domenica 16 giugno 2013

Papa Francesco: La pace cristiana è una pace inquieta, non è una pace tranquilla

Messa del Papa a Santa Marta

La fretta del cristiano

La vita cristiana deve essere sempre inquieta e mai tranquillizzante e certo non è «una terapia terminale per farci stare in pace fino al cielo». Allora bisogna fare come san Paolo e testimoniare «il messaggio della vera riconciliazione», senza preoccuparsi troppo delle statistiche o di fare proseliti: è «da pazzi ma è bello», perché «è lo scandalo della croce». Il Papa è tornato a parlare di riconciliazione e di ardore apostolico nell'omelia della messa celebrata questa mattina, sabato 15 giugno, nella cappella della Domus Sanctae Marthae.
Base della riflessione del Pontefice sono state, come di consueto, le letture del giorno, in particolare la seconda lettera di san Paolo ai Corinzi (5, 14-21), «brano -- ha detto -- un po' speciale perché sembra che Paolo parta in quarta. È accelerato, va proprio con una certa velocità. L'amore di Cristo ci possiede, ci spinge, ci preme. È proprio questa la velocità che ha Paolo: quando vede l'amore di Cristo non può rimanere fermo». Così san Paolo è davvero un uomo che ha fretta, con «l'affanno per dirci qualcosa d'importante: parla del sì di Gesù, dell'opera di riconciliazione che ha fatto Gesù e anche dell'opera di riconciliazione» di Cristo e dell'apostolo.
Papa Francesco ha fatto anche notare come nella pagina paolina «per cinque volte si ripeta la parola riconciliazione. Cinque volte: è come un ritornello». Per dire con chiarezza che «Dio ci ha riconciliati con lui in Cristo». San Paolo «parla anche con forza e con tenerezza quando dice: io sono un ambasciatore in nome di Cristo». Poi Paolo, nel proseguire il suo scritto, sembra quasi inginocchiarsi per implorare: «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» ed è come se dicesse «abbassate la guardia» per lasciarvi riconciliare con lui.
«La fretta, la premura di Paolo -- ha affermato ancora il Pontefice -- mi fa pensare a Maria quando, dopo aver ricevuto l'annuncio dell'angelo, parte in fretta per aiutare sua cugina. È la fretta del messaggio cristiano. E qui il messaggio è proprio quello della riconciliazione». Il senso della riconciliazione non sta semplicemente nel mettere insieme parti diverse e lontane tra loro. «La vera riconciliazione è che Dio in Cristo ha preso i nostri peccati e si è fatto peccato per noi. E quando noi andiamo a confessarci, per esempio, non è che diciamo il peccato e Dio ci perdona. Noi troviamo Gesù Cristo e gli diciamo: questo è tuo e io ti faccio peccato un'altra volta. E a lui piace, perché è stata la sua missione: farsi peccato per noi, per liberarci».
È questo «il mistero che faceva andare avanti Paolo con zelo apostolico, perché è una cosa tanto meravigliosa: l'amore di Dio che ha consegnato suo figlio alla morte per me. Quando Paolo si trova davanti a questa verità dice: ma lui mi ha amato, è andato alla morte per me. È questo il mistero della riconciliazione». La vita cristiana -- ha spiegato ancora il Pontefice -- «cresce su questo pilastro e noi un po' la svalutiamo» quando la riduciamo al fatto che «il cristiano deve fare questo e poi deve credere in quello». Si tratta invece di arrivare «a questa verità che ci muove, a questo amore che è dentro la vita cristiana: l'amore del Padre che in Cristo riconcilia il mondo. È Dio infatti che riconcilia a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola di riconciliazione. Cristo ci ha riconciliato. E questo è l'atteggiamento del cristiano, questa è la pace del cristiano».
I filosofi «dicono che la pace è una certa tranquillità nell'ordine. Tutto ordinato, tranquillo. Quella non è la pace cristiana. La pace cristiana -- ha insistito Papa Francesco -- è una pace inquieta, non è una pace tranquilla. È una pace inquieta che va avanti per portare questo messaggio di riconciliazione. La pace cristiana ci spinge ad andare avanti e questo è l'inizio, la radice dello zelo apostolico».
E secondo Papa Francesco «lo zelo apostolico non è andare avanti per fare proseliti e fare statistiche: quest'anno sono cresciuti i cristiani in tal Paese, i movimenti. Le statistiche sono buone, aiutano, ma fare proseliti non è quello che Dio più vuole da noi. Quello che il Signore vuole da noi -- ha precisato -- è proprio l'annuncio della riconciliazione, che è il nucleo del suo messaggio: Cristo si è fatto peccato per me e i peccati sono là, nel suo corpo, nel suo animo. Questo è da pazzi, ma è bello: è la verità. Questo è lo scandalo della croce».
Il Papa ha concluso la sua omelia chiedendo la grazia che il «Signore ci dia questa premura per annunciare Gesù; ci dia la saggezza cristiana, che nacque proprio dal suo fianco trafitto per amore». E «ci convinca anche che la vita cristiana non è una terapia terminale per stare in pace fino al cielo. La vita cristiana è sulla strada, sulla vita, con questa premura di Paolo. L'amore di Cristo ci possiede, ci spinge, ci preme. Con questa emozione che si sente quando uno vede che Dio ci ama».

