di Manuela Tulli
Dagli episodi più intimi della sua vita al pensiero sulle grandi questioni, il cardinale Jorge Bergoglio si rivela in un libro-conversazione con il rabbino Abraham Skorka. Dal celibato dei preti all'eutanasia, dalla questione dei divorziati al capitalismo, dalle unioni gay fino agli anni della dittatura in Argentina, Bergoglio e Skorka aprono mente e cuore in questo dialogo raccolto nel libro "Il cielo e la terra" (Mondadori, pp 211, euro 9,90).
Il ricordo più intimo è per spiegare l'importanza del celibato dei sacerdoti: "Mentre ero seminarista - racconta il futuro Papa - rimasi abbagliato da una ragazza che conobbi al matrimonio di uno zio. Mi colpì la sua bellezza, il suo acume... e bé, rimasi in confusione per un bel po' di tempo, mi faceva girare la testa". Poi la decisione: "Tornai a scegliere il cammino religioso".
Questo per rimarcare: "Io sono a favore del mantenimento del celibato, con tutti i pro e i contro che comporta, perché sono dieci secoli di esperienze positive più che di errori".
Rileggendo che cosa scriveva il cardinal Bergoglio (l'edizione argentina è del 2010), alcuni gesti di questi giorni assumono un significato ancora maggiore. A partire dal Giovedì Santo a Casal del Marmo. "Mi fa orrore andare in carcere - diceva l'arcivescovo di Buenos Aires - perché quello che si vede è molto duro ma vado comunque perché il Signore desidera che mi trovi a contatto con il bisognoso, il povero, il sofferente". Sull'eutanasia: nel caso di malati terminali "non siamo tenuti a conservare la vita con metodi straordinari" ma guai alla "eutanasia nascosta" quando per mancanza di mezzi "l'anziano non viene assistito a dovere ed è ridotto a materiale di scarto".
No alle unioni gay perché perché il rischio è quello di danneggiare bambini. "L'omosessualità è sempre esistita" ma "non era mai successo nella storia che si cercasse di darle lo stesso status del matrimonio".
Comunismo e capitalismo sono accomunate nella loro "perversione spirituale" e "in entrambi i sistemi, benché antagonisti, si può ritrovare l'immagine dell'oppio". La questione del sacerdozio femminile: per il cardinal Bergoglio "la donna ha un'altra funzione, che si riflette nella figura di Maria". Critica anche il femminismo: "Pone le donne su un piano di lotta rivendicativa laddove sono molto di piu". Infine nel libro si trovano i germogli di atteggiamenti e indicazioni del Papa in questi primi giorni di pontificato. La scelta di una chiesa per i poveri: "L'impegno deve essere un corpo a corpo", dobbiamo "stabilire un contatto con il bisognoso". E anche per questo i preti debbono saper "camminare nel fango". "Oggi - raccontava al rabbino il futuro Papa - i preti non usano più la sottana. Ma un sacerdote appena ordinato lo faceva e alcuni parroci lo criticavano per questo. Allora chiese a un saggio sacerdote: Non è un bene che usi la sottana? E quello rispose: Il problema non è se la usi o meno ma che tu la tiri su quando devi farlo per lavorare con gli altri".
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Non posso che rallegrarmi se Papa Bergoglio continuerà a difendere i valori fondamentali della nostra Fede, l`etica e la morale cattolica, ma mi sembra altrettanto importante, anzi, più importante che difenda l`ortodossia dottrinale e liturgica, perchè è dal loro rispetto che deriva il comportamento coerente.
RispondiEliminaPurtroppo il lassismo, l`annacquamento della fede cattolica anche ad opera di chi dovrebbe difenderla e promuoverla, ha avuto come conseguenza di fare entrare il relativismo anche nel campo della morale.
Che dunque Papa Bergoglio sia il Pastore Universale della Chiesa in campo morale, ma che non dimentichi che il suo primo compito è di confermarci nella nostra fede cattolica, la pecorella smarrita come le 99 restanti.