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Ricordo quando il giornalista commentava le udienze generali di Benedetto XVI. Allora mi piaceva molto poi, dal marzo 2013, sono iniziati anche nei suoi articoli i continui confronti ed allora...
Comunque...
Sono d'accordo sul fatto che Ratisbona rappresenta uno spartiacque imprescindibile per la Chiesa, per il suo rapporto con il mondo occidentale e con le altre fedi.
Modestamente rappresenta un punto fermo anche per me: ritornata felicemente e convintamente all'ovile nel 2005, anche a causa di vicende personali che mi hanno avvicinato di più alla fede, ebbi un brusco risveglio proprio nel settembre 2006. Lì per la prima volta capii che cosa significa davvero essere il Successore di Pietro e mi resi conto della profonda differenza fra la Chiesa di Cristo e la chiesa di tanti uomini che hanno preso i voti.
Benedetto XVI non ebbe l'appoggio di alcuno: né dentro né fuori la chiesa perché la lectio di Ratisbona fu considerata subito un inciampo, un incidente, un errore quasi irreparabile.
Partirono quindi la gara a prendere le distanze da quel testo da parte di molti uomini di chiesa (soprattutto cardinali) ed il linciaggio mediatico favorito proprio dall'isolamento del Pontefice.
Ora si comincia a comprendere la profondità e la profezia di quella lectio. Meglio tardi che mai? Non direi proprio, visto che è davvero tardi in tutti i sensi.
Benedetto XVI avrà il giusto riconoscimento dalla storia ma noi tutti dobbiamo e dovremo fare i conti con la sottovalutazione di certe minacce e con il fondamentalismo religioso.
Non conterei molto sul discorso di Strasburgo. Difficile che venga richiamato il testo di Ratisbona (sarebbe una contraddizione fra l'altro...). Si parlerà più probabilmente di questioni sociali e di povertà. Temi importantissimi, per carità, ma le radici cristiane dell'Europa, la lotta al terrorismo, i principi non negoziabili, le questioni etiche che bussano sempre più alla porta della nostra ragione, sono tematiche altrettanto importanti. Da esse dipende il futuro dell'Europa ma anche quello della chiesa cattolica.
R.
Ahahahah, Ezio Mauro ....ma li ricorda Schiavazzi i commenti di repubblica? Personalmente non ho alcun dubbio che il discorso di Ratisbona sarà ricordato dalla Storia, quella con la S maiuscola e che i tanti nani, anche in sottana, dovranno riconoscere, loro malgrado, la lungimiranza di quel gigante della fede e della cultura che è Joseph Ratzinger.
RispondiEliminaChe pena vederlo ritirato e muto al Mater Ecclesiae!
Alessia
No, per carità Raffaella non riesco proprio più a seguirli, la stagione primaverile dei confronti mi ha troppo sfinito, mi faccio da sola le mie opinioni. E su ratisbona ci eravamo arrivate da sole, da subito.
RispondiEliminaStamattina ho letto un bell'articolo di Margheriti Mastino, un'emozione che condivido: I bambini mi guardano http://www.papalepapale.com/cucciamastino/senza-categoria/i-bambini-mi-guardano/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=i-bambini-mi-guardano
L'articolo è ben scritto (sul giornalista ho le tue stessse idee Raffaella carissima) , ma ormai è troppo tardi. L'islam è in casa nostra pericolosamente e nessuno lo può fermare se non il Signore. Papa Benedetto è stato perseguitato come tutti i profeti. Ricordo quel periodo teribile subito dopo il discorso del 12 settembre. Avevo davvero paura per il papa. Non avevano capito nulla, non avevano letto nulla e avevano solo paura di stare al suo fianco. L'hanno lasciato solo come Gesù prima e durante la Passione.
RispondiEliminaNon SE ma SI, aveva ragionissima, ma nemo propheta in patria, intanto da Lampedusa in qua sono quadruplicati gli sbarchi, problemi su problemi, quartieri fuori da ogni controllo in tutte le città europee, italiane comprese, vere e proprie casbah dove neppure i militari mettono piede, centri culturali islamici a gogo, veri e propri centri di lavaggio del cervello e reclutamento di combattenti e/o futuri bombaroli - terroristi e loro che fanno.....dialogano come quell'illuminante e luminoso esempio di multiculturalismo di Vattimo e co. da vedere l'altra sera a Virus, rai2, proprio lui che impedì l'entrata di BXVI nella Sua università, che assieme a tanti altri fulgidi esempi di dialogo interculturale, bocciò l'invito allo stesso di tenere un discorso al parlamento di Bruxelles,quello che di fatto sta distruggendo anche l'idea dell'Europa che però il 19 marzo 2013 era già steso a tappetino davanti al prescelto, ma mi faccia il piacere.....il sommo Totò dixit.Lupus et Agnus.
