mercoledì 5 giugno 2013

Ordini in crisi, dai gesuiti alle clarisse quattrocentomila i religiosi in meno (Rodari)

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Il Vaticano potrebbe iniziare a chiedersi come mai i giovani prediligono gli ordini piu' rigorosi e tradizionalisti. La fuga non si ha quando la chiesa resta se stessa, ma quando si "mondanizza" cedendo a lusinghe e parlando un linguaggio felpato e mediaticamente corretto.

26 commenti:

Caterina63 ha detto...

Come Domenicana - terziaria - senza dubbio avvertiamo questo problema. Per esempio in Italia è raro riscontrare vocazioni femminili in una Congregazione domenicana che seppur continua a crescere le sue vocazioni sono da dieci anni solo straniere....
C'è invece, sempre da noi, una leggera crescita nel ramo maschile domenicano anche se insufficiente a coprire la drammatica emorragia iniziata negli anni '70.....

Perchè di questo si tratta: emorragia da una ferita aperta nel fianco della Chiesa, la ferita del modernismo-progressismo....

Vi è un'altra considerazione da fare:
l'esagerata affluenza delle CASE GENERALIZIE a Roma negli anni cosìddetti d'oro del dopo Concordato....
TUTTI I FONDATORI E FONDATRICI non hanno mai amato "fermarsi" in una Casa. Quando questi fondavano un'Ordine, una Congregazione, subito li inviavano ad aprire altre Case...
Il vero successo di queste enormi costruzioni risiedeva IN UN TESORO DA ACCUDIRE: GLI ORFANI.....
Queste Case generalizie venivano costruite per accogliere grandi numeri di orfani, VENUTO MENO QUESTO ORO PREZIOSO, questo autentico tesoro, è venuta meno la motivazione della loro sussistenza ;-)
Altre Case poi, di formazione E PREGHIERA sono venute meno quando è venuta meno la formazione e la preghiera ;-)

Faccio un esempio concreto della Congregazione nella quale sono cresciuta: finchè c'eravamo noi orfane, circa trecento ragazze.... l'Istituto, Casa Madre a Roma, era rigoglioso: dalle vocazioni alle suore infermiere ed insegnanti.
Quando nel 1977 cominciarono a non prendere più le orfane ma figlie di facoltose famiglie a pagamento, ho visto con i miei occhi il tracollo dell'Istituto in pochi anni....
Quando poi hanno chiuso il collegio perchè lo Stato ha chiuso gli "orfanatrofi" per aprire le Case Famiglia, le suore sono andate via, si sono assotigliate, quelle che c'erano stanno invecchiando.... e si sono spostate in sudamerica dove gli Istituti sono rigogliosi, gli orfani accolti e le vocazioni ricche ;-)

E' stato TRADITO il Carisma e lo spirito dei Fondatori e delle Fondatrici.... se non si ritorna ad occuparsi DEI PIU' DEBOLI: orfani, malati e anziani... non semplicemente per un sostegno sociale ma proprio per dare loro GESU'.... e quindi CATECHISMO E SACRAMENTI, non ci sarà mai una ripresa delle vocazioni...

Anonimo ha detto...

i giovani scelgono gli ordini più tradizionalisti perchè sono i giovani più tradizionalisti che scelgono maggiormente la vita religiosa. Questo non vuol dire che i giovani siano più tradizionalisti. Significa, per esemplificare, che ci sono 10 giovani: 6 liberali e 4 conservatori, tra i 4 conservatori 2 scelgono la vita religiosa. Ma il mondo in cui poi opereranno sarà quello secolarizzato e si aprono due scenari: a)non sanno e non sono interessati ad interagire con congregazione di fedeli di varia estrazione, si sentono superiori ai fedeli e agiscono con autoritarismo e avendo per questo sovente conflitti anche con l'ordinario. Questo anche quando il vescovo è un conservatore, come nel caso di Washington, dove il card. dell'Opus Dei è stato costretto ad allontanare uno di questi preti per evitare la spaccatura di una parrocchia.B) parlano solo ai loro simili, un cerchio di fedeli, diviso dal grosso della parocchia sovente costretto ad emigrare verso altre parrocchie,paradossalmente ricalcando quello che avviene in certe parrocchie in cui entrano certi movimenti ecclesiali liberali. Nascono 2 parrocchie.
Per dirla con il papa Francesco questi nuovi preti sono spesso autorefenziali, e non è una buona cosa.

