sabato 6 luglio 2013

Leggi Francesco, ma pensi Benedetto

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Laura.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Buon pomeriggio Raffaella,
ho finito di leggere l'enciclica con calma e sono parzialmente d'accordo con Don Diego Goso (che tra l'altro ha uno dei blog preti-gestiti piu' divertenti del web: chi ha mai detto che i preti devono essere tutti seriosi?). Di Francesco c'e' solo il paragrafo 5, 6 e 7. Tutto il resto e' puro Ratzinger, alla faccia di Ouillet e curiali vari. Per chi ha seguito in modo serio e obiettivo il pontificato di B16 ritornano tutti gli elementi espressi in otto anni, esempi semplici inclusi - che forse tanti all'epoca non hanno visto perche' abilmente "paraocchiati" in partenza. Non c'e' lo stile di Bergoglio, come l'abbiamo conosciuto finora da Santa Marta e udienze; ha una minore familiarita' con la lingua italiana e il parlare a braccio non e' la stessa cosa che scrivere un testo, ma comunque lo stile della persona e' quello che e', e in questa enciclica traspare tutto B16 dall'inizio alla fine. Il fatto che l'Emerito abbia consegnato al Regnante una "bozza non ancora conclusa" non esclude la cosa piu' semplice di tutte: che Francesco abbia chiesto a Benedetto XVI di concluderla, cosa che a vedere il testo mi sembra la spiegazione piu' semplice e logica plausibile. Magari a tanti non piacera' (cfr Mancuso), ma fossi io nei panni bianchi di Francesco mi prenoterei subito l'Emerito per qualcos'altro, magari per la chiusura dell'Anno della Fede - sicuro che ha per vocazione ricevuta piu' doni di lui in questo tipo di campo - mentre intanto traduce in quotidianita' semplice quanto espresso con chiarezza estrema (e per questo a tanti urticante e fastidiosa) dal migliore Ghost-writer :) che la storia abbia mai visto.

Francesco ha detto...

Mi è piaciuto molto questo commento. Soprattutto il finale.

"E il risultato e’ un enciclica che è un vero passaggio di consegne con il meglio dei due papi insieme. Sarà un testo su cui nella chiesa si lavorerà tanto, vuoi per l’argomento essenziale, vuoi per la portata storica dell’essere a quattro mani e due cuori così diversi ma così innamorati del mistero di Cristo.
Per questo ai teologi una prece: non cominciate a fare volumi di commento che capite solo voi, approfondendo parti bibliche e storiche che alla gente interessano come le circolari di un club di amanti dei garofani. Semplificate il genio di Benedetto alla maniera di Francesco. E la luce della fede non sarà offuscata dal nostro ego ridondante. Non una lettura estiva, ma una lettura per la vita."