giovedì 22 marzo 2018

Lettergate, Benedetto XVI sul banco degli imputati? Che novità! (Raffaella)

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Matzuzzi riassume perfettamente il clima. Era del tutto ovvio che, alla fine, ci sarebbe andato di mezzo Benedetto XVI.
La colpa? Semplicemente esistere!
Ostinatamente lo si accusa di violare la consegna del silenzio promessa dopo le dimissioni.
In sostanza si vorrebbe che il massimo teologo vivente tacesse per sempre. Peccato che nemmeno ai condannati per reati gravi si nega la libertà di pensiero e di parola.
Si vorrebbe un Papa Emerito condannato all'ergastolo per chissà quali colpe. Forse potremmo metterci in contatto con Franca Leosini che è esperta nelle interviste ai condannati :-)
La reazione scomposta di questi giorni, diventata ancora più violenta nelle ultime ore, dimostra quanto Benedetto sia scomodo e quanto ancora si abbia paura di lui e della sua intelligenza.
Purtroppo molti giornalisti (non tutti!) hanno perso la bussola arrivando ad accusare il Papa Emerito, i blog a lui vicini o addirittura la curia ostile. Ma quale curia? Sono passati cinque anni dalla rinuncia e ancora diamo la colpa al vecchio corso? Non c'è più nemmeno un "ratzingeriano" (ammesso che ce ne siamo mai stati) nella curia, salvo rarissime eccezioni come il caro cardinale Sarah, il cui ruolo è comunque fortemente ridimensionato.
Del "lettergate" vengono accusati tutti: da Ratzinger ai blog ma non c'è il minimo cenno di autocritica da parte di chi ha gestito la vicenda e non c'è alcuna obiettività da parte degli araldi del nuovo corso.
Avanti così ma poi non stupiamoci se la considerazione per i media è quella che è...
La lettera di Benedetto era personale e riservata. Si è deciso di usarne solo una parte con tutte le conseguenze del caso.
Arrivare addirittura ad accusare Ratzinger di essere rancoroso verso alcuni teologi...beh...lasciamo perdere!
Parliamoci chiaro: da questa vicenda due soggetti escono sconfitti: il vaticano e la categoria dei giornalisti (non tutti ovviamente). Forse è questa la vera ragione di tanto rancore e cattiveria.
R.

Vedi anche:

Viganò, dimissioni "soft". Benedetto è il vero obiettivo

Viganò si dimette, ma niente scuse a Benedetto XVI

Il teologo che "odiava" Ratzinger





3 commenti:

maura ha detto...

Chi ha violato la consegna del silenzio promessa ?
Non certo BXVI che se ne sta al suo posto ma chi e' andato a cercarlo .

Chi va a visitarlo e chiede una fotografia ?
(E a me personalmente fa un piacere immenso constatare il suo stato di salute !)
Non certo lui che si mette in posa ma accondiscende al desiderio del visitatore .

Perche' la sua presenza da fastidio ?
Perche' il maligno dirimpetto al giusto vede come in uno specchio tutta la sua miseria .

gemma ha detto...

Ma davvero si è passato il colmo. Quando è stata citata la prima parte della lettera i primi ad esaltare le parole di Benedetto sono stati quelli che uscita la seconda parte recriminano sul suo mancato silenzio. Come sempre la libertà di parola è bella quando conferma il proprio pensiero. Si è talmente perso l’uso della ragione che si inveisce contro il mancato silenzio di uno che il suo pensiero non voleva divulgarlo, visto che la lettera avrebbe dovuto essere personale e riservata. In ogni caso, mi pare che alla fine, a parte le solite invettive a Ratzinger, le richieste di silenzio e le solite litanie contro chi ostacola le riforme del secolo scorso, tutto è come prima, si è solo sostituita una prefettura con un assessorato.








maura ha detto...

Il Pastore

http://www.lanuovabq.it/it/benedetto-xvi-un-pontefice-impossibile-da-taroccare

Nella vicenda Viganò c’è molto più di Viganò. C’è un attacco a Benedetto XVI in cui il taroccamento mediatico sarebbe stato funzionale ad un taroccamento teologico e magisteriale, nel tentativo di cambiare i connotati percepiti del magistero di Ratzinger, trascinandolo verso altre interpretazioni. Fede e ragione, ecologia umana, diritto naturale, Quaerere Deum e vetus ordo: un pontificato scomodo ancora osteggiato.
Stefano Fontana