venerdì 31 agosto 2018

Un video sconvolgente di McCarrick (ottobre 2013)

Clicca qui per vedere il video e qui per leggere il commento di Aldo Maria Valli.
A questo punto non sarebbe il caso di dire almeno una parola di spiegazione?
Poi uno così che parla di periferie e poveri...ma per carità!
McCarrick non è l'unica "stranezza" di questi anni (clicca qui per leggere l'ultimo articolo di Magister). 
Vi ricordare dei "casi" Danneels e Mahony (clicca qui per un ripasso sempre ad opera di Magister)? C'era chi voleva a gran voce la loro esclusione dal conclave del 2013 ma sappiamo com'è andata a finire...
R.

p.s. basta con i tentativi di tirare in ballo Benedetto...i giornali hanno scovato le contraddizioni?

giovedì 30 agosto 2018

Mentre sui media imperversano avvocati dilettanti, si consuma una mega figuraccia per i cori all'udienza non verificati (Raffaella)

Cari amici,
sentite anche voi il rumore delle unghie sugli specchi?
Sono quelle degli avvocati difensori improvvisati che tentano in qualunque modo e su qualunque mezzo di informazione di convincere i lettori della bontà delle loro tesi. Purtroppo per loro i lettori, ormai abituati a leggere direttamente le fonti (su internet naturalmente), non sono più ingenui come un tempo e pongono domande sempre più scomode.
Continua l'aspra battaglia della denigrazione volta a screditare Viganò.
E' sicuramente vero che la testimonianza presenta alcuni punti che meriterebbero di essere approfonditi per cogliere eventuali contraddizioni. E' sicuramente vero che il video circolato ieri sugli elogi al famoso ex cardinale richiederebbe una spiegazione. 
Tuttavia evidenziare questi elementi di criticità non basta se il fine è quello di dimostrare che Viganò dice il falso.
Gli improvvisati avvocati difensori dell'attuale corso vaticano non possono continuare con le armi di "distrazione di massa" logorando sempre di più i Cattolici.
In tutta onestà non mi interessa sapere se Viganò preferisce il panettone al pandoro, se ama il caffè macinato o quello espresso, se ha un neo sul piede o altrove. Dirò di più: in questo momento non ha importanza sapere se a casa di Marco Tosatti c'è la macchinetta Nespresso o Lavazza e neppure se, a sei anni, egli ha dato una sbirciatina al compito del compagno di banco...
Certo! Si potrebbe fare un po' di gossip ma rimandiamo a tempi migliori :-)
Cari giornalisti, quello che dovete fare è prendere in mano il Viganò Report e indagare per rispondere a domande semplici: Benedetto sanzionò l'ex cardinale? Sì/no: barrare la casella.
Perchè lo sanzionò? 
In che cosa consisteva la punizione? 
E' vero che non fu rispettata?
Già rispondere a queste domande aprirebbe un mondo giornalistico (o un abisso?) perchè già la presenza di sanzioni che il Papa decise di comminare in autonomia dimostrerebbe l'ostruzionismo di vescovi e curia.
Ci fu il famoso colloquio del 2013 (post Benedetto)? 
Se Benedetto XVI comminò sanzioni (questa affermazione presuppone l'indagine di cui sopra), perchè esse continuarono a non essere rispettate nonostante il fresco profumo di primavera soffiasse in ogni dove?
E' vero o non è vero che l'oggi ex cardinale godeva di ascolto a Roma anche sulle nomine?
A queste domande il giornalista avveduto risponde dopo avere indagato.
Ah, quasi dimenticavo: vorrei tranquillizzare alcuni vaticanisti, intellettuali, filosofi, teologi e compagnia cantante. Non c'è alcun pericolo che il Viganò Report metta in cattiva luce il lavoro di Benedetto XVI. 
Tranquilli! Continuate pure a indagare (perchè state indagando...vero?) nell'assoluta certezza che Ratzinger, cardinale e Papa, ne uscirà come sempre immacolato.
Perchè lo dico? Ma è semplice! E' il lavoro svolto che parla per lui. Non sono certo io e di sicuro non siete voi!
Benedetto è stato attaccato più di ogni altro Papa (poche storie!) ma ha avuto difensori che hanno portato fatti e non accuse agli avversari.
Anche questo blog, nel suo piccolo, ha dato anni fa un piccolo contributo ricostruendo la strenua lotta di Ratzinger contro la pedofilia nella chiesa.

