lunedì 21 settembre 2015
Il rapporto fra Arte e Preghiera spiegato da Benedetto XVI (YouTube)
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Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo una vera pietra miliare del Pontificato di Joseph Ratzinger.
Il 31 agosto 2011, in occasione dell'udienza generale tenutasi a Castel Gandolfo, Benedetto XVI spiegò in modo sublime il rapporto fra arte e preghiera. L'intera riflessione è consultabile qui.
In particolare:
" Il Signore stesso ci offre molte occasioni perché ci ricordiamo di Lui. Oggi vorrei soffermarmi brevemente su uno di questi canali che possono condurci a Dio ed essere anche di aiuto nell’incontro con Lui: è la via delle espressioni artistiche, parte di quella “via pulchritudinis” – “via della bellezza” - di cui ho parlato più volte e che l’uomo d’oggi dovrebbe recuperare nel suo significato più profondo.
Forse vi è capitato qualche volta davanti ad una scultura, ad un quadro, ad alcuni versi di una poesia, o ad un brano musicale, di provare un’intima emozione, un senso di gioia, di percepire, cioè, chiaramente che di fronte a voi non c’era soltanto materia, un pezzo di marmo o di bronzo, una tela dipinta, un insieme di lettere o un cumulo di suoni, ma qualcosa di più grande, qualcosa che “parla”, capace di toccare il cuore, di comunicare un messaggio, di elevare l’animo. Un’opera d’arte è frutto della capacità creativa dell’essere umano, che si interroga davanti alla realtà visibile, cerca di scoprirne il senso profondo e di comunicarlo attraverso il linguaggio delle forme, dei colori, dei suoni. L’arte è capace di esprimere e rendere visibile il bisogno dell’uomo di andare oltre ciò che si vede, manifesta la sete e la ricerca dell’infinito. Anzi, è come una porta aperta verso l’infinito, verso una bellezza e una verità che vanno al di là del quotidiano. E un’opera d’arte può aprire gli occhi della mente e del cuore, sospingendoci verso l’alto.
Ma ci sono espressioni artistiche che sono vere strade verso Dio, la Bellezza suprema, anzi sono un aiuto a crescere nel rapporto con Lui, nella preghiera. Si tratta delle opere che nascono dalla fede e che esprimono la fede".
"Cari amici, vi invito a riscoprire l’importanza di questa via anche per la preghiera, per la nostra relazione viva con Dio. Le città e i paesi in tutto il mondo racchiudono tesori d’arte che esprimono la fede e ci richiamano al rapporto con Dio. La visita ai luoghi d’arte, allora, non sia solo occasione di arricchimento culturale - anche questo - ma soprattutto possa diventare un momento di grazia, di stimolo per rafforzare il nostro legame e il nostro dialogo con il Signore, per fermarsi a contemplare - nel passaggio dalla semplice realtà esteriore alla realtà più profonda che esprime - il raggio di bellezza che ci colpisce, che quasi ci “ferisce” nell’intimo e ci invita a salire verso Dio".
Benedetto, che predilige ogni forma di arte, nel 1989 ebbe a dire "L'arte è il prodotto di unità di significato e di spirito che non si lascia decomporre da riflessioni intellettualistiche e configurazioni simboliche: essa è piuttosto espressione di quella primitiva unità dell'uomo, in virtù della quale lo spirito è significativo e il significato è spirituale."
RispondiEliminaArcangela
L'arte non interessa più, soprattutto nelle chiese. Ora che il senso del bello è andato perso a tutti i livelli cosa possiamo offrire al Signore?
RispondiEliminaAnche questa mancanza della bellezza fa parte della deriva culturale ed etica che ci sta trascinando esempre più giù.
Bellissima udienza , grazie Gemma .
RispondiEliminaPapa Benedetto e' la mia via pulchritudinis , con i suoi scritti , le riflessioni , le catechesi , le intense celebrazioni eucaristiche , le Adorazioni , il silenzio.....
A proposito di bellezza e di silenzio : sono stata a Castelgandolfo , nel Palazzo Apostolico .
Tra i varii ritratti dei Papi c'e' anche il ritratto di Papa Benedetto , ritratto in piedi con posa di trequarti appoggiato al Crocifisso pastorale di Giovanni Paolo II . E' rivestito di un mantello di colore rosso decorato con piccole conchiglie dorate e sul mantello sono dipinte tre piccole , ma evidenti , lacerazioni . Lacerazioni ? Sì ! L'ho guardato e riguardato . Sul bordo del mantello , in verticale , sono rappresentate tre piccole lacerazioni , sapete , come quando si tira forte un bottone e si lacera anche il tessuto . Mi sono detta : che sia un messaggio del pittore ? Cosa avra' voluto dirci con queste tre piccole lacerazioni ? Prima possibile devo tornare a vederlo . Ah , dimenticavo , e' somigliante .
Dio vi benedica tutti/e !
http://www.tempi.it/biffi-e-il-verbo-si-fece-chiacchiera-ecco-il-gesu-che-piace-alla-gente-che-piace#.VgGdun3O51Q
RispondiEliminaIl quinto evangelo di Biffi | Tempi.it