lunedì 8 luglio 2013

La rottura finale tra la chiesa e i lefebvriani (Bianchi)

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Leggo:
"Benedetto XVI ha scelto come interlocutore della chiesa cattolica il tradizionalismo"
No comment...non ne vale la pena!
Io mi sto stancando di una chiesa e di cattolici che prendono di mira sempre e solo una persona. La corda e' tesa all'inverosimile.

46 commenti:

paoletto ha detto...

nuovo attacco:

http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-26293/

medievAle ha detto...

ho dato un'occhiata all'articolo segnalato e quoto:
"il Papa fa benissimo a mantenere lo stile che ha caratterizzato i suoi vent'anni di episcopato a Buenos Aires». Anche stile di governo".

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l'ennesimo clap clap a Bergoglio, con alcune parti di verità sul pontificato di Ratzinger. Peccato che a quest'ultimo non sia mai stato riconosciuto il diritto di seguire il proprio stile, di vita e di governo, e gli sia sempre stato rimproverato di non essere come il predecessore. Oggi, il delirio per Papa Francesco mi pare soprattutto il riflesso dell'odio che il mondo, anche ecclesiale, ha provato per Papa Benedetto.

Dante Pastorelli ha detto...

Da quella specie strana di monaco Bianchi non si poteva non aspettar qualche frecciatina a Benedetto XVI, la cui figura a me sembra non esca scalfita agli occhi di chi ha un po' di sale in zucca, anzi. Egli ha cercato di ricomporre la frattura con la FSSPX in modo prudente che però per gli estremisti è da considerar cedimento. Cedimento sulla dottrina? Non mi sembra. Benedetto non s'è mai allontanato dal Vaticano II, e solo in due testi non ha potuto far a meno di notare aspetti negativi: nella Nostra aetate ha rilevato l'assenza di indicazione degli elementi disturbati e malati - quindi inaccettabili e perniciosi - di altre religioni; e nella Gaudium et Spes ha notato come il documento non ha definito il significato di mondo moderno, che poi rappresentava lo scopo del documento stesso. Due constatazioni abbastanza recenti, non finalizate all'incontro coi "lefebvriani". Sulla liturgia il suo pensiero l'aveva espresso già nel 1976 scrivendo al Valdenstein: amaro stupore per il divieto della celebrazione di un rito venerabile e compiutamente cattolico, base ed espressione della fede per secoli. E la sua riforma della riforma, che vrebbe potuto allargar la strada, è rimasta lettera morta, non credo per sua libera volontà.
Non mi sembra che né in dichiarazioni né in atteggiamenti Benedetto abbia interpretato restrittivamente altri punti del dei testi conciliari. Naturalmente Bianchi s'aspettava come Kung un'interpretazione più aperturista verso i non cattolici: un inclusivismo indifferentista e sincretico.
La dichiarazione recente dei vescovi della FSSPX è senz'altro dura, ma la mia impressione è che ci sia volontà di riaprire vie di comunicazione che sembran chiuse. Ma si può accettare che Francesco definisca ribelli allo Spirito Santo "coloro che voglion tornare indietro", testardi e lenti di cuore coloro che con valide ragioni restan legati alla tradizione liturgica? E tutto così genericamente, facendo di tutta l'erba un fascio?
Dinnanzi ad affermazioni tanto gravi, mentre s'apron le braccia ad eretici, scismatici da secoli e infedeli d'ogni sorta, la reazione dei tre vescovi tradizionalisti non poteva che esser altrettanto forte, anche per salvare la compatteza della congregazione, la cui ala intransigente sta organizzandosi indipendentemente in posizioni di totale rottura.
Sia mons. Fellay che Benedetto hann'affrontato interne divisioni. In tutt'e due la sofferenza è vera e profonda.
Io ho sempre sperato in una conciliazione fondata su devozione filiale e amore paterno, nella verità e nella carità. Indubbiamente il primo round del dialogo si è concluso soltanto con la chiarificazione dei punti di distanza. La speranza di un punto d'incontro non deve venir meno. E sarebbe, quello, un giorno di grande festa per la Chiesa intera, nonostante che per tanti vescovi e cardinali la Fraternità resti il nemico contro cui scagliarsi, come amaramente e severamente denunciato da Benedetto. E da posizioni così ostili è venuto il fuoco di sbarramento contro una pacificazione che s'avviava felicemente in porto, magari a costo di una spaccatura della Fraternità che d'altronde, come detto, è già in atto: mons. Fellay sta scontando la sua sincera volontà di un totale ritorno all'ovile, ma pulito da trionfanti eresie per decenni tollerate ed anche premiate.

Luisa ha detto...