(©L'Osservatore Romano 16 giugno 2013)

17 commenti:

sam ha detto...

Papa Francesco: "la vita cristiana non è una terapia terminale: stare in pace fino al Cielo"

Ma sta scritto:

“E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia. Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, cercate d'essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace”.
2 Pt 3, 13-14

Papa Francesco: "Lo zelo apostolico non è andare avanti per fare proseliti e fare statistiche: quest’anno sono cresciuti i cristiani in tal Paese, in tal movimenti… Le statistiche sono buone, aiutano, ma non è quello che Dio vuole da noi, fare proseliti… Quello che il Signore vuole da noi è proprio l’annunzio di questa riconciliazione, che è il nucleo proprio del suo messaggio.”

Ma sta scritto:

"Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo,insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". Mt 28, 19-20


sam ha detto...

Papa Francesco: "La vera riconciliazione è che Dio, in Cristo, ha preso i nostri peccati e Lui si è fatto peccato per noi. [!] E quando noi andiamo a confessarci, per esempio, non è che diciamo il peccato e Dio ci perdona. No, non è quello! Noi troviamo Gesù Cristo e gli diciamo: ‘Questo è tuo e io ti faccio peccato un’altra volta’[!]. E a Lui piace quello[!], perché è stata la sua missione: farsi peccato per noi [!], per liberare a noi”.

Ma sta scritto:

"Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito" Rm 8, 3-4

Anonimo ha detto...

Sam
matteo 23, 9
"E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo"

ma credo che tu non ti faccia problemi a dire non solo padre, ma adirittura "Santo" padre. Andando contro quanto ha voluto lo stesso Cristo.

citare versetti è un giochetto senza senso....

sam ha detto...

"il mistero che faceva andare avanti Paolo con zelo apostolico, perché è una cosa tanto meravigliosa: l'amore di Dio che ha consegnato suo figlio alla morte [!!!] per me."

Ma sta scritto:

"Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna." Gv 3,16

"Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un assassino e avete ucciso l'autore della vita. Ma Dio l'ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni."
At 3,13-15

Rispose Gesù: "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande".
Gv 19,11

sam ha detto...

Papa Francesco: «dicono che la pace è una certa tranquillità nell'ordine. Tutto ordinato, tranquillo. Quella non è la pace cristiana. La pace cristiana -- ha insistito Papa Francesco -- è una pace inquieta, non è una pace tranquilla."

Ma sta scritto:

"Ma le ispirazioni dei profeti devono essere sottomesse ai profeti, perché Dio non è un Dio di disordine, ma di pace." 1 Cor 14, 32-33


" In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito." Ef 2, 21-22

"Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé." Gal 5,22

"Vi ordiniamo pertanto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, di tenervi lontani da ogni fratello che si comporta in maniera indisciplinata e non secondo la tradizione che ha ricevuto da noi." 2 Tes 3, 6

E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti! Col 3,15

Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione. 1 Tes 4,3

"Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore, vigilando che nessuno venga meno alla grazia di Dio. Eb 12, 13-14

"Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità."
1 Tm 2, 1-4

Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace. Gc 3,18

sam ha detto...

CONCLUSIONE:

Un Papa che non padroneggia lingua e teologia non può parlare a braccio col rischio di diffondere confusione ed errori. L'Osservatore Romano e Radio Vaticana non dovrebbero diffondere queste omelie mattutine a braccio.
Probabilmente noi Cattolici non abbiamo il diritto di pretendere che il Papa dica quello che vorremmo sentirci dire, ma credo che abbiamo almeno il diritto di non sentirci dire, per approssimazione, quello che non può dire.

mariateresa ha detto...

penso, ma non credo di avere la preparazione sufficiente per dire di più, che ci siano in questi esempi di Sam dei reali problemi di padronanza della lingua da parte del Papa Siamo appena all'inizio e quindi bisognerà tenerlo presente. Naturalmente, questo, aggiunto a una certa tendenza sfumogena dei concetti per smussarli , ecco a volte rende l'ascolto un po' problematico. In non so quale blog ho letto un commentatore esperto di gesuiti 8così si qualificava) dire che senza conoscere bene sant'Ignazio e gli esercizi spirituali è impossibile capire bene cosa vuol dire papa Francesco in tutte le sue sfumature.
Quindi la vedo dura.

