaglia di grosso. Certo, lascia i pronunciamenti puntuali sulle leggi controverse ai vescovi dei singoli stati: questo colpisce e sconcerta essendo noi stati abituati a due Papi che alla battaglia contro lo spirito del mondo sono andati in altro modo. E sconcerta anche me, ma mi chiedo: non è che è giunto il momento che ciascuno si riprenda il proprio compito, i vescovi locali, e soprattutto i laici cattolici locali, senza aspettarsi che ci pensi sempre per tutti il “gigante buono”? Perché, a mio avviso, la strategia del Papa che parla per tutti e in tutte le occasioni grandi risultati in questi 30-40 anni non li ha ottenuti, anzi siamo ormai finiti nel vicolo cieco per cui ormai certe posizioni appaiono “della Chiesa” e basta, e come tali non sono più nemmeno prese realmente in considerazione nel dibattito pubblico. Invece devono, come è accaduto in Francia, apparire quello che sono: obiezioni razionali condivisibili da tutti, non solo dai cattolici per la loro fede. Mi sembrerebbe anche un buon passo avanti nell’applicare l’insegnamento di Benedetto di usare la ragione. Elisabetta

Raffaella ha detto...

Quindi meglio tacere e vissero tutti felici e contenti?
R.

Anonimo ha detto...

Non mi sembra di aver scritto questo. Ognuno capisce ciò che vuole capire, evidentemente. Elisabetta

gemma ha detto...

Quindi allo stesso modo il Papa che parla troppo di povertà non dovrebbe sulla poverta' sortire alcun effetto...I Papi per quanto ricordo hanno affrontato ogni tema, qui abbiamo letto e riportato ogni discorso di Benedetto, lo sappiamo, ma di quel discorso ogni volta veniva enfatizzato solo quel che doveva passare, e nella gran parte dei casi attraverso slogan mortificanti il tutto, si arrivava all'irrisione. Ė questo che non mi va giù e nessuno su questo riesce ancora a darmi risposte esaustive. È stato due volte in Africa, ha dedicato a quel continente e al medioriente un sinodo, ma interessava solo il condom o scandagliare un eventuale prossimo Papa nero, il viaggio in Libano nonostante la buona riuscita, pur in un momento difficile per la crisi in Siria, è stato ignorato. Ha scritto un'enciclica sociale, non lesinava visite a centri Caritas e per anziani, da anni passava le vacanze a Castelgandolfo dove continuava a lavorare ma passava per orso solitario. Se non amava sciare o nuotare riferito al lui diventata un handicap, ora è sobrietà, esaltazione dell'essenziale. Eppure pare come se avessimo un Papa che si occupava dei ricchi, solo perché ogni tanto lanciava anche qualche richiamo ad un occidente sazio, ma decadente e miserabile dentro.
In quanto alla povertà, siamo vittime anche di altre povertà oltre quelle materiali e, non vorrei essere fraintesa e scambiata per una epulona, ma mi torna sempre alla mente il ritornello di amici miei atei anticlericali: state a cuccia, su, lasciate stare il mondo, giocate coi poveri e vendete il Vaticano, e vedrete che anche noi vi ignoriamo

Luisa ha detto...

"E mi sono accorta che Bergoglio stava diventando una specie di bersaglio alternativo per esprimere il dolore dell'abbandono"

Vedo che Elisabetta continua con le sue analisi psicologiche bancali, da noi si dice " au ras des pâquerettes, farebbe meglio evitare e esprimere la sua opinione senza parlare sugli altri, sui loro pensieri e sentimenti(!), senza lanciarsi in improbabili diagnosi!