giovedì 17 ottobre 2013

Per il prof. Faggioli, Bergoglio sta finalmente attuando il Concilio e questa è la vera discontinuità (Matzuzzi)

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L'ultima frase fa davvero sorridere...

19 commenti:

  1. Il effetti fa letteralmente piegare in due dalle risate. Bergoglio è il politicamente corretto fatto papa. Certo, in tale arte non ha ancora equagliato il più l'illustre e colto confratello Martini che ha esplorato anche le cosiddette "zone grigie", ma ci arriverà. Oggi il foglio pubblica anche altri articoli di spessore ben superiore.
    Alessia

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  2. Ma se durante 50 anni tutto quel che è stato fatto, e disfatto, lo è stato in nome del "Concilio",
    se 50 anni di "formazione" e prassi spiritodelconcilioconformi hanno generato teologia, liturgia, ecumenismo, religione fai da te, se ci è stato detto che il Vaticano II è stato una svolta epocale,
    se è stato da taluni eletto a superdogma,
    se c`è voluto Benedetto XVI per, nel suo famoso discorso alla Curia del 2005, avere il coraggio di mettere i riflettori sulle interpretazioni e applicazioni di rottura, su quel falso spirito del Concilio che tanto male ha fatto e fa, e ora che cosa vediamo? Che cosa leggiamo?
    Ora sbucano dal loro anonimato degli "esperti" che pretendono che quel Concilio è tutto da applicare, ma siccome a quale scuola quegli "esperti" appartengono, e quale sia lo spirito che li ha formati, non è un mistero, è palese in quale direzione vogliono portare la Chiesa, quel che già è stato fatto non basta loro, vogliono realizzare e concretizzare quel che i fautori di un certo spirito del Concilio non hanno potuto portare a termine, vogliono la rottura e vedono in papa Bergoglio, colui che soddisferà le loro aspettative.

    PS: per l`ultima frase hai ragione, Raffaella, è meglio sorridere.

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  3. "Bergoglio è visto come un parvenu nella storia della chiesa. Insomma, è uno che dà fastidio. La demitizzazione sarebbe stata più accettata se l’avesse fatta uno come Angelo Scola”
    il problema di Faggioli (mi e' capitato di leggere altri suoi pezzi) e' tendere a definire le critiche a contorno delle ideali sagome di coloro che identifica come suoi oppositori politici, ovvero gli appartenenti alla cricca aristocratica di una gerarchia e di un laicato europeo che vive una realtà imbalsamata di vetuste beghe filosofico-dottrinali conciliari (che lui vede incastonata nella figura di ratzinger e del ratzingeriano). la frase citata ne e' un esempio tipico. praticamente se non ami Bergoglio o e' perché sei una arrogante testa d'uovo chiuso nel reame di intoccabile casta sacerdotale o perché, seppure in buona fede, non sei uno che come faggioli ha capito l'estrema onesta' intellettuale, la totale mancanza di artificiosità comunicativa, la purezza spirituale del prode Bergoglio. locuzioni come "da fastidio", "il politicamente corretto non e' il suo linguaggio" infarciscono qui e li' l'intervento. in una baraonda di tappeti rossi, inni, tric e trac e castagnole di giubilo, il faggioli ti va così a capare, nella folta platea in piena e permanente standing ovation, i radi posti vuoti, perdendo tempo ad accrocchiare un teorema persecutorio al solo scopo di fornire al martire honoris causa Bergoglio un inconsistente martirio ritagliato su misura (di faggioli ovviamente).

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  4. "Bergoglio è un Papa che non pretende che le cose siano semplici, come spesso facevano i suoi predecessori". Dal basso della mia ignoranza, chiederei a Faggioli di trovarmi un solo punto, una sola virgola, in cui i predecessori hanno detto o preteso che le cose siano semplici, perchè io tutta questa faciloneria non l'ho mai sentita, nè trovata. Maria Pia

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  5. L'ultima frase è davvero ridicola, ma l'ossimoro più interessante e inquietante è la definizione di "Papa postcattolico".

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  6. ci ho capito poco. Chi è che parla, Matuzzi o Faggioli? Faggioli quello della lavagna dei cattivi? Di questo articolo non riesco a cogliere l'obiettivo, il succo, dove vuole andare a parare. Poi mi meraviglio di come si usino con tutta tranquillità termini come "Papa post cattolico" (alla guida di cosa, di una Chiesa post cattolica???)e "sua chiesa" (sua riferita al Papa). E l'elogio del compromesso è tutto una nebulosa, perché ci dovrebbero anche spiegare quali sono le cose nella vita del cristiano che sono suscettibili di compromesso e quali no. O forse non è più il caso, vista la personale visione del bene e del male che ognuno ha?
    Meno male che, come dici tu Lella, con l'ultima frase almeno viene da sorridere...