Ricostruzione alla Bianchi, detto questo, tutto sarebbe detto e inutile soffermarsi, c`è così tanta disonestà ideologica in molte affermazioni, l`attacco nemmeno velato a Benedetto XVI che ha avuto il torto di volere ridare alla Liturgia quella sacralità, dignità e bellezza che i tanti innovatori avevano calpestato.
Benedetto XVI che ha voluto mostrare quel che il Vaticano II, con la Sacrosanctum Concilium, ha voluto pur praticando alcune delle novità introdotte dal Consilium non volute dalla Costituzione Conciliare, frutto di una già prima interpretazione allargata e molto elastica.
Gli altri arbitri e abusi non hanno fatto che seguire e da SUBITO, senza essere sanzionati, molti, al contrario, incoraggiati.
Benedetto XVI ha avuto contro cardinali, vescovi e sacerdoti, già impegnati a legittimare, e molti a partecipare in modo attivo, ogni sorta di creatività disordinata.
Perfino quello che avrebbe dovuto essere il suo più stretto collaboratore in quel campo, il card.Canizares, ha sepolto "la riforma della riforma" dicendo che non era corretto usare quei termini, lo stesso che ha poi aiutato chi ha tentato, senza riuscirci, di strappare al Papa l`approvazione della prassi liturgica del cnc.
Insomma anche in questo campo, così essenziale, Benedetto XVI è stato lasciato solo, non solo, è stato combattuto apertamente.
Non solo il Summorum Pontificum è stato ostacolato in modo viscerale ma anche il suo esempio nella celebrazione della Santa Messa è stato ignorato se non dileggiato.
E chi aveva messo una maschera ora sta mostrando il suo vero volto e quanto sincero fosse il suo assenso.

Scrive Bianchi:

"Perché a causa dell'incertezza sovente la celebrazione eucaristica, che dev'essere luogo di comunione, è diventata in questi ultimi anni luogo di divisione e di contrapposizione nelle stesse comunità cattoliche, parrocchie e diocesi"

A quale "certezza" aspira Bianchi?
Di quale divisione parla?
Allude ai cattolici detti tradizionalisti e al malvoluto Summorum Pontificum?
O pensa a chi da decenni sta giocando con la Liturgia, a chi la piega ai suoi desiderata? Che cosa fa lui stesso a Bosè?

Raffaella ha detto...

Concordo con MedievAle!
E' come se finalmente ci si fosse liberati di un peso!
Come ha detto qualcuno sul blog qualche settimana il mondo, soprattutto quello ecclesiale, non ha mai sopportato Benedetto perche' egli era uno specchio. Si'...uno specchio nel quale in tanti vedevano riflessa la propria piccolezza e miseria.
E lo stiamo vedendo proprio in questi giorni nei quali molte maschere sono inesorabilmente cadute.
R.

Luisa ha detto...


"E lo stiamo vedendo proprio in questi giorni nei quali molte maschere sono inesorabilmente cadute."

Hai ragione, Raffaella.
Sono cadute anche le maschere di certi commentatori di "cose vaticane.

Anonimo ha detto...

Vabbè, considerando che l'autore dell'articolo è Enzo Bianchi, mi sembra un pezzo tutto sommato equilibrato. Per lo meno, coerentemente con la sua idea di ecumenismo, non invoca vendetta tremenda vendetta contro i tradizionalisti, a differenza di molti vescovi e cardinali "ecumenici" e "dialgoanti" che dialogano con tutti i peggiori infedeli ed eretici ma se poi vuoi celebrare una messa tridentina ti cacciano dalla chiesa. E poi, considerando che il "priore" (sic!) di Bose è il frutto peggiore del Concilio, è ovvio che veda con sospetto la riforma della riforma. Per quanto riguarda vaticaninsider, oramai è arrivato a un livello di melassa nauseante da carie dentale. Ma sapete com'è, in qualche modo devono pur campare...
Antonio

Anonimo ha detto...

Su questo sono d'accordo. E' esattamente così.

Quanto all'articolo di Enzo Bianchi, da quale pulpito!
Sono deduzioni sue personali e continua a parlare di "scismatici"che, se così fosse, non ci sarebbe stata possibilità della remissione delle scomuniche da parte di Papa Benedetto.
Quello che sconcerta è che certi personaggi simil-protestanti e dall'identità indefinita vengano considerati fonti autorevoli e chiamati a parlare persino nei seminari :(

Unknown ha detto...

"Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole." (II Timoteo 4,3-4)

Anonimo ha detto...

L'articolo parla benissimo di Ratzinger, leggilo tutto e senza pregiudizi. Dopo la frase che a te da inspiegabilmente fastidio, Bianchi dice che Ratzinger va verso il tradizionalismo perché va alla ricerca della pecora perduta, quindi Bianchi equipara Ratzinger al Buon Pastore!!! questo e' il senso univoco del periodo. Sul testo voluto da Ratzinger : " Raramente nella storia della chiesa si è visto emergere un testo così equilibrato, così cristiano nell'arbitrato tra le parti in polemica o rottura dottrinale". Leggendo l'articolo dopo il tuo commento ho pensato questo vecchio adagio :" Chi vede il male dappertutto forse lo ha in se" (non mi interessa che lo pubblichi, ma che rilegga l'articolo senza pregiudizi perché mi informo ogni mattina sul tuo blog e mi piace)

Raffaella ha detto...

Otto anni di lettura ed analisi mi hanno insegnato a leggere fra le righe.
Pubblico il commento ma non accetto che si giudichi il male ed il bene che posso avere dentro di me.
Da Benedetto ho imparato a rispettare il prossimo e a non dividere le persone in buone o cattive con pregiudizio.
R.

Vivus ha detto...

Intanto che loro perdono tempo a prendersela con Benedetto, i seminari tradizionali non possono accettare per mancanza di spazi, i seminari modernisti non accettano seminaristi di un certo spazio e devono chiudere per mancanza di seminaristi.... Che bello avere le fette di salame sugli occhi!!!!!!

Vivus ha detto...

Errata corrige: di un certo stampo :)

Anonimo ha detto...