Fabiola ha detto...

Grazie, Sam, per queste tue chiose.
Stai facendo un lavoro che io non ho tempo di fare e che documenta bene la mia "inquietudine".
C'è da dire che papa Bergoglio ce la mette tutta per non lasciarci tranquilli. Ma, per quel che mi riguarda è un'inquietudine "cattiva".
Anche don Giussani ci augurò apesso di non stare mai tranquilli.
Ma intendeva il non riposare sulle nostre sicurezze e, piuttosto, il "io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre" (Salmo 130). Se la pace cristiana è inquieta semplicemente non è cristiana.
Così, sommessamente, mi pare. Mai riposare su di sé sempre riposare su una speranza affidabile.
E' questa approssimazione continua a risultare, alla fine, estenuante.
Il "Chrste cunctorum", inno ambrosiano, recita: "Sint dies laeti placidesque noctes". Se si tratta di aggiungere stress a stress allora non mi interessa né mi conviene cioè non mi corrisponde.
La pace, chi la conosce sa che gioia e dolore in parti uguali la compongono. Questo è Claudel.
E questa è pace cristiana. Pace.

sam ha detto...

Sì la pace cristiana non è atarassia, se il Papa intendeva questo siamo perfettamente d'accoro, ma avete visto come ha tradotto ed titolato Radio Vaticana? "Il cristiano non pensa alla sua pace, ma va sulle strade ad annunciare quella di Cristo."
Come se la ricerca della pace del cuore non fosse un obiettivo dei cristiani e una premessa per la loro opera di portatori di pace.
In quell'omelia si dice ahimè esattamente l'opposto - altro che continuità! - di quello che ci ha insegnato Benedetto nel Messaggio per la Pace di quest'anno. Ma mentre quello che ci ha detto Benedetto ha fondamento scritturale, quello che ha detto Francesco a Santa Marta non lo ha.
Si può anche banalizzare tutto, ma su questi temi c’è gente che si gioca la vita... non si possono lasciare all'approssimazione e alla confusione!

"Il desiderio di pace corrisponde ad un principio morale fondamentale, ossia, al dovere-diritto di uno sviluppo integrale, sociale, comunitario, e ciò fa parte del disegno di Dio sull’uomo. L’uomo è fatto per la pace che è dono di Dio...
Quando si accoglie Gesù Cristo, Uomo-Dio, si vive l’esperienza gioiosa di un dono immenso: la condivisione della vita stessa di Dio, cioè la vita della grazia, pegno di un’esistenza pienamente beata. Gesù Cristo, in particolare, ci dona la pace vera che nasce dall’incontro fiducioso dell’uomo con Dio.

La beatitudine di Gesù dice che la pace è dono messianico e opera umana ad un tempo. …L’etica della pace è etica della comunione e della condivisione. .. Precondizione della pace è lo smantellamento della dittatura del relativismo e dell’assunto di una morale totalmente autonoma, che preclude il riconoscimento dell’imprescindibile legge morale naturale scritta da Dio nella coscienza di ogni uomo. ..
La pace concerne l’integrità della persona umana ed implica il coinvolgimento di tutto l’uomo. È pace con Dio, nel vivere secondo la sua volontà. È pace interiore con se stessi, e pace esteriore con il prossimo e con tutto il creato. …
La negazione di ciò che costituisce la vera natura dell’essere umano, nelle sue dimensioni essenziali, nella sua intrinseca capacità di conoscere il vero e il bene e, in ultima analisi, Dio stesso, mette a repentaglio la costruzione della pace. Senza la verità sull’uomo, iscritta dal Creatore nel suo cuore, la libertà e l’amore sviliscono, la giustizia perde il fondamento del suo esercizio.

