giovedì 6 giugno 2013

Papa Francesco: lamentarsi dei propri guai con Dio non è bestemmiare (Izzo)

PAPA: LAMENTARSI DEI PROPRI GUAI CON DIO NON E' BESTEMMIARE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 5 giu. 

"Lamentarsi delle proprie sofferenze davanti a Dio non e' peccato, non e' bestemmiare". 
Anzi e' "una preghiera del cuore che arriva al Signore". Lo ha affermato il Papa nella messa a Santa Marta. La Bibbia, ha ricordato Francesco, racconta di persone che "nel loro immenso dolore, pregano Dio di farli morire. Sono persone in situazioni limite situazioni proprio nel sottosuolo dell'esistenza, e cercano un'uscita. Si lamentano ma non bestemmiano". "Pensiamo ai grandi, a Giobbe - ha detto il Pontefice ai fedeli presenti alla celebrazione - quando nel capitolo III dice: 'Maledetto il giorno in cui sono venuto al mondo'. E anche Geremia, nel XX capitolo: 'Maledetto il giorno'. Si lamentano anche con una maledizione, non al Signore, ma a quella situazione. E' umano, questo". "Lamentarsi davanti a Dio non e' peccato", ha spiegato Francesco citando "un prete che ha detto ad una donna che si lamentava davanti a Dio per le sue calamita': 'Ma, signora, e' una forma di preghiera quella. Vada avanti'". "Il Signore - sente, ascolta i nostri lamenti", ha assicurato Bergoglio, che forse era egli stesso quel prete che ha citato oggi. Alla messa di questa mattina erano presenti alcuni membri della Congregazione per il Culto Divino e della Biblioteca Apostolica Vaticana. Hanno concelebrato, tra gli altri, il cardinale prefetto della Congregazione Antonio Canizares Llovera, il prefetto della Biblioteca Apostolica monsignor Cesare Pasini e il vicepresidente della Commissione Ecclesia Dei, l'arcivescovo staunitense Joseph Di Noia. La Radio Vaticana ha diffuso come ogni giorno un'ampia sintesi dell'omelia e l'elenco dei presenti al rito.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Avevo già notato l'espressione di don Georg, che non mi pare completamente a suo agio...