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  7. Se l'attuazione del Concilio significa il perpetuare del potere del papato, questo papa e' perfetto. Eufemia

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  8. Il politicamente corretto non è il suo linguaggio? Non esageriamo, su...:) oggi se non sei un minimo politicamente corretto "non comunichi", e se va bene ogni categoria con cui non lo sei e che ha potere mediatico ti lincia, se va male, devi nasconderti

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  9. Ma davvero la chiesa è come ogni istituzione mondana allora. Nulla è stabile, cambia la politica dettata dal congresso, cambia il capo e cambiano le regole, i simboli, il modo di celebrare, di interpretare il bene e il male, le leggi naturali, magari gli argomenti delle omelie. Il guaio è che ora mi pare di capire che pure le critiche siano diventate complicate, o vieni epurato o ti viene tolta l'amicizia o il seguito sui social network o sei fariseo o addirittura matto, perché proprio su Bergoglio non si può dire che non "ti prende", è fantastico, fa apparire ogni cosa diversa, pure lo Ior e l'otto per mille, e risolve tutti i problemi, basta chiamarlo.
    A questo punto viene da chiedersi cosa accadrà qualora venisse eletto un Papa che la pensa ancora diversamente, con altre categorie di cristiani messe ai margini, stavolta magari ballerine e non zitelle, melanzane e non peperoni, che dichiara di non aver aver mai votato a sinistra e rilascia interviste a Feltri. Da osservatore dico che potrebbe essere un errore dividere i fedeli in categorie, facendone sentire alcuni disprezzati, e soprattutto dividerli secondo categorie politiche. Basta vedere il danno che le correnti fanno nei partiti, figurarsi nelle questioni soprannaturali che devono riguardare l'eternità

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  10. Un emerito da fantascienza (ehehehe)
    http://www.ilfoglio.it/soloqui/20229
    Alessia

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  11. dall'art. linkato, una frase

    "...(PF) E’ diventato prete nel 1969 – dice Faggioli – e per lui il Vaticano II non è più materia di discussione. E’ un fatto."

    è una banalità dialettica questa, affermata in ambito di fede.

    Io sono nato nel 70 e nel Vat. II vedo più che altro sfracelli e infedeltà.

    Far sembrare il Vat II un fatto generazionale è ridicolo.

    Per altro verso è invece sintomatico: non è che il VAt II lo credono ciecamente come dogma, pur non avendo valenza dogmatica, quelli che credono la Tradizione vivente non come cosa data e donata una volta per tutte, che può parlare a ogni generazione,
    ma come "concezione trasformista del dogma", come se le Verità della Fede cambiassero di generazione in generazione, perchè sarebbe la contemporaneità a giudicare la Fede e non la Fede a giudicare la Contemporaneità.

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  12. http://www.ilfoglio.it/soloqui/20239
    come criticare il papa senza essere eretici

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  13. ah beh se l'unico problema, poi, è la Chiesa americana....

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  14. Cosa vorrebbe insinuare dicendo "l'ultima frase fa sorridere?"..forse che il Papa è politicamente corretto? Beh, con le critiche che si è preso dalla Lega e company sul discorso a Lampedusa non mi pare proprio!

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  15. Massimo Faggioli, per me fino a qualche giorno fa un illustre sconosciuto, dice :

    "Il Papa soldato d’Ignazio devoto a Pedro Arrupe “mette in chiaro il fatto che nella vita di tutti i giorni del cattolico ci sono dilemmi e paradossi. Ci sono, cioè, certe cose cui non può essere applicato un teorema per dire che due più due fa quattro. E ciò comporta dei compromessi, delle mediazioni. Questo non è relativismo. E’ sincerità, onestà. Bergoglio è un Papa che non pretende che le cose siano semplici, come spesso facevano i suoi predecessori”. Il suo, insomma, è un approccio pastorale radicato nel Concilio "