Enfatizzare la distanza tra la Chiesa di Roma e la FSSPX, tra Bergoglio e Ratzinger, tra tradizionalisti e progressisti, tra fan di Don Gallo e del Card.Scola, equivale a riconoscere uno scisma di fatto all'interno della Chiesa cattolica stessa. Senza scomodare i lefebvriani, infatti, è un fatto che siamo divisi tra di noi, sulla liturgia, sul giudizio sul modernismo, sul relativismo, sui valori non negoziabili (???). E' una divisione di carattere anche politico, che la Chiesa non sa governare. Questo è un fatto

Unknown ha detto...

“Se col modernismo e col semi-modernismo non si finisce, si andrà, presto o tardi, al protestantesimo o ad uno scisma nella Chiesa che sarà il più terribile che il mondo abbia mai visto”

(Beato Don Luigi Orione, 26 giugno 1913 - Scritti 43, 53)

Unknown ha detto...

errata corrige:
SAN don Luigi Orione

Dante Pastorelli ha detto...

Se si guarda con occhio chiaro ed affetto puro la posizione di alcuni eèiscopati più o meno interi - vedi Europa centro-settentrionale -, se si leggono i libri di alcuni pseudo-teologi e dei loro fans anche nel clero, non si può negare che uno scisma di fatto esiste. Solo che non se ne vuol prender atto coi provvedimenti di competenza.

Luisa ha detto...

Cara Raffaella, penso che l`amabile anonimo non ri riferisse a te ma a me, mi sembra perfino riconoscere un certo stile ( l`adagio...), come se fossi amnesiaca e avessi già dimenticato le reazioni ostili di Bianchi al Summorum Pontificum e certe sue esternazioni sulla Messa Antica e la FSSPX!
L`ipocrisia non è il mio forte, e quando la vedo nero su bianco, anche dispiegata con subdola "abiltà", reagisco.
Vi è forse sfuggito che Bianchi parla di "ecumenismo" menzionando la FSSPX?
E confermo, quando Bianchi scrive:

"Perché a causa dell'incertezza sovente la celebrazione eucaristica, che dev'essere luogo di comunione, è diventata in questi ultimi anni luogo di divisione e di contrapposizione nelle stesse comunità cattoliche, parrocchie e diocesi""

A quale "certezza" aspira Bianchi?
Di quale divisione parla?
Allude ai cattolici detti tradizionalisti e al malvoluto Summorum Pontificum?
O pensa a chi da decenni sta giocando con la Liturgia, a chi la piega ai suoi desiderata? Che cosa fa lui stesso a Bosè?


Anonimo ha detto...

che i lefebvriani siano fuori dalla chiesa non può far altro che bene alla chiesa. peccato che non l'avete capito.

Anonimo ha detto...

Ma bisogna essere ciechi, sordomuti ed altro per non accorgersi dove sta scivolando la chiesa,altro che apostasia silenziosa,eresia trionfalistica,fino a che si concedono ampi spazi e consensi a gente come bianchi,kueng,mancuso,deluca e simili,tra l'altro ricercatissimi nelle varie parrocchie per tenere conferenze sulle loro tesi che tutto sono fuorchè cattoliche,si assisterà all'inevitabile declino della religione cattolica che va verso il nulla;per quel che riguarda seminari pieni da una parte e vuoti dall'altra,mi permetto di far notare l'inconsistenza numerica dei lef,quindi....la fraternità ha perso il treno,quello buono,l'unico,ognuno per la sua via,dispiace e pure tanto per le critiche feroci subite da quel sant'uomo che era e sempre sarà papa Benedetto, che santo subito mai,né santo ora,ma Dio vede tutto e sa cosa fare.Anonymous

Raffaella ha detto...

Anonymous ha ragione: i lefebvriani hanno perso l'ultimo treno.
Parliamoci chiaro: se consacreranno altri vescovi non potranno non essere scomunicati di nuovo e la colpa non sara' di Papa Francesco perche' si tratta di un atto automatico per mancanza del mandato papale.
Detto questo, credo che dovremmo riflettere su quanto scritto da Anonymous perche' anche nella mia parrocchia vengono invitati sempre gli stessi personaggi...
R.

Luisa ha detto...

Cara Raffaella, penso che l`amabile anonimo non ri riferisse a te ma a me, mi sembra perfino riconoscere un certo stile ( l`adagio...), come se fossi amnesiaca e avessi già dimenticato le reazioni ostili di Bianchi al Summorum Pontificum e certe sue esternazioni sulla Messa Antica e la FSSPX!
L`ipocrisia non è il mio forte, e quando la vedo nero su bianco, anche dispiegata con subdola "abiltà", reagisco.
Vi è forse sfuggito che Bianchi parla di "ecumenismo" menzionando la FSSPX?
E confermo, quando Bianchi scrive:

"Perché a causa dell'incertezza sovente la celebrazione eucaristica, che dev'essere luogo di comunione, è diventata in questi ultimi anni luogo di divisione e di contrapposizione nelle stesse comunità cattoliche, parrocchie e diocesi""

A quale "certezza" aspira Bianchi?
Di quale divisione parla?
Allude ai cattolici detti tradizionalisti e al malvoluto Summorum Pontificum?
O pensa a chi da decenni sta giocando con la Liturgia, a chi la piega ai suoi desiderata? Che cosa fa lui stesso a Bosè?


