giovedì 6 giugno 2013

Pedofilia, diminuiscono le denunce alla Santa Sede (Izzo)

PEDOFILIA: DIMINUISCONO DENUNCE A SANTA SEDE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 5 giu. 

E' in diminuzione il numero delle denunce che arrivano alla Santa Sede per casi di abusi sessuali compiuti da ecclesiastici su minori o persone disabili. "Adesso - afferma il consultore della Congregazione del clero e docente di diritto canonico alla Pontificia Universita' della Santa Croce, don Davide Cito - i casi all'anno che arrivano a Roma da tutto il mondo sono circa 400". "A me sembra - aggiunge sul sito Vaticaninsider - un numero molto alto". Gli ultimi dati resi noti in febbraio dal nuovo promotore di giustizia della Congregazione della Dottrina della Fede, padre Robert W. Oliver, parlavano di 600 denunce all'anno, per la maggior parte relative a abusi commessi nei decenni precedenti. 
"Quello che e' cambiato - spiega don Cito - e' la geografia dei luoghi. I casi di cui parlava Scicluna nel 2001 erano quasi tutti del continente nord-americano e del mondo anglosassone; adesso c'e' Sud America, Messico, Europa, Italia, Spagna, Polonia. Ancora non ci sono molto Africa e Asia. Paesi che sembravano immuni non lo sono stati. Papa Benedetto se ne era reso conto". "Non saremo mai abbastanza grati a Benedetto XVI - aggiunge Cito - per quello che ha fatto in questo campo terribile", per le nuove norme che dal 2001 regolano il problema. "Anche consapevole del fatto che le critiche sarebbero piovute addosso a lui, e non ad altri, aiutato in questo anche da monsignor Charles Scicluna, che era promotore di giustizia all'epoca" non ha avuto paura di riconoscere che c'era un fenomeno nella Chiesa terribile. "Invece di delegare alle Conferenze Episcopali e alle diocesi il problema l'ha assunto lui, nel bene e nel male". Don Cito insiste sul fatto che "le persone vengono incoraggiate a sporgere denuncia all'autorita' civile. Molto spesso le persone non vogliono questo; le situazioni sono diverse da Paese a Paese. Ultimamente - spiega - ci sono strette collaborazioni fra autorita' civile ed ecclesiastica che portano molto frutto".Su Vaticaninsider, come in una precedente conferenza tenuta alla Pontificia Universita' della Santa Croce, che e' l'ateneo dell'Opus Dei, don Cito afferma che "400 casi l'anno ti lascia male. E non serve a consolarsi che nella societa' civile siano di piu'". Per il sacerdote, e' interessante notare la tipologia delle vittime. "Mentre nel caso degli abusi "civili" la maggioranza e' sotto i 10 anni, ed e' mostruoso, nella Chiesa sui 400 casi circa il 90 per cento sono dello stesso sesso dell'abusatore; in controtendenza rispetto ai casi "civili" che sono al massimo del 30 per cento. Nella Chiesa l'eta' e' molto piu' alta, dai 15 ai 17 anni". Dunque "non e' piu' pedofilia, in senso tecnico, ma e' un abuso di minori". Anche se "l'83 per cento dei casi sono di maschio verso un maschio", secondo Cito "bisogna stare attenti a dire che l'omosessualita' e' la causa di tutto questo. Sarebbe come a dire che le ragazze messe incinta dai preti hanno la loro causa nell'eterosessualita'. Indubbiamente nella Chiesa c'e' l'ambiente che puo' favorire tutto questo. Quello che si vuole evitare - conclude - e' farne una causa-effetto, quasi imputando all'omosessualita' l'origine di quel problema". 

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