venerdì 7 giugno 2013

Sacerdoti santi per servire la Chiesa. Il 7 giugno la Giornata mondiale di preghiera (Celso Morga Iruzubieta)

Il 7 giugno la Giornata mondiale di preghiera

Sacerdoti santi per servire la Chiesa

di Celso Morga Iruzubieta*

Nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, il 7 giugno, celebriamo la Giornata mondiale di preghiera per la santificazione dei sacerdoti. Tale celebrazione nell'Anno della fede è un invito a riflettere -- alla luce della fede stessa -- sul perché il sacerdote cattolico sia così necessario per la Chiesa e per tutta l'umanità; sul perché la sua esistenza e missione non siano un qualcosa del passato, dalle quali si può prescindere perché non hanno niente a che fare con la società post-moderna, come propinano da tempo tutte le varianti dell'illuminismo razionalista e le diverse ideologie materialiste dominanti, nonostante esse si presentino come scientifiche o come filosofiche.
Perché il sacerdote cattolico è così necessario per il mondo d'oggi? Per il suo lavoro sociale a vantaggio degli ultimi? Per il suo impegno in favore della giustizia e della pace fra gli uomini? Sì, certamente; ma non è tutto. La Chiesa cattolica non è un'organizzazione non governativa né il sacerdote è un rappresentante di un'organizzazione non governativa, come ha ricordato recentemente Papa Francesco, anche se il servizio che la Chiesa presta in questi ambiti è visibile a tutti. Il sacerdote cattolico è necessario perché l'uomo ha un'anima spirituale e immortale. «Nella sua unità di anima e corpo, l'uomo sintetizza in sé gli elementi del mondo materiale, così che questi attraverso di lui toccano il loro vertice e prendono voce per lodare in libertà il Creatore» (Gaudium et spes, 14). È il suo legame con Dio, quello che è chiamato a offrire all'uomo la terra ferma sulla quale camminare, l'aria da respirare, il senso per vivere.
Il sacerdote, in nome di Cristo, è il servitore di questa grandezza e di questa angoscia. Sull'immortalità dell'anima poggia la libertà umana, la responsabilità, la possibilità dell'abisso del peccato e la speranza della redenzione. Sull'immortalità dell'anima poggia il vero amore per l'umanità e per l'uomo concreto che mi sta accanto. Una cosa è certa: chi parte dal principio che l'uomo sia un insieme di fenomeni fisici e chimici, frutto di una evoluzione senza Dio, non può servirlo perché non può amarlo veramente, così come l'uomo si aspetta di essere amato dal fondo del proprio essere.
I sacerdoti come servitori della salvezza eterna per gli uomini sanno, alla luce della rivelazione, entrare nel profondo dell'anima umana, nel suo sottosuolo, senza limitarsi ad analisi superficiali che offrono soluzioni globali illusorie senza attendere alla felicità temporale ed eterna delle singole persone. Il sacerdote sa che soltanto Cristo dona all'uomo la possibilità di entrare nella verità del proprio essere, poiché «in realtà, solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo» (Gaudium et spes, 22). L'autentico sacerdote di Cristo mai sarà un uomo del passato; accompagnerà in ogni epoca l'uomo -- con forme e metodi diversi -- per aiutarlo a scendere nelle profondità di se stesso e a scoprire laggiù l'immagine di Dio, divenendo capace di conoscere e di amare il proprio Creatore come figlio in Cristo. Soltanto un amore che trasforma e trasfigura dal di dentro l'uomo stesso in tutta la sua complessità esistenziale può essere la risposta autentica che fa progredire l'uomo e non lo relega ai margini del cammino -- dove lo lasciano le diverse ideologie materialistiche -- come “cosa” disprezzabile e senza valore.

*Arcivescovo segretario della Congregazione per il Clero

(©L'Osservatore Romano 7 giugno 2013)

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