sabato 18 ottobre 2014

Sinodo, malumori e ostilità tra i prelati (Franco). Quanti pasticci (R.)

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Franco...Franco...Franco...se c'è stato un Papa osteggiato all'interno della chiesa, questi risponde al nome di Ratzinger.
Il sinodo è stato il primo vero banco di prova del pontificato non perché malumori e problemi non ci fossero anche prima, ma perché essi erano sapientemente coperti da una cortina di fumo soprattutto mediatica. Semplicemente telegiornali e giornali presentavano la chiesa come il luogo del profumo di primavera e dell'unità misericordiosa.
Quando il gioco si è fatto duro i più coraggiosi hanno parlato ed altri si sono accodati.
Spezzo una lancia a favore di Kasper: non si è autoaccreditato come il portavoce di Bergoglio visto che e' il teologo tedesco il primo ad avere avuto l'onore di essere citato in un Angelus.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti passo un link dal blog di father Z che commenta Franco, imperdibile 'Views on the synod right now'.A.

Anonimo ha detto...

La tentazione di tornare in Sacrestia, di rinchiudersi a riccio, di privilegiare un cristianesimo di nicchia, per pochi "eletti" o aprirsi al mondo, alle sue periferie, alle tante domande e sfide che la realtà ci chiama a raccogliere? Cosa ci indica Nostro Signore nel Vangelo?

Anonimo ha detto...

Dai paesi "civili", il cardinale 23 ha sottratto la Francia. Una volta si diceva che quello che succedeva lì dava il via agli altri: si vede che la Manif pour tous ha lavorato proprio bene. Buona domenica, Eufemia

F. ha detto...

Caro Anonimo delle 22.49, Cristo nei Vangeli ci manda in giro per il mondo ad annunciare il suo Vangelo, questo è molto vero; ma è altrettanto vero che lui stesso non aveva paura di chiamare "peccato" il peccato, di denunciare chiaramente il male e di andare contro la mentalità dominante (i discepoli sono evidentemente restii ad accettare le parole dure e assolutamente controcorrente di Gesù sul divorzio, in un ambiente dove esso era permesso). Accoglienza sì, apertura verso gli altri sì, ma mai a scapito della Verità, e senza il timore che gli interlocutori scappassero di fronte alla durezza delle sue parole (si veda la fine del discorso del pane di vita di Gv 6). Vediamo, insomma, di non sceglierci dai Vangeli solo quel che fa comodo, per produrre un'immaginetta di Cristo edulcorata e buonista che non infastidisca nessuno ma che, francamente, è assolutamente patetica e per nulla corrispondente alla realtà: è ora di finirla con questa contrapposizione retorica tra "chiusura" e "apertura" che di evangelico non ha nulla.