Raffaella ha detto...

Discorso di comodo per non ammettere che esiste il "lodo" tradizionalisti.
Benedetto XVI l'aveva intuito profeticamente (come sempre).
E' ovvio che questi giovani si sentiranno esclusi se non troveranno vescovi disposti a confrontarsi con loro.
R.

Caterina63 ha detto...

Caro anonimo.... quando Papa Francesco ha parlato dell'autoreferenzialità nella Chiesa, non intendeva affatto attaccare un gruppo in particolare ;-) ma TUTTI coloro che, nella Chiesa, NON COLTIVANO LA TRADIZIONE DELLA CHIESA e quindi parlano per se stessi e non mettono l'insegnamento della Chiesa avanti a tutti, avanti alle loro opinioni....

Leggiamole tutte le sue omelie, evitiamo di usare delle frasi ad effetto o come slogan ;-)
eh!

un ins.di Religione ha detto...

che le congregazioni religiose più tradizionali e "rigorose" (come ad esempio gli ordini claustrali,ma non solo),siano quelle che meno di tante altre abbiano sofferto la crisi delle vocazioni è un dato di fatto oggettivo..segno che evidentemente tanti giovani,molti di più di quanto si possa immaginare,ragionano infinitamente meglio di tanti arzilli.. o rintronati (dipende dai punti di vista) vegliardi anzianotti "cattolici adulti" imbevuti di spirito sessantottino e di panzane varie. La crisi delle vocazioni sta proprio qui: è iniziata dopo il concilio vat. II quando la Chiesa,o meglio una parte di essa, contravvenendo e contraddicendo in pieno il proprio mandato e la propria missione,ha iniziato a immergersi nel cosidetto "spirito del mondo", non per contrastarlo e convertirlo come avrebbe dovuto fare, ma anzi per abbracciarne l'ideologia. questa scellerata operazione,che forse nella mente distorta di qualcuno doveva portare una primavera non solo di nuove vocazioni ma anche di ritorno di migliaia o milioni di "lontani" alla Chiesa, ha invece prodotto l'esatto contrario! Crollo di vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa,abbandono in massa dell'abito,pratica religiosa ridotta all'osso,sacerdoti frati e suore (le vecchiacce eretiche americane ne sono un esempio lampante) estremamente scadenti che spesso predicano dottrine parallele e autoreferenziali(queste sì autoreferenziali!) che nulla hanno a che fare col Vangelo e che producono solo danni immensi e spaccature nella Chiesa. e ancora fedeli disorientati,completamente ignoranti( nel senso letterale del termine) di Dottrina critiana e Sacra Scrittura,parroccchie svuotate, moltissime chiese trasformate sovente in sale concerti,teatri e sale riunioni,adoperate solo la domenica x una veloce Messa detta da un prete volante che deve poi dirne altre 10 in altrettante parrocchie ecc..ecc..e si potrebbe andare avanti x molto ancora..
Qualcuno si ostina a sostenere che tutto ciò è in qualche modo "fisiologico" e che sarebbe accaduto ugualmente. Anzi,secondo costoro,la "svolta modernista" della Chiesa nel post Concilio avrebbe addirittura "attutito" il colpo prodotto dall'ondata laicista che altrimenti sarebbe stato molto più duro. Io però sono persuaso che proprio da questa "svolta" sia derivata non solo la crisi delle vocazioni ma del cattolicesimo in generale!..Se si vuole recuperare,e ciò è possibile, bisogna ritornare con i piedi x terra,bisogna ritornare alla coerenza e ala fedeltà al Vangelo,bisogna ritornare a predicare integralmente la Dottina cristiana senza vergogna o complessi di inferiorità!.anche recuperando quegli aspetti della tradizione profeticamente indicati dal grande Benedetto XVI,che come sempre aveva visto molto più in là di tanti avvoltoi progressisti e laicisti che l'hanno circondato e criticato!..solo così la Chiesa, e con essa le vocazioni, fiorirà di nuovo!