Per diventare autentici operatori di pace sono fondamentali l’attenzione alla dimensione trascendente e il colloquio costante con Dio, Padre misericordioso, mediante il quale si implora la redenzione conquistataci dal suo Figlio Unigenito. Così l’uomo può vincere quel germe di oscuramento e di negazione della pace che è il peccato in tutte le sue forme: egoismo e violenza, avidità e volontà di potenza e di dominio, intolleranza, odio e strutture ingiuste."
La pace è ordine vivificato ed integrato dall’amore, così da sentire come propri i bisogni e le esigenze altrui, fare partecipi gli altri dei propri beni e rendere sempre più diffusa nel mondo la comunione dei valori spirituali. È ordine realizzato nella libertà, nel modo cioè che si addice alla dignità di persone, che per la loro stessa natura razionale, assumono la responsabilità del proprio operare …
Via di realizzazione del bene comune e della pace è anzitutto il rispetto per la vita umana, considerata nella molteplicità dei suoi aspetti, a cominciare dal suo concepimento, nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale. Veri operatori di pace sono, allora, coloro che amano, difendono e promuovono la vita umana in tutte le sue dimensioni: personale, comunitaria e trascendente. La vita in pienezza è il vertice della pace. Chi vuole la pace non può tollerare attentati e delitti contro la vita.
Ecc. ecc.

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/peace/documents/hf_ben-xvi_mes_20121208_xlvi-world-day-peace_it.html

Anonimo ha detto...

E' vero mariateresa quello che dici rispetto ai gesuiti, S.Ignazio e gli esercizi, l'ho notato anche io.

PF si rifà molto spesso alle sue radici l'ormai famoso " il pastore deve puzzare , avere addosso l'odore delle pecore" viene chiararamente dalla forma di preghiera contemplativa ignaziana, dove San Ignazio dice a chi prega immagina scene evangeliche sino a sentire suoni e ODORI di esse.

Quando ha esortato tutti a fare un esame di coscienza giornaliero, probabilmente si riferiva a quello che ogni gesuita secondo la loro regola voluta da San Ignazio e obbligato a fare ogni giorno. Che non comincia con un esame di "dove ho sbagliato o peccato oggi" ma da "dove oggi Dio ha toccato la mia vita" per dare lode a dio e solo dopo diventa anche una richiesta di perdono. Viene ad essere più una preghiera che un esame di coscienza tradizionale

Poi l'evangelizzazione: è vero che i missionari gesuiti si spingevano ogni dove, ma al contempo erano molto rispettosi soprattutto per quel tempo delle altrui culture, usi e costumi, a differenza di altri ordini religiosi. Pensiamo a Matteo Ricci, ma anche a Francesco Saverio...

Anonimo ha detto...

Sam,lei si sta facendo(molto)male da sola,il fatto è che solo Ratzinger si poteva permettere di parlare a braccio fornendo esempi di tutti gli scrittori,apologeti,pensatori della CC,altri, esercizi spirituali di S.Ignazio o no,non sono in grado di farlo,non possono semplicemente perchè non è nelle loro corde e così ingenerano confusioni dottrinali ed interpretative,come non ce ne fossero abbastanza...come dicesi a Palermo,o' fialé fa el tu mesté!O,se preferisce,'sutor,nec ultra crepidam!'

Anonimo ha detto...

Già. Negli esercizi di Sant'Ignazio l'esame di coscienza parrebbe più essenziale dei Sacramenti. Comunque papa Bergoglio dovrebbe sforzarsi di ricordare che non è stato eletto Generale dei Gesuiti ma Papa (pardon, Vescovo di Roma) della Chiesa cattolica. su Papa Francesco: La pace cristiana è una pace inquieta, no

Anonimo ha detto...

Avesse detto "santa inquietudine", avrei apprezzato di più.

Anonimo ha detto...

Sam non sta affatto "facendo male", Anonimo 14:02. Sta solo - se posso permettermi, e mi scuso sinceramente se dovessi abusare - esaminando la propria coscienza PER aderire agli insegnamenti di Cristo e per viverli, come ci sono trasmessi dalla Chiesa con a capo il Papa. "Chi ascolta vi ascolta me" disse Gesù; e se ci ritroviamo con l'udito compromesso, e se questo sembra dipendere ora dagli improvvisi "salti" che il Papa ritiene necessario far fare, abbiamo il dovere di sturarci le orecchie. Senza darci "pace" troppo facilmente.

Non sta scritto da nessuna parte che siccome il Papa è gesuita dobbiamo abbracciare tutti la spiritualità gesuitica o metterci a studiarla per capire cosa vuol dire e come.
Il Papa può rivolgersi a chi vuole e nel modo che vuole, ma ogni cattolico ha il diritto di intenderlo per sé.
Il suo portavoce, benché anch'egli forse un po' approssimativo talvolta, ha tuttavia ricordato saggiamente, a proposito delle omelie a braccio, che deve tenersi conto del "grado di impegno" dei pronuciamenti del Santo Padre. E questo aiuta.
gianni

Anonimo ha detto...

