domenica 29 luglio 2018

Poco alla volta, con grandi sforzi (e spesso senza nemmeno citarlo), si scopre la portata storica e profetica del Pontificato di Benedetto XVI (R.)

Buona domenica, cari amici.
Ho trovato molto interessante questo editoriale di Mauro Magatti per il Corriere della sera.
Benedetto XVI non viene mai citato ma penso che, partendo dalle riflessioni del giornalista, possiamo trarre alcune conclusioni.
Innanzitutto (e finalmente) si riscopre, pur senza citarlo espressamente, il concetto di sana laicità. Finalmente si ammette che la religione non può e non deve essere un fatto squisitamente privato ma degno di rilevanza pubblica. 
Non sono forse parole di Benedetto XVI?
Finalmente si riconosce che il laicismo portato alle estreme conseguenze ha, per usare un eufemismo, decisamente "stufato" i popoli occidentali, rivelandosi un vero e proprio fallimento sotto ogni punto di vista. 
Benedetto XVI non ci aveva forse messo in guardia dai pericoli di una società senza Dio?
Viene messo in discussione anche il relativismo.
E chi per primo ne parlò ricevendo, peraltro, insulti a valanga soprattutto da quei partiti che oggi sono rappresentati da un numero di eletti elencabili usando le dita di una mano?
Nell'articolo si stigmatizza il fatto che la politica stia cercando di strumentalizzare la religione.
Anche questo è un pericolo denunciato più volte da Benedetto XVI che è stato il Papa "laico" per eccellenza: collaborazione ma mai commistione fra fede e politica.
Chiediamoci però: come mai oggi i Cattolici (e non solo) appoggiano la componente identitaria di molti partiti? Non sarà perché non trovano più nella chiesa ciò che cercano? Non sarà che negli ultimi anni la chiesa si è occupata un po' troppo del sociale e della politica e poco della fede, della cultura e della bellezza del Cristianesimo che non è, e non deve essere, uguale a tutte le altre religioni?
Magari un esamino di coscienza andrebbe fatto visto che la chiesa va da una parte e i Cattolici dall'altra.
Ovviamente la chiesa può e deve intervenire nel dibattito pubblico però deve farlo sempre e non solo contro determinate forze politiche.
Se oggi si criticano ferocemente le politiche migratorie ma ieri si è taciuto sulla legge sul fine vita o su quella riguardo alle unioni di fatto, è ovvio che le critiche non tardano ad arrivare.
Se si entra "a gamba tesa" (ricordate questa bizzarra espressione?) nel dibattito nazionale appoggiando senza se e senza ma lo ius soli, poi non ci si deve stupire di essere accusati di badare più agli interessi di una parte piuttosto che dell'altra.
La verità è che la chiesa, negli ultimi anni, è apparsa troppo sbilanciata in un senso e oggi fatica a smarcarsi dalla politica.
Per questo è storicamente necessario che la Chiesa Cattolica promuova, spieghi, divulghi quei principi e quei valori che vanno oltre lo spazio e il tempo perchè sono universali. Forse ci si è illusi di aumentare il consenso rincorrendo le mode del tempo ("non conformatevi alla mentalità di questo secolo", ammoniva San Paolo!) con il risultato di finire in mezzo alla tempesta. 
"Tutto ciò che oggi è attualissimo, domani sarà passatissimo", diceva Papa Benedetto ed è stata un'altra profezia.
Non può che farci piacere la (ri)scoperta della portata storica del Pontificato di Joseph Ratzinger. Attualmente la chiesa si trova in grave difficoltà anche perchè è diventata irrilevante sul piano culturale. Potrà uscire dalla crisi riscoprendo i suoi grandi valori spirituali, etici e culturali alla scuola di Benedetto e dei suoi predecessori. Confido che non sia troppo tardi.
Buona domenica :-)
R.

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