giovedì 22 ottobre 2015
Benedetto XVI: la Chiesa non può far tacere lo Spirito di Verità. I successori degli Apostoli, insieme con il Papa, sono responsabili per la verità del Vangelo... (YouTube)
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Il 26 maggio 2006, in occasione del suo Viaggio Apostolico in Polonia, Benedetto XVI tenne, a Varsavia, un'omelia che sembra scritta per ogni tempo. Grazie, come sempre, a Gemma. Il testo dell'omelia è consultabile qui.
In particolare:
"All'inizio del pontificato Giovanni Paolo II scrisse al Cardinale Wyszyński: "Sulla Sede di Pietro non ci sarebbe questo Papa polacco, che oggi pieno di timore di Dio, ma anche di fiducia, inizia il nuovo pontificato, se non ci fosse stata la Tua fede, che non si è piegata davanti alla prigione e alla sofferenza, la Tua eroica speranza, il Tuo fidarti fino in fondo della Madre della Chiesa; se non ci fosse stata Jasna Góra e tutto questo periodo di storia della Chiesa nella nostra Patria, legato al Tuo servizio di Vescovo e di Primate" (Lettera di Giovanni Paolo II ai Polacchi, 23 ottobre 1978)".
""Egli vi darà un altro Consolatore - lo Spirito di Verità". La fede, come conoscenza e professione della verità su Dio e sull'uomo, "dipende dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo", dice san Paolo (Rm 10, 17).
Lungo la storia della Chiesa gli Apostoli hanno predicato la parola di Cristo preoccupandosi di consegnarla intatta ai loro successori, i quali a loro volta l'hanno trasmessa alle successive generazioni, fino ai nostri giorni. Tanti predicatori del Vangelo hanno dato la vita proprio a causa della fedeltà alla verità della parola di Cristo.
E così, dalla premura per la verità è nata la Tradizione della Chiesa.
Come nei secoli passati così anche oggi ci sono persone o ambienti che, trascurando questa Tradizione di secoli, vorrebbero falsificare la parola di Cristo e togliere dal Vangelo le verità, secondo loro, troppo scomode per l'uomo moderno.
Si cerca di creare l'impressione che tutto sia relativo: anche le verità della fede dipenderebbero dalla situazione storica e dalla valutazione umana.
Però la Chiesa non può far tacere lo Spirito di Verità. I successori degli Apostoli, insieme con il Papa, sono responsabili per la verità del Vangelo, ed anche tutti i cristiani sono chiamati a condividere questa responsabilità accettandone le indicazioni autorevoli.
Ogni cristiano è tenuto a confrontare continuamente le proprie convinzioni con i dettami del Vangelo e della Tradizione della Chiesa nell'impegno di rimanere fedele alla parola di Cristo, anche quando essa è esigente e umanamente difficile da comprendere.
Non dobbiamo cadere nella tentazione del relativismo o dell'interpretazione soggettivistica e selettiva delle Sacre Scritture. Solo la verità integra ci può aprire all'adesione a Cristo morto e risorto per la nostra salvezza".
"Ma vivere la propria fede come rapporto d'amore con Cristo significa anche essere pronti a rinunciare a tutto ciò che costituisce la negazione del suo amore. Ecco perché Gesù ha detto agli Apostoli: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti". Ma quali sono i comandamenti di Cristo? Quando il Signore Gesù insegnava alle folle, non mancò di confermare la legge che il Creatore aveva iscritto nel cuore dell'uomo ed aveva poi formulato sulle tavole del Decalogo. "Non pensate che io sia venuto ad abolire la legge o i profeti; non sono venuto ad abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure uno iota o un segno, senza che tutto si sia compiuto" (Mt 5, 17-18). Gesù però ci ha mostrato con una nuova chiarezza il centro unificante delle leggi divine rivelate sul Sinai, cioè l'amore di Dio e del prossimo: "Amare [Dio] con tutto il cuore e con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stessi vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici" (Mc 12, 33). Anzi, Gesù nella sua vita e nel suo mistero pasquale ha portato a compimento tutta la legge".
"Vi prego, coltivate questa ricca eredità di fede a voi trasmessa dalle generazioni precedenti, l'eredità del pensiero e del servizio di quel grande Polacco che fu Papa Giovanni Paolo II.
Rimanete forti nella fede, tramandatela ai vostri figli, testimoniate la grazia, che avete sperimentato in modo così abbondante attraverso lo Spirito Santo nella vostra storia.
Che Maria, Regina della Polonia, vi mostri la strada verso il Figlio suo e vi accompagni nel cammino verso un futuro felice e pieno di pace. Non manchi mai nei vostri cuori l'amore per Cristo e per la sua Chiesa. Amen!"
le parole d iverità non hanno tempo.
RispondiEliminaQueste omele erano una meraviglia. Grazie per la riproposta
Benedetto 2006 "Nessuno crede solo da se stesso. Noi crediamo sempre IN e CON la Chiesa. Il credo è sempre un atto condiviso, un lasciarsi inserire in una comunione di cammino, di vita, di parola, di pensiero. Noi non la fede, nel senso che è anzitutto Dio che ce la dà."
RispondiEliminaArcangela