martedì 18 giugno 2013

Ginevra. Documento sul dialogo cattolico-luterano "Dal Conflitto alla Comunione"

Ginevra. Documento sul dialogo cattolico-luterano "Dal Conflitto alla Comunione"

Guarire il ricordo della divisione e collaborare per giungere a una ritrovata unità, passando “dal conflitto alla comunione”. E “Dal Conflitto alla Comunione” è anche il titolo del documento sul dialogo cattolico-luterano illustrato ieri in conferenza stampa a Ginevra, alla presenza del cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani. Il porporato è stato invitato alla presentazione degli eventi celebrativi per il 2017, con i quali la Federazione luterana mondiale ricorderà i 500 anni dalla Riforma. Sull’importanza del documento, Philippa Hitchen ha chiesto a mons. Matthias Turk responsabile delle relazioni cattolico-luterane del dicastero pontificio:

R. – It is a very important landmark: after so many centuries of conflict and…

E’ una tappa davvero molto importante. Dopo così tanti secoli di conflitti e malintesi – che hanno portato perfino a guerre tra nazioni e tra persone all’interno di uno stesso Paese, come tutti sappiamo dalla storia – questo è il primo anniversario della Riforma che possiamo affrontare insieme, ecumenicamente. Come ha detto Martin Jung, il segretario generale della Federazione luterana mondiale, la commemorazione della Riforma sarà un evento internazionale, ma dovrà essere un evento ecumenico e dovrà chiamarci a una testimonianza comune, sottolineando quanto condividiamo piuttosto che porre in risalto quanto ancora ci divide.

D. – L’intenzione di questo documento – come è detto specificamente – non è “raccontare una storia diversa”, ma “raccontare la storia diversamente”. Cosa significa questo, esattamente? Come si procede su questa strada?

R. – The reasons for Church division are very often misunderstandings and different…

Le ragioni che portano a divisioni nella Chiesa spesso si fondano su malintesi e su interpretazioni diverse dei medesimi contenuti di fede e delle stesse convinzioni teologiche. Nel comune dialogo ecumenico internazionale, abbiamo saputo riscoprire i fondamenti comuni, le basi comuni che abbiamo sulle questioni di fede, e abbiamo saputo affermare che questi punti non sono più motivo di divisione tra le Chiese. Il nostro documento riassume tutti questi passi come la raccolta di ciò che abbiamo in comune e si proietta nel futuro, alla ricerca del prossimo passo nella comune testimonianza al mondo di oggi.

D. – Quali potrebbero essere questi passi, secondo lei, nell’urgente bisogno di una testimonianza comune nelle nostre società sempre più secolarizzate?

R. – The question of God is very important, as also Pope Benedict put it very…

La questione di Dio è molto importante, come anche Papa Benedetto ricordava con forza, ma ce ne sono altre ancora. Noi dobbiamo rendere testimonianza davanti a Dio, Creatore e Salvatore, a Gesù Cristo e allo Spirito Santo. Questo Dio Trino è quello in cui noi ci riconosciamo ed è quello che ha istituito la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica, che siamo noi. Dobbiamo superare le nostre divisioni e rappresentare quello che Gesù Cristo stesso ha istituito per noi: solo questo potrà convincere persone di tutte le età, soprattutto in questi nostri tempi.

D. – Il documento sottolinea anche l’importanza che i Pentecostali e i nuovi Movimenti cristiani esercitano sulla ricerca di riconciliazione…

R. – We are in an intense contact with all Christian denominations…

Noi manteniamo contatti intensi con le denominazioni cristiane a livello universale e questo documento potrebbe essere un testo di partenza per ogni tipo di dialogo ecumenico, non soltanto tra la Federazione luterana mondiale e la Chiesa cattolica, ma anche per quanto riguarda il dialogo con altri interlocutori ecumenici, perché esso parla delle intenzioni di fondo delle riforme della Chiesa, che sono sempre necessarie, e parla del nostro rapporto con Dio.

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8 commenti:

Dante Pastorelli ha detto...

No, non si tratta di interpretazioni diverse dei contenuti della fede e malintesi.
Si tratta della struttura gerarchica della Chiesa voluta da Cristo e fondata su Pietro, delle Verità rivelate, dei Sacramenti che dai luterani sono stati rigettati e accusati di blasfemia, di abominio, a cominciare dal sacerdozio ministeriale e dalla S. Messa.
Si dialoghi pure, ma non si parli di "comunione", ch'è cosa diversa e consiste nel ritorno nell'unico ovile e sotto l'unico Pastore e nell'accettazione di tutte le Verità che la Chiesa Romana Cattolica ha custodito integralmente contro scelte arbitrarie e frantumazioni.

Anonimo ha detto...

Raffa,
letti qui, per favore!

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/06/ginevra-documento-sul-dialogo-cattolico.html

Anonimo ha detto...

scusa volevo dire leggi!

Guido ha detto...

E' certo meglio dialogare che fare la guerra, ma in comune coi protestanti abbiamo molto poco, e certo non le cose essenziali, come la presenza reale di Gesù nell'Eucaristia, la Vergine Maria, l'Immacolata concezione, il culto dei santi, il Papa, e un altro centinaio di cose non certo secondarie ... su che cosa facciamo comunione?

Luisa ha detto...

Dal momento che i protestanti non faranno nessun passo indietro, anzi, celebreranno la Riforma, chi continuerà a fare passi in avanti per sopprimere, come diceva Bugnini, le pietre d`inciampo alla riunione, se non i cattolici?
Fino a dove andranno i dialoganti?
E a che cosa sono pronti a rinunciare?

Dante Pastorelli ha detto...

Cara Luisa, fu anche personalmente Paolo VI a dire a Guitton (cfr. Paolo VI segreto, ed. San Paolo, p.59)che la Chiesa deve purificare i suoi riti per essere desiderabile ed abitabile dai protestant, in modo che si possa pervenire alla Chiesa unica che ancora non esiste...

Luisa ha detto...

Oh santo cielo! Quella non la sapevo!
Sapevo di Bugnini, sapevo che non ha fatto niente che Paolo VI non avesse approvato e voluto, ma che un Papa abbia detto quel che tu riporti è semplicemente scioccante.
Come stupirsi allora che la sacra Liturgia sia stata oggetto di tutte le manipolazioni le più arbitrarie senza che chi di dovere intervenisse?

Dante Pastorelli ha detto...

Mah, questa dev'esserti sfuggita perché da qualche parte l'ho scritta in passato, forse proprio in un blog dove a suo tempo sono stato molto presente.
Ma Bugnini era il megafono di Paolo VI o viceversa? Misteri postconciliari.