mercoledì 22 ottobre 2014

La preghiera di Giovanni Paolo II a Bologna: In nome dell'arbitrio, chiamato libertà, si continuano a sopprimere esseri umani non nati e innocenti (YouTube)




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Grazie al lavoro della nostra instancabile Gemma riascoltiamo l'omelia tenuta da Giovanni Paolo II a Bologna, il 28 settembre 1997, in occasione della Santa Messa a conclusione del XXIII Congresso Eucaristico Nazionale.
E' bello riascoltare le parole dell'omelia nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria di San Giovanni Paolo II.
Clicca qui per leggere il testo integrale.
In particolare:

"Penso qui agli inizi della Chiesa, agli apostoli Pietro e Paolo, ai martiri dei primi secoli e, dopo l'editto di Costantino, all'epoca dei santi Padri, dei Dottori, dei Fondatori di Ordini e Congregazioni religiose sino ai nostri tempi. Incessante è il memoriale della grande Eucaristia, che racchiude il rendimento di grazie della storia, perché Cristo "con la sua santa Croce ha redento il mondo".

Per il popolo italiano questo Congresso è l'ultimo del secolo: un secolo che ha visto consumarsi su scala planetaria gravi attentati all'uomo nella verità del suo essere. In nome di ideologie totalitarie e menzognere, questo secolo ha sacrificato milioni di vite umane.



In nome dell'arbitrio, chiamato libertà, si continuano a sopprimere esseri umani non nati e innocenti. In nome di un benessere che non sa mantenere le prospettive di felicità che promette, molti hanno pensato che fosse possibile fare a meno di Dio. Secolo segnato, dunque, da ombre oscure, ma anche secolo che ha conservato la fede trasmessa dagli Apostoli, impreziosendola col fulgore della santità".

"In questo pellegrinaggio la guida è Cristo crocifisso e risorto che, mediante la sua morte e la sua risurrezione, conferma costantemente l'orientamento ultimo del cammino umano nella storia. Di per sé, il deserto di questo mondo è luogo di morte: l'essere umano vi nasce, vi cresce e vi muore. Quante generazioni, nel corso dei secoli, hanno trovato la morte in questo deserto! L'unica eccezione è Cristo. Solo Lui ha vinto la morte e ha rivelato la vita. Solo grazie a Lui coloro che sono morti potranno risorgere, perché Lui soltanto può introdurre l'uomo, attraverso il deserto del tempo, nella terra promessa dell'eternità. Lo ha già fatto con sua Madre; lo farà con tutti coloro che credono in Lui e fanno parte del nuovo Popolo in cammino verso la Patria del Cielo".

"Con lo sguardo fisso sull'Eucaristia, mistero centrale della nostra fede, noi imploriamo: Signore Gesù, Verbo di Dio incarnato nel seno della Vergine Maria, accompagna i passi del popolo italiano sulle strade della giustizia e della solidarietà, della riconciliazione e della pace!
Fa' che l'Italia conservi intatto quel patrimonio di valori umani e cristiani che l'ha resa grande nei secoli. Dagli innumerevoli tabernacoli che costellano il Paese si sprigioni la luce di quella verità e il calore di quell'amore in cui sta la speranza del futuro per questo, come per ogni altro popolo della terra".





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4 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao Raffaella, ti segnalo una chicca: un articolo del prof. Ratzinger del 1972, dal titolo originale in tedesco di "Zur Frage nach der Unauflöslichkeit der Ehe: Bemerkungen zum dogmengeschichtlichen Befund und zu seiner gegenwärtigen Bedeutung", sulla questione quanto mai attuale dell'indissolubilità del matrimonio, che ho trovato tradotto in inglese:

http://www.pathsoflove.com/texts/ratzinger-indissolubility-marriage/

buona lettura,

Antonio

Arcangela ha detto...

Benedetto "Donare la vita, non prenderla.E' proprio così che facciamo l'esperienza della libertà. La libertà da noi stessi, la vastità dell'essere. Proprio così, nell'essere utile, nell'essere una persona di cui c'è bisogno nel mondo, la nostra vita diventa importante e bella. Solo chi dona la propria vita la trova.
Arcangela

carmelina ha detto...

Breve (si fa per dire) notazione. Va di moda evocare il mito di una fronda contraria al papa e, specie in USA, la tendenza a equiparare gli insulti a papa Benedetto con quelli a Totem Bergoglio. Gravi i primi ma molto più gravi i secondi.
Per esempio il fatto di soprannominare Bergoglio con il nomignolo di totem sarebbe da annoverarsi tra gli insulti.
Ancora una volta la fronda "progressista-protestante" prende fischi per fiaschi (come al suo solito). La fronda e l'insulto libero e' quella espressione di odio personale che si estrinseca in maniera nascosta, sibillina e per interposta persona. La fronda e' quella cosa, per intenderci, che anonimamente fa pappa e ciccia con i giornalisti, vende informazioni, "parla a nuora perché' suocera intenda". L'insulto e' quella cosa che colpisce l'onorabilità di un sacerdote/papa oltre che persona come per esempio l'accusa DI ESSERE CONNIVENTE CON UNA MAFIA PEDOFILA INTERNA ALLA CHIESA. Ora criticare apertamente, mettendoci faccia e nome, la pastorale di un vescovo di Roma esponendo unicamente i punti in cui si pensa quell'operato ferisca la professione di fede, si chiama LIBERO ARBITRIO e non FRONDA. Identificare con nomignoli la funzione extra-ecclesiale che il pontefice ha assunto suo malgrado nell'agone pubblico, chiamansi SATIRA non INSULTO. Se si necessitano di corone di spine ad hoc per ungere di martirio la pastorale di un pontefice-amico si prega i diretti interessati a non arrampicarsi sugli specchi di quattro tangheri, insultatori internettiani di professione, e di un paio di cardinali con il VIZIO di celebrare in latino. Grazie

Anonimo ha detto...

OT Raffaella passo un link da www.kath.net 'La verità della religione e la vera religione' testo integrale del messaggio di BXVI per l'aula magna a lui dedicata.....una boccata di etere puro ed è tradotto benissimo.A.