Cari amici,
è proseguito anche ieri il "tiro al bersaglio" nei confronti di Benedetto XVI, accusato di avere violato la "consegna del silenzio" perchè altri hanno letto una sua lettera riservata e personale. Non ridete...è così :-)
Ovviamente lo si imputa anche di volere "silenziare" certi teologi, sempre in virtù di una lettera che avrebbe dovuto rimanere riservata e personale. In altre parole: coloro che vorrebbero ridurre Benedetto al silenzio sono gli stessi che lo mettono sulla graticola perchè egli avrebbe in qualche modo insidiato la libertà di critica altrui.
C'è qualcosa che non va in tutto ciò...sbaglio?
Poi ci si chiede per quale motivo gli Italiani, a tutti i livelli, abbiano una così "grande" considerazione di giornalisti, opinionisti e commentatori.
Basta vedere i nasi arricciati e gli atteggiamenti di profonda indignazione di questa mattina perchè, all'apertura dei lavori delle Camere, persino i politici si rifiutano di rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. A proposito: sta parlando il Presidente Emerito Napolitano. C'è qualcuno fra gli "estimatori" di Papa Benedetto che ha qualche obiezione da fare? :-) In fondo anche lui è Emerito...
A parte gli scherzi, vorrei fare un commento a tutta la vicenda.
Penso che il "tiro al bersaglio" nei confronti di Joseph Ratzinger non abbia alcun senso e, soprattutto, che tali critiche non possano e non debbano venire da coloro che nelle ultime due settimane hanno dato prova di faziosità oltre ogni limite.
Coloro che oggi attaccano Benedetto, al limite dell'offesa personale, sono gli stessi che non hanno dato conto della seconda parte della lettera del Papa, della foto "oscurata" e che hanno fatto di tutto per negare l'evidenza e/o minimizzare i fatti finchè la pubblicazione del testo integrale da parte del vaticano non li ha costretti a intervenire ("non senza fatica" cit.).
In tutta franchezza: non meritano attenzione visto che hanno tentato di fare i "furbetti delle letterine".
Ovviamente non mi riferisco alla totalità dei giornalisti, ma ad una parte non inconsistente.
Un'altra annotazione. C'è sempre bisogno di Benedetto XVI per cambiare registro e tornare a parlare di teologia e di temi "forti". Prima del "lettergate" eravamo fermi (almeno nei telegiornali) alle scarpe, ai pantaloni e alle borse nere, al rifiuto del lussuoso appartamento papale (quale? Quello gelido d'inverno e bollente d'estate?), ecc.
Insomma...c'era il solito clima zuccheroso e noioso.
I giornalisti dovranno pur rendersi conto che i blog insorgono solo quando si tocca Benedetto, altrimenti sostanzialmente "si disinteressano".
Ringrazino Ratzinger che mette, come sempre, un po' di brio :-)
Ho letto in vari commenti che il "lettergate" può essere considerato il primo "incidente" dopo la "coabitazione" iniziata nel 2013.
Beh, consentitemi di dirlo forte e chiaro: non è affatto vero! E' l'ultima gaffe in ordine di tempo ma di certo non è la prima. Sapete qual è secondo me il primo vero "incidente"? La circostanza che ha mi ha colpito (parlo per me ovviamente) e che ha costituito un punto di non ritorno?
Risale a molto, molto, tempo fa e precisamente al 25 gennaio 2014. Sono passati più di quattro anni.
Leggiamo l'omelia in occasione dei Vespri nella Solennità della Conversione di San Paolo.
Vengono citati tutti i Pontefici del post Concilio tranne Luciani e Ratzinger. Accettabile l'omissione di Giovanni Paolo I vista la durata del suo Pontificato. Inaccettabile non avere annoverato Benedetto XVI fra coloro che più si sono spesi per il dialogo con le altre confessioni cristiane.
Quello non è stato un incidente, è stato qualcosa di ben più grave. Per me il punto di non ritorno.
Buona giornata :-)
R.
L'incidente più grave, se proprio vogliamo, risale al settembre 2006 quando venne negato il sacrosanto supporto all'allora Papa Benedetto (tutt'ora Papa per quanto mi riguarda!).
RispondiEliminaAlessia
L'incidente più grave, se proprio vogliamo, risale al settembre 2006 quando venne negato il sacrosanto supporto all'allora Papa Benedetto (tutt'ora Papa per quanto mi riguarda!).
RispondiEliminaAlessia
" Va detto che, se lo fanno, è perché c’è chi glielo lascia fare. "
RispondiEliminahttp://querculanus.blogspot.it/2018/03/decoro-istituzionale.html#more
Esattamente Padre Scalese !
Quante voci si sono levate per riprovare la mistificazione perpetrata ai danni del Papa Benedetto XVI.......?
Non lo citate , non lo nominate , andate avanti per la vostra strada , lasciatelo in pace !
RispondiEliminahttps://agensir.it/quotidiano/2018/3/22/lettera-benedetto-xvi-mons-galantino-si-e-voluto-montare-eccessivamente-il-caso/
una domanda continua a frullarmi in testa: ma se erano tutti così contenti delle dimissioni di Ratzinger, al punto che, all'indomani della rinuncia, i giardini venivano già alacremente sfalciati dalle aiuole col suo simbolo e i sospiri di sollievo soffiavano più forte del fresco vento della primavera imminente, perché sentire la necessità non solo di andarlo a "sfruguliare" (lui, un teologo reazionario, asserito responsabile del ritardo bicentenario della chiesa sul mondo!)? E anche dopo che aveva garbatamente ma fermamente declinato, perché insistere a tirarlo in ballo, pubblicando ciò che non doveva essere pubblicato, leggendo solo passaggi "comodi" e taroccando le foto? Con tutti i teologi primaverili che ci sono in giro perché rivolgersi ancora all'odiato generale inverno? Si pensava che fosse vecchio e rimbambito al punto da non accorgersi chi e che cosa gli si chiedeva di sponsorizzare? Oppure si cerca l'approvazione di Ratzinger perché da qualche parte si comincia a capire che i fedeli semplici, i piccoli, sono disorientati e divisi dalla dottrina fatta a brandelli, dagli omaggi a Lutero, le riverenze all'islam, l'appeasement al governo cinese, le conferenze nelle chiese tenute dall'abortista Bonino? Ricordo che qualche anno fa un monsignore disse che sarebbero bastati "quattro anni di Bergoglio per cambiare le cose": beh, signori, ne abbiamo già avuti cinque, continutate a godervi i risultati senza più chiamare in causa chi avete tanto disprezzato.
RispondiElimina@MedievAle.
RispondiEliminaSottoscrivo dalla prima all'ultima parola. Giuste domande, giuste osservazioni!
R.