RispondiEliminanon sono molto utili le lacrime di coccodrillo. Poi non condivido la ricostruzione del giornalista, perché non credo proprio che Ratzinger si fosse dimenticato di essere Papa, e non è vero che contro di lui si scatenarono le piazze islamiche. Le prime a rivoltarsi furono le testate mediatiche occidentali, che diedero fuoco alle polveri. Disprezzando la lectio di Ratisbona l'occidente ha abdicato culturalmente.
RispondiEliminaA me fa ridere come quegli intellettuali laici che oggi ritirano fuori il discorso di ratisbona lo fanno sempre con un tono condiscendente da requisitoria di avvocato difensore. C'è' sempre l'idea che Benedetto debba essere prima giustificato e poi, caso mai, lodato (sempre con circospezione). Insomma questa e' gente che continua ancora oggi a non capire un emerito tubo. Prima di tutto non comprende che ratisbona e' strettamente legato al discorso fatto dal papa al parlamento tedesco ( e non capirlo significa essere fortemente idioti). Nella lezione all'università pone le domande. Nel discorso a Berlino espone le risposte. Seconda cosa, l'obiettivo del papa in entrambi non e' solo l'Islam ma anche (se non soprattutto) il materialismo agnostico occidentale. Quello che dice Benedetto infatti e' molto ma molto ma molto più "offensivo" e "provocatorio" di quanto abbiano compreso le orecchie ipoudenti della platea islamica e dell'elite occidentale. Dice fondamentalmente che per ragioni storicamente opposte, entrambe le culture (quella della religione rivelata e quella dell'individualismo autarchico) parlano la medesima lingua: sono gemelli diversi. Sono entrambi infatti nemiche (per ragioni diverse e con metodi di imposizione diversi) della libertà di religione che e' alla base della dignità umana e della democrazia. Quello che Benedetto fa intendere e' che tra l'illuminismo della cittadinanza liberale occidentale e l'oscurantismo della fratellanza in nome di Allah c'è' una straordinaria (e mostruosa) affinità di intenti e obiettivi.
RispondiEliminada Madre Cànopi
RispondiEliminaIO sono -dice Dio- padrone delle tre virtù
la FEDE è una sposa fedele
la CARITA' è una madre ardente
ma la piccola SPERANZA è quella che si leva tutte le mattine
Io sono -dice Dio- padrone delle tre virtù
la FEDE è' quella che tira duro nei secoli
la CARITA' è quella che dà se stessa nei secoli dei secoli
ma la piccola SPERANZA è quella che si leva tutte le mattine
Arcangela
Io ci capisco poco. Mi pare chiaro che un cristiano non debba uccidere (chiaro nemmeno forse). La difesa dagli integralisti spetta ai secolari. Concordo che l'Europa si fondi su l'eredita' cristiana e sulla DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL'UOMO (laica). Bisognerebbe prendere quello, poi chi riesce a dare testimonianza cristiana (ben venga). In quanto alla ragione e alla fede, confesso, non avevo capito Benedetto. Sicuramente interessante. Sarebbe forse provocatorio e comunque troppo tardi dire che la fede cristiana (non solo immagino) si basa sull'irrazionale cioe' la resurrezione di un morto duemila anni fa, senza quella non ha senso di esistere se non come interesse politica e cose MOLTO immanenti. Umane troppo umane (come direbbe Nietsche).
RispondiEliminaCaro anonimo di lunedì 15 alle 12:30, vediamo se riesco a farti capire meglio che ci stiamo a fare in questo blog a parlare di qualcuno che, come dice lei, "confesso, non avevo capito". Cosa diceva e dice, fino all'effusione di sangue, Benedetto? La dignità di un essere umano si fonda sulla libertà di religione. Stabilito quello il resto viene di conseguenza. Ora la dichiarazione dei diritti dell'uomo e' il frutto di una concezione si laica (legittimo) ma anche e soprattutto anti-religiosa (quindi nemica della libertà di religione, dunque contraddittoria nei termini). una concezione per la quale la religione ha valore solo in senso deista ma non per quello che è: la fede in un rapporto privilegiato tra l'uomo e il suo creatore. Il Cristianesimo ha professato nella sua prassi storica l'opressione religiosa ma contro la sua stessa identità primigenia: la fede che ogni uomo (ripeto, OGNI) e' intitolato di una dignità insita nel suo essere figlio di Dio destinato alla resurrezione. Chi invece fonda la sua dignità nella prassi di appartenenza ad un popolo del libro sacro (come fanno gli islamici) o nella prassi di un diritto alla cittadinanza laica (come fanno i laici occidentali) si condanna, prima o poi, alla debacle antidemocratica e repressiva. Non perché intimamente cattivi, viziosi o incivili ma perché possessori di un "trombo" ideologico che prima o poi manderà in tilt il sistema.
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