PAPA: LODA PRESIDENTE URUGUAY CHE SI E' DIMEZZATO STIPENDIO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 1 giu.
"Sono molto contento di aver incontrato un uomo saggio". Papa Francesco ha commentato cosi' il suo caloroso incontro con Jose' "Pepe" Mujica, il 78enne presidente dell'Uruguay, il capo di Stato piu' povero al mondo: vive in un'umile casa di campagna e si mantiene con il 10 per cento dello stipendio (circa 1500 dollari), devolvendo il resto ai poveri del suo Paese. E che questa mattina si e' presentato al Palazzo Apostolico senza cravatta, con una camicia blu e un maglione verde sotto la giacca scura. Il Pontefice lo ha accolto con un abbraccio e, prima del colloquio privato di 45 minuti, insieme hanno ricordato "un comune amico" lo scrittore e teologo Alberto Methol Ferret.
"Ci ha aperto la testa", ha detto il presidente. "Ci aiuto' a pensare", ha risposto il Papa che ha sempre stimato l'intellettuale uruguayano scomparso nel 2009, difensore degli oppressi dopo essere stato un alto funzionario del Porto di Montevideo, promotore entusiasta del rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II ma critico verso la Teologia della Liberazione. Per rendere onore in Vaticano a questa figura che tanto ha dato lustro all'Uruguay nel mondo, Mujica ha portato in dono a Francesco un libro scritto da Methol Ferre' con Alver Metalli (scrittore e collaboratore di Radio Rai da Buenos Aires, a sua volta amico di Bergoglio): "L'America Latina del XXI secolo". Francesco ha donato un quadro con una litografia antica che raffigura la fontana di Santa Marta, poco lontana dall'omonimo pensionato che in Vaticano ospita il Papa e Mujica ha commentato: "dovrei fare una casa nuova per appenderlo, ora nella mia non ho posto". "Sua moglie trovera' la maniera", gli ha replicato Bergoglio (la signora, senatrice Lucia Topolansk, non era in Vaticano con il marito in quanto fa da "presidente supplente" nella sua qualita' di parlamentare eletto con il maggior numero di voti). Il presidente ha mostrato pero' di aver gradito di piu' il documento del Celam approvato ad Aparecida nel 2007, dove il cardinale Bergoglio era relatore e dunque estensore del testo approvato dall'Assemblea dei vescovi latino-americani. "Tu puoi controllare l'indice e trovare quello che ti interessa, ha suggerito il Papa consegnandolo al suo ospite.
Membro del gruppo armato "Tupamaros" negli anni '60, Mujica e' presidente dell'Uruguay dal 2010 e due anni fa ha aperto le porte della residenza ufficiale ai senza tetto, come rifugio dal freddo dopo che nell'inverno 2011 cinque senza tetto erano morti per il freddo. Il Papa in persona ha voluto lodarlo oggi affidando al portavoce Federico Lombardi un suo messaggio per i giornalisti, la soddisfazione per aver incontrato "un uomo saggio". Congedatosi da Francesco Mujica po si e' incontrato poi con il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e con l'arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. "I cordiali colloqui - afferma una nota vaticana - hanno permesso uno scambio d'informazioni e di riflessioni sulla situazione socio-politica del Paese e sul suo ruolo nella Regione". "In tale prospettiva - ricorda la nota - sono stati affrontati temi di comune interesse, come lo sviluppo integrale della persona, il rispetto dei diritti umani, la giustizia e la pace sociale". Il comunicato ricorda anche che "non si e' mancato di rilevare il contributo apportato dalla Chiesa cattolica al dibattito pubblico su tali questioni, nonche' alla pace internazionale, come pure il suo servizio all'intera societa', specialmente nell'ambito assistenziale ed educativo".
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SANITA': CROCIATA (CEI), GLI OSPEDALI CATTOLICI SONO SOTTO STRESS
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 1 giu.
"Le strutture della sanita' cattolica sono sottoposte a uno stress gestionale e organizzativo che, in tempi di crisi come l'attuale, mette a repentaglio la sostenibilita' del servizio stesso". Lo denuncia monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, che ha aperto con il suo intervento il convegno "Le Istituzioni sanitarie cattoliche. Un servizio prezioso in evoluzione" in corso a Roma. Crociata ribadisce il carattere di servizio pubblico delle strutture sanitarie cattoliche rappresentate all'incontro da circa 200 responsabili di ospedali e case di cura cattoliche.
Alla presenza del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, Crociata rivendica la validta' delle strutture catoliche: "una quota significativa, per numeri e qualita', della sanita' pubblica" a cui "fanno ricorso cittadini di tutte le regioni del Paese, confermando un credito guadagnato sul campo nel corso del tempo". "L'intera societa' italiana - afferma - trae vantaggio da presenze in cui la ricerca dei migliori standard di efficienza dei servizi socio-sanitari si coniuga con un'ispirazione imperniata 'sull'accoglienza e cura totale della persona' e su una cultura della vita, dal concepimento fino alla sua conclusione naturale, che contrasta con la contemporanea rimozione del limite, del dolore, della morte". Molte delle attuali difficolta' gestionali, per il segretario Cei, derivano pero' dalle "disparita' che non sempre rispettano la dignita' propria di un servizio pubblico". "Siamo fiduciosi - assicura - che l'esperienza del credito di professionalita' e talora anche di eccellenza di cui godono le istituzioni sanitarie cattoliche, possa trovare riscontro in un'attenzione rinnovata alle attese di cura dell'intera popolazione, che si dirige alle strutture pubbliche senza fare troppe differenze, se non, quando puo', quelle dettate dal credito scientifico e dalla qualita' dei servizi offerti". Dalle strutture cattoliche infatti, sottolinea anche in riferimento allo scandalo dell'Idi, oggi commissariato dalla Santa Sede e mentre il suo responsaile operativo, padre Franco Decaminada e' finito agli arresti domiciliari, "si esige qualcosa di piu' della professionalita' e della legalita', che devono essere assicurate con il massimo rigore".
"La Segreteria della Conferenza Episcopale - promette Crociata ai dirigenti della sanita' cattolica - offre la sua disponibilita' ad accompagnare la ricerca di soluzioni alle questioni che interessano la responsabilita' degli organismi sanitari nel loro rapporto con le istituzioni governative e statuali" e confida che "la capacita' di ascolto da parte delle istituzioni e della politica" caratterizzi "un percorso che conduca a trovare soluzioni di sostenibilita' e di durata per strutture socio-sanitarie attanagliate dalla crisi". Per Crociata "c'e' una terza via, infatti, oltre la falsa alternativa tra andare avanti come si e' sempre fatto e gettare la spugna e disfarsi di un'opera come se fosse un peso ingombrante: e' la via della collaborazione, della interazione e della integrazione, delle molteplici forme di alleanze per segmenti specialistici o per intere strutture". "Creare strutture solide, grandi ma senza gigantismi, sorrette da reti di protezione e di solidarieta' che salvaguardino specificita', identita', inventiva della carita', garantite da buone pratiche e processi virtuosi, nonche' da accresciuta efficienza: questa rappresenta una prospettiva realizzabile". In apertura del Convegno don Carmine Arice, direttore dell'Ufficio nazionale Cei per la pastorale della salute, richiamando ad "una maggior sinergia con le Istituzioni pubbliche" ha presentato i numeri "per difetto" della sanita' cattolica nel Paese. Per servire le persone ammalate che chiedono assistenza sanitaria a queste strutture in cui sono disponibili circa 45mila posti-letto, sono presenti complessivamente sul territorio nazionale: 2 policlinici universitari, 24 ospedali classificati, 12 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, 4 Presidi Sanitari, circa 200 strutture tra, Case di cura e Centri di Riabilitazione. Vi lavorano circa 70mila operatori sanitari, di cui 8mila medici. La distribuzione di queste strutture, ha sottolineato don Arice, e' "molto variegata" con una presenza maggiore al Nord, con la Lombardia che fa da capofila con oltre 50 realta', e una diminuzione man mano che si scende al Sud.
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L'ANSA ha diffuso la notizia straordinaria del Papa e del presidente uruguayano che parlano "senza interprete"... :-S
RispondiElimina...volevano scomodare forse lo Spirito Santo per due persone che parlano la stessa lingua? ;-)
Ester. :-)