LE DECISIONI E L'ESEMPIO DI PAPA BENEDETTO XVI NEL COMBATTERE LA PIAGA DELLA PEDOFILIA NELLA CHIESA. CRONOLOGIA

In questo post non troverete MAI attacchi ad personam a questo o quel giornalista, questo o quel commentatore, questo o quel testimone, ma solo FATTI e raccolta di dati.
Una circostanza è vera? Sì/no...perchè...

In ogni caso vorrei dare l'ennesimo consiglio non richiesto agli avvocati improvvisati: continuando a tentare di coinvolgere Ratzinger per difendere l'attuale corso state incorrendo in ALMENO due gravi contraddizioni

Quali? Eh...sarebbe troppo bello se ve lo dicessi! Studiate e capirete :-)
Vi do però un piccolo indizio: come direbbe Manzoni "non cercate lontano ciò che è sepolto vicino". Dove sono le contraddizioni? Esse sono "sepolte" nei vostri stessi articoli...
Ora iniziate gli esercizi. 
Ah, visto che finora la valutazione dell'accorata difesa non raggiunge nemmeno la sufficienza, potreste "alzare il voto" e parlarmi un po' di Inzoli. 
Chi è? Che cosa ha a che fare con Papa Benedetto? Che cosa è accaduto dopo la rinuncia di Ratzinger? Forza...
Coloro che sono gravemente insufficienti svolgeranno anche un compitino sugli abusi perpetrati in Cile e sui prelati coinvolti.

E veniamo alla ciliegina sulla torta.
Il "caso" del "coretto" di ieri all'udienza generale. Trovate la felice soluzione del dramma qui.
Ieri la notizia della contestazione ha fatto il giro del mondo per ore e ore.
Sono caduti nell'errore anche siti e blog vicinissimi al vaticano attuale (vedi screenshot di ieri pubblicati di seguito). 
Ma come è stato possibile tutto ciò?
Ora si dà la colpa ai giornalisti o ai siti che hanno diffuso la notizia, ma io mi chiedo: dove erano gli zelanti avvocati difensori?
Se fosse accaduta una cosa del genere a Papa Benedetto, il blog si sarebbe mobilitato nel giro di due minuti. La nostra Gemma avrebbe isolato il frammento video e alzato il volume al massimo dei decibel affinchè si sentisse bene il coro. Ieri invece si è permesso che una notizia del genere circolasse per ore quando bastava leggere alcuni tweet per arrivare alla verità.
Ma che avvocati siete? :-) 
Si vede che non avete ancora maturato la sufficiente esperienza...
Datevi un po' una mossa! Abbiamo criticato tanto la comunicazione ai tempi di Papa Benedetto ma qui...
R.




Una lezione di giornalismo: si prende il Viganò Report e lo si analizza

Clicca qui per leggere il contributo di Super Ex.
Mi pare un esempio molto calzante di vera indagine giornalistica: si prende un documento, lo si analizza, si vanno a cercare le fonti e lo si commenta.
Screditare non è analizzare.
R.

mercoledì 29 agosto 2018

Parla Viganò: “Non sono il corvo e non agisco per vendetta. Voglio solo che la verità emerga” (Valli)

Clicca qui per leggere l'intervista pubblicata da Aldo Maria Valli sul suo blog.

Fare chiarezza è imperativo così come è indispensabile sapere che fine ha fatto quel famoso scatolone che contiene i risultati dell'inchiesta commissionata da Papa Benedetto a tre cardinali. La chiave sta lì, come avevamo intuito.
R.

Viganò Report, Paolo Flores d'Arcais: Speriamo che ora il giornalismo cominci a fare il suo lavoro

Clicca qui per leggere l'editoriale segnalatoci da Alessia.
Mi pare un giusto monito ai giornalisti.
R.

