venerdì 10 ottobre 2014

Il card. Mueller contro la censura imposta agli interventi dei partecipanti al Sinodo (Tosatti)

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In altri tempi, non troppo lontani peraltro, l'atteggiamento del card. Mueller sarebbe stato applaudito come emblema della libertà di pensiero e parola nella chiesa. Ora viene percepito come un fastidio.

2 commenti:

Arcangela ha detto...

Benedetto "La Chiesa deve sempre rinnovarsi e ringiovanire e la Parola di Dio, che non invecchia mai né mai si esaurisce, è mezzo privilegiato a tale scopo. E' infatti la Parola di Dio che, per il tramite dello Spirito Santo, ci guida sempre di nuovo alla verità tutta intera."
Arcangela

gemma ha detto...

A proposito di censura, Oggi deve fare davvero molta attenzione chi osa criticare il Papa. Per noi che ci eravamo abituati alle critiche feroci a Benedetto, compreso il fuoco amico, è di strana comprensione. Avrebbe dovuto essere sempre così per un cattolico, che il Papa lo si rispetta, ma non lo è stato. Qui venivano ad accusarci di papolatria, di fare apologetica, solo perché chiedevamo un minimo di rispetto e di informazione non distorta. Ci arrivarono pure pesanti insulti personali quando abbiamo provato a ragionare sulle radici dell'odio verso Ratzinger. Durante mie sortite nelle librerie romane mi aveva sempre stupito la disinvoltura con cui nelle vetrine e sui banchi principali delle Paoline si trovavano in bella mostra libri di Kung, Mancuso, Augias e ricordo ancora la facilità con cui mi trovai tra le mani libro in cui Politi dava del fallito a Benedetto XVI mentre faticavo a trovare i suoi, di libri. E' il prezzo della libertà di informazione e divulgazione, pensavo, e l'idea di una chiesa che non teme la libertà di senno di chi legge e sceglie dove stare in fondo mi è sempre piaciuta. Sono per il"liberi di criticare e altri altrettanto liberi di replicare alle critiche". Oggi il libro di Socci pare sia stato bandito, su Francesco ciò che si poteva per altro e altri non si può. Alle Paoline si può tuttora mettere in dubbio il Vangelo, la risurrezione di Cristo, la sua presenza nell'Eucaristia, il valore salvifico della croce, si è potuto dare del fallito a Giovanni Paolo morente o a Benedetto molestato dai corvi o discettare sui silenzi di Pio XII, ma è consuetudine valida solo per loro. Così come con loro è finita l'era dei dissidenti coccolati e plurinvitati ad esprimersi dai media, siamo al punto che si va in cerca del pretesto per mettere in ridicolo chi dissente, come nei regimi di nefasta memoria. Tutto cambia ma tutto è in continuità, ci raccontano, anche chi fino ad un anno fa faceva sermoni che andavano in altra direzione. Non solo, tra i piccoli che stanno in basso, per chi osa ragionarci un pò su è un vergogna, vergogna, vergogna!
Sarà l'epoca del soffio dello spirito, si potrà innovare finché si vuole, ma se non ci si libera dell'ipocrisia e della cortigianeria che impedisce di "dirsele" la chiesa il rischio di corruzione è probabile che non lo perda