Anonimo ha detto...

In Vaticano lo sanno benissimo quali sono le cause per cui gli ordini più tradizionalisti sembra attirino di più, e le loro spiegazioni sono quelle dell'anonimo delle 8. 49.
Non è tutto oro quel che luccica....In Vaticano lo sanno bene

Anonimo ha detto...

Buongiorno Raffaella,
l'analisi di Caterina63 e' corretta, anche se puo' sembrare una posizione intransigente. Non lo e'.
Il problema pesante e' riprendere il carisma e incarnarlo nell'oggi. Prendendo spunto dalla situazione di roma descritta da Caterina, oggi come oggi di orfani ce ne sono molti di meno, e per fare l'infermiera non e' necessario essere suora. Sono ambiti che sono stati coperti dallo Stato - e non voglio addentrarmi nel "come", le differenze tra il prima e il dopo ci sono. Sta' di fatto che alcuni ambiti tipici del passato sono venuti meno per cambio di situazione sociale.
A questo punto che si fa?
Si ri-coglie quella intuizione iniziale del fondatore, sfrondata dalla sua realizzazione immediata dell'epoca, e la si ri-coniuga sulle poverta' di oggi. Ci sono, per esempio, meno orfani, ma le "periferie dell'esistenza" come le chiama PF non sono calate, anzi!, e ad oggi si fa fatica a dare risposta.
Perche' questa fatica? A mio avviso, perche' si e' trasformato troppo l'aspetto "caritativo" in Onlus, sia come tipo di ispirazione sia come realta' concreta. Si e' ridotto l'ambito all'economico-sociale - perche' questo e' l'ambito specifico di una qualsiasi Onlus, possono fare questi tipi di interventi ma NON possono, per esempio, sostenere una attivita' religiosa in quanto tale (p.es. un missionario in africa in quanto missionario cristiano, non come "costruttore di ospedali...") - e questo ha fatto mentalita': dentro e fuori gli ordini religiosi. Cio' che si attende ormai e' un "assegno" di qualche tipo per risolvere qualche problema concreto, ma di evangelizzazione si parla poco. E non potrebbe essere diveramente, visto che si e' imparato a parlare solo a livello economico-sociale e il Vangelo e' diventato un relativo, perche' "quello che conta e' la continuazione dell'Opera".

In tutta questa miopia esistenziale si sono perse le tracce di due cose:
1) al Padeterno delle opere frega nulla, quello che conta per lui sono le persone;
2) il fine mai giustifica i mezzi, e di imbroglietti vari per "sostenere" qualche realta' teoricamente a fin di bene ce ne sono stati
3) non si crede piu' in una Provvidenza che puo' aiutare. Magari la si proclama a parole, ma di vivere di fede autentica e fidarsi concretamente non se ne parla, perche' e' la "mia Opera" e non "Opera di Dio".

Un ultimo aspetto: l'autoreferenzialita' esiste dappertutto, c'e' sia nel tradizionalismo spinto che nei progressismi spinti. Conosco fin troppe realta' dove c'e' un parroco neocatecumenale che segue solo i neoc, e tutto il resto o diventa neoc o niente da fare.
Questi sono problemi serissimi per la Chiesa di oggi e domani.

Anonimo ha detto...

Succedono cose di questo tipo: parrocchia vicino Londra. Il giovane prete senza che nessuno dei fedeli lo chiedesse ha cominciato a celebrare la domenica una delle due messe con il rito tridentino. Fino qua tutto bene. Poi però a deciso di celebrare l' unica messa feriale solo con il rito tridentino sempre senza nessuna richiesta da parte dei fedeli.il risultato è che prima la messa feriale era frequentata da una 30 di persone ora che i fedeli tradizionalisti che arrivavano da fuori parrocchia si sono stancati e non vengono più i partecipanti alla messa feriale sono 4 o 5..
E quando il vescovo interviene si alzano forte le proteste dei tradizionalisti...purtroppo questi preti non sono casi isolati

Anonimo ha detto...