Solidarietà a Marco Tosatti per gli attacchi che sta subendo

Clicca qui per leggere la replica di Marco Tosatti.
Trovo veramente bizzarro che i giornalisti attacchino un collega senza nemmeno preoccuparti di riportare esattamente le sue dichiarazioni.
E' singolare che l'ondata di fango miri a screditare un giornalista nel tentativo (vano) di distogliere l'attenzione dal vero problema: il Viganò report contiene affermazioni vere, controllabili, verificabili oppure no?
Questa è la domanda che i giornalisti dovrebbero porsi. Tutto il resto non ha alcuna importanza.
Solidarietà piena a Marco Tosatti che non ha mai abdicato alla sua obiettività e professionalità.
Cari media, tornate a fare il vostro lavoro che è di indagine e controllo. Il compito dell'avvocato difensore a oltranza spetta ad altri.
R.

Le accuse del Sismografo a Marco Tosatti

La replica di Marco Tosatti

martedì 28 agosto 2018

Un editoriale da "manuale": nel Viganò Report sono citati tre Papi e tre Segretari di Stato ma solo Ratzinger e Bertone vengono attaccati (R.)

Clicca qui per leggere l'editoriale che vogliamo analizzare perchè è un "classico" dei nostri tempi.
Forse è più giusto scrivere "era un classico" perchè nell'era di internet è diventato difficilissimo, se non impossibile, imporre le proprie idee senza aspettarsi qualche critica.
Nel Viganò report vengono citati tre Papi: Benedetto XVI, il suo predecessore e il suo successore. Tre, non uno!
Vengono citati anche tre Segretari di Stato: Bertone, il suo predecessore e il suo successore.
Tre, non uno!
Mi piacerebbe, quindi, capire come mai nell'editoriale segnalato si parla solo di Benedetto e di Bertone allo scopo di criticarli per esaltare altri.
Non trovate la cosa quantomeno bizzarra e singolare? 
Lo so che ho fatto una domanda retorica :-)
Lungi da me l'idea di difendere Bertone. Non mi interessa e non sarei nemmeno credibile visto ciò che penso, ma questa è un'altra storia...
Mi preme sottolineare l'atteggiamento dei giornalisti nei confronti di Benedetto.
Vado al di là dell'articolo citato e faccio un discorso più generale.
Pur di difendere il corso attuale molti commentatori non esitano un istante a prendersela con Joseph Ratzinger, campione nella lotta contro i pedofili.
Accusano Viganò sul piano personale ma non entrano nel merito della sua testimonianza. Giungono a insinuare che dietro Viganò ci siano altri e non esitano ad accusare direttamente uno o più cardinali. Quali prove hanno? 
La verità è un'altra ed è scritta quasi alla fine dell'articolo segnalato. Commentatori, giornalisti, vaticanisti e compagnia bella temono un solo e unico evento: il futuro conclave. Ecco perchè si agitano tanto. 
Si rassegnino da subito! Non saranno certo articoli di giornale a orientare la scelta perchè la prossima volta sarà in gioco come mai prima d'ora il futuro della chiesa.
Si vuole difendere lo status quo? Benissimo! Chi contesta questo diritto? 
Lo si faccia però evitando di gettare fango sul Papa che più di ogni altro ha preteso, in solitudine, rettitudine e pulizia. Lo si faccia contestando il contenuto della testimonianza di Viganò e non cercando di screditare la sua persona. Ripeto: all'epoca di internet non funziona più questa strategia!
I nodi prima o poi vengono al pettine e quel momento potrebbe essere il prossimo conclave come osserva, acutamente, Massimo Franco stamattina sul Corriere (clicca qui). 
Benedetto ha fatto la sua parte spendendosi fino all'ultimo, in prima persona. Questo è lo stile da seguire...sempre!
R.

p.s. nell'articolo segnalato si parla di Vatileaks (1). Nella foga lo scrivente ha chiamato in causa indirettamente Gianluigi Nuzzi che, via Twitter, ha risposto per le rime (clicca qui).