Anonimo ha detto...

Con rispetto di San Orione. Le fette di prosciutto le abbiamo tutti. Vorrei ricordare che ci furono 3 papi che si scomunicarono a vicenda (i particolari, non li ho sottomano ma, piu' o meno si reperiscono "storicamente"...), papi guerrieri, crociate, inquisizioni, roghi e chi piu' ne ha piu' ne metta. Pure i protestanti fecero i loro (Serveto). La frase di San Orione mi sembra miope (i santi lo sono dopo morti no?). UNO PUO' ESSERE CRISTIANO, CATTOLICO E PUO' ESSERE PURE DIO IN TERRA SE VUOLE, MA SE SI STACCA DALLA REALTA' E DALLA VERITA' (PER QUANTO SIA "LABILE") E' psicotico, fanatico o peggio.
Alberto II

Fabiola ha detto...

E chi dalla Chiesa non si stacca, perchè ha ben capito che è più efficace ed efficiente minarla dall'interno, per farna qualcosa a propria immagine e somiglianza?

Non è una polemica, è una domanda.

Anonimo ha detto...

Ci dedichiamo a beghe piccole piccole tra cattolici, quando il mondo ancora non si e' convertito, e gli ultimi tempi di cui parlavano gli apostoli TARDANO DA 2000 ANNI!!! Propongo a tutti di levare dal padre nostro "venga il tuo regno" o "nell'attesa della tua venuta" tanto non ci aspira piu' nessuno? E questo sarebbe cristianesimo? cattolicesimo? Maranatha' (Vieni Signore Gesu'?) delle origini?
ALBERTO II
scusate lo sfogo.......Sergio Quinzio forse esagerava? Proprio perché la sua battaglia fu NELLA chiesa cattolica!

pb ha detto...

11:01, se la Chiesa deve essere universale, non si dovrebbe mai dir bene del fatto che qualcuno ne sia fuori. O forse mi sfugge una distinzione fra scomuniche buone e scomuniche cattive?

Anonimo ha detto...

Ho letto in alcuni commenti che bisogna leggere meglio l'articolo. Sono d'accordo. Qui riporto un pezzettino per inserire nel contesto un'affermazione che qualcuno ha isolato e che non è negativa come si vuol far vedere:

"Neanche a Benedetto XVI furono risparmiati puntuali e sibillini attacchi alle radici della sua teologia.

Ciò nonostante, Benedetto XVI ha scelto come interlocutore della chiesa cattolica il tradizionalismo, pecora perduta e uscita dall'ovile, e ha cercato in molti modi una riconciliazione che permettesse a questi "scismatici" di rientrare nella comunione cattolica..." Alex

Raffaella ha detto...

Appunto! E' la frase peggiore.
Interlocutore di Benedetto era tutta la chiesa.
R.

Dante Pastorelli ha detto...

Non so se la FSSPX si doterà di altri vescovi contro la volontà di Roma. Indubbiamente questi vescovi ed i consacratori cadranno giuridicamente sotto la scomunica, con grande gioia dell'anonimo - anonimo sino ad un certo punto perché da anni cammina senza mai arrivare a nessuna meta.
E' tuttavia lecito chiedersi perché questa grave pena non venga inflitta agli eretici che devastan la Chiesa (lettera maiuscola, anonimo: Chiesa, non cammino). Da chiunque provenga quest'iniquo procedere sarà da me, per quel nulla che conta, denunciato e disapprovato.

Anonimo ha detto...

Caro sign. Pastorelli, intervengo molto raramente, ma in questo caso mi sento di farlo perchè non condivido le sue opinioni. Innanzitutto, dovrebbe avere più rispetto per Enzo Bianchi, altro che "specie strana" di monaco. Io ho ascoltato diverse conferenze di Bianchi e devo dire che non si è mai allontanato dal vangelo e dalla dottrina della Chiesa, almeno in quelle conferenze che ho ascoltato. Premetto che io ho amato e amo Papa Benedetto, sia il Papa sia il teologo Ratzinger, anche se non condivido le sue opinioni liturgiche (espresse nei suoi scritti da teologo, non da Papa). E' chiaro che è dovere della Chiesa portare avanti il dialogo ecumenico, ma a mio parere Papa Benedetto ha concesso troppo ai lefebvriani, che hanno preteso diverse cose senza concedere niente. E la loro ultima dichiarazione è segno che essi non accettano la Chiesa così com'è oggi. Perciò, che proseguano pure per la loro strada e chi ha simpatia per loro li segua pure! Altro che vorrebbero rientrare ma prima bisognerebbe ripulire la Chiesa da "trionfanti eresie". Quali eresie? Gli insegnamenti del Concilio? Mi dispiace ma gli insegnamenti del concilio non si toccano, nè tanto meno si possono correggere, come vorrebbe il Gherardini. Il Magistero conciliare è Magistero. Il correggerlo sarebbe semplicemente il ridimensionarlo talmente tanto che renderebbe il concilio inutile e quindi lo annullerebbe. Questo non è possibile. Se ai lefebriani non piace la pastorale della Chiesa attuale, questo non è un problema nostro, ma loro. E questo lo dico con il massimo rispetto per il loro pensiero, anche se non ne condivido neanche una virgola. Per quanto riguarda la Messa antica "un rito venerabile e compiutamente cattolico, base ed espressione della fede per secoli", bastava l'indulto. Ricordo che il Concilio ha dato le direttive per la riforma della Messa tridentina, Messa che è stata riformata e che, una volta riformata, si è sostituita alla precedente. Questo mi sembra ovvio. L'indulto di Giovanni Paolo II andava in questa direzione: una concessione ai nostalgici (lo dico con rispetto), ribadendo che la riforma era stata fatta e aveva sostituito il rito che doveva essere riformato. Mi fermo perchè non ho tanto tempo. Benedetto XVI ha fatto bene a revocare la scomunica per riprendere il dialogo, ma doveva anche pretendere di più e mi dispiace molto che la sua bontà, comprensione mano tesa non sia stata rispettata (perchè le diverse dichiarazioni di Fellay erano solo retorica e formalismo). Non si può offrire una prelatura e far firmare un preambolo, se si mantengono le medesime idee di partenza. A questo riguardo, sono stati più coerenti rifiutando il tutto.
go

