Il Papa elogia la scelta di Ratzinger e ricorda l'importanza della coscienza: «Gesù non era telecomandato»
di Franca Giansoldati
CITTA' DEL VATICANO
Papa Bergoglio rende omaggio al suo predecessore.
La rinuncia maturata da Benedetto XVI l'11 febbraio scorso costituisce un passaggio luminoso per tutti i cristiani, poiché frutto di una riflessione profonda e ancorata alla coerenza interiore. «Il Papa Benedetto XVI ci ha dato un grande esempio in questo senso, quando il Signore gli ha fatto capire, nella preghiera, quale era il passo che doveva compiere. Ha seguito, con grande senso di discernimento e coraggio, la sua coscienza, cioè la volontà di Dio che parlava al suo cuore». Parole che rispecchiano stima e affetto.
Dal giorno della sua elezione, avvenuta il 13 marzo, Francesco in diverse occasioni ha fatto riferimento al pontificato precedente e al teologo Ratzinger, citandolo nelle omelie e in diversi discorsi. Inoltre più di una volta ha espresso per il Papa emerito grande affetto e gratitudine. I rapporti personali tra i due papi sono "familiari" e, nella discrezione più assoluta capita anche che Francesco si rechi al monastero Mater Ecclesiae dove vive Ratzinger in Vaticano.
Poco dopo la sua elezione, dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro, uno dei primi pensieri di Francesco fu per il teologo bavarese: «E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca».
Anche stamattina, durante la preghiera dell'Angelus ha fatto riferimento a Ratzinger, parlando della centralità della coscienza di ogni uomo davanti a Dio. «Gesù, nella sua esistenza terrena, non era “telecomandato” - ha spiegato - Anche i cristiani devono essere non telecomandati ma liberi». Francesco ha sottolineato «l'importanza che, anche per Gesù, ha avuto la coscienza: l'ascoltare nel suo cuore la voce del Padre e seguirla. Gesù, nella sua esistenza terrena, non era per così dire 'telecomandato’: era il Verbo incarnato, il Figlio di Dio fatto uomo e, a un certo punto, ha preso la ferma decisione di salire a Gerusalemme per l'ultima volta». È stata, ha spiegato il pontefice, «una decisione presa nella sua coscienza ma non da solo: insieme al Padre, in piena unione con Lui. Ha deciso in obbedienza al Padre, in ascolto profondo, intimo, della sua volontà. E per questo - ha concluso - la decisione era ferma, perché presa insieme con il Padre; e nel Padre, Gesù trovava la forza e la luce per il suo cammino». Poi il Papa dopom l’Angelus ha ricordato che oggi in Italia si celebra la Giornata della carità del Papa. E ha detto che desidera «ringraziare i vescovi e le parrocchie, specialmente le più povere, per le preghiere e e le offerte che sostengono tante iniziative pastorali e caritative del Successore di Pietro in ogni parte del mondo. Grazie a tutti».
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/papa_francesco_ratzinger_angelus/notizie/298498.shtml
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