sabato 22 giugno 2013

Il titolo dell'enciclica sulla fede sarà "Fidem servavi"?

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13 commenti:

Luisa ha detto...

Non avevo pensato a questa ipotesi, che non fa che farmi ancor più rispettare e amare Benedetto XVI.
Sapendo che era vicino alla rinuncia, che la sua salute stava declinando in modo sempre più accelerato, invece di pubblicare in fretta l`Enciclica come un ultimo atto del suo Pontificato, ha scelto di consegnare il frutto del suo lavoro , della sua riflessione e meditazione al suo successore, come una garanzia di continuità.
Lo ha fatto non per legarlo alla sua persona ma per trasmettergli il testimone di ciò che egli ha cominciato e quasi finito, per permettergli di farlo suo, difenderlo e testimoniarne i contenuti.
In ogni caso è un testo che attendo con impazienza, da quando è stata annunciata.

Anonimo ha detto...

Un atto pienamente petrino, quello di Benedetto XVI: "io prego per te: conferma i tuoi fratelli". E lui l'ha fatto, consegnandoci l'ultimo atto di un ministero vissuto fino all'ultimo all'ombra di Pietro.

Giovanni Paolo II scriveva così:
"La missione affidata da Gesù a Pietro riguarda la Chiesa nella estensione dei secoli e delle generazioni umane. Quel mandato: «Conferma i tuoi fratelli», significa: insegna la fede in tutti i tempi, nelle diverse circostanze e fra tutte le molteplici difficoltà e contraddizioni che la predicazione della fede incontrerà nella storia; e insegnando, infondi coraggio ai fedeli; tu stesso hai sperimentato che la potenza della mia grazia è più grande della debolezza umana; diffondi dunque il messaggio della fede, proclama la sana dottrina, riunisci i «fratelli», riponendo la tua fiducia nella preghiera che ti ho promesso; in virtù della mia grazia, cerca di aprire alla accoglienza della fede coloro che non credono, e di confortare coloro che sono nel dubbio; questa è la tua missione, questa è la ragione del mandato che ti affido. Quelle parole dell'evangelista Luca (Lc 22,31-33) sono ben significative per tutti coloro che svolgono nella Chiesa il «munus petrinum», richiamandoli continuamente a quella sorta di paradosso originale che Cristo stesso ha posto in loro, con la certezza che nel loro ministero, come in quello di Pietro, opera la grazia speciale che sostiene la debolezza dell'uomo e gli permette di «confermare i fratelli». (02.12.1992)

Ester. :-)

Luisa ha detto...



Comunque, il linguaggio, il modo di esporre i contenuti della nostra Fede, di Papa Bergoglio sono così diversi da quelli di Benedetto XVI che chi ha seguito con attenzione il Magistero di Benedetto XVI saprà riconoscere quel che gli "appartiene", e le aggiunte finali del suo successore.
Nella speranza che non venga in testa a nessuno di censurare il lavoro di Papa Benedetto, di limarlo, di troncarlo, di snellirlo per evitare una troppo grande differenza o cesura fra gli stili e i linguaggi dei due Pontefici.

Eugenia ha detto...

Secondo me il rischio di una rilettura di ciò che ha scritto Benedetto è molto realistico. Vedremo.

Anonimo ha detto...

Carissima Raffaella, carissimi amici del Blog. Sono appena tornata dalla Terra Santa ! Come potete immaginare, fra le primissime intenzioni di questo pellegrinaggio, c'era la preghiera per il nostro amatissimo Benedetto!!! Ho pregato anche per tutti voi, per essere consolati e riuscire ad accettare serenamente tutti i "fatti ecclesiali" ( e mediatici...)accaduti in questi mesi (e anni...).
Quando Papa Benedetto annunciò il suo ritiro, disse che il Signore lo "chiamava sul monte". Quasi tutti identificarono quel monte con il Tabor, il monte della Trasfigurazione. Però, lo stesso Benedetto XVI, in una catechesi o Angelus, aveva ammonito che, finché siamo su questa terra, a nessuno è concesso di restare nella luce del Tabor , se non per un breve momento ! Quando sono andata al monte degli Ulivi, nella basilica detta "dell'Agonia", dove si conserva una grossa pietra sulla quale Gesù ha pregato, versando lacrime e sudando sangue, allora ho capito che il nostro carissimo Padre Spirituale Benedetto ha raggiunto il Signore su QUEL monte, deponendo su quella pietra anche le sue amarezze, gli insulti, le ingratitudini, i tradimenti e tutto ciò che lo ha fatto soffrire in questi anni!( Aveva detto anche che "non abbandonava la Croce" !) Si è affiancato a Gesù per fargli compagnia nella preghiera e nell'offerta di se stesso, prendendo il posto degli apostoli che si erano addormentati ( e che rappresentano un po' tutti noi cristiani...). Così, ho pensato che anch'io dovevo imitare il mio amato Papa e deporre, idealmente, su quella pietra tutte le amarezze, i dispiaceri, le arrabbiature...conseguenti alle "note vicende" ...
D'ora in poi, quando vedrò o sentirò o leggerò commenti, confronti, giudizi " peregrini", che mi farebbero reagire come uno "tsunami di fuoco"...allora dovrò ricordarmi di raggiungere il mio caro Benedetto su QUEL monte, su QUELLA pietra . Finora ha funzionato e è tornata la pace nel cuore...Però...sono trascorsi SOLO DUE GIORNI...L'importante è RIUSCIRE A PERSEVERARE!!!
Un abbraccio!!!
LiciaS.Devota di BXVI

Raffaella ha detto...

