sabato 8 giugno 2013

Papa Bergoglio si sente italiano e a Napolitano promette impegno dei credenti (Izzo)

PAPA: SI SENTE ITALIANO E A NAPOLITANO PROMETTE IMPEGNO CREDENTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 8 giu. - Nato da una famiglia piemontese emigrata in Argentina, Jorge Mario Bergoglio, oggi che e' vescovo di Roma  si sente a pieno titolo italiano. E nel discorso al presidente Giorgio Napolitano formula a braccio una promessa precisa: "noi cattolici abbiamo il dovere di impegnarci sempre di piu' in un serio cammino di conversione spirituale affinche' ci avviciniamo ogni giorno al Vangelo, che ci spinge ad un servizio concreto ed efficace alle persone e alla societa". E subito dopo, ricordando che "anche in ambito civile e'  vero cio' che la fede ci assicura", e cioe' che "non bisogna mai perdere le
speranze", riafferma ancora le sue origini italiane esaltando i tanti "esempi in questo senso che ci hanno dato i nostri genitori e i nostri nonni, affrontando ai loro tempi dure prove con grande coraggio e spirito di sacrificio".  La stessa indicazione - spiega - arrivata da Benedetto XVI quando "ha ribadito che la crisi attuale deve essere occasione per un rinnovamento fraterno".
In "questo contesto certo non facile", per Francesco  e' "fondamentale garantire e sviluppare l’impianto
complessivo delle istituzioni democratiche, alle quali nei decenni trascorsi hanno contribuito in modo determinante, leale e creativo i cattolici italiani". In questo "momento di crisi" e' dunque "urgente che possa crescere, soprattutto tra i giovani, una nuova considerazione dell'impegno politico, e che credenti e non credenti insieme collaborino nella promozione di una societa' dove le ingiustizie possano essere superate e ogni persona venga accolta e possa contribuire al bene comune secondo la propria dignita' e mettendo a frutto le proprie capacita'" superando l'attuale squilibrio che  privilegia ad esempio "il profitto rispetto al lavoro", e "l'insufficiente attenzione alle generazioni piu' giovani e alla loro formazione, in vista anche di un futuro sereno e sicuro”.
Il nuovo Papa dunque vuole anche la Chiesa e i cattolici italiani in campo perche' si possa colmare  la distanza che c'e' "tra la lettera e lo spirito degli ordinamenti e delle istituzioni democratiche". In concreto, mentre rilancia l'immagine benedettiana dei "due Colli che si guardano con stima e simpatia", il Papa elenca tre temi importanti per questo "dialogo" tra Stato e Chiesa che "ha come fine principale il bene del popolo italiano e come sfondo ideale il suo ruolo storicamente unico in Europa e nel mondo": la difesa a tutte le latutudini della liberta' religiosa, per Francesco "piu' spesso affermata che realizzata", "costretta - come e' - a subire minacce di vario tipo" mentre "non di rado viene violata"; il sostegno alla famiglia affinche' si invertano le attuali tendenze "all'indebolimento dei legami e alla decrescita demografica", e infine l'accoglienza degli immigrati: in Italia, dice il Papa chiamato 'quasi dalla fine del mondo',  mi avete fatto "sentire a casa, fatelo con tutti".

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Chissà se padre amorth lo direbbe ancora oggi quel che a suo tempo disse su Napolitano...