Benedetto XVI: mons. Pompili, nuovo clima grazie a suo gesto dirompente
(ASCA) - Citta' del Vaticano, 24 apr
Il nuovo clima che si respira nella Chiesa con il pontificato di papa Francesco trae le sue radici dal ''gesto non rivoluzionario ma certamente dirompente compiuto da Benedetto XVI'' e culminato con la sua rinuncia al pontificato. E' quanto ha affermato mons. Domenico Pompili, direttore dell'ufficio nazionale per la comunicazione della Cei, intervenuto questa sera a Roma, presso la libreria Centro Russia Ecomenica, nel corso della presentazione del libro: ''Ratzinger. Dalla paura al tempo dell'amore'' del vicedirettore dell'Osservatore Romano Carlo Di Cicco.
Un volume, edito dall'editrice 'Memori', che ripercorre le tappe salienti del pontificato di papa Ratzinger fino al suo clamoroso gesto.
''In tutti i modi Benedetto XVI - afferma nel libro Di Cicco - ha cercato di disincagliare la barca di Pietro e rimetterla in piena navigazione. In parte e' stato compreso, ma la sua predicazione dell'amore e' rimasta per buona parte epidermica e servira', forse, nel prossimo futuro''.
A ricordare come quella di papa Ratzinger sia stata una ''spinta irrisolta sulla via della riforma della Chiesa'', e' stato invece mons. Pompili che, comunque, ha aggiunto che papa Benedetto ''ha avuto il merito di aver scacciato la paura nella Chiesa'' e che la sua rinuncia ''ha mostrato al mondo che un passaggio cosi' doloroso e' equivalso anche a quella creativita' che ha portato al cambiamento di clima attuale cosi' ben interpretato da papa Francesco''.
A prendere la parola anche il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi che ha, invece, ricordato quella che ha definito ''una diffidenza della stampa'' verso il pontificato di Ratzinger descritto troppo spesso come ''distante dalla gente''. Valutazione, ha fatto notare Siddi, poi smentita dagli ultimi atti del pontificato e ''dall'estrema umanita''' dimostrata da Benedetto XVI negli atti finali della sua missione.
Secondo il direttore dell'Asca, Gianfranco Astori, infine, la figura di papa Ratzinger va inquadrata nella ''fine del vecchio e nell'inizio del nuovo'', per la Chiesa cattolica e che le dimissioni di Ratzinger vanno inserite nell'alveo di un ''papa innovatore che ha chiuso definitivamente con la Chiesa del 'Sillabo' aprendo alla Chiesa della speranza''.
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Molto ingiusto ridurre il Pontificato di Benedetto XVI alla rinuncia.
Dire che il suo gesto ha aperto la strada al "nuovo clima" significa, sostanzialmente, confermare che il problema della chiesa era proprio Ratzinger.
La responsabilita' dei media e' molto grave ma ancora piu' grave quella della gerarchia ecclesiastica.
Benedetto XVI ha caricato sulle sue spalle la croce di tutti e per tutti e se l'e' portata a Castel Gandolfo.
Magari si potrebbe riconoscere almeno questo.
Non si puo' ridurre tutto alla rinuncia perche' in otto anni il Papa ha risolto problemi di portata epocale, problemi di cui oggi nessuno parla per convenienza o per malafede.
R.
il nuovo clima si respira anche , ma non solo, certo, ma ANCHE per una campagna di comunicazione durata settimane in cui tre volte al giorno, tutti i giorni, si è battuto e ribattuto sulla celebrazione del nuovo Papa. Non sto parlando di campagna di informazione, ma di celebrazione. Non ricordo niente di simile per altri Papi e non sono una bambina.
RispondiEliminaIn più , forse per una curiosa concentrazione delle polveri nell'atmosfera, la stampa è stata colta da amnesia paralizzante aggravata sui problemi della chiesa che dàvonsi gravi e incombenti fino all'11 febbraio e che giacciono addirittura risolti dopo l'insediamento del nuovo, per una strana legge chimica di disintegrazione del negativo.
Possono allargarsi i commentatori citati nel post, non è stata solo la rinuncia, ma anche il combinato disposto di questi accadimenti.
Perchè l'impressione che il combinato sia stato disposto da tempo, io ce l'ho.
Ho anche l'impressione che certi commentatori cattolici vogliano assolutamente che passi un'interpretazione bravina, pulitina, piena di speranza, con tutte le continuità, le dirompenze, la futura speranza e via spalmando il miele.
Ma non è stato così e non sarebbe giusto liquidare tutto così.