L'assordante silenzio vaticano e la nostra "comprensione" per i giornalisti...(Raffaella)

Cari amici,
dal vaticano assordante silenzio sul Viganò report. Forse hanno bisogno di tempo per rispondere, punto su punto, a un dossier così articolato oppure la strategia è proprio quella di tacere in attesa che le acque si calmino. 
In fondo tutto è cambiato rispetto al periodo aprile 2005-febbraio 2013. In quel lasso di tempo i media agivano così per assalire il Papa: veniva scagliata la bomba mediatica e si attendeva la risposta vaticana (che solitamente tardava e oggi probabilmente capiamo meglio la ragione di tali ostinati silenzi). In attesa della reazione si faceva montare la polemica con articoli, interviste a prelati critici, interventi di intellettuali, editoriali, testimonianze...
Ovviamente, allora, i prelati critici erano considerati saggi, coraggiosi, liberi e distanti da ogni forma di clericalismo.
Oggi quei pochissimi vescovi o cardinali che osano muovere anche un piccolo appunto al nuovo corso vengono immediatamente marchiati come tradizionalisti, perfidi, attaccati al potere, sepolcri imbiancati, schiavi della mentalità clericale ecc. ecc.
Sotto Papa Benedetto un dossier come quello di Viganò sarebbe stato riprodotto in versione integrale su tutti i maggiori quotidiani, tradotto in tutte le lingue e il suo autore portato in trionfo. Ovviamente il contenuto sarebbe stato considerato perfettamente corrispondente a verità.
Ribadisco: non è possibile entrare nel merito della testimonianza di Viganò perchè finora nessuno l'ha contraddetta.
Dovere dei giornalisti sarebbe stato quello di indagare sulla veridicità o meno di certe affermazioni. Il dossier è falso? Il giornalista dice: sì, perchè sulla base di questo documento, questa testimonianza, questa conversazione è possibile dire che non corrisponde a verità.
Il dossier è vero? Il giornalista dice: sì, perchè risulta da documenti o testimonianze che è fondato.
Quello che il giornalista professionista non può dire è: il dossier è sicuramente falso perché Viganò agisce per vendetta, ha avuto problemi con la sua famiglia, detesta il caldo e vorrebbe trasferirsi al polo nord.
Non è screditando l'autore di un testo che si può confutare la sua fondatezza.
Basta rispondere semplicemente a una domanda: Viganò dice la verità o mente? Questo conta, non i pettegolezzi.
Massima comprensione da parte nostra per quei giornalisti che vedono sgretolarsi giorno dopo giorno il mondo ecclesiale perfetto che avevano descritto fino a pochi mesi fa. Invito tutti a ritrovare il gusto della ricerca e dell'informazione obiettiva, che non prende ogni accusa per oro colato, ma che indaga sempre per scoprire se un documento è vero o falso.
Forse non saremmo arrivati a questo punto se a suo tempo si fosse parlato del caso Inzoli (con relative richieste di chiarimento) e se si fosse indagato sul caso dei vescovi cileni (Barros in primis). 
E vogliamo discutere dell'occultamento mediatico dei "dubia"?
Qui siamo di fronte ad una schiera di avvocati difensori che finiscono per incartarsi illudendosi che, ai tempi di internet, sia ancora possibile orientare il pensiero dell'opinione pubblica.
Credetemi, cari media: non state facendo una bella figura, soprattutto perchè vi ricordiamo tutti in azione negli anni passati.
Il compito è relativamente semplice e consiste nella risposta a una domanda: Viganò dice la verità o mente?
Vedremo e commenteremo nelle prossime ore un esempio a caso di articolo di questi giorni.
R.

lunedì 27 agosto 2018

Dal "Chi sono io per giudicare?" al "Giudicate voi!". Un consiglio disinteressato... (Raffaella)

