lunedì 18 agosto 2014

Benedetto XVI: Confido che le mie parole nell'Università di Regensburg possano costituire una spinta e un incoraggiamento a un dialogo positivo, anche autocritico, sia tra le religioni come tra la ragione moderna e la fede dei cristiani (YouTube)




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Grazie alla nostra Gemma aggiungiamo un altro tassello nel mosaico che ci sta facendo ripercorrere le reazioni ed i frutti seguiti alla lectio di Ratisbona.
Nella catechesi dell'udienza generale del 20 settembre 2006 Benedetto XVI, descrivendo il Viaggio Apostolico in Baviera, si soffermò ancora sulla lectio. Qui il testo integrale.
In particolare:


"Un'esperienza particolarmente bella è stata per me in quel giorno tenere una prolusione davanti a un grande uditorio di professori e di studenti nell'Università di Regensburg, dove per molti anni ho insegnato come professore. Con gioia ho potuto incontrare ancora una volta il mondo universitario che, durante un lungo periodo della mia vita, è stato la mia patria spirituale. Come tema avevo scelto la questione del rapporto tra fede e ragione. Per introdurre l'uditorio nella drammaticità e nell'attualità dell'argomento, ho citato alcune parole di un dialogo cristiano-islamico del XIV secolo, con le quali l'interlocutore cristiano - l'imperatore bizantino Manuele II Paleologo - in modo per noi incomprensibilmente brusco - presentò all’interlocutore islamico il problema del rapporto tra religione e violenza. Questa citazione, purtroppo, ha potuto prestarsi ad essere fraintesa. Per il lettore attento del mio testo, però, risulta chiaro che non volevo in nessun modo far mie le parole negative pronunciate dall'imperatore medievale in questo dialogo e che il loro contenuto polemico non esprime la mia convinzione personale. La mia intenzione era ben diversa: partendo da ciò che Manuele II successivamente dice in modo positivo, con una parola molto bella, circa la ragionevolezza che deve guidare nella trasmissione della fede, volevo spiegare che non religione e violenza, ma religione e ragione vanno insieme. Il tema della mia conferenza – rispondendo alla missione dell’Università – fu quindi la relazione tra fede e ragione: volevo invitare al dialogo della fede cristiana col mondo moderno ed al dialogo di tutte le culture e religioni. Spero che in diverse occasioni della mia visita - per esempio, quando a Monaco ho sottolineato quanto sia importante rispettare ciò che per gli altri è sacro - sia apparso con chiarezza il mio rispetto profondo per le grandi religioni e, in particolare, per i musulmani, che “adorano l’unico Dio” e con i quali siamo impegnati a “difendere e promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà” (Nostra Aetate, 3).
Confido quindi che, dopo le reazioni del primo momento, le mie parole nell'Università di Regensburg possano costituire una spinta e un incoraggiamento a un dialogo positivo, anche autocritico, sia tra le religioni come tra la ragione moderna e la fede dei cristiani.

5 commenti:

Arcangela ha detto...

l'8 aprile 2006 Benedetto "Dio o c'è o non c'è. Ci sono due sole opzioni.O si riconosce la priorità della ragione, della ragione creatrice che sta all'inizio di tutto, o si sostiene la priorità dell'irrazionale, per cui tutto quanto funziona sulla nostra terra e nella nostra vita sarebbe solo occasionale: la ragione sarebbe un prodotto dell'irrazionalità."
Arcangela

laura ha detto...

Forse solo ora, alla luce di quanto sta avvenendo in Iraq si capisce qualcosa. Le reazion idi allora da parte musulman furono spietate e feroci, eppure papa Benedetto dopo soli 2 mesi ebbe il coraggio di andare a pregare con i pochissimi cristiani della Turchia ed entrò nel cuore dell'intera nazione.
Qualcuno lo ricorda?

Anonimo ha detto...

OT segnalo L'uomo che rifiutò il papato' su Qelsi 16/08/14, se non l'hai già letto.A.

Arcangela ha detto...

Papa Francesco sull'aereo ha reso un devoto e riconoscente omaggio a Benedetto: speriamo che i MEDIA lo abbiano voluto ascoltare, Enzo Bianchi compreso!
Arcangela

perplesso ha detto...

non direi un omaggio.
quando parla di benedetto lo fa solo per ricordare che si è dimesso e che potrebbe seguirlo.