Dentro alla Chiesa si è giocato sporco nei confronti di Benedetto XVI e il letame è ancora dentro a Palazzo Apostolico. Qualcuno dovrà sbadilarlo via perchè non andrà via da solo e finchè rimane lì, puzza.
In qualche caso poi trovo svenevole e fastidioso attribuire qualche contentino di complimento al Papa emerito, giusto per non esagerare con il ghigno sul volto, tipo dire che era un bravo teologo o altri riconoscimenti omeopatici.
Quanto a Siddi poteva sbottonarsi di più perchè c'era da fare un seminario intero sul ruolo della stampa e sul prezioso contributo dei giornalisti a creare quel clima falso in cui si è barato continuamente contro Benedetto XVI. Sì, barato è la parola giusta.
Se si vuole dare l'impressione che tutto è a posto e ognuno ha avuto il suo, io nel mio piccolo, dico No, non siamo a posto. E secondo me con il tempo si vedrà sempre di più.
Ho fatto fatica a finire di leggere l`articolo tanto si susseguivano frasi subdolamente menzognere, ingiuste, o semplicemente false, sopporto molto male che si nomini Papa Benedetto quando lo si fa unicamente per esaltare l`aria nuova, il clima nuovo che respireremmo con il suo successore.
RispondiElimina"Il nuovo clima che si respira nella Chiesa con il pontificato di papa Francesco trae le sue radici dal ''gesto non rivoluzionario ma certamente dirompente compiuto da Benedetto XVI'' e culminato con la sua rinuncia al pontificato."
Perchè, prima come era il clima?
Freddo, oscuro, irrespirable?
E se lo era, lo era a causa di chi?
Forse che con l`arrivo di Jorge Bergoglio tutte le sporcizie, gli inquinamenti, contro i quali ha dovuto lottare Papa Benedetto, e per i quali è stato attaccato dai media, sono come per incanto completamente spariti?
Sono spariti anche dalle pagine dei media, ma siete così ingenui, cari prelati, da credere che i media che sono ora i votri fedeli alleati, continueranno ad esserlo quando Papa Bergoglio, dovrà pronunciarsi sui temi scottanti?
" In parte e' stato compreso, ma la sua predicazione dell'amore e' rimasta per buona parte epidermica e servira', forse, nel prossimo futuro''.
Parli per lei Di Cicco, parli per chi ha sopportato a mala pena il Pontificato di Benedetto XVI, parli per chi è stato da subito refrattario al suo Magistero, al suo esempio e alla sua persona.
Forse?
Quanto è brutto e deprecabile quel "forse", no, signor Di Cicco, la predicazione di Benedetto XVI è "servita" subito, "serve" oggi e "servirà"sicuramente nel futuro.
È arrivata diritta al cuore e alla mente di tutti i fedeli che ovunque nel mondo hanno seguito con attenzione e tanto affetto il loro Papa, che affollavano le piazze e le strade a Roma, in Italia e ovunque andava, che hanno aperto innumerevoli siti e blog per diffondere il suo Magistero.
E il bouquet finale è la frase di Astori secondo il quale:
"la figura di papa Ratzinger va inquadrata nella ''fine del vecchio e nell'inizio del nuovo'', per la Chiesa cattolica e che le dimissioni di Ratzinger vanno inserite nell'alveo di un ''papa innovatore che ha chiuso definitivamente con la Chiesa del 'Sillabo' aprendo alla Chiesa della speranza''.
Fine del vecchio?
Finita la Chiesa del Sillabo?
Caro Papa Benedetto,
hai dato la tua vita, e la stai ancora dando, alla Chiesa ma la Chiesa non ti meritava, che si vergognino coloro che non hanno nemmeno la decenza di frenare il loro ardore ideologico, tanto sono certi che il falso spirito del Concilio riprenderà le redini della Chiesa.
E quello sarebbe un libro su Benedetto XVI?
Per in realtà esaltare il nuovo?
Buona Festa della Liberazione, Raffy!
RispondiEliminaI vescovi italioti dovrebbero quando tacere e quando parlare, invece fanno l'opposto. Non rivoluzionario ma dirompente? S'illude monsignore: rivoluzionario e dirompente! Tacitare, sopire, minimizzare, Papa Benedetto sempre più cireneo, queste sono le parole d'ordine. Non s'illuda che i problemi siano superati solo perché si sta vivendo un momento di pax mediatica. I problemi sono tutti lì dietro la porta o rificcati a forza sotto il tappeto pronti a saltar fuori alla prima occasione. Sarà per questo che in questi giorni CEI e Vaticano sembrano affetti da afonia?
Sempre più convinta della bontà della mia scelta di non dare più l'8x1000 e alla Chiesa italiana e neppure l'Obolo di S. Pietro. Ci sono altri canali più diretti per aiutare chi, nella Chiesa, lo merita. Sono sempre più verso il bordo dell'ultimo banco.