Cari amici,
stiamo assistendo a una vera e propria parabola: dalla frase simbolo ("Chi sono io per giudicare") all'atto di fiducia incondizionata verso i giornalisti ("Giudicate voi") pronunciato ieri sera. Clicca qui per la trascrizione.
Credo che questo blog abbia maturato sufficiente esperienza negli otto anni di Pontificato di Benedetto XVI da potersi permettere di dare un piccolo consiglio al vaticano: fate chiarezza! Le non risposte non solo non aiutano ma possono essere molto ma molto pericolose.
Quando, nel 2010, Benedetto subì gli attacchi mediatici più feroci mai inferti a un Pontefice implorammo per mesi la sala stampa vaticana e la segreteria di stato di intervenire prontamente. Spesso i nostri appelli caddero nel vuoto, ma certamente noi non restammo con le mani in mano. Ora scriverò una frase che otto anni fa ripetevo fino alla noia: i problemi non si risolvono mai da soli. Le polemiche non si placano facendo finta di nulla o nascondendo la testa sotto la sabbia.
La chiarezza deve sempre muovere l'agire della santa sede.
Certo! I tempi sono davvero cambiati.
Se Benedetto avesse pronunciato la frase "Giudicate voi", aggiungendo di non avere alcuna intenzione di rispondere alle accuse, sarebbe stato lapidato mediaticamente sulla piazza giornalistica. Gli intellettuali cattolici (o sedicenti tali) avrebbero scritto articolesse in cui si percepiva il rumore dello scuotimento delle teste. Sicuramente avrebbero puntato il dito sul Papa insinuando che egli non sapesse comunicare e parlare al Popolo di Dio. Oggi invece questi intellettuali rispondono, indignati, che è tutta colpa di Viganò e della sua voglia di vendetta. Tutto va bene, tutto è al suo posto, viviamo nella chiesa migliore possibile e tutti coloro che avanzano dubbi sono cattivi, tradizionalisti e politicamente di destra. Brutti!
Questo è dare una risposta alle domande? Non mi pare! E' difendere a prescindere offendendo gli avversari cercando di delegittimarli. 
Ancora non si è capito che, nell'era di internet, questo giochetto non funziona più nè a livello politico nè a livello ecclesiale.
E i cosiddetti giornalisti anticlericali? Certo! Per trovarli bisognerebbe chiamare la Sciarelli. Non hanno proprio nulla da dire coloro che negli anni di Benedetto hanno scritto articoli, libri e compagnia bella? Va tutto bene? Non c'è proprio nulla da commentare? Eppure di carne al fuoco ne abbiamo: dal Cile agli Usa tanto per citare due esempi. 
Sono d'accordo con Franco e con Belpietro (clicca qui per l'incipit dell'articolo non ancora online nella versione integrale): in questo momento non hanno importanza le motivazioni di Viganò. 
Conta invece il contenuto della sua testimonianza!
E' vero o non è vero ciò che il prelato afferma? E' vero o non è vero che Benedetto comminò al famoso cardinale sanzioni ignorate dai vescovi americani (e dalla curia romana)? Corrisponde alla verità il fatto che la maggiorparte dei cosiddetti collaboratori di Ratzinger gli ha remato contro?
E' verità o bugia che, dopo la rinuncia di Benedetto, tutti sapevano delle sanzioni ma, per interesse, hanno appoggiato il tizio?
E' un fatto o no che l'ex cardinale ha avuto un notevole peso nelle nomine dei vescovi americani?
Il Viganò report ha qualcosa a che fare con il dossier preparato da tre cardinali e consegnato a Papa Benedetto poco prima della rinucia? Come esso può, anche indirettamente, avere influito sulle decisioni del Santo Padre dalla lettura del dossier medesimo in poi?
Caspita! Ma il lavoro dei giornalisti non è dare risposte a domande scomode? A me sembra invece che in troppi abbiano abdicato a questa regola!
Parliamoci chiaro: questo blog non ha alcun interesse urgente o particolare affinché il vaticano metta i puntini sulle "i". 
In fondo potrebbe bastare ciò che ormai è dato per scontato: l'assoluta trasparenza, coerenza e sofferenza di Papa Benedetto nella sua lotta contro i pedofili. 
Ormai questo è assodato. Trapela non solo dal Viganò report ma anche dalle ammissioni di commentatori di peso come Franco.
In fondo potremmo già dirci soddisfatti.
In realtà però tutta questa faccenda coinvolge la chiesa e descrive un intreccio agghiacciante su cui si deve fare luce.
Non lo si fa oggi? D'accordo. Ma state pur sicuri che si dovrà affrontare il problema fra un giorno, una settimana, un anno, dieci anni ma prima o poi i nodi verranno al pettine.
Vediamo se i giornalisti deporranno la toga da avvocati d'ufficio in servizio permanente per riprendere penna, taccuino e registratore.
R.

