Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 25 giu.
Papa Francesco ha concelebrato questa mattina con il cardinale Camillo Ruini, vicario emerito di Roma, il cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, e l'arcivescovo Ignacio Carrasco de Paula, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Nella Cappella della Domus Santa Marta erano prsenti i dipendenti del Pontificio Consiglio Cor Unum, della Pontificia Accademia per la Vita e i collaboratori della Specola Vaticana, accompagnati dal direttore, che e' il gesuita argentino Jose' Gabriel Funes, connazionale e confratello del Pontefice.
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M.O.: PAPA, DIO DONI A TUTTI SAGGEZZA PER NON LITIGARE PIU'
Salvatore Izzo
La Bibbia racconta della controversia tra Abramo e Lot per la divisione della terra: "quando io leggo questo penso al Medio Oriente e chiedo tanto al Signore che ci dia a tutti la saggezza, questa saggezza per la pace, perche' non litighiamo io di qua e tu di la'". Papa Francesco ha pronunciato queste parole nell'omelia di oggi alla Domus Santa Marta.
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PAPA: DIO CI PARLA SEMPRE AL SINGOLARE
Salvatore Izzo
"Se andiamo al Libro della Genesi, all'inizio, alla Creazione, possiamo trovare che Dio crea le stelle, crea le piante, crea gli animali, crea le, le, le, le... Ma poi crea l'uomo: al singolare, uno". Sono parole di Papa Francesco nell'omelia della messa alla Domus Santa Marta. "Sempre - ha sottolineato - Dio ci parla al singolare a noi, perche' ci ha creato a sua immagine e somiglianza. E Dio ci parla al singolare. Ha parlato ad Abramo e gli ha dato una promessa e lo ha invitato ad uscire dalla sua terra. Noi cristiani siamo stati chiamati al singolare: nessuno di noi e' cristiano per puro caso! Nessuno!".
Secondo Papa Francesco, "Dio ci accompagna, Dio ci chiama per nome, Dio ci promette una discendenza". "Questa - ha spiegato - e' un po' la sicurezza del cristiano". C'e' una chiamata "col nome, con una promessa. Non e' una casualita', e; una chiamata! Una chiamata che ci fa andare avanti. Essere cristiano e' una chiamata di amore, di amicizia; una chiamata a diventare figlio di Dio, fratello di Gesu'; a diventare fecondo nella trasmissione di questa chiamata agli altri; a diventare strumenti di questa chiamata". "Ci sono - ha ammesso in proposito Bergoglio - tanti problemi, tanti problemi; ci sono momenti difficili: Gesu' ne ha passati tanti! Ma sempre con quella sicurezza: 'Il Signore mi ha chiamato. Il Signore e' come me. Il Signore mi ha promesso'". "Vai avanti, Io sono con te! Io cammino affianco a te". E questo, ha proseguito, Gesu' lo sapeva: "anche nei momenti piu' difficili si rivolge al Padre". Il Signore, ha ribadito infine Francesco, "e' fedele, perche; Lui mai puo' rinnegare se stesso: Lui e' la fedelta'".
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PAPA: DOBBIAMO SEGUIRE LA STRADA CHE CI INDICA IL SIGNORE
Salvatore Izzo
Abramo "aveva lasciato la sua terra per andare, non sapeva dove, ma era diretto dove il Signore gli dira'. Continua a camminare, dunque, perche' crede nella Parola di Dio che lo aveva invitato ad uscire dalla sua terra: il suo percorso e' anche un modello del nostro percorso". Lo ha affermato Papa Francesco nell'omelia della messa di oggi alla Domus Santa Marta. "Quest'uomo, forse novantenne - ha detto ancora il Papa - guarda la terra che gli indica il Signore e crede. Parte dalla sua terra con una promessa: tutto il suo cammino e' andare verso questa promessa".
"Dio - ha sottolineato il Pontefice - chiama Abramo, una persona, e di questa persona fa un popolo". Pensando a questo brano dove Abramo "e' unto padre, per la prima volta, padre dei popoli, pensiamo - e' questo il suggerimento di Francesco - anche a noi che siamo stati unti nel Battesimo e pensiamo alla nostra vita cristiana". E se "qualcuno dira' 'Padre, io sono peccatore'" per Papa Bergoglio non deve essere questo un motivo per scoraggiarci: "tutti lo siamo. Questo si sa". "Il problema - ha spiegato - e' andare avanti, peccatori, col Signore, andare avanti con quella promessa che ci ha fatto, con quella promessa di fecondita' e dire agli altri, raccontare agli altri che il Signore e; con noi, che il Signore ci ha scelto e che Lui non ci lascia soli, mai!". "Questa certezza del cristiano - ha concluso il Papa - ci fara' bene. Che il Signore ci dia, a tutti noi, questa voglia di andare avanti, che ha avuto Abramo, in mezzo ai problemi; ma andare avanti, con quella sicurezza che Lui che mi ha chiamato, che mi ha promesso tante cose belle e' con me".
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Non ho capito... "non litighiamo io di qua e tu di là", va letto come a favore o contro la soluzione "Due Stati per due popoli" che era finora la posizione ufficiale della Santa Sede?
RispondiEliminaNon andiamo troppo lontano, Sam...
RispondiElimina;-)
Paola
Beh sai Paola? Lui è il Papa e qui si sta parlando di un tema delicatissimo, uno dei più grandi problemi geopolitici del mondo...
RispondiEliminain questo caso il "volemose bene" non è proprio sufficiente!
Se il Papa avesse inteso suggerire ai "Fratelli maggiori" di fare come Abramo e Lot, dicendo: "non litighiamo, quindi io di qua e tu di là", potremmo anche considerarla un'idea geniale...
Il fatto è che, anche questa volta per l'ennesima volta, le parole del Papa potrebbero essere lette anche in senso esattamente opposto, cioè "Non litighiamo mettendoci io di qua e tu di là"
Siccome gode di buona stampa, Papa Francesco può permettersi queste ambiguità, ma io mi chiedo se se le possa permettere la Chiesa Cattolica...