Sepolcro in origine umilissimo
Lunedì 1° aprile Papa Francesco ha visitato in forma privata la tomba di Pietro, percorrendo gli scavi e la strada in mezzo alla necropoli vaticana da cui gli archeologi erano arrivati fino alla tomba del pescatore di Galilea. La prima campagna si svolse tra il 1939 e il 1949, periodo durante il quale venne alla luce quella che i giornali dell'epoca chiamarono “la piccola Pompei vaticana”.
Il 23 dicembre 1950, al termine dell'anno santo, Papa Pacelli nel suo radiomessaggio natalizio annunciò ufficialmente il ritrovamento della tomba di Pietro.
«Se però durante l'Anno Santo -- si legge nel messaggio pubblicato in prima pagina su «L'Osservatore Romano» del 24 dicembre 1950 -- la Confessione di San Pietro in Vaticano è stata testimone e centro di così imponenti manifestazioni della unità dei cattolici di tutto il mondo nella fede e nell'amore, la gloria di questo luogo sacro ha avuto anche in un altro aspetto il suo compimento, gli scavi sotto la Confessione medesima, almeno in quanto concernono la tomba dell'Apostolo, (ricerche alle quali Noi volgemmo l'animo fin dai primi mesi del Nostro pontificato), e il loro esame scientifico, sono stati, nel corso di questo Anno giubilare, condotti felicemente a termine. Nel più breve tempo una documentata pubblicazione porterà a conoscenza del pubblico il risultato delle diligentissime esplorazioni. Questo risultato è stato di somma ricchezza e importanza. Ma la questione essenziale è la seguente: È stata veramente ritrovata la tomba di San Pietro? A tale domanda la conclusione finale dei lavori e degli studi risponde con un chiarissimo Sì. La tomba del Principe degli Apostoli è stata ritrovata. Una seconda questione, subordinata alla prima, riguarda le reliquie del Santo. Sono state esse rinvenute? Al margine del sepolcro furono trovati resti di ossa umane, dei quali però non è possibile di provare con certezza che appartenessero alla spoglia mortale dell'Apostolo. Ciò lascia tuttavia intatta la realtà storica della tomba. La gigantesca cupola s'inarca esattamente sul sepolcro del primo Vescovo di Roma, del primo Papa; sepolcro in origine umilissimo, ma sul quale la venerazione dei secoli posteriori con meravigliosa successione di opere eresse il massimo tempio della Cristianità».
(©L'Osservatore Romano 2 aprile 2013)
Ritrovamento della tomba del Principe degli Apostoli
Se però durante l’Anno Santo la Confessione di S. Pietro in Vaticano è stata testimone e centro di così imponenti manifestazioni della unità dei cattolici di tutto il mondo nella fede e nell’amore, la gloria di questo luogo sacro ha avuto anche in un altro aspetto il suo compimento, gli scavi sotto la Confessione medesima, almeno in quanto concernono la tomba dell’Apostolo, (ricerche alle quali Noi volgemmo l’animo fin dai primi mesi del Nostro pontificato), e il loro esame scientifico, sono stati, nel corso di questo Anno giubilare, condotti felicemente a termine. Nel più breve tempo una documentata pubblicazione porterà a conoscenza del pubblico il risultato delle diligentissime esplorazioni.
Questo risultato è stato di somma ricchezza e importanza. Ma la questione essenziale è la seguente: È stata veramente ritrovata la tomba di San Pietro? A tale domanda la conclusione finale dei lavori e degli studi risponde con un chiarissimo Sì. La tomba del Principe degli Apostoli è stata ritrovata.
Una seconda questione, subordinata alla prima, riguarda le reliquie del Santo. Sono state esse rinvenute? Al margine del sepolcro furono trovati resti di ossa umane, dei quali però non è possibile di provare con certezza che appartenessero alla spoglia mortale dell’Apostolo. Ciò lascia tuttavia intatta la realtà storica della tomba. La gigantesca cupola s’inarca esattamente sul sepolcro del primo Vescovo di Roma, del primo Papa; sepolcro in origine umilissimo, ma sul quale la venerazione dei secoli posteriori con meravigliosa successione di opere eresse il massimo tempio della Cristianità.
http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/speeches/1950/documents/hf_p-xii_spe_19501223_un-anno_it.html
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