Se per questi giovani intendi i giovani preti più conservatori non penso che si sentano esclusi anzi.. sono loro che escludono gli altri. Questo è successo nella mia parrocchia

Raffaella ha detto...

E' sbagliato imporre a tutti la celebrazione della Messa con il rito tridentino cosi' come e' sbagliato impedire che venga applicato il motu proprio Summorum Pontificum.
Se ciascuno venisse incontro all'altro, molti angoli si smusserebbero ed i fedeli vedrebbero che la chiesa non e' solo il luogo del litigio spesso ideologico.
R.

Fabiola ha detto...

Conosco bene i due monasteri trappisti femminili presenti in Italia. Trappiste o Cistercensi della Stretta Osservanza. Clausura stretta, preghiera, lavoro manuale e studio.
Hanno il problema inverso, non sanno più dove mettere le postulanti e le novizie. Tant'è vero che, risorse permettendolo, sono all'origine di parecchie nuove fondazioni richieste da Vescovi di tutto il mondo. L'ultima nei pressi di Praga cioè Repubblica Ceca: il paese europeo, con l'Olanda, tra i più secolarizzati. E in pochi anni già raccolgono vocazioni locali.
Tutti tradizionalisti accaniti? Non diciamo sciocchezze.
Per quello che ne so, e ne so, persone attratte dall'Essenziale, Cristo. Sufficit Gratia Tua.
Il 90% sono laureate e provenienti da alcuni Movimenti ecclesiali e, semplicemente, dalle Parrocchie. Qualcuna pure proveniente, per grazia, da una totale assenza di educazione cattolica.
All'Anonimo delle 11.44 dico che se il Vaticano sa...è male informato o sbaglia. Non sarebbe la prima volta.

Anonimo ha detto...

Non tradizionalisti Fabiola ma fortemente conservatori

Fabiola ha detto...

Semplicemente cattolici no?

Che noia mortale questa storia della "conservazione"! C'è qualcosa che valga la pena di essere conservato cioè custodito, almeno nella Chiesa di Cristo?
Ripeto: non sarà che le vocazioni fioriscono laddove, semplicemente, si annuncia Cristo e si testimonia la sua pertinenza a tutta la vita?
Per fare gli infermieri, gli assistenti sociali, i volontari compassionevoli non c'è bisogno di Gesù Cristo né della Chiesa. Non c'è bisogno di monaci, frati e suore. Basta un po' di buona volontà, condita, se necessario, da qualche pizzico di ideologia. Finchè dura.

Efrem ha detto...

Condivido l'analisi di Caterina63, a me sembra che il problema non sia tradizionalisti vs. modernisti, ma tra chi è fedele ad un carisma autentico e chi quel carisma, per tanti motivi (alcuni emnzionati nei messaggi precedenti, ad es. la crescente sfiducia pratica nella Provvidenza) lo hanno, di fatto, annaquato e mondanizzato.

Ora è assolutamente logico che in questo caso diminuiscano le vocazioni perché, infatti, un giovane dovrebbbe buttarsi totalmente e definitivamente in un progetto di vita che comporta rinuncie e sacrifici (vedi voti di castità, umiltà e obbedienza, che infatti dove il carisma è annacquato non vanno più per la maggiore) per fare quello che potrebbe fare ugualmente attraverso una ONG o un semplice gruppo di volontariato?? (senza tutte quelle rinuncie...)

Per questo infatti molti vanno nelle ONG..

Invece dove i carismi sono vissuti con autenticità e radicalità le vocazioni non mancano: e non si tratta solo dei tradizionalisti, ma anche molti movimenti nati dal Conc. Vat. II fanno il pieno di vocazioni...

Anonimo ha detto...

E per Rodari, il "boom" vocazionale a cavallo di Sessanta/Settanta, sarebbe stato proprio cagionato dall'incontenibile entusiasmo per il Vaticano II?

Efrem ha detto...