Alessia
Buongiorno a tutte :-))
RispondiEliminaOttimi commenti davvero!
R.
"Lei è la fine del vecchio - chiesi al Papa nel nostro ultimo incontro - o l'inizio del nuovo?". La sua risposta fu: "Entrambi".
RispondiElimina(dall'ultimo incotro fra Peter Seewald e Papa Benedetto XVI)
Questo articolo è tutto da rileggere, non vedo l'ora che esca questa nuova biografia del nostro Papa.
http://rassegna.esteri.it/internet/imgrs.asp?numart=1SI7SE&annart=2013&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B6FHX&video=0
Alessia
A tutti buona festa di San Marco, simbolo di libertà.
RispondiEliminaStamane finalmente Francesco Merlo ha detto che non sono le scarpe nere a fare il povero, e che i poveri non scelgono di essere tali e ne farebbero volentieri a meno. Ha pure aggiunto che ad Assisi traspare il lusso minimalista e, aggiungo io,meno male che i seguaci di san Francesco chiamarono Giotto invece di Lello (Scorzelli). Eufemia
Ciao Eufemia, finalmente qualcuno inizia ad usare una certa razionalita' :-)
RispondiEliminaR.
Buongiorno a tutti. Mi piacerebbe festeggiare questa Festa della Liberazione, "liberandoci" da queste interpretazioni e commenti che francamente stanno assumendo toni al limite della demenza. Mi piace il termine utilizzato da Mariateresa -riconoscimento omeopatico-. Fateci un favore, signori giornalisti, monsignori e eccellenze varie: tacete, o piuttosto rallegratevi apertamente e sfacciatamente, come avete fatto quasi sempre con Benedetto regnante, quando versavate chili di letame e fango. Evitate di indorare la pillola. Godetevi questo momento di gloria, questa brezza di aria fresca e pulita. Dovete respirare a pieni polmoni, poverini vi capisco, dopo circa otto anni di fetore la mente si può incupire. Ora andate e correte felici per le praterie. Tutto è bello, gioioso, misericordioso, ecc ecc. Abbiamo fatto un brutto sogno,c'era il lupo cattivo ed era pure tedesco. Adesso è tutto spazzato via a colpi di tango.Pace e bene a tutti. Buona giornata.
RispondiEliminaGrazie Alessia, per il link all'articolo che non avevo letto!
RispondiEliminad.
A leggere certe cose, mi dico: meno male che a questo mondo ci sono uomini di Chiesa come Mons. Leonard, che testimoniano la Fede in modo esemplare e ti fanno avere ancora fiducia nella Chiesa...
RispondiEliminaEster. :'-(
Purtroppo sono pochi Ester. La maggior parte amano l'aria nuova in cucina come diceva un vecchio slogan pubblicitario.
EliminaSempre efficace il dono della sintesi di Eufemia.
RispondiElimina
RispondiElimina"Lei è la fine del vecchio - chiesi al Papa nel nostro ultimo incontro - o l'inizio del nuovo?". La sua risposta fu: "Entrambi".
(dall'ultimo incotro fra Peter Seewald e Papa Benedetto XVI)
Come sempre ho una certa riserva quando le parole sono riportate da un giornalista, fosse anche Seewald.
Detto questo tutto dipende da che cosa si intende per "vecchio" e "nuovo".
Quelle parole danno adito a diverse interpretazioni, non è difficile immaginare quale significato abbiano dette da un progressista, come le interpreta Astori dell`ASCA è palese.
Che cosa invece intendesse Benedetto XVI per vecchio e nuovo, ammesso e concesso che abbia detto quelle parole, ce lo ha detto e mostrato durante il suo Pontificato.
Non c`era nelle sue parole e nel suo esempio nessuna rottura con il "vecchio", nessun disprezzo per il"vecchio", non c`era quella voglia dirompente di "nuovo".
Il vecchio = brutto e morte,
il nuovo = solo speranza e gioia), sono assenti dal pensiero di Benedetto XVI ma onnipresenti nelle esternazioni di chi sta riempiendo i media con i loro peana da franscescolatria.
Il problema era Ratzinger non c'è dubbio! Più passa il tempo e più me ne rendo conto.Nel Vaticano a parte il papa, non è cambiato niente eppure tutto funziona, sono in luna di miele.Secondo me, Benedetto e' stato costretto a dare le dimissioni, il suo nome ormai era legato agli scandali della chiesa IOR, pedofilia etc. I "corvi" volevano cambiare l'immagine della chiesa ed ecco arrivare ....Francesco.Tutta l'operazione secondo me era stata pianificata da tempo. Ma i problemi restano eccome, nascosti ma ci sono.Io sento la chiesa lontana, lontana e una grande, grandissima nostalgia di Benedetto. Se penso a cosa hanno fatto a Ratzinger...è una cosa disumana. ...."chiedo perdono per tutti i miei difetti"... Questa frase dice tutto.
