giovedì 27 giugno 2013

IL VANGELO DEL GIORNO

Giovedì 27 giugno 2013

CALENDARIO ROMANO

Dal Vangelo secondo Matteo 7,21-29. 

Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 
Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? 
Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. 
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. 
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. 
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande». 
Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento: 
egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi.

CALENDARIO AMBROSIANO

Dal Vangelo secondo Luca 8,22-25. 

Un giorno salì su una barca con i suoi discepoli e disse: «Passiamo all'altra riva del lago». Presero il largo. 
Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Un turbine di vento si abbattè sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. 
Accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Maestro, maestro, siamo perduti!». E lui, destatosi, sgridò il vento e i flutti minacciosi; essi cessarono e si fece bonaccia. 
Allora disse loro: «Dov'è la vostra fede?». Essi intimoriti e meravigliati si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui che dà ordini ai venti e all'acqua e gli obbediscono?». 

LETTURE DEL GIORNO

CALENDARIO ROMANO

Libro della Genesi 16,1-12.15-16. 

Sarai, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo però una schiava egiziana chiamata Agar, 
Sarai disse ad Abram: "Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli". Abram ascoltò la voce di Sarai. 
Così, al termine di dieci anni da quando Abram abitava nel paese di Cànaan, Sarai, moglie di Abram, prese Agar l'egiziana, sua schiava e la diede in moglie ad Abram, suo marito. 
Egli si unì ad Agar, che restò incinta. Ma, quando essa si accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei. 
Allora Sarai disse ad Abram: "L'offesa a me fatta ricada su di te! Io ti ho dato in braccio la mia schiava, ma da quando si è accorta d'essere incinta, io non conto più niente per lei. Il Signore sia giudice tra me e te!". 
Abram disse a Sarai: "Ecco, la tua schiava è in tuo potere: falle ciò che ti pare". Sarai allora la maltrattò tanto che quella si allontanò. 
La trovò l'angelo del Signore presso una sorgente d'acqua nel deserto, la sorgente sulla strada di Sur, 
e le disse: "Agar, schiava di Sarai, da dove vieni e dove vai?". Rispose: "Vado lontano dalla mia padrona Sarai". 
Le disse l'angelo del Signore: "Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa". 
Le disse ancora l'angelo del Signore: "Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà contarla per la sua moltitudine". 
Soggiunse poi l'angelo del Signore: "Ecco, sei incinta: partorirai un figlio e lo chiamerai Ismaele, perché il Signore ha ascoltato la tua afflizione. 
Egli sarà come un ònagro; la sua mano sarà contro tutti e la mano di tutti contro di lui e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli". 
Agar partorì ad Abram un figlio e Abram chiamò Ismaele il figlio che Agar gli aveva partorito. 
Abram aveva ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele. 

Salmi 106(105),1-2.3-4a.4b-5. 

Alleluia. Celebrate il Signore, perché è buono, perché eterna è la sua misericordia. 
Chi può narrare i prodigi del Signore, far risuonare tutta la sua lode? 
Beati coloro che agiscono con giustizia e praticano il diritto in ogni tempo. 
Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo, 
visitaci con la tua salvezza, 
perché vediamo la felicità dei tuoi eletti, godiamo della gioia del tuo popolo, ci gloriamo con la tua eredità.  

CALENDARIO AMBROSIANO

Libro del Deuteronomio 31,14-23. 

Il Signore disse a Mosè: "Ecco, il giorno della tua morte è vicino; chiama Giosuè e presentatevi nella tenda del convegno, perché io gli comunichi i miei ordini". Mosè e Giosuè dunque andarono a presentarsi nella tenda del convegno. 
Il Signore apparve nella tenda in una colonna di nube e la colonna di nube stette all'ingresso della tenda. 
Il Signore disse a Mosè: "Ecco, tu stai per addormentarti con i tuoi padri; questo popolo si alzerà e si prostituirà con gli dei stranieri del paese nel quale sta per entrare; mi abbandonerà e spezzerà l'alleanza che io ho stabilita con lui. 
In quel giorno, la mia ira si accenderà contro di lui; io li abbandonerò, nasconderò loro il volto e saranno divorati. Lo colpiranno malanni numerosi e angosciosi e in quel giorno dirà: Questi mali non mi hanno forse colpito per il fatto che il mio Dio non è più in mezzo a me? 
Io, in quel giorno, nasconderò il volto a causa di tutto il male che avranno fatto rivolgendosi ad altri dei. 
Ora scrivete per voi questo cantico e insegnatelo agli Israeliti; mettetelo loro in bocca, perché questo cantico mi sia di testimonio contro gli Israeliti. 
Quando lo avrò introdotto nel paese che ho promesso ai suoi padri con giuramento, paese dove scorre latte e miele, ed egli avrà mangiato, si sarà saziato e ingrassato e poi si sarà rivolto ad altri dei per servirli e mi avrà disprezzato e avrà spezzato la mia alleanza, 
e quando lo avranno colpito malanni numerosi e angosciosi, allora questo canto sarà testimonio davanti a lui; poiché non sarà dimenticato dalla sua discendenza. Sì, conosco i pensieri da lui concepiti gia oggi, prima ancora che io lo abbia introdotto nel paese, che ho promesso con giuramento". 
Mosè scrisse quel giorno questo canto e lo insegnò agli Israeliti. 
Poi il Signore comunicò i suoi ordini a Giosuè, figlio di Nun, e gli disse: "Sii forte e fatti animo, poiché tu introdurrai gli Israeliti nel paese, che ho giurato di dar loro, e io sarò con te". 

Salmi 20(19),2-3.5-8.10. 

Ti ascolti il Signore nel giorno della prova, ti protegga il nome del Dio di Giacobbe. 
Ti mandi l'aiuto dal suo santuario e dall'alto di Sion ti sostenga. 
Ti conceda secondo il tuo cuore, faccia riuscire ogni tuo progetto. 
Esulteremo per la tua vittoria, spiegheremo i vessilli in nome del nostro Dio; adempia il Signore tutte le tue domande. 

Ora so che il Signore salva il suo consacrato; gli ha risposto dal suo cielo santo con la forza vittoriosa della sua destra. 
Chi si vanta dei carri e chi dei cavalli, noi siamo forti nel nome del Signore nostro Dio. 
Salva il re, o Signore, rispondici, quando ti invochiamo.

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