Quanto ai missionari in Africa calano le vocazioni perché pur essendo molto bravi pure lì stanno cominciando a riconoscere che hanno fatto degli errori (anche se ora sarà dura cambiare rotte), facendosi prendere troppo dal sociale (per uno scandalo della povertà che lì c'è) e tralasciando l'annuncio esplicito del Vangelo... e si ritorna alle ONG, di cui l'Africa è piena (con moltissimi giovani del 1° mondo!), ma chiaro lo spirito non lo è lo stesso (e neppure i risultati...).

Purtroppo lì, pero, anche la chiesa diocesana si è fatta condizionare (perché chiaramente i missionari occidentali hanno offerto il modello) e ho conosciuto preti diocesai che hanno lasciato il sacerdozio per andare a lavorare in una ONG...!!

Penso che è per questo che Papa francesco non fa che ripetere: la Chiesa non è una ONG, ma alcuni poi si domandano: e allora cosa dobbiamo fare? Smettere di fare scuole, ospedali? Ma se non hanno fatto altro finora...e non è che fosse sbagliato... Ma se non sanno più cosa vuol dire evangelizzare...questo è il problema.

Anonimo ha detto...

Anonimo anglofono contro le vocazioni tradizionali : ammetterà almeno che, al netto del lucchichio "sovente" non aureo, un pò di oro tradizionale genuino, magari esista davvero (e in Vaticano lo sappiano eccome)?

Frank ha detto...

Caro anonimo, li consideri "fortemente conservatori" solo perché, per la mentalità comune, se uno è un cattolico "ortodosso", che crede nella Chiesa e si sforza di seguire Cristo che ci parla tramite i Vangeli, la Tradizione e il Magistero della Chiesa è AUTOMATICAMENTE etichettato (in senso spregiativo, è chiaro) come "conservatore" o addirittura "fortemente conservatore". "Progressisti" e "aperti" (cioè bravi e belli) sono solo coloro che non seguono il Magistero, ritengono di poter inventare il proprio "Gesù personale" e mettono se stessi, e non Lui, al primo posto. Va da sé che un tale modo autoreferenziale di vivere la fede non si possa tradurre nell'adesione a comunità religiose, e quindi in esse si trovano più facilmente giovani che tu ritieni "fortemente conservatori", ma che in realtà sono soltanto... veri Cattolici, convinti di quel che fanno e coerenti con le proprie scelte.

Anonimo ha detto...

Carismi annacquati ? Ho conosciuto gesuiti in centro america che vivevano i loro voti in pienezza lavorando allo stesso tempo a fianco dei più poveri.

Anonimo ha detto...

No anonimo delle 14.15 per me conservatore non vuole dire quello che elenchi ma porsi in alto al di sopra dei fedeli e avere gusti liturgici molto old fashion...

Anonimo ha detto...

Le vocazioni calano perché manca la Fede...

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 14.15 chi sei tu per dare la patente di vero cattolico a qualcuno ?

Frank ha detto...

Anonimo delle 15.09, ti farei gentilmente notare che io alle 14.15 non ero anonimo, ma almeno uno straccio di nick me lo sono dato e quando intervengo su questo blog utilizzo sempre lo stesso! Quanto alle patenti di cattolicità, io non ne do di certo. Semplicemente, chi pone se stesso e le proprie opinioni al centro della propria fede e rifiuta la Chiesa e il suo Magistero si mette da sé al di fuori, o perlomeno ai margini, della Chiesa, che ne sia consapevole o meno, e rifiuta il mezzo più diretto per arrivare a Cristo. Semplicemente: se uno rifiuta i contenuti del cattolicesimo non può, per definizione, essere cattolico convinto e coerente. non c'è mica bisogno di una laurea per capirlo. Quanto alla definizone di "conservatore", beh, l'anonimo delle 15.07 si tenga la propria: nella mia esperienza ho sempre visto tacciare di bieco conservatorismo coloro che si sforzavano di amare sinceramente e senza compromessi Cristo e la sua Chiesa, con tutte le implicazioni che questo comportava. Un esempio su tutti? Il nostro amatissimo Benedetto XVI, naturalmente!

Anonimo ha detto...

quali sarebbero i gusti liturgici old fashion?

