martedì 28 agosto 2018

L'assordante silenzio vaticano e la nostra "comprensione" per i giornalisti...(Raffaella)

Cari amici,
dal vaticano assordante silenzio sul Viganò report. Forse hanno bisogno di tempo per rispondere, punto su punto, a un dossier così articolato oppure la strategia è proprio quella di tacere in attesa che le acque si calmino. 
In fondo tutto è cambiato rispetto al periodo aprile 2005-febbraio 2013. In quel lasso di tempo i media agivano così per assalire il Papa: veniva scagliata la bomba mediatica e si attendeva la risposta vaticana (che solitamente tardava e oggi probabilmente capiamo meglio la ragione di tali ostinati silenzi). In attesa della reazione si faceva montare la polemica con articoli, interviste a prelati critici, interventi di intellettuali, editoriali, testimonianze...
Ovviamente, allora, i prelati critici erano considerati saggi, coraggiosi, liberi e distanti da ogni forma di clericalismo.
Oggi quei pochissimi vescovi o cardinali che osano muovere anche un piccolo appunto al nuovo corso vengono immediatamente marchiati come tradizionalisti, perfidi, attaccati al potere, sepolcri imbiancati, schiavi della mentalità clericale ecc. ecc.
Sotto Papa Benedetto un dossier come quello di Viganò sarebbe stato riprodotto in versione integrale su tutti i maggiori quotidiani, tradotto in tutte le lingue e il suo autore portato in trionfo. Ovviamente il contenuto sarebbe stato considerato perfettamente corrispondente a verità.
Ribadisco: non è possibile entrare nel merito della testimonianza di Viganò perchè finora nessuno l'ha contraddetta.
Dovere dei giornalisti sarebbe stato quello di indagare sulla veridicità o meno di certe affermazioni. Il dossier è falso? Il giornalista dice: sì, perchè sulla base di questo documento, questa testimonianza, questa conversazione è possibile dire che non corrisponde a verità.
Il dossier è vero? Il giornalista dice: sì, perchè risulta da documenti o testimonianze che è fondato.
Quello che il giornalista professionista non può dire è: il dossier è sicuramente falso perché Viganò agisce per vendetta, ha avuto problemi con la sua famiglia, detesta il caldo e vorrebbe trasferirsi al polo nord.
Non è screditando l'autore di un testo che si può confutare la sua fondatezza.
Basta rispondere semplicemente a una domanda: Viganò dice la verità o mente? Questo conta, non i pettegolezzi.
Massima comprensione da parte nostra per quei giornalisti che vedono sgretolarsi giorno dopo giorno il mondo ecclesiale perfetto che avevano descritto fino a pochi mesi fa. Invito tutti a ritrovare il gusto della ricerca e dell'informazione obiettiva, che non prende ogni accusa per oro colato, ma che indaga sempre per scoprire se un documento è vero o falso.
Forse non saremmo arrivati a questo punto se a suo tempo si fosse parlato del caso Inzoli (con relative richieste di chiarimento) e se si fosse indagato sul caso dei vescovi cileni (Barros in primis). 
E vogliamo discutere dell'occultamento mediatico dei "dubia"?
Qui siamo di fronte ad una schiera di avvocati difensori che finiscono per incartarsi illudendosi che, ai tempi di internet, sia ancora possibile orientare il pensiero dell'opinione pubblica.
Credetemi, cari media: non state facendo una bella figura, soprattutto perchè vi ricordiamo tutti in azione negli anni passati.
Il compito è relativamente semplice e consiste nella risposta a una domanda: Viganò dice la verità o mente?
Vedremo e commenteremo nelle prossime ore un esempio a caso di articolo di questi giorni.
R.

5 commenti:

Luisa ha detto...

Scrive Raffaella:

"Invito tutti a ritrovare il gusto della ricerca e dell'informazione obiettiva, che non prende ogni accusa per oro colato, ma che indaga sempre per scoprire se un documento è vero o falso."

È quello che ha fatto il vaticanista del Figaro Jean-Marie Guénois che, dopo aver letto la lettera di Mons. Viganò, ha condotto la sua inchiesta presso quattro fonti diverse, molto bene informate, e interne al Vaticano, per arrivare ad una prima conclusione : sarà difficile negare (contrastare) l`esattezza dei fatti descritti.

http://www.lefigaro.fr/actualite-france/2018/08/27/01016-20180827ARTFIG00267-le-pape-choisit-la-strategie-du-silence.php

Anonimo ha detto...

Difficile definirlo con certezza, ma.......Viganò è stato descritto da molti, troppi per non ritenere la cosa vera, come un uomo integerrimo, onesto e scrupoloso, vedasi la questione dei costi gonfiati del presepe di p.zza S. Pietro e tante altre cose che AVREBBERO dovuto essere consegnate direttamente al Papa allora regnante e che invece si perdevano nei meandri della segreteria di stato e mai arrivavano sulla scrivania papale, un'ultima, pare che la nomina a nunzio a Washington sia stata decisa in tutta fretta dal segretario di stato e non per nomina del papa, forse per toglierselo dai piedi? Risulta inoltre che mons.Viganò abbia mantenuto stretti contatti con GT, fate 2+2 e farà sempre 4, mai 5 come piacerebbe a lorsignori. A.

carmelina ha detto...


https://www.huffingtonpost.it/massimo-faggioli/il-cattolicesimo-negli-stati-uniti-e-il-tentato-golpe-contro-francesco_a_23510334/

Chi pensa questa operazione accetta il rischio di puntare a papa Francesco senza curarsi del fatto che un attacco a Francesco sulla questione degli abusi avrebbe necessariamente coinvolto i suoi due immediati predecessori. Il tentato golpe contro Francesco dice dello stato in cui versa l'opposizione oltranzista contro Francesco, negli Stati Uniti specialmente: che la frangia tradizionalista accetti il rischio di danneggiare Benedetto XVI e Giovanni Paolo II – nel pantheon cattolico americano, visti come l'opposto di Francesco - dice molto della loro disperazione.

La scelta di papa Francesco di non difendersi dalle accuse contenute nel memoriale, durante la conferenza stampa di ritorno dall'Irlanda, va anche letta come il rifiuto di considerare le accuse contro altri - incluso Benedetto XVI - formulate in quel documento. Molti in Vaticano dovranno prima o poi dare delle spiegazioni: ma questa è questione che non tocca Francesco in prima persona, che è sempre rimasto alla larga dalle cordate curiali chiamate in causa dall'ex nunzio.

raffaella,
il pezzo di melloni è zucchero e miele nei confronti di questo di ser massimo faggioli. l'odio di questo tizio per Benedetto qui raggiunge livelli megagalattici

falsità all'ennesima potenza

snaip ha detto...

il problema non è Paolo, Benedetto o Francesco. sappiamo tutti che il problema si chiama concilio vaticano secondo.

laura ha detto...

https://www.aldomariavalli.it/2018/08/28/vigano-screditato-ecco-come-lui-stesso-risponde/