venerdì 7 giugno 2013

Immigrati, Santa Sede: basta strumentalizzazioni a fini elettorali. Diritto cittadinanza fra i fondamentali. Traffico di essere umani piaga vergognosa. No ai respingimenti, sì alla regolazione dei flussi (Izzo)

IMMIGRATI: S.SEDE, BASTA STRUMENTALIZZARLI A FINI ELETTORALI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 giu.


Le polemiche su accoglienza e respingimenti vengono strumentalizzate a fini politici. Lo denuncia la Santa Sede in un documento, il primo dell'era di Papa Francesco, pubblicato oggi sul tema dei rifugiati.
"Purtroppo - afferma il testo - anche il dibattito circa i richiedenti asilo e' divenuto un forum in vista di elezioni politiche e amministrative, che ha alimentato tra l'elettorato attitudini ostili e aggressive nei loro confronti". "Questo atteggiamento - secondo il Vaticano - ha avuto effetti negativi".
"La negativa connotazione data ai richiedenti asilo e ai rifugiati stessi ha accresciuto - infatti - xenofobia, a volte razzismo, paura e intolleranza nei loro confronti. Inoltre si e' andata sviluppando una cultura di sospetto generata da un generale presupposto di una possibile correlazione tra asilo e terrorismo. Questo continua ad avere ripercussioni sulla situazione dei rifugiati e delle altre persone forzatamente sradicate in tutto il mondo". "A tale riguardo i mezzi d'informazione - spiega il documento - hanno un ruolo importante nella formazione dell'opinione pubblica e una responsabilita' nell'uso di una corretta terminologia per cio' che concerne rifugiati, richiedenti asilo e altre forme di migrazione, in considerazione dell'esistenza di flussi 'misti' di migrazione".
Non solo: le polemiche a fini elettorali hanno influito "sulle politiche verso i rifugiati dei Paesi in via di sviluppo, i quali hanno ritenuto che la comunita' internazionale non abbia affrontato a sufficienza l'onere della condivisione dei costi sociali ed economici connessi con gli arrivi di persone in cerca di asilo nel proprio territorio". "Cio' ha avuto come risultato - conclude il documento della Santa Sede . una diminuzione di ospitalita' e di assenso a ricevere considerevoli popolazioni di rifugiati per un indefinito periodo di tempo".

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IMMIGRATI: S.SEDE, DIRITTO CITTADINANZA TRA I FONDAMENTALI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 giu.


"Il diritto a una cittadinanza e' riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo ed e' sottolineato da varie Convenzioni e Conclusioni dell'Unhcr adottate dalla comunita' internazionale come un diritto umano fondamentale". Lo ricorda la Santa Sede in un documento (il primo dell'era di Papa Francessco) pubblicato congiuntamente dal Pontificio Consiglio "Cor Unum", che si occupa delle attivita' assistenziali, e da quello per la pastorale dei migranti. "Una legislazione giusta - con indiretto riferimento al tema dello 'ius solis' - deve garantire che gli individui non siano privati arbitrariamente della loro nazionalita' ne' debbano rinunciare alla loro cittadinanza senza acquisirne un'altra e che i bambini siano registrati alla nascita e dotati di certificati adeguati".
Per la Santa Sede "occorre trovare soluzioni innovative tramite nuove e approfondite ricerche e difendere la dignita' di quanti sono costretti ad abbandonare la propria casa". "Cio' - si legge ancora nel testo - dara' luogo a forme di rinnovamento che ci porteranno piu' vicino a Dio, ascoltando la sua voce nelle Sacre Scritture, nel Magistero della Chiesa e in ogni essere umano creato a immagine e somiglianza di Dio. Possa questo aprire i nostri occhi per scoprire tracce della presenza di Dio in ogni persona forzatamente sradicata". Il documento rileva quanto sia sottile oggi la distinzione tra gli immigrati per libera scelta e quelli 'forzati'. "Ci sono persone - afferma - costrette a spostarsi a causa di persecuzione, calamita' naturali, disastri ambientali o altri fattori che provocano difficolta' estreme, incluso il pericolo per la propria vita. Altre decidono di lasciare la propria patria perche' non riescono piu' a vivervi con dignita', mentre altre ancora cercano semplicemente migliori opportunita' di vita all'estero". "Tuttavia - si legge - la differenza tra migranti, rifugiati o richiedenti asilo deve essere mantenuta nonostante vi siano flussi di migrazione misti, all'interno dei quali diventa difficile fare distinzione tra richiedenti asilo classicamente definiti, quanti necessitano di altri tipi di protezione o aiuto, e coloro che semplicemente traggono vantaggio dal flusso migratorio".

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IMMIGRATI: VATICANO, TRAFFICO ESSERI UMANI PIAGA VERGOGNOSA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 giu.


"Il traffico di esseri umani e' una piaga vergognosa, che deve essere condannata con fermezza e debellata da societa' che vogliono dirsi civili". Lo afferma il presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei migranti, cardinale Antonio Maria Veglio', presentando il primo documento della Santa Sede nell'epoca di Papa Francesco, dedicato al tema dell'accoglienza dei rifugiati.
Donne, uomini e bambini - si legge - vengono ignobilmente sfruttati e privati di ogni decisione sul loro destino e sulla loro vita". Oltre alla cosiddetta industria del sesso (riguardo alla quale sottolinea la necessita' di informare e sensibilizzare i 'clienti' sulla condizione di schiavitu' delle donne e dei minori) il documento condanna con forza "il lavoro forzato in vari settori, il traffico per il trapianto d'organi, la riduzione in schiavitu' per l'accattonaggio e il reclutamento di bambini nei conflitti armati".

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IMMIGRATI: S.SEDE, NO AI RESPINGIMENTI, SI' A REGOLARE FLUSSI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 giu.


La Santa Sede torna a condannare la politica dei respingimenti che espone gli immigrati a rischi nel caso nel quale siano imbarcati su navi e barche poco sicure. Ma ammette che gli Stati abbiano "il diritto di adottare misure contro l'immigrazione irregolare, con il dovuto rispetto per i diritti umani di tutti". Il documento 'Accogliere Cristo nei rifugiati e nelle persone forzatamente sradicate' pubblicato oggi, ricorda infatti che "per quanto riguarda i richiedenti asilo e altre persone forzatamente sradicate trovate in difficolta' o in necessita' di aiuto in mare le Convenzioni internazionali richiedono che siano soccorsi e condotti in un luogo sicuro".
"Soltanto quando la persona in pericolo e' giunta in luogo sicuro (e questo non puo' essere identificato con la nave di soccorso), la sua richiesta di autorizzazione ad entrare nel Paese di arrivo o la domanda di asilo puo' essere esaminata", affermano il Pontificio Consiglio "Cor Unum" e quello per la Pastorale delle migrazioni. "Occorre aver cura - raccomanda il documento pubblicato oggi - che il principio di non refoulement sia rispettato anche in questi casi, che possono includere la realta' dei flussi misti".
"Quanto alle vittime del traffico di esseri umani, controlli alle frontiere piu' severi e lotta alla criminalita' organizzata non sono la 'panacea' di tutti i mali: "questo approccio - denuncia la Santa Sede - e' in realta' insufficiente a contrastare il fenomeno e sui corre il rischio di mettere in pericolo la vita delle vittime". Infine i bambini soldato: il loro reclutamento e' un "crimine di guerra". Chi si rende responsabile deve rispondere ed essere "efficacemente perseguito".
Il documento affronta anche il drammatico problema delle persone che restano prive della cittadinanza di origine. Gli Stati, dice il documento, "dovrebbero trattare gli apolidi (circa 12 milioni di 'invisibili') che vivono nel loro territorio "nel rispetto dei diritti umani internazionali. Essi sono invitati ad adottare una legislazione sulla cittadinanza conforme ai principi fondamentali del diritto internazionale".

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Il diritto di cittadinanza è questione politica, di cui deve occuparsi il governo. Altrimenti il Vaticano apra le sue mura a tutti

Raffaella ha detto...

L'affermazione di Anonimo e' emblematica.
Ecco il rischio della chiesa che parla di alcuni temi e non di altri!
Taci una volta taci sempre.
R.

rosa ha detto...

Cara Raffaella,
appunto: perchè parlano sempre dei nuovi arrivati, e mai di quelli nati e cresciuti qua ? perchè semore dei "periferici esistenziali", e mai di quelli che periferici non lo sono mai ? perchè sempre di bisogni materiali, e mai di quelli spirituali ? io ho un lavoro, idem mio marito, ho una casa, una famiglia, ecc, ma questo non significa che non abbia bisogno di cure spirituali, di "cibo per l'anima e la mente". MAI qualcuno che si preoccupi di me e di quelli come me, che credo e spero siano ancora la maggioranza. Sempre le "minoranze". Alla fine il rischio è che quelli come me se ne "vadano", non fisicamente, magari, ma spiritualmente sì.
Rosa

sam ha detto...

La Chiesa può e deve esprimersi liberamente su ogni questione che riguarda l'uomo, anche se (ed anzi a maggior ragione perché) l'istituzione laica ha piena libertà di tenerne conto oppure no.

Certo l'espressione della Chiesa sarebbe ben più efficace se fosse univoca e pienamente aderente alla Verità, al Catechismo della Chiesa Cattolica e alla Tradizione.

Invece spesso sono proprio le gerarchie ecclesiali ad inseguire i deboli modelli laici di pensiero, di linguaggio, di ragionamento...

Da un altro mondo, in diretta dal Regno di Dio, Benedetto XVI è stato straordinariamente rilevante sul piano del pensiero e dell'azione e proprio per questo pietra d'inciampo, perchè la sua limpidezza e onestà assolute, proprie di uomo pienamente immerso nella Luce della Verità, gli hanno sempre fatto rifuggire i facili e insidiosi applausi di questo mondo in disfacimento.

Purtroppo sembra che a gran parte della Chiesa contemporanea manchino i fondamentali per poterlo seguire in questa via, che è la Via indicata da Cristo Signore.

Anche nel campo sociale, delle povertà, delle migrazioni, della solidarietà, Benedetto XVI ha spiazzato tutti, compendiando nel suo sublime Magistero della Carità il patrimonio della dottrina e dell'esperienza sociale della Chiesa, senza tuttavia aver paura di smascherare le tante ipocrisie e talora gli sporchi interessi che si annidano dietro questi argomenti nella loro farsa buonista.

Chiediamoci a quanti, anche nella Chiesa, non sono piaciuti i richiami agli attori della cooperazione internazionale "ad interrogarsi sulla reale efficacia dei loro apparati burocratici e amministrativi, spesso troppo costosi. Capita talvolta che (...) i poveri servano a mantenere in vita dispendiose organizzazioni burocratiche che riservano per la propria conservazione percentuali troppo elevate di quelle risorse che invece dovrebbero essere destinate allo sviluppo" (CV) …

Che mal di pancia hanno provocato i tanti richiami all'istituzione della "Caritas" affinchè fosse un po’ meno ONG e un po’ più cattolica (potrei citare anche le encicliche, ma per brevità metto solo questo link http://2.andreatornielli.it/?p=1884)...

Quanti cattolici impegnati nelle politiche di apertura incondizionata delle frontiere saranno sobbalzati sulla sedia sentendo che “il cammino di integrazione comprende diritti e doveri, attenzione e cura verso i migranti perché abbiano una vita decorosa, ma anche attenzione da parte dei migranti verso i valori che offre la società in cui si inseriscono” e che “nel contesto socio-politico attuale, però, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra”, poiché “gli imponenti flussi migratori, spesso solo provocati e poi non adeguatamente gestiti” sono una distorsione così come “un’attività finanziaria mal utilizzata e per lo più speculativa.. lo sfruttamento sregolato delle risorse della terra, l’aumento scandaloso di clamorose disuguaglianze sociali .. la corruzione e l’illegalità .. il mancato rispetto dei diritti umani..”

Il problema è che oggi buona parte della Chiesa ignora completamente il suo Catechismo e spesso odia chi glielo ricorda:

“Art. 2241 Le nazioni più ricche sono tenute ad accogliere, nella misura del possibile, lo straniero alla ricerca della sicurezza e delle risorse necessarie alla vita, che non gli è possibile trovare nel proprio paese di origine. I pubblici poteri avranno cura che venga rispettato il diritto naturale, che pone l'ospite sotto la protezione di coloro che lo accolgono.
Le autorità politiche, in vista del bene comune, di cui sono responsabili, possono subordinare l'esercizio del diritto di immigrazione a diverse condizioni giuridiche, in particolare al rispetto dei doveri dei migranti nei confronti del paese che li accoglie. L'immigrato è tenuto a rispettare con riconoscenza il patrimonio materiale e spirituale del paese che lo ospita, ad obbedire alle sue leggi, a contribuire ai suoi oneri.”

Anonimo ha detto...

Approvo ore 15:10 ! maura