Anonimo ha detto...

10 Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti. 11 Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi. 12 Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!».
13 Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? 14 Ringrazio Dio di non aver battezzato nessuno di voi, se non Crispo e Gaio, 15 perché nessuno possa dire che siete stati battezzati nel mio nome. 16 Ho battezzato, è vero, anche la famiglia di Stefana, ma degli altri non so se abbia battezzato alcuno.
17 Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo. 18 La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. 19 Sta scritto infatti:
Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l'intelligenza degli intelligenti.
20 Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? 21 Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. 22 E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, 23 noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; 24 ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. 25 Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
...................................

LA COSA CHE PIU' MI PIACE DEL CRISTIANESIMO (O DI ALCUNI CRISTIANI) E' CHE ALLA FINE DELLA VITA DI ciascuno (anche per i peggiori) si prega per la sua anima (si affida cioe' a Dio il giudizio). NON GIUDICARE! Chi siamo noi per farlo? Potrebbe benissimo essere che molti DEI PRIMI SARANNO GLI ULTIMI E DEGLI ULTIMI I PRIMI. CHIUNQUE AVRA' INVOCATO IL NOME DEL SIGNORE SARA' SALVO (dice la scrittura da qualche parte).
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FINISCO: DOVREBBE ESSERCI LIBERTA' (SENZA SCOMUNICARSI A VICENDA) di chi vuole recitare in latino, chi vuole le chitarre, chi vuole le scarpe rosse e chi vuole le sedie di legno. L'IMPORTANTE e' Cristo. E' annunciare Cristo. Facciamo una magra figura se tra le nostre provinciali beghe sul pallio o il camauro.......c'e' gente in Amazzonia che muore senza speranza, senza poter invocare Cristo.
ALBERTO II

Anonimo ha detto...

Bianchi è inutile che metta becco sulla questione, è la persona meno titolata per farlo: risolva prima i problemi della sua "comunità" irenista che lui stesso non considera cattolica e fa bene.

Quanto alla San Pio X, si è auto-esclusa da sé e lo ha fatto deliberatamente quando hanno deciso di riservare al voto democratico del Capitolo ogni decisione sul punto. Non esiste più come realtà corporativa, neanche irregolare, della Chiesa Cattolica, e questo corrisponde alla frammentazione in atto giustamente richiamata da Dante. Tutto il resto è una conseguenza.

E' quindi inevitabile che da parte delle Autorità della Chiesa se ne prenda atto e si chiuda la partita, formalizzando la separazione e aprendo le porte a quanti tra essi vorranno rientrare singolarmente o in gruppo. Spero che siano molti. E credo anche che nessuno più si illuda che si possano eternare discussioni ormai archiviate.
La chiarificazione c'é stata per merito storico esclusivo di Benedetto XVI, ora c'é solo da tirare le somme e prima lo si fa meglio è per tutti.
gianni

Luisa ha detto...

"anche se non condivido le sue opinioni liturgiche"

Le opinioni liturgiche di Papa Benedetto quando era cardinale, nei suoi libri?
???
Non erano opinioni liturgiche ma descrizione di una realtà devastante,non erano opinioni dell`allora cardinale ma rispetto del Magistero e della teologia liturgica.
Le dice qualcosa il Magistero sull`Eucaristia?

"Ricordo che il Concilio ha dato le direttive per la riforma della Messa tridentina, Messa che è stata riformata e che, una volta riformata, si è sostituita alla precedente. Questo mi sembra ovvio"

Quel che è ovvio è la sua ignoranza, nel senso di ignorare,a meno che sia malafede ideologica, il Messale del 1962 non è stato abrogato e la liturgia riformata non ha soppresso quella "tridentina", si legga il Summorum Pontificum e la lettera che lo accompagnava.

Anonimo ha detto...

Benchè non condivida l'approccio ecclesiologico di Enzo Bianchi debbo personalmente concordare con l'anonimo delle 08:25 che questo pezzo è tutto sommato equilibrato e che, a voler troppo leggere tra le righe, si rischia di far dire cose non dette ma che vorremmo fossero state dette così da poterle criticare con leggerezza.

Concordo poi con alcuni punti di go delle 13:14, in particolare il fatto che Benedetto XVI (sant'uomo che preghiamo tutti finirà la sua vita santamente e che un giorno, Dio volendo, sarà portato all'onore degli altari come San Giovanni Paolo II, San Giovanni XXIII e San Pio X e, prossimamente speriamo, i Beati Pio IX ed i Venerabili Paolo VI e Pio XII)abbia "peccato" di troppa bontà inverso la chiesuola integrista denominata FSSPX.