'Il tuo dire sia chiaro,sì sì,no,no' qui si devono fare capriole mentali per capire,interpretare, cercare di vedere cosa avrebbe significato quella parola,l'avverbio,la consecutio temporum ed altro,non si fa capire,chi dà spiegazioni fa ancora peggio e molti non hanno voglia di ascoltare,quando non scatta la simpatia con la persona in sè,non è detto che tutti ci si debba sforzare a seguire francesco,soprattutto quando non c'è feeling.

sam ha detto...

Grazie, caro Gianni, per aver mostrato di comprendere la mia tensione.
Tuttavia l'anonimo non ha detto che sto facendo del male, ma che MI sto facendo del male e in parte probabilmente ha ragione. Infatti, mentre prima il nostro approfondimento quotidiano delle parole del Santo Padre era confermante ed edificante nella fede, oggi seguire parola per parola quel che dice Papa Francesco - soprattutto quando parla a braccio nei suoi interventi pubblici con un minor "grado di impegno" (v.Santa Marta) o nei colloqui privati (v.CLAR) - può generare confusione o nei casi estremi persino allontanamento, come hanno accusato altri amici del Blog.
Dunque, se i media vaticani vogliono continuare a raccontarci le parole a braccio del Papa, forse un sistema di difesa individuale potrebbe esser quello di non leggerle neppure e dedicarci invece ad approfondire le straordinarie lezioni di Benedetto, che Raffaella ci ripropone continuamente sul Blog.
Credo che l'intervento di anonimo suggerisse questo.
D'altro canto avverto anche una sorta di dovere di denunzia circa la rivoluzione comunicativa che stiamo vivendo intorno alla Chiesa e all'interno della stessa, con una flessione inedita all'approssimazione e alla banalizzazione tipiche della società liquida contemporanea, per cui la Parola sembra esser piegata alle parole del mondo e la Verità alla verosimiglianza.
False parafrasi della verità del tipo: "i poveri sono il Vangelo" o la relativizzazione o parcellizzazione della verità in chiave missionaria ed evangelica, sono dissonanti rispetto a tutta la tradizione della Chiesa da Pietro a Benedetto e possono generare un senso di disorientamento e vertigine in chi ha focalizzato il centro della propria fede nella Verità, anche avvertendo i gravi pericoli del relativismo sul futuro della nostra civiltà e dell'intera umanità profetizzati da Joseph Ratzinger - Papa Benedetto XVI.
Davanti a questa inquietudine "cattiva" di cui parla Fabiola, abbiamo due vie: combattere in prima linea o ripiegare in armeria. Benedetto per anni ha combattuto in difesa della verità in un mondo che non ne vuole più sapere, ma poi è dovuto ripiegare per mancanza di energie.
Spesso mi chiedo cosa preferirebbe da noi Benedetto XVI... che continuiamo a portare avanti la sua buona battaglia contro il relativismo nel mondo e nella Chiesa con le armi della parola e della verità, oppure che ripieghiamo con lui nella preghiera e nella penitenza per la Chiesa...
Nel dubbio, ho scelto una via mediana.


sam ha detto...

Bisogna dare atto comunque all'OR (non vorrei essere al loro posto!) di aiutarci più di RV a non entrare in confusione. Comprendo questa sensibilità e questo sforzo in una frase come:
"E secondo Papa Francesco «lo zelo apostolico non è andare avanti per fare proseliti..."

Comunque se qualcun altro (e so per certo che ad altri è successo) avesse provato qualche giramento di testa nel leggere queste parole:

"E quando noi andiamo a confessarci, per esempio, non è che diciamo il peccato e Dio ci perdona. No, non è quello! Noi troviamo Gesù Cristo e gli diciamo: ‘Questo è tuo e io ti faccio peccato un’altra volta’. E a Lui piace quello..."

e queste:

"Le ultime parole dell’omelia ricalcano l’ansia interiore di Paolo. Papa Francesco ripete in modo incalzante quello che definisce il “pilastro” della vita cristiana, e cioè che “Cristo si è fatto peccato per me! E i miei peccati sono là, nel suo Corpo, nella sua Anima! Questo – esclama il Papa – è da pazzi, ma è bello, è la verità! Questo è lo scandalo della Croce!”
(Fonte Radio Vaticana)

il mal di mare 'kerigmatico' passa leggendo qua:

http://www.augustinus.it/italiano/commento_vsg/omelia_041.htm

e qua:

http://paparatzinger6blograffaella.blogspot.it/2013/06/benedetto-xvi-vivere-nella-fede-in-gesu.html

[Gianni hai proprio ragione... non mi do facilmente pace nella ricerca della Verità, ma il Signore è buono e tramite la Sua Santa Chiesa mi viene sempre in soccorso. :-) ]