Aggiornamento: Monsignor Jean-François Lantheaume, ex funzionario della nunziatura di Washington (citato nel Viganò report) conferma la veridicità, per i fatti che lo riguardano, della testimonianza di Viganò. Fonte: CNA.

p.s. Mi raccomando: nei commenti evitate offese personali perché sono costretta a non pubblicarli.

Il punto di Marco Tosatti

Clicca qui per leggere il commento di Marco Tosatti e di Super Ex.

Massimo Franco: a emergere bene dal rapporto Viganò è soprattutto Benedetto XVI

Clicca qui per leggere l'editoriale.
Riporto la chiosa tanto chiara quanto coraggiosa. Diciamocelo: Franco dà voce a quello che stiamo pensando tutti con le conseguenze che ne derivano (anche sulla rinuncia)...
R.

"A emergere bene dal rapporto sono pochi: soprattutto il Papa emerito Benedetto XVI, che cercò di isolare McCarrick, senza riuscire a imporre la sua volontà al Vaticano e ai vescovi Usa. Ma questo, forse, induce a chiedersi di nuovo quali furono i motivi reali della rinuncia di Joseph Ratzinger nel 2013".

domenica 26 agosto 2018

Sulle gravissime accuse di Mons. Viganò...un commento (Raffaella)

Cari amici,
sono ancora sconvolta per quanto ho letto qualche ora fa. Mi riferisco ovviamente alla testimonianza di Mons. Viganò (clicca qui).
Non entro nel merito delle accuse perché aspetto la reazione del vaticano e le spiegazioni che intende fornire. Non intendo comportarmi come giornali, televisioni e siti internet ai tempi di Papa Benedetto. Ricordate? Accedere alle varie rassegne stampa del mattino era diventato un incubo, in particolare nel 2010. Bastava che una foglia cadesse in Alaska per indurre TUTTI i media del MONDO ad accusare Benedetto di averne causato la morte. 
Anche allora aspettavamo fiduciosi la reazione della santa sede che spesso però non rispondeva neppure o lo faceva dopo giorni e giorni. Ora però c'è tutta una raffinatezza comunicativa e non dubitiamo che qualcuno si farà sentire.
Nel frattempo, però, mi permetto di dare un piccolo consiglio ai cultori del nuovo corso e agli incensatori di professione: non rimanete con le mani in mano. 
Non basta presidiare Twitter con una miriade di commenti sdegnati dicendosi certi che Mons. Viganò parla per vendetta o comunque non dice la verità. 
Si vede che tutti questi sbandieratori non hanno maturato la nostra stessa esperienza (beati loro!). 
Ai tempi di Benedetto questo piccolo blog agiva da solo non limitandosi ad accusare il prossimo di mentire. Ricordate quando Gemma trovò il testo originale della Crimen sollicitationis? Era in latino ma subito ci mettemmo all'opera, armati di dizionario "Castiglioni-Mariotti", per tradurre direttamente i canoni che ci interessavano. 
Ricordate quando MedievAle trovò il testo del motu proprio di Papa Wojtyla che precedeva la lettera De delictis gravioribus del cardinale Ratzinger? Anche quel testo era in latino ma nessuno ci fermò :-)
Dopo anni il vaticano tradusse i documenti ma intanto avevamo già dato il nostro piccolo contributo alla verità. 
Non basta dire che Mons. Viganò mente. E' un'affermazione grave quanto ciò che egli scrive. Perchè dovrebbe mentire? Come mai negli anni del Pontificato di Papa Benedetto egli era il beniamino dei mass media, il vescovo coraggioso che non temeva di dire la verità, e ora è diventato una sorta di bersaglio da abbattere? 