Anonimo ha detto...

La chiesa è sempre stata così fin dagli inizi,ci si scontrava su tutto,per zelo eccessivo,per invidie e incomprensioni e Pietro e Paolo hanno viaggiato a lungo per le strade dell'impero,a piedi o con mezzi di fortuna, per cercare di dirimere le varie divergenze,ora,visto com'è conciata la CC e in vaticano lo sanno benissimo che ciò che brilla non è oro,ma neppure ottone lucidatissimo,il problema non sta nell'old o new fashion,ma nell'annuncio del vero vangelo,vissuto in prima persona,con fede e coerenza,cosa difficilissima,scomoda e politicamente per niente conveniente,è più facile occuparsi di emergenze sociali che tentare di insegnare il Cristianesimo,quello vero,non quello annacquato o sincretista del postconcilio,quanto al vat2,se tutti i consacrati dal più basso al più alto si degnassero di imparare a memoria la relazione(ultima ahimé) che ne ha fatto BXVI ai parroci romani,visto che è uno degli ultimi,per età,ad avervi partecipato di persona e in modo attivo,invece di chiamare altri esaltatori del'rinnovamento'della CC venuta dopo,si renderebbero conto che non fu il vat2 a segnare il disfacimento,ma l'interpretazione che ognuno ne ha fatto,per comodo,politicizzazione ed altro,adesso star a distribuire patenti di cattolicità più o meno provata mi sembra una discussione di lana caprina,Ratzinger da 50 anni ripete che è una crisi di fede,di valori cristiani,cancellati per il desiderio esagerato di piacere al mondo,ha indetto un anno sacerdotale,ci ha lasciati un anno della fede da coltivare come pianta rarissima,omelie,catechesi,per favore,non seppelliamo tutto con il suo ricordo,come hanno rapidamente fatto,santo cielo,sembra non sia mai esistito e non abbia mai affrontato questi problemi....cmq la si voglia vedere,ha ,come sempre, visto giusto,la chiesa tornerà ai piccoli gruppi creativi,senza elefantiache strutture di potere e di beni immobili,si vendono già chiese,monasteri interi, beni ecclesiastici di ogni tipo,quando tutto sembrerà perso,rinascerà,dalle sue ceneri,quando il Fondatore e vero Padrone lo vorrà...non praevalebunt,ma ci andranno vicini a distruggerla...GR2

Luisa ha detto...


"Invece dove i carismi sono vissuti con autenticità e radicalità le vocazioni non mancano: e non si tratta solo dei tradizionalisti, ma anche molti movimenti nati dal Conc. Vat. II fanno il pieno di vocazioni..."

Con una non trascurabile differenza, che chi segue una formazione tradizionale, è formato con la Tradizione, la Dottrina e la Liturgia della Chiesa, obbedisce alla Chiesa, al suo Magistero, al Papa, questo non possiamo dirlo di tutti i movimenti nati dopo il CVII.
Non possiamo dirlo in particolare per uno di questi movimenti( che non vuol essere chiamato movimento perchè si definisce itinerario di formazione cattolica...) i cui presbiteri, voluti e ottenuti dal suo iniziatore, hanno una doppia formazione, una classica, necessaria per arrivare al diploma, e un`altra, fondamentale, che è quella dispensata dall`iniziatore e dai suoi catechisti,l` insegnamento è diverso, la liturgia è diversa, il tutto firmato dagli iniziatori, questi seminaristi, anche quando saranno diventati presbiteri, sono sottomessi al potere dell`iniziatore e dei catechsti, obbediscono a loro in primis, e non al Papa, come lo hanno fatto nel 2005 quando Benedetto XVI ha dato delle norme per rettificare quella prassi liturgica e l`iniziatore le ha rifiutate.
I numeri, così vantati, così sventolati e ricercati, sono tutto salvo una garanzia di ortodossia.
Preferisco una Chiesa di nicchia ma che salvaguarda il patrimonio della Fede che gli è stato affidato dal Signore ad una chiesa che si vanta dei suoi numeri ma che assomiglia ad un` opera umana, come lo predisse la beata Emmerich.