Chi ha il più maltratto S.S. Benedetto XVI durante gli anni del suo pontificato sono proprio stati quelli della FSSPX ed i loro simpatizzanti: le cose orribili scritte da codesti, che adesso si permettono di fare "finta" di mostrarsi "pro" benedittiniani solo per poter aver una specie di punto di appoggio per fare leva contro l'attuale Pontefice, Papa Francesco, sono ancora presenti in rete e facilmente rintracciabili.

Ma, più inportante ancora, è il fatto che abbiano ridicolizzato Benedetto XVI facendo dirgli cose cose che non ha mai detto e soprattutto non accedendo alla domanda che Cristo stesso, attraverso il Buon Pastore che il Santo Padre in quel momento era (grazie Enzo Bianchi).

Ha ragione Raffaella: hanno perso il treno, che in questo caso è la vera strada stretta da quando Cristo stesso ce l'ha indicata volens nolens: la Santa Chiesa cattolica, quella concreta degli Apostoli intorno a Pietro , e non un Pietro o una Chiesa di fantasia ma quel Pietro concreto di oggi, nella Chiesa concreta di oggi.

Onestamente, penso che sarebbe stato un errore avere la FSSPX re-integrata nella Chiesa cattolica e il Signore non lo ha permesso: non si può dare statuto canonico ad un'organizzazione che professa l'odio dei Papi, la disobbedienza ad un Concilio ecumenico dovutamente convocato e rato, il disprezzo per il diritto canonico stesso, l'hybris in generale, la maldicenza e la calunnia sistematica anche a livello il più alto (ricordiamoci lo stesso Fellay....).

Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi: grazie a Dio, la porta resta aperta a chi della FSSPX vuole ancora entrare nella Chiesa cattolica: ma che la FSSPX stessa rimanga dov'è!

La carità richiede ormai che Papa Francesco riconosca ufficialmente i membri di questa chiesuola canonicamente resecati dalla Chiesa così non dover più dipendere dal canone della Chiesa latina per la valida celebrazione dei loro matrimoni e delle loro confessioni.

Luisa ha detto...

"di troppa bontà inverso la chiesuola integrista denominata FSSPX."

"sono ancora presenti in rete e facilmente rintracciabili."


Simon, Simon, perchè non firma il suo commento?
Effettivamente il suo odio per la FSSPX è ancora presente in rete e facilmente rintracciabile!

Dante Pastorelli ha detto...

All'anonimo che mi chiama in causa dichiarando - legittimamente - di non condividere le mie posizioni voglio soltanto consigliare di leggere dichiarazioni e libri di teologi sedicenti cattolici ed anche di vescovi e cardinali, soprattutto, com'ho ricordato, del centro-nord Europa, ma non solo.
Quanto al Concilio Benedetto XVI, da Prefetto della CdF, ha affermato che esso ha voluto porsi ad un livello più basso dei concili dogmatici, al livello pastorale, quale fu voluto, svolto e concluso: vedi onferenza all'episcopato cileno dell'88. Ch'io sappia la pastorale può mutare. Del resto si consultino i testi magisteriali almeno dal Concilio di Trento (ma si dovrebbe partir da secoli prima) sino a Pio XII e si dimostri
la perfetta corrispondenza coi documenti del Vaticano II sui temi che la S. Pio X mette in discussione. Dichiararla è facile, questa corrispondenz perfetta, dimostrarla è imppossibile, almeno lo è stato sino ad ora, ed infatti da parte dei vertici della Chiesa non è mai stata dimostrata. Le famose risposte a quesiti non fanno altro che ripetee le parole del concilio invece di spiegarlne la continuità col magistero precedente.
Gherardini è un teologo di eccellente levatura ed ha suggerito le modalità per porre fine alla discussione proprio sui problemi che i testi conciliari ancora pongono, e non certo solo a lui.
Per quel che mi riguarda io ho sempre chiesto che il Papa, con atto d'imperio che nessuno potrebbe passar sottogamba,
ponga fine ad un dibattito che fatalmente contimuerà: dichiari che i testi del Vaticano II sono infallibili, li dogmatizzi insomma. Solo in tal modo, ove non si voglia proceder ad un sano discernimento della "nota" dei vari documenti conciliari o di loro parti, potremo finalmente dire: Roma locuta.
Ho ricordato le critiche che Benedetto ha rivolto a Nostra aetate e Gudium et Spes: mi sembra chiaro che su alcuni temi anch'egli è avanza gravi riserve. Se fosse magistero vincolante e infallibile avrebbe potuto esprimersi in quel modo?
La S. Pio X farà quel che vorrà fare, e non credo ad animo leggero. Io la mia scelta l'ho già fatta, ma questo non mi esime dal notare il diverso comportamento dei vertici romani verso questa Fraternità e verso altre realtà o singoli apparentemente in comunione.
Io sono stato "indultista" un poi' otorto collo: forse la confraternita di S. Francesco Poverino di cui son governaotore è stata la prima ad usufruire dell'indulto nell'85. Ma affermare che l'indulto era sufficiente significa non aver capito proprio niente della profondità del problema, ed anche di gettar discredito sull'operato cauto, prudente ma saggio di Benedetto XVI.

Dante Pastorelli ha detto...

Riallacciandomi al mio precedente intervento e lettine altri, aggiungo solo qualche postilla.
Ho detto che sono indultista: nel senso - non vorrei che si equivocasse - accettai con altri amici l'indulto per creare a Firenze un centro legato alla Tradizione liturgica che esprime la Verità sempre professata dalla Chiesa. Sapevo benissimo ch'era una misura double face: da una parte l'apertura, dall'altra un'evidente concessione graziosa che sostanzialmente dichiarava che l'antica liturgia era abrogata, e da qui l'indulto. Ma sapevo anche che questo non si pensava in alte stanze della S. Sede, tant'è vero che nell'86 una commissione cardinalizia di 9 membri costituita da Giovanni Paolo II ebbe a dichiarare che il messale antico non era mai stato abrogato
(8 su 9) e, all'unanimità, che esso doveva convivere col nuovo rito.
E siccome bonum diffusivum sui si combatté contro l'ostilità di moltissimi vescovi che denunciammo alla S. Sede. Giovanni Paolo II reintervenne con l'Ecclesia Dei adflicta dopo le consacrazioni episcopali "illecite" con
un'ulteriore apertura, che però non sortì l'effetto desiderato di un effettivo ampliamento dell'applicazione della misura a noi favorevole senpre per l'arroganza dei vescovi, che in buona parte persiste
nonostante il Summorum Pontificum ed i richiami pontifici.
Papa Benedetto ha ratificato quanto emerso dalla commissione cardinalizia dell'86 di cui era membro, con la liberalizzazione - assai cauta e ne comprendo i motivi dato ch'egli sapeva con chi avrebbe avuto a che fare - del Messale del '62.
Quanto alla Messa del Concilio, mi dispiace dover ricordare agl'immemori che vi furono due riforme (65 e 67) e poi quella definitiva o quasi (1969-70). Che questa rispecchi la volontà della costituzione Sacrosantum concilium è tutto da dimostrare, perché indimostrabile.

maura ha detto...

Mamma mia ! pensavo di aver sbagliato blog !

Anonimo ha detto...

Sono l'anonimo che teme che il pregiudizio abbia offuscato le capacità di lettura di Raffaella. Bianchi non fa un discorso generale parla dei lefreviani e dice nonostante tutto quello che avevano detto prima Ratzinger interloquisce con i tradizionalisti come il buon pastore cerca la pecora perduta. Che Bianchi volesse dire in quest'articolo che BXVI abbia fatto interloquire la Chiesa Cattolica SOLO con i tradizionalisti viene dal suo pregiudizio, non dall'articolo (ripeto lo dico da estimatore del blog che ritiene pero' che tutti possono sbagliare) . A Luisa , mi spiace ma non riesco a collegare i commenti ai nomi, e sicuramente non la conosco, a me piace la razionalità e mi spiacciono le inutili diatribe tra cattolici (so che qualcuno dubita che Bianchi lo sia, ma fino a che non me lo dice un vescovo, preferibilmente il suo ordinario, io lo considererò tale) mi piace quello che dice Messori della Chiesa dell'ET ET .

Anonimo ha detto...

Cara Luisa, conosco il testo del Summorum Pontificum. Dire che il Messale 1962 non è stato abrogato è, secodo me, un modo che Papa Benedetto ha usato per liberalizzarlo. Siccome non penso di ignorare le cose o di essere in malafede, mi dia le prove che quel Messale non è stato abrogato. Io, intanto, le riporto queste parole: "Il nuovo Ordo è stato promulgato perché si sostituisse all’antico, dopo matura deliberazione, in seguito alle istanze del Concilio Vaticano II. Non diversamente il nostro santo Predecessore Pio V aveva reso obbligatorio il Messale riformato sotto la sua autorità, in seguito al Concilio Tridentino." (Paolo VI, 24 maggio 1976) Se poi la prova è solo l'affermazione di Papa Benedetto nel già citato Motu Proprio, posso dire che ci sono persone (non lei perchè non la conosco) che mettono sotto lente di ingrandimento i testi del Concilio, mentre i documenti che fanno comodo li accettano acriticamente. Spero di non aver offeso nessuno. go

Dante Pastorelli ha detto...

"Sostituirsi" nella prassi non significa abrogazione giuridica.
Già il card. Ottaviani nel 71 diceva che nessun documento giuridico abrogava il VO.
Inoltre l'anonimo mi sembra che non tenga conto del pronunciamento della commissione cardinalizia da me ricordato. Dispiace solo che non siano mai state rese note le argomentazioni di tale pronunciamento, forse per non nuocere alla memoria di Paolo VI per il pasticcio che aveva creato. E ridurre la meditata e certo sofferta valutazione di Benedetto ad uno squallido "modo", cioè un trucchetto, per liberalizzare il rito antico, è moralmente del tutto inaccettabile.

Luisa ha detto...

"Dire che il Messale 1962 non è stato abrogato è, secodo me, un modo che Papa Benedetto ha usato per liberalizzarlo.
...mi dia le prove che quel Messale non è stato abrogato."


Non ho bisogno di darle delle prove altre che il documento di Benedetto XVI che è LEGGE UNIVERSALE per tutta la Chiesa dunque anche per lei.

Anonimo ha detto...