Ciò che dice non ha fondamento? Bene! E allora i giornalisti facciano i giornalisti e non gli avvocati difensori. Scoprano se e quando McCarrick fu punito da Benedetto XVI e perchè i suoi ordini non furono eseguiti. Attenzione: non sarebbe la prima volta che un provvedimento di Papa Ratzinger viene disatteso. Ricordate Maciel? Nonostante la condanna esemplare di Ratzinger, qualche "buon" cardinale andava in giro a difendere quella persona.
E poi c'è sempre il precedente Inzoli...
Nella testimonianza di Viganò ci sono nomi e cognomi. I giornalisti non devono fare altro che alzare il telefono e chiedere.
Ovviamente ci si aspetta che gli interlocutori dicano la verità anche perchè sarebbe (come dire?) un tantino problematico mentire....
Continuare a ignorare la notizia (vero siti internet dei grandi giornali e telegiornali?) o rispondere alla testimonianza accusando Viganò non ci conduce da nessuna parte. Nel frattempo si spera che il vaticano dica una parola. Nel caso mantenesse la consegna del silenzio...beh...ci sarebbero delle conclusioni da trarre.
Mi "commuove" sempre la levata di scudi dei vaticanisti o dei cultori del nuovo corso. Evidentemente ci sono Papi più fortunati di altri. Certamente non dimentichiamo i colpi bassi subiti da Ratzinger, cardinale e Papa. Lì non c'era bisogno di cercare prove e testimonianze: bastava la calunnia o il sospetto. Di sicuro non dimentichiamo le foto di Benedetto e del fratello sbattute sulle prime pagine dei giornali e in apertura dei tg dopo la pubblicazione del Report sugli abusi di Ratisbona. Lì non c'era nemmeno mezza accusa nei confronti di Mons. Georg Ratzinger ma bastava insinuare...
Possiamo dire chiaramente che alcune accuse contenute nella testimonianza di Viganò sono note da tempo anche se i giornalisti hanno sempre preferito glissare...
Diciamo anche che dallo scritto emerge un quadro agghiacciante su cui occorre fare chiarezza ed è per questo che invito tutti a fare il proprio dovere. Serve chiarezza e una parola di verità.
Dalla testimonianza emerge comunque il grande lavoro fatto da Papa Benedetto, lavoro svolto in solitudine e controcorrente. Anche questa non è una novità ma leggere tutto nero su bianco fa una certa impressione.
Due ricordi mi sfiorano la mente in queste ore: il primo è quell'enorme contenitore posto su un tavolino a Castel Gandolfo. Si disse che esso conteneva i risultati delle indagini dei tre cardinali su Vatileaks. Che fine ha fatto quel rapporto? Il secondo non è tanto un ricordo quanto un pensiero: se anche solo una parte della testimonianza di Viganò trovasse riscontro, le dimissioni di Papa Benedetto, forse, troverebbero una spiegazione più razionale. Questo però è solo il mio punto di vista, che comunque non potrà mai avere conferme o smentite.
Attendiamo risposte.
R.

La lotta senza pari e senza quartiere di Benedetto XVI contro i preti pedofili. La testimonianza di Mons. Viganò

Clicca qui per leggere la testimonianza integrale di Mons. Viganò.
Ovviamente ci sarà un mio commento e una mia presa di posizione nelle prossime ore. In questo momento sono a dir poco sconvolta dalla lettura del documento. Ho bisogno di riflettere un po', di raccogliere le idee e poi parlerò.
Per adesso mi limito a dire che trovo a dir poco vergognoso l'atteggiamento dei media che stanno ignorando il problema (inutile immaginare che cosa sarebbe accaduto se certe accuse fossero state indirizzate a Ratzinger) e il comportamento di chi si scaglia contro Viganò dopo averlo incensato durante il Pontificato di Benedetto XVI. Beata coerenza...
Ancora una volta risalta l'impegno di Joