Terza imponente manifestazione, a Parigi, contro la legge Taubira. Nonostante le preoccupazioni della vigilia e l'imponente schieramento della polizia, tutto alla fine si è svolto in un'atmosfera tranquilla. Dal palco di Place des Invalides, l'impegno a proseguire la mobilitazione. Dinanzi alla più grande mobilitazione sociale dopo il '68, la preoccupazione dei vescovi è come "investire tutta la generosità manifestata"
Alle 17 e 15 la Place des Invalides, a Parigi, era già interamente riempita di manifestanti. Alla fine gli organizzatori hanno parlato di un milione di persone. Ma anche questa volta c’è stato il solito balletto delle cifre con la prefettura che parla di soli 150mila partecipanti. Cifre ufficiali a parte, sta di fatto che sono stati tantissimi i francesi che ieri pomeriggio sono di nuovo scesi in piazza per protestare contro la legge Taubira, approvata definitivamente 8 giorni fa e che apre il matrimonio e l’adozione alle coppie omosessuali. Certamente a vista d’occhio, molti di più delle 150mila persone dichiarate dalla polizia: 11 i treni speciali messi a disposizione dei manifestanti per raggiungere Parigi e 600 almeno gli autobus. Hanno sfilato per le strade di Parigi nonostante i timori della vigilia, l’appello del ministro degli interni Valls rivolto alle famiglie con i bambini a non partecipare e l’imponente schieramento di 4.500 poliziotti lungo il percorso. Alla vigilia della manifestazione c’erano stati dei segnali di allarme che avevano fatto salire la tensione, come il suicidio dello scrittore di destra nella cattedrale di Notre-Dame e le continue minacce che una delle porta-voci della Manif pour Tous, Frigide Barjot, aveva ricevuto da gruppi radicali dell’estrema destra che le hanno poi impedito di partecipare ieri alla manifestazione. Un appello alla pace sociale era stato rivolto dallo stesso cardinale André Vingt-Trois, che aveva chiesto ai partecipanti di “astenersi da qualsiasi forma di violenza, non soltanto nei gesti, ma anche nelle parole. Chiedo di essere testimoni della pace e della vita”.
La tensione. Alle 14, i manifestanti della Manif pour Tous, hanno cominciato a sfilare per le strade parigine seguendo 3 cortei diversi, partiti da Porte Dauphine, Porte de Saint Cloud e Pale Valhubert (Gare d’Austerlitz). Un quarto corteo era invece organizzato dai cattolici integralisti dell’Institute “Civitas” rispetto ai quali però le associazioni che aderiscono alla Manif hanno sempre preso le distanze. Parigi ha seguito la manifestazione con grande preoccupazione: 56 sono stati gli arresti, tutti attivisti dell’estrema destra che come era successo all’ultima manifestazione, anche questa volta hanno cercato di accedere con forza all’avenue des Champs-Elysées. Un gruppetto poi ha occupato la terrazza della sede del Partito Socialista in rue de Solferino, dispiegando uno striscione che chiedeva le dimissioni del presidente Hollande.
La battaglia continua. A parte però questi fatti, si può dire che tutto alla fine si è svolto in un’atmosfera calma, distesa e determinata. “Il ritiro 100% della legge Taubira! La parola d’ordine della manifestazione è chiara”. È quello che chiedono le associazioni della Manif pour tous. Della legge - dicono i manifestanti - preoccupano soprattutto le conseguenze sulla filiazione e l’accesso che prima o poi si dovrà prevedere per le coppie gay alle tecniche di fecondazione assistita o alla gestazione per altri. “Non siamo né un movimento politico, né un movimento confessionale, né una coalizione di omofobi”, ha detto dal palco la presidente della Manif, Ludovine de la Rochère. “I nostri avversari hanno fatto di tutto per farlo credere. Ma hanno fallito perché è sotto gli occhi di tutti che la nostra causa è aperta a tutti coloro che hanno a cuore il diritto e il benessere dei bambini”. La Manif pour tous - ha continuato la Rochère - “è il più grande movimento sociale che la Francia abbia mai conosciuto dal ‘68. Siamo una forza sociale, potente, determinata, organizzata”. E dal palco un annuncio: “proseguiremo la nostra lotta”. Altre azioni saranno organizzate. Tre - ha detto la presidente - gli obiettivi principali: l’abolizione della legge Taubira, a partire dalle sue conseguenze immediate come la procreazione medicalmente assistita e la Gpa (gestazione per altri); il sostegno ai sindaci, agli eletti, alla società civile, a “tutti coloro che si battono contro il mariage pour tous”; e infine, l’impegno a far “riconoscere la realtà dell’essere umano uomo e donna”. “La legge è oggi promulgata - ha detto la Rochère -. Vuol dire che è stata detta l’ultima parola? Vuol dire che non c’è più speranza e che la sconfitta è definitiva? No. Il nostro movimento di opposizione non si fermerà”.
L’episcopato francese. L’episcopato francese ha sempre mantenuto un rapporto molto equilibrato verso le manifestazioni della Manif pour tous, ben sapendo le diversità di opinione che esistono anche tra i cattolici di Francia. Alla vigilia della manifestazione di Parigi, però, il vescovo Marc Aillet (Bayonne, Lescar et Oloron) in un messaggio alla diocesi ha preso le difese dei manifestanti, definendolo “un movimento sociale unico nella storia degli ultimi decenni della Francia” per la sua ampiezza, la diversità dei suoi membri, per il suo carattere “non istituzionale, pacifico e responsabile”. L’arcivescovo di Parigi invece, cardinale André Vingt-Trois, in un’intervista alla radio diocesana, è tornato a ribadire l’importanza dei cittadini di esprimere il loro disaccordo con la legge, ma ha posto un interrogativo: “Come investire positivamente tutta la generosità che si è manifestata nei mesi scorsi per generare un lavoro ed un impegno per la qualità della vita familiare?”.
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Che lezione di civiltà ci stanno dando,da noi,in caso(più che certo)che passi la stessa legge,quanti avranno il coraggio di manifestare?Mah...segnalo un articolo di Cascioli su La nuova bussola q.'La chiesa del silenzio'esplicativo assai.GR2
RispondiEliminaLa maggioranza silenziosa a favore della legge é molto più alta della minoranza chiassosa. Se ne facciano una ragione
RispondiEliminaAllora dobbiamo tutti farci imbesuire dalle lobbies lgbt senza fiatare?
RispondiEliminala chiesa e il papa non parlano più di questi temi.
RispondiEliminaio ragiono con la mia testa e dico che chi tace acconsente.
max2
Anonimo delle 17.39, se la maggioranza silenziosa a favore della legge è davvero così tanto più numerosa della minoranza chiassosa, non vedo che problema ci sia per la sinistra francese a convocare un referendum e lasciare che sia il popolo ad esprimersi direttamente in modo democratico su un tema così importante. Rifiutando il referendum il governo francese dà l'impressione di avere una gran paura di essere smentito.
RispondiEliminaAnonimo delle 17.39, se la maggioranza silenziosa a favore della legge è davvero così tanto più numerosa della minoranza chiassosa, non vedo che problema ci sia per la sinistra francese a convocare un referendum e lasciare che sia il popolo ad esprimersi direttamente in modo democratico su un tema così importante. Rifiutando il referendum il governo francese dà l'impressione di avere una gran paura di essere smentito.
RispondiEliminaC'è una minoranza chiassosa, ma forse anche nella maggioranza silenziosa ci sono tanti che dissentono anche se in silenzio. In privato in tanti sono contrari al matrimonio e alle adozioni per tutti ma in discussione pubblica si atteggiano a consenzienti per timore di accuse di omofobia. Su certi temi la libertà di discussione è quasi tabù
RispondiEliminaMa occuparsi di quelli sottopagati e che non riescono a farsi una famiglia non sarebbe meglio che strepitare contro i matrimoni gay ? Alla maggioranza delle persone non importa nulla che vengano approvati i matrimoni gay
RispondiEliminaMa occuparsi di quelli sottopagati e che non riescono a farsi una famiglia non sarebbe meglio che perdere un sacco di tempo a cercar di legalizzare i matrimoni gay? Alla maggioranza delle persone non importa nulla che vengano approvati i matrimoni gay. Davvero il governo francese dovrebbe porsi ben altre priorità, perché le urgenze vere della gente sono altre!!
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