Un cristiano non può essere antisemita
"Per le nostre radici comuni, un cristiano non può essere antisemita!". Lo ha affermato con fermezza Papa Francesco ricevendo lunedì mattina, 24 giugno, i membri dell'International Jewish Committee on Interreligious Consultations. Dopo averli salutati come "fratelli maggiori" e con il tradizionale Shalom "caro anche alla tradizione cristiana", il Pontefice ha accennato agli oltre quarant'anni di "dialogo regolare" intrattenuto con la Commissione per i Rapporti religiosi con l'Ebraismo - attualmente presieduta dal cardinale Koch - dai quali sono scaturiti ben ventuno incontri che "hanno contribuito a rafforzare la reciproca comprensione e i legami di amicizia tra ebrei e cattolici". Quindi ha ricordato che in questi primi mesi del suo pontificato "ha già avuto modo di incontrare illustri personalità del mondo ebraico" e che anche durante il suo precedente ministero come arcivescovo di Buenos Aires aveva "avuto la gioia di mantenere relazioni di sincera amicizia con esponenti del mondo ebraico. Ci siamo arricchiti - ha detto in proposito - reciprocamente nell'incontro e nel dialogo, con un atteggiamento di accoglienza reciproca, e ciò ci ha aiutato a crescere come uomini e come credenti". Lo stesso, ha aggiunto, "avviene in molte parti del mondo, e queste relazioni di amicizia costituiscono la base del dialogo che si sviluppa sul piano ufficiale". Da qui l'incoraggiamento "a proseguire" in questo cammino, "cercando di coinvolgere anche le nuove generazioni".
E proprio a queste ultime il Papa aveva dedicato la mattina di domenica. Dapprima all'Angelus: "Fra voi - aveva notato - ci sono tanti giovani. A voi dico: Non abbiate paura di andare controcorrente, quando ci vogliono rubare la speranza, quando ci propongono valori avariati". Poi in maniera ancora più diretta il Papa è andato a incontrare personalmente i piccoli partecipanti all'iniziativa "Treno dei bambini. Un viaggio attraverso la bellezza", promossa nell'ambito del Cortile dei gentili dal Pontificio Consiglio per la Cultura. Provenienti da case famiglia e istituti di accoglienza, in duecentocinquanta sono scesi alla Stazione vaticana per trascorrere momenti di festa con il Pontefice.
(©L'Osservatore Romano 24-25 giugno 2013)
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