Bentornata, Licia, e grazie per questa condivisione :-)
R.

Anonimo ha detto...

Sì, però quando uscirà non facciamo come quei filologi ottocenteschi che si misero i poemi omerici davanti e li vivisezionarono per capire quale aedo avesse composto questo o quel brano...scherzo, eh! ;-)
Tra l'altro, se la citazione in articolo è esatta, l'enciclica è tutta di Benedetto XVI. Al limite, Papa Francesco aggiungerà qualcosa sulla nuova evangelizzazione (forse), ma quella frase: lui ha fatto un grande lavoro, io l'ho portato avanti, la intenderei - se ho capito bene com'è fatto Papa Francesco - più come un: il lavoro scritto è suo, adesso tocca a me mettere in pratica quel che c'è dentro. Uno semina, l'altro miete. :-)
Piccolo appunto: paradossalmente, pur attendendo con trepidazione la Fidem servavi, sono più curiosa di leggere la futura enciclica di Papa Francesco, perché lui è un tipo che ama esprimersi a braccio, chissà come si adatterà alla parola scritta (forse la prima enciclica - intervista?)... ;-)

Anonimo ha detto...

Il santo padre dovrebbe essere più prudente nel parlare... E' a rischio il rigetto dell'enciclica!!! E la banalizzazione del magistero.
L'iter redazionale, eventualmente e con molta sobrietà, andava spiegato alla pubblicazione dell'enciclica. Così pare che Francesco pubblichi il testo per rispetto al predecessore...e chi è ormai pro Francesco si sentirà autorizzato a leggere o no il documento. E' già strana la faccenda di due papi...cos' finiscono di confonderci!

Anonimo ha detto...

c'è un fondo di verità in ciò che dice l'anonimo qui sopra ma per le ragioni opposte.
chi ha sempre seguito e letto ratzinger leggerà comunque l'enciclica anche se rielaborata da bergoglio in qualche punto.
una bella fetta di cattolici è come se avesse già prenotato l'enciclica.
il rischio è per quella sulla povertà perché non è detto che i pro francesco leggano il magistero avidamente come fu per benedetto.

laura ha detto...

Per Licia: avevo letto che Papa Benedetto avesse riscritto la passione di Gesù, di notte, durante il pellegrinaggio in terra santa, nel maggio 2009. Restai socnvolta dal racconto della preghiera di Gesù nell'orto degli ulivi dove parla di quella pietra dove ha versato lacrime di sangue per ognuno di noi. Mi resi conto che Papa Benedetto viveva sulla sua carne quella passione e mi costò molta fatica andare avanti in quella lettura drammatica

Anonimo ha detto...

Normalmente le encicliche si ricordano solo per il loro titolo,quando andavo a scuola in storia si parlava della Rerum novarum,sfido a trovare qualcuno che l'abbia veramente letta ,così anche per le altre...devo dire che le encicliche di BXVI sono una rarità preziosa,perchè non solo leggibilissime,ma bellissime,da lasciare senza fiato,da leggere e rileggere,poi,francamente,ormai avezzi come siamo al suo modo di parlare, che è lo stesso con cui scrive,non avremo nessuna difficoltà a riconoscere le sue parole,le eventuali correzioni,forzature o manipolazioni.Lo stile di francesco?Leggete El jesuita,Il gesuita credo sia stato pubblicato fra i tanti pamphlets su di lui,ce n'è una pletora,lui è così,in spagnolo e in italiano,linearità non ne ha,salta da un argomento all'altro,intercalandoli con aneddoti personali e massime gesuitiche da esercizi di S.Ignazio,difficile da capire fino in fondo,un po' come le sue omelie improvvisate.Non è la faccenda dei 2 papi che mi ha personalmente creato confusione,ma lo shock traumatico della rinuncia di Benedetto,che continua a tormentarmi e fatico non ad accettarla,ma a darmi ragione di come si è potuto permettere un vulnus di così grave portata nella CC e fatto passare con leggerezza, come cosa normale,come se i papi stufi o stanchi si dimettessero con lievità quando fa loro comodo,questo non mi va giù,cancellare,affossare,dimenticare in fretta,ma come si può,dico io,spazzare via un immenso pontificato di 8 anni e cercare di adombrare i lati oscuri del precedente con la santificazione?Forse che la CC ha risolto di colpo tutti i suoi gravisssimi problemi??Ma peeerrr faaavoooreee!!!GR2

Anonimo ha detto...

P.S.le parole di S.Paolo sono'è giunto il momento di sciogliere le vele,ho combattuto la buona battaglia,ho terminato la corsa, ho conservato la fede'In poche parole,il percorso della vita di Ratzinger,da prete a papa.GR2

Eugenia ha detto...

Che devo dirti GR2? mi leggi nel pensiero?