RispondiEliminaPiù vado avanti e più penso che la decisione di Benedetto non è legata solo a problemi fisici. Gli avvenimenti che si sono verificati prima delle dimissioni servivano allo scopo ben preciso di dare la botta finale a lui ed al suo pontificato per spianare la strada al nuovo che tutti coloro che hanno pugnalato per otto anni Benedetto alle spalle, attendevano con ansia. Tutto programmato e studiato a tavolino. Altro che conclave. Ma per favore!
EliminaBuongiorno Raffaella,
RispondiEliminachapeau a mariateresa, luisa, eufemia e alessia. Inchiodato perfettamente il problema, pax mediatica, con tutte le sue nefaste conseguenze.
Riprendo una frase dell'articolo di *** del documento del 1931:
"La maggior parte dei vescovi invece che essere di quel carattere forte necessario oggi, invece che essere personalità dinamiche e attive, seppure uomini pii e religiosi sono effettivamente allo stesso tempo mediocri, e perfino meno che mediocri. Alcuni sono apatici, timidi, indolenti o vanesi; altri sono conformisti, burocrati o introversi; molti sono amministratori goffi e ignoranti. […] A volte l’intero episcopato di un paese sembra una collezione di storpi".
Chi ha mai detto che le cose oggi siano migliori?
Lo so, non e' un gran complimento, pero' al vedere monsignori, eccellenze ed eminenze attualmente tutte imbevute di sacrzo zelo&ammirazione per il Santo Padre attuale, mentre col precedente c'era tuttaltro, lascia piu' di qualche perplessita'.
Sono molto triste. Nessuno si è sforzato o ascoltare Papa Benedetto e nessuno ha avuto i lcoraggio di aprire la bocca per difenderlo da vili e ingiusti attacchi che Lo hanno massacrato e ora tutti hanno la lingua sciolta e le "orecchie appizzate" si dice a Roma......
RispondiElimina"Oggi pomeriggio (ieri), intorno alle 18, il Santo Padre Francesco ha chiamato di sua iniziativa per telefono il Presidente della Repubblica Napolitano per ringraziarlo del telegramma di auguri per l’onomastico e per esprimergli il suo apprezzamento con queste parole: "Ho chiamato, Signor Presidente, per ringraziarLa per il Suo esempio. Lei è stato un esempio per me. Con il suo comportamento Lei ha reso vivo il principio fondamentale della convivenza: che l’unità è superiore al conflitto. Sono commosso della Sua decisione".
RispondiEliminaPerché nessuno lo suggerì a Benedetto?
Perche' non vedevano l'ora di vedere concluso il Pontificato...in un modo o nell'altro...
RispondiEliminaQuesto e' piuttosto chiaro.
R.
Amano anche leopardi: passata è la tempesta,odo augelli(corvi e cornacchie) far festa...
RispondiEliminaAnna
E tu che ne sai che Benedetto e Napolitano non si siano sentiti privatamente più e più volte considerando la loro amicizia? La sola differenza è che ogni sbadiglio di Bergoglio viene subito strombazzato a destra e a manca, con Benedetto questo non accadeva perché il Papa emerito è una persona discreta che non ha bisogno di far sapere a tutti ciò che fa.
RispondiEliminaAlessia
Già cara Alessia ma, oggi la cosa principale è lo strombazzamento sempre ovunque e per qualsiasi idiozia.
EliminaAlessia,
RispondiEliminagli strombazzamenti mi fanno venire in mente solo una cosa: "hanno gia' ricevuto la loro ricompensa".
Dico una cosa sola....Mons. Pompili è quello che preparò il telegramma indirizzato al Papa Angelo Scola e diffuso tra la fumata bianca e l'annuncio del 13 marzo....
RispondiEliminaAlmeno gli imperatori romani durante il triumphum avevano accanto il memorator che ripeteva loro'memento mori'sarebbe il caso ricordarlo agli attempati monsignori?Ratzinger resta un gigante dentro e fuori,il circo che hanno montato in piazza non mi attira,resto fiducioso sotto il monte,aspetterò,il tempo è galantuomo,attendo giustizia per il MIO papa,il resto non mi tange,pax tibi,Marce,evangelista meus....buon S.Marco a tout le monde.GR2
RispondiEliminaGR 2 aspettiamo insieme!
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