lunedì 10 febbraio 2014

I mezzi di comunicazione al tempo di Benedetto XVI (Nasca)

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2 commenti:

Arcangela ha detto...

Come si sono comportati con Benedetto? SAT 2OOO ha sempre interrotto le udienze, ha spesso dato in differita o non trasmesso i concerti. La stampa vaticana è sempre stata avara e non si è sprecata. La sala stampa ha pubblicato con atroce lentezza i discorsi improvvisati o espressi in altre lingue che non fosse l'italiano. Avranno mai letto i messaggi per le comunicazioni?
Arcangela

carmelina ha detto...

A proposito di proiettili di carta, ne vogliamo parlare delle ultime allucinazioni teologiche di hans kung nell'intervista su repubblica (immancabile nel giorno dell'anniversario della rinuncia di Benedetto)? Non tanto il fatto della lettera che il tipo ha ricevuto da Benedetto e del suo contenuto (l'ennesima prova della santità di Benedetto e della sua sovrumana umiltà') ma tutto il contesto. La descrizione plastica del tipo che cerca e trova, sul tavolo pieno zeppo di carte e fogli, la lettera di Benedetto (fa tanto Vecchio saggio, indifferente alle sciocche formalità' ma interessato alla sostanza); il suo schiaffare ad ogni piè' sospinto il titolo di "teologo ribelle e incompreso" e subito dopo dichiararsi indifferente alle sofferenze patite per il bene della Chiesa (mi ha fatto venire in mente una scena della "ragazza con la pistola" con Monica vitti quando questa nel bel mezzo di una scena di seduzione, ormai ridotta ad un ammasso di carne tremolante, continua a ripetere come un disco rotto "di ghiaccio sono". Lo stesso per kung che vive da anni una dichiarata relazione unilaterale e ossessiva di rivalità' "professionale" nei confronti di Ratzinger/Benedetto e pretende di essere credibile quando sostiene di essere totalmente immune al rancore). E dulcis in fundo, i consigli finali a Totem Bergoglio. mastro kung tocca qui le più' alte sfere della comicità. Essendo una persona a tinte unite, herr kung e' una maschera universale come certi personaggi della commedia di moliere . e' il tipico dotto perennemente appollaiato sulla cattedra con registro delle note e bacchetta che ha imparato a fare della libertà e democrazia all'interno della Chiesa il suo cavallo di battaglia ma, in soldoni, tronfio e superbo, continua a pontificarne con un estro tirannico e pomposo e la contraddizione in termini tra contenuto, forma e sostanza nel suo discorso hanno un impressionante effetto esilarante. E' un personaggio degno di un'imitazione di Carlo Verdone.