Non ricordo ora la data, ma anche Benedetto XVI, prima di emanare il Motu proprio Summorum pontificum cura che, come ricorda Luisa, è Legge liturgica universale per la Chiesa latina, riunì l'intero Collegio cardinalizio perché si pronunciasse sulla questione se il Messale del 1962 fosse stato abrogato o no. Il parere del collegio fu univoco e chiarissimo: nunquam abrogatum.
L'idea che fosse abrogato o in qualsiasi modo proibito era errata, frutto di equivoci e forzature alle quali, durante il tormetato pontificato di Montini, si diede eccessivo spazio. Dell'errore ci si è avvisti sempre meglio anche in seguito agli abusi sempre più devastanti che prendevano piede col pretesto della riforma.

Tutti questi equivoci sono stati dissipati una volta per tutte dal Papa Benedetto XVI, che ha riconosciuto l'esistenza nella Chiesa di due forme dell'UNICO Messale Romano, dell'UNICO Rito latino: la forma Extraordinaria e quella Ordinaria, tutte e due espressione di un'unica lex orandi, lex credendi. Ogni sacerdote di rito latino è libero sempre di celebrare nell'una e nell'altra forma secondo le disposizioni del Motu proprio SP.
Nell'intenzone dichiarata di Benedetto XVI questa Legge porterà a una "riforma della riforma" per dare migliore e più conforme attuazione ai dettami del Conclio Ecumenico, che furono in parte fraintesi e male attuati nell'immediato post-concilio.

Tutto questo riassuntino solo per dire che è assurdo stare ancora a discutere di queste cose già stabilite, garantite e vissute, in una materia che appartiene non alle libere opinioni ma alla cura dei Sommi Pontefici.
gianni

Anonimo ha detto...

Cara Luisa, lo so che è una legge universale, anche per me. Ciò che mi fa rimanere perplesso è l'abrogazione. Paolo VI è stato chiaro facendo riferimento al modus operandi di Pio V. Con coerenza Giovanni Paolo II ha concesso l'indulto, non l'esistenza di una forma accanto all'altra. Altrimenti non vedo perchè il V.O. avrebbe dovuto essere riformato, se doveva rimanere in vigore. Tutto qui.

Caro sign. Pastorelli, il Concilio, anche se di taglio pastorale, non è un gradino più in basso degli altri. Lo dice anche Gherardini quando afferma che si tratta di Magistero solenne e conciliare. Ecco, fin qui posso dargli ragione. Magistero, quindi non posso scegliere ciò che è valido da ciò che non lo è confrontando con documenti del passato. La pastorale, anche se diversa da quella di Pio IX, X o di Pio XII, è quella stabilita da un Concilio. E per quanto ne so io, ciò che è di diritto divino non muta mai, ma ciò che è di diritto ecclesiastico (ossia, il modo di fare una certa cosa o un'altra) può cambiare senza problemi.

go

Ambrosiano e cattolico ha detto...

Giusto giusto Enzo Bianchi: chi più salottiero di lui?
Maestro e abile parolaio, si erge sempre a sapiente esperto di chi è nello spirito conciliare e chi no, cercando di separare i cattolici, di strumentalizzarli e di indirizzarli verso un cammino ideologico.
Adesso che sente venirgli meno il terreno sotto ai piedi, cerca forse di risollevare problematiche del famoso spirito del concilio, tanto amate dai media?

Dante Pastorelli ha detto...

Anonimo GO, leggi bene quel che scrive Gherardini, che distingue in modo a tutti accessibile i diversi gradi di magistero.
Che il concilio sia magistero straordinario nessuno lo nega: bisogna vedere se la sostanza corrisponda o meno alla forma.
Fu voluto come pastorale sin dalla sua indizione e la Nota Praevia anch'essa afferma che i documenti conciliari hanno una nota diversa, che bisogna distinguere ecc. ecc.
Il giudizio sul Vaticano II come concilio pastorale che si è voluto porre ad un livello inferiore rispetto ai grandi concili dogmatici, non è mia, ma del card. Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1988 - conferenza ai vescovi cileni -. Dunque se non sei d'accordo, veditela con lui, se sei alla sua altezza. Per parte mia ricordo che fu indetto come concilio pastorale, che tutte le volte che si toccavano temi dottrinali e sorgevano obbiezioni, i modernisti dicevano: ma sì, va bene, tanto è un concilio pastorale...
Se fosse stato un concilio dogmatico ci sarebbe stata, tema per tema, l'affermazione della Verità e la condanna dell'errore contrario: come avviene nei canoni di altri concili.
Questo non significa che nella pastorale non venga ad esser presentata la dottrina. Ma qui è il problema dell'ultimo concilio: saper discerner ciò ch'è conforme alla Tradizione e ciò ch'è novità, tra ciò che è infallibile da ciò che non lo è e può esser discutibile.
Anche teologi che non condividono la posizione di Gherardini, di De Mattei, di Pasqualucci e di altri anche alti prelati, come p. Cavalcoli devon ammetter che nei testi conciliari ci sono contorsioni, contraddizioni, espressioni equivoche. Lo stesso linguaggio espositivo e non normativo acuisce le equivocità. Come può esser infallibile ciò ch'è contorto, equivoco e dunque diversamente intepretabile?
Ecco perché io dico:1) si chiariscano i punti fondamentali dell'ecumenismo, della libertà religiosa, ecc.; 2) o si dogmatizzi in blocco il Vaticano II. In questo secondo caso io tutto accetterò docilmente.