    Certo, per i suoi predecessori le cose erano semplici: un aborto è la soppressione di una vita, un matrimonio è fra un uomo e una donna, la vita deve essere rispettata dal suo inizio fino alla sua fine naturale, insomma cose semplici, chiare e non negoziabili per un cattolico.
    La Verità è assoluta e come diceva Benedetto XVI(discorso del 24 febbraio 2007 ai membri della Pontificia Accademia per la Vita):
    "La formazione di una coscienza vera, perché fondata sulla verità, e retta, perché determinata a seguirne i dettami, senza contraddizioni, senza tradimenti e senza compromessi, è oggi un’impresa difficile e delicata, ma imprescindibile. Ed è un’impresa ostacolata, purtroppo, da diversi fattori. Anzitutto, nell’attuale fase della secolarizzazione chiamata post-moderna e segnata da discutibili forme di tolleranza, non solo cresce il rifiuto della tradizione cristiana, ma si diffida anche della capacità della ragione di percepire la verità ci si allontana dal gusto della riflessione. Addirittura, secondo alcuni, la coscienza individuale, per essere libera, dovrebbe disfarsi sia dei riferimenti alle tradizioni, sia di quelli basati sulla ragione. Così la coscienza, che è atto della ragione mirante alla verità delle cose, cessa di essere luce e diventa un semplice sfondo su cui la società dei media getta le immagini e gli impulsi più contraddittori."
    Chiaro no? Semplice, no?
    Prima di Bergoglio a livello di Dottrina, di precetti morali e etici, 2+2=4, con lui invece 2+2 potrebbe essere uguale a 5 o anche 6(compromessi e mediazioni...) a secondo della coscienza dell`individuo, della sua nozione di bene e male.
    Questo è quel che mi sento ridire da persone che si pretendono ancora cattoliche anche se mettono i piedi in una chiesa solo per matrimoni e funerali e che dei precetti della Chiesa se ne infischiano gioiosamente, mi dicono, entusiasti, con lui c`è posto per tutti, con lui la dottrina e i dogmi sono ridimensionati e blablabla.
    Ed io non perdo più tempo a spiegare perchè non posso condividere il loro entusiasmo.

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  16. La sventurata lega infatti come si sa ha un gran potere lobbistico a livello internazionale, ha un giornale, la Padania, che scrive a filo diretto con time e New York Times , controlla non so quante stazioni televisive, fra cui bbc e cnn, per non parlare della grande influenza che esercita in Parlamento Europeo. Pure Obama pende dalle sue labbra. Ma va la' anonimo delle 19.13, citane un'altra, se la trovi

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  17. Sia Giovanni Paolo che Benedetto, che hanno partecipato al Concilio, hanno sempre affermato che non si può prescindere dal Concilio Vaticano II e dai suoi documenti, in continuità con la tradizione della Chiesa. Ė il famoso spirito del Concilio che si è avventurato oltre, teorizzando la completa rottura col passato, ignorando la continuità dottrinale ribadita nei suoi documenti e facendo passare l'apertura al mondo come un nuovo dogma da cui far partire ogni genere di cambiamento. Presentare Benedetto come anticonciliarista sia da una parte che dall'altra è fargli un torto e ignorare tanti suoi grandi discorsi . Chi lo accusa di essere anticonciliare è chi, come Kung, si aspettava che il Concilio II significasse cambiamento della dottrina e abolizione di ciò che lo aveva preceduto, del ruolo del papato e avvicinamento alla riforma di Lutero, ma a leggerne i documenti così non era. Ora leggo che Kung sta mostrando in giro una lettera di Francesco, dopo il turno di Boff ora saremo nuovamente sommersi dalle sue di interviste e dichiarazioni soddisfatte sulla discontinuità, mentre chi li intervista magari il giorno dopo per confutare le inevitabili rimostranze di alcuni li bacchetta agitando lo spirito della continuità

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  18. Sul Comcilio e aspettative da parte di alcuni Papa Benedetto parlò in ultimo anche per l'apertura dell'anno della fede
    "I Padri conciliari volevano ripresentare la fede in modo efficace; e se si aprirono con fiducia al dialogo con il mondo moderno è proprio perché erano sicuri della loro fede, della salda roccia su cui poggiavano. Invece, negli anni seguenti, molti hanno accolto senza discernimento la mentalità dominante, mettendo in discussione le basi stesse del depositum fidei, che purtroppo non sentivano più come proprie nella loro verità."
    qui l'omelia completa http://ilblogdiraffaella.blogspot.it/search?updated-max=2013-10-11T19:58:00%2B02:00&max-results=8&start=8&by-date=false

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  19. Le critiche della Lega non sono certo garanzia di politicamente scorretto. E comunque il punto, anonimo, non sono le critiche, ma come queste vengono presentate tutt'uno con chi le fa. Oggi per chi osa, non dico criticare, ma chiedersi un perché, o sollevare un minimo dubbio, viene subito allestito il processino mediatico, dal quale, come spesso accade nei processi "veri", l'alternativa alla condanna è l'infermità mentale. E così è per chiunque non vada in delirio solo al sentir pronunciare il nome di Bergoglio: o sei un pericoloso fondamentalista o sei incapace di intendere e di volere. C'è da augurarsi che questo mediatico campo di fiori primaverili non diventi parente dell'altro campo de' fiori...

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