venerdì 14 giugno 2013

Papa Francesco ai Gesuiti di Civiltà Cattolica: conto su di voi. Risanare la frattura fra Vangelo e cultura (anche su web). Il Pontefice con il Primate anglicano in difesa dei valori e dei poveri. La comune preoccupazione per la Siria (Izzo)

PAPA: AI GESUITI DI CIVILTA' CATTOLICA, "CONTO SU DI VOI"

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 giu. 

"Sono sicuro di poter contare su di voi". 
Lo ha confidato Papa Francesco alla comunita' dei gesuiti della rivista Civilta' Cattolica, che oltre ad essere la piu' antica rivista italiana (fondata nel 1850 non ha mai interrotto le pubblicazioni) ha un rapporto privilegiato con la Santa Sede, di cui esprime il pensoero nei suoi articoli (che per questo vengono sempre approvati dalla Segreteria di Stato prima della pubblicazione).  
Gli scrittori del quindicinale erano accompagnati da padre Antonio Spadaro, critico letterario e mass mediologo di grande valore, autore nei giorni scorsi del best seller "Da Benedetto a Francesco", molto apprezzato dal nuovo Papa. L'indirizzo di omaggio a Francesco, primo Papa gesuita della storia, e' stato rivolto al Papa dal preposito generale della Compagnia di Gesu', padre Alfonso Nicolas. 

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PAPA: RISANARE FRATTURA TRA VANGELO E CULTURA (ANCHE SU WEB)

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 giu. 

"La frattura tra Vangelo e cultura e' senza dubbio un dramma".  E uno dei compiti di "Civilta' Cattolica" e' proprio quello di "sanare questa frattura". Papa Francesco si e' rivolto cosi' ai padri della redazione della piu' prestigiosa rivista della Compagnia di Gesu', ricevuti oggi in udienza insieme al loro direttore Antonio Spadaro, impegnato in prima persona nella frontiera avanzata dei new media e del web attraverso la "cyberteologia". La Civilta' Cattolica, ha sottolineato in proposito il Pontefice, "quest'anno si e' rinnovata e raggiunge oggi i suoi lettori pure nelle reti sociali.
Anche queste - ha detto Francesco a Spadaro e ai suoi confratelli - sono frontiere sulle quali siete chiamati a operare. Proseguite su questa strada!".
In continuita' con Paolo VI e Benedetto XVI, il nuovo Pontefice ha esortato la rivista ad essere "nei campi piu' difficili e di punta, nei crocevia delle ideologie, nelle trincee sociali". "Il vostro luogo proprio - ha ribadito - sono le frontiere".
"Per favore - ha chiesto ai gesuiti scrittori, cosi' sono chiamati i redattori della rivista - siate uomini di frontiera, con quella capacita' che viene da Dio. Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, e' urgente un coraggioso impegno per educare a una fede convinta e matura, capace di dare senso alla vita e di offrire risposte convincenti a quanti sono alla ricerca di Dio".
"Si tratta - ha spiegato il Papa - di sostenere l'azione della Chiesa in tutti i campi della sua missione".
Secondo Bergoglio, primo Papa gesuita della storia, "per dialogare bisogna abbassare le difese e aprire le porte" ed e' proprio cio' che e' chiamata a fare "Civilta' Cattolica" anche per offrire il proprio contributo "alla formazione di cittadini che abbiano a cuore il bene di tutti e lavorino per il bene comune".
Secondo Francesco, del resto, le "grandi domande spirituali oggi sono piu' vive che mai", ma "c'e'  bisogno che qualcuno le interpreti e le capisca". Con "intelligenza umile e aperta cercate e trovate Dio in tutte le cose", ha raccomandato citando Sant'Ignazio di Loyola grazie al quale "un tesoro dei Gesuiti e' proprio il discernimento spirituale, che cerca di riconoscere la presenza dello Spirito di Dio nella realta' umana e culturale".
"Per cercare Dio in tutte le cose sono necessari studio, sensibilita', esperienza", ha ricordato ai suoi confratelli esortandoli ad "essere duri contro le ipocrisie frutto di un cuore chiuso, malato", ma senza erigere barriere. "Il vostro compito principale - ha spiegato infatti - non e' di costruire muri ma ponti; è quello di stabilire un dialogo con tutti gli uomini, anche con coloro che non condividono la fede cristiana, ma 'hanno il culto di alti valori umani' e perfino - ha aggiunto citando ora il Concilio Vaticano II - con 'coloro che si oppongono alla Chiesa e la perseguitano in varie maniere'",
Dialogare, ha poi osservato, "significa essere convinti che l'altro abbia qualcosa di buono da dire", "senza cadere ovviamente nel relativismo". 
"Tutto questo - ha quindi osservato Francesco - richiede di mantenere aperti il cuore e la mente, evitando la malattia spirituale dell'autoreferenzialita'" a causa della quale la Chiesa "si ammala, invecchia". "Il nostro sguardo, ben fisso su Cristo, sia - dunque - profetico e dinamico verso il futuro: in questo modo - ha concluso rivolto ai gesuiti scrittori - rimarrete sempre giovani e audaci nella lettura degli avvenimenti!". 

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PAPA: CON PRIMATE ANGLICANO IN DIFESA DEI VALORI E DEI POVERI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 giu. 

La difesa della vita umana e della famiglia "fondata sul matrimonio" e l'impegno per "una maggiore giustizia sociale", in risposta "al grido dei poveri", ed a favore della pace, a partire dalla tragedia  siriana: sono questi gli ambiti della collaborazione tra la Chiesa Cattolica e la Comunione Anglicana indicati da Papa Francesco durante l'incontro in Vaticano con l'arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione Anglicana, Justin Welby, ricevuto con la consorte e il seguito. 
"L'impegno per la ricerca dell’unita' tra i cristiani non deriva da ragioni di ordine pratico - ha detto il Papa - ma dalla volonta' stessa del Signore Gesu' Cristo".
Al primate Welby che ha ricordato Benedetto XVI e la sua convinzione che la "meta e' cosi' grande da giustificare la fatica del cammino", Francesco ha risposto esprimendo gratitudine per  "il sincero sforzo che la Chiesa d'Inghilterra ha mostrato per comprendere le ragioni che hanno portato Papa Benedetto ad offrire una struttura canonica in grado di rispondere alle domande di quei gruppi di anglicani che hanno chiesto di essere ricevuti, anche corporativamente, nella Chiesa cattolica: sono certo - ha confidato - che cio' permettera' di meglio conoscere e apprezzare nel mondo cattolico le tradizioni spirituali, liturgiche e pastorali che costituiscono il patrimonio anglicano".
Significativamente, dopo il colloquio privato e lo scambio dei doni,  Francesco e Welby hanno  celebrato una preghiera comune nella Cappella Redemptoris Mater. Il "cammino di avvicinamento e di fraternita'" che da alcuni decenni stanno percorrendo la Chiesa d'Inghilterra e la Chiesa di Roma, dopo una storia "lunga e complessa, non priva di momenti dolorosi", e' scandito - ha osservato del resto il Papa - sia dal dialogo teologico che dalla preghera comune e dalla collaborazione "in una societa' che sembra talora mettere in discussione alcune delle basi stesse della convivenza". Ed e' una testimonianza importante quella del "profondo rispetto reciproco e sincera collaborazione" tra le due chiese, che e' stata mentenuta "anche quando, nel dialogo teologico, sono emerse difficolta' maggiori di quelle che ci si potesse immaginare all'inizio del cammino".
"L'odierno incontro - ha quindi concluso il Papa - e' l'occasione per ricordarci che l'impegno per la ricerca dell'unita' tra i cristiani non deriva da ragioni di ordine pratico, ma dalla volonta' stessa del Signore Gesu' Cristo, che ci ha resi fratelli suoi e figli dell'unico Padre. Per questo la preghiera che oggi insieme eleviamo e' di fondamentale importanza: da essa si rinnovera' giorno per giorno l'impegno a camminare verso l'unita', che potra' trovare espressione nella collaborazione in diversi ambiti della vita quotidiana". Infatti "l'unita', alla quale sinceramente aneliamo, e' un dono che viene dall'alto e che si fonda nella nostra comunione d'amore con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo". 

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SIRIA: DA PAPA E PRIMATE ANGLICANO IMPEGNO COMUNE PER LA PACE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 giu. 

La tragedia della Siria e' al centro delle preoccupazioni di Papa Francesco e del primate anglicano Welby, che - in occasione del loro primo incontro in Vaticano - hanno parlato di un impegno comune per la pace nell'intera regione del Medio Oriente e in particolare nella Siria insanguinata dalla guerra civile. "Mentre noi parliamo i nostri fratelli e sorelle in Cristo soffrono terribilmente la violenza, l'oppressione, la guerra, dovute al cattivo governo e a sistemi economici ingiusti. Se noi non siamo i loro avvocati nel nome di Cristo, chi lo sara'?", ha detto il primate anglicano, nel suo discorso a Papa Francesco.
E il Papa, da parte sua, ha anche ricordato l'intervento di Welby per "trovare una soluzione pacifica al conflitto siriano, che garantisca anche la sicurezza di tutta la popolazione, incluse le minoranze, tra le quali ci sono le antiche comunità cristiane locali. Come Ella stessa ha evidenziato, noi cristiani portiamo la pace e la grazia come un tesoro da donare al mondo, ma questi doni possono produrre frutti soltanto quando i cristiani vivono e lavorano insieme in armonia". "Sara' cosi' piu' facile - ha concluso Francesco - contribuire a costruire relazioni di rispetto e pacifica convivenza con quanti appartengono ad altre tradizioni religiose e anche con i non credenti". 

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5 commenti:

Fabiola ha detto...

Quante confidenze sbandierate ai quattro venti di questi tempi.

Anonimo ha detto...

Da quando in qua la Chiesa Cattolica riconosce agli anglicani lo status di "Chiesa"? Lo sa Bergoglio che per dogma irreformabile la Chiesa Cattolica riconosce come invalide le "ordinazioni" effettuate dentro la confessione anglicana?

Anonimo ha detto...

Guardate bene la foto: anche la croce pettorale del Gaenswein si è definitivamente (già giorni fa giravano foto inequivocabili) bergoglizzata.. (Probabilmente sarà stata una semplice battutina buttata lì simil-innocentemente dall'Umile Capo, a far cambiare stile al già don Georg..)
Uno degli ultimi bastioni di vestiario prelatizio tradizionale in vaticano, è stato abbattuto..

PS: spero che un certo vaticanista esperto in vedovanze non prenda troppo sul serio queste parole, che però fanno un rilievo oggettivo.

Bernardo ha detto...

Il problema di bergoglio è che vede la realtà con occhiali argentini...dialogare con la cultura è bello ma il dialogo richiede una controparte...dia, logos. La società attuale vuole imporre le sue verità e nega a priori qualsiasi interferenza dei principi cristiani. Vi può essere dialogo? Un tempo la Chiesa combatteva i nemici e dialogava con loro oggi è tutto un politicamente corretto...non si combatte la Chiesa la ignorano semplicemente. Come si è potuti arrivare a ciò... lascio la risposta ai padri de la Civiltà Cattolica!

Raffaella ha detto...

Infatti e' l'irrilevanza della chiesa il problema che nessuno (nella chiesa) dovrebbe ignorare.
R.