venerdì 21 giugno 2013

Tommaso compagno di una vita. Per decenni Giovanni Battista Montini trascrisse e commentò passi dell'Aquinate (Biffi)

Tommaso compagno di una vita

Per decenni Giovanni Battista Montini trascrisse e commentò passi dell'Aquinate

di Inos Biffi

Più che attraverso i manuali scolastici la formazione teologica di Giovanni Battista Montini è avvenuta con lo studio dei grandi maestri del pensiero cristiano. Il primo di essi è riconosciuto certamente in sant'Agostino, al quale tuttavia va subito aggiunto san Tommaso d'Aquino. Montini è insieme agostiniano e tomista: conviene in lui l'ardore, la sensibilità mentale, l'interiorità del dottore di Ippona, ma non meno l'acuta e profonda lucidità, la “razionalità”, e l'esigenza logica del Dottore Angelico. E questo è forse meno consueto ritenerlo. In alcune note scritte da Montini nel 1931 sotto il titolo Spiritus veritatis si legge: «qualunque sia l'ordine dei miei studi, amerò la letteratura che raccoglie il pensiero tradizionale della Chiesa. Sant'Agostino e san Tommaso avranno da me venerazione particolare».
Veramente, già gli scritti editi di Montini rivelano Tommaso come una delle sue fonti; ma soprattutto si avverte la sua familiarità con «il principe dei teologi» -- come egli lo definiva -- sfogliando e studiando i suoi Quaderni, con l'infinità di passi o di riferimenti tomistici trascritti di prima mano lungo tutto il corso della sua vita. Sarebbe possibile, dalla loro analisi e dal loro studio, individuare e collegare una grande varietà di temi illustrati da Montini coi testi e la dottrina di Tommaso. È il caso, per fare qualche esempio, dell'ecclesiologia, dei sacramenti, specialmente dell'Eucaristia e dell'Ordine, dell'antropologia, dell'etica, della vita spirituale e religiosa, dell'itinerario a Dio, della fede. Esattamente su questi due ultimi argomenti vorremmo fare una considerazione.
Montini conosce bene le “vie” tomiste per arrivare a Dio, e ne offre un raffinato esame, mostrando tutta la sua ineccepibile capacità metafisica. Scrive: «Meditare su Dio è molto più bello che meditare su le vie che a lui conducono. Tuttavia osservare l'esigenza intrinseca che ogni essere ha di lui e di proclamarsi insufficiente e perciò creato, ascoltare l'appello che sale dall'universo verso il suo principio e il suo fine (...) è tal cosa che inebria di grandezza e di sapienza e offre alla preghiera e al pensiero ali sconfinate», e cita il testo della Summa Theologiae (i, 4, 5, 2m): «Dio è detto misura di tutte le cose, per il fatto che ogni cosa partecipa l'essere nella misura in cui si avvicina lui». Per altro, «tutti quello che bramano le proprie perfezioni, bramano Dio stesso» (i, 6, 1, 2m).
E a proposito della fede Montini riporta la definizione di Tommaso: «La fede è un abito della mente, grazie al quale incomincia in noi la vita eterna» (ii-ii, 14, 1) e cita più volte l'affermazione: «L'oggetto della fede, pur essendo in se stesso semplice, assume nel credente la forma complessa dell'enunciazione», restando in ogni caso vero che «l'atto del credente non ha come sua meta l'enunciazione, ma la comunione con la realtà» (ii-ii, 1, 2, ad 2).
Ancora, sono note a Montini le affermazioni dell'Angelico: «Di Dio conosciamo quello che non è, mentre, quello che è, ci risulta affatto sconosciuto» (Summa contra Gentiles, III, 49); e: «In questa vita noi conosciamo Dio tanto più perfettamente, quanto più ci rendiamo conto che egli eccede tutto quello che è compreso mediante l'intelletto» (Summa Theologiae, ii-ii, 8, 7). D'altronde, «la più piccola cognizione che si può avere di Dio supera ogni cognizione che si ha della creatura» (De veritate, x, 7 ad 3).
Ma egli si sofferma anche su quest'altra: «Benché in questa vita noi conosciamo Dio mediatamente, tuttavia, con la dilezione della carità, lo possiamo amare immediatamente» (Summa Theologiae, ii-ii, 27, 4).
Gli è ugualmente nota la dottrina di Tommaso sulla conoscenza “simpatica” o per connaturalità; non mancando però di avvertire che «l'amore nell'atto di fede compie un ufficio essenziale, ma senza detrimento dell'intellettualità più rigorosa».
Abbiamo offerto un breve e semplice saggio di come Montini sia stato discepolo diligente e appassionato di Tommaso d'Aquino: un indice ulteriore della sua incomparabile personalità, dove la vastissima cultura diventava esperienza, sapienza e magistero.

(©L'Osservatore Romano 21 giugno 2013)

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