giovedì 20 giugno 2013

Le due sconfitte dei cattolici italiani (Luigi Negri)

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14 commenti:

mariateresa ha detto...

Monsignor Negri sviluppa il concetto espresso da Eufemia. Fede e ragione si sono mandate a quel paese e non è possibile rimetterle insieme. Il prezzo del successo è che la Chiesa si faccia gli affari suoi e curi i poveri. Stop.
Gli ultimi due pontificati nel dimeticatoio.
Fine delle trasmissioni.
Con il successo delle folle sono contenti i rivenditori di souvenir e gli altri mercanti nel tempio come è giusto, del resto sono quelli intervistati quando si fanno bilanci dei pontificati.
Un quadro edificante.
Per rimanere saldi, se fosse alla lettera così , ci sarebbe da cercare una trapp dove andare a vivere di pane e cipolle..

sam ha detto...

stupenda la capacità di sintesi di Mariateresa :-)

Anonimo ha detto...

Analisi lucida e impeccabile.
L'ultima parte dell'articolo mi ha ricordato una vicenda personale, è molto delicata e non posso raccontarla nei dettagli. Ma mi ha dato l'opportunità - questo posso dirlo - di vedere persone che hanno speso la loro vita non per "uno sterile eticismo senza bontà", ma perché hanno creduto nelle loro battaglie, condotte con amore e per amore verso il prossimo; e di ascoltare uomini di Chiesa che, anche nel loro piccolo, hanno tuonato contro le fredde logiche del profitto personale, non per imbastire un'ennesima omelia sociale, ma perché stanchi di questo stillicidio continuo.
Proprio per questo, almeno secondo me, c'è ancora la speranza di non aver perso tutto.

Ester. :-)

mariateresa ha detto...

naturalmente è una trappa, In tempi di sobrietà, ho risparmiato una vocale.

Anonimo ha detto...

Negri è sempre un po' in trincea, con la baionetta sguainata...
Tra le cose interessanti che scrive, mi permetto solo di farne notare una che difetta un tantino di quella logicità che il suo argomentare sembrerebbe voler imporre con una dialettica che rimane comunque invidiabile...
Sintetizzo: la fede è tale che diventa essa stessa forma e sostanza della cultura. Perfetto!
Se non ricordo male, però, la fede è un dono... e chi non ce l'ha? Forse è proprio da coloro che la fede non ce l'hanno che non si può pretendere che qualcosa che non si ha debba poter anche dar forma e sostanza ad una cultura che, in sé, non è dannosa e neppure, ipoteticamente aliena all'apertura verso quella stessa fede che non si ha... E allora, forse, il "dialogo" e i "cortili" non vanno denigrati con tanta semplicità e, mi perdoni Negri, superficialità...
w.

alberto ha detto...

Sulla cultura. chiaramente essa è diversa dalla fede e pensare che solo la fede generi la Cultura che scaccia le altre culture con la c minuscola è un po' risibile. Leggevo proprio ieri di un santo gardenese che andò ad evangelizzare i cinesi, il problema di quell'uomo era la dissimulazione che i cinesi avevano con gli stranieri per difendere la loro cultura...il suo lavoro fu umilissimo e per tanti anni apparentemente infruttuoso, ma poi, facendosi accettare e accettando certi aspetti controversi della cultura cinese, riuscì a portare finalmente la buona Novella...il problema è che il ceristiano è sale...e ci vuole pure qualcosa a cui mischiarsi, se si vuole salare...il problema è che spesso il sale è diventato insipido.

mariateresa ha detto...

ma anche troppo zucchero fa male. Viene il diabete.

un ins.di Religione ha detto...

altro che tricea..altro che "baionetta sguainata!...Mons. Luigi Negri è uno dei rarissimi vescovi,assieme a mons. Crepaldi di Trieste e pochi altri ancora che parla chiaro e che non si nasconde dietro un dito con ridicole e risibili(queste si) acrobazie verbali. Ce ne fossero di vescovi cosi!!

Anonimo ha detto...

Il problema è che queste analisi, che poi in realtà sono solo diagnosi, son state fatte milioni di volte e continuando a ripeterle si rischia di alimentare solo un sentimento di "impotenza", quasi da seguaci della dea lamentela, come certamente NON è Luigi Negri.
E' tempo di darsi una smossa. S.E. Mons. Negri ha già impartito istruzioni perché nella sua diocesi si faccia la catechesi sulle verità fondamentali della fede attraverso lo studio del Catechismo? ecc.
gianni

Fabiola ha detto...

Che mai sarà un Vescovo che parla chiaro in mezzo all'irenismo generale? Perché evocare subito trincee e baionette?

A W ricordo che se la fede è un dono il non averla potrebbe semplicemente significare che il dono non è stato accolto non che non sia stato elargito...

Quanto alla fede che dà forma alla cultura la sottolineatura è, evidentemente, per i cattolici, che sono i primi a non capirlo e a non crederlo. Si tratta della deleteria separazione tra "sapere" e "credere" sulla quale Benedetto ha speso invano, almeno apparentemente, il suo pontificato.

Quanto al sale, ciò con cui il sale si mischia è l'umano, quell'esperienza elementare che caratterizza il nostro comune essere uomini. Da qui nascono le culture, che il cristianesimo insaporisce e purifica. Perché il sale, sulle ferite, brucia.
Comunque che si stiano facendo fuori due pontificati è un fatto. Non giudico le intenzioni (probabilmente buonissime) provo a guardare ai fatti. Almeno in Italia.


Anonimo ha detto...


Chiedo scusa per la trincea e la baionetta... volevano solo descrivere plasticamente lo stile (consueto) di Negri... (tipo: lancia in resta e via, alla carica!) Simpatico nel suo genere e comunque sempre acuto, oltre che acuminato...
Mi pare, comunque, che il difetto di logicità, nel punto specifico che ho indicato (solo in quello!)sia evidente e a Fabiola ripeterei, molto rispettosamente, che parlavo di chi la fede non ce l'ha... non di chi non l'ha accolta o di chi non l'ha coltivata... :-)
Mi piacerebbe sottolineare, parimenti, che l'idea del cortile dei gentili (evocato palesemente anche se non esplicitamente) è stata entusiasticamente abbracciata da Papa Benedetto XVI... E non solo apponendo una firma, ma creandone i presupposti fondati sul connubio fede-ragione... valga per tutti il discorso pronunciato al Collège des Bernardins a Parigi...
Anche, e soprattutto, per quanto riguarda Papa Benedetto, non si può prendere solo ciò che piace o che può servire a supportare le proprie tesi...

Fabiola ha detto...

Per essere più precisi il Cortile dei gentili fu proprio un'idea di Benedetto XVI.
Che poi sia stata realizzata secondo il suo cuore beh io ho qualche dubbio.

Sulla fede...mi ripeto anch'io. La "diagnosi" come qualcuno l'ha chiamata è rivolta evidentemente ai cattolici, cioè a chi dice di averla.
A Gianni. Queste diagnosi sono state fatte milioni di volte? Devo essere vissuta in un mondo parallelo perché io non me ne sono accorta.
Inducono senso di "impotenza"? Le illusioni invece allontanano dalla realtà e consolano senza nutrire.
Si riparte sempre da Cristo, certo, non da una analisi. Ma la chiarezza sui dati aiuta a fondare lì l'unica Speranza. E Negri lo dice.

Anonimo ha detto...

peccato che Benedetto XVI avesse spiegato cosa intendeva per cortile dei gentili e ne sia stato fatto un altro

Anonimo ha detto...

"La fede è un dono" significa che ogni battezzato la riceve: essere battezzati significa infatti far parte del Corpo di Cristo.

Non avere fede, per un battezzato, significa "averla rifiutata".

Diverso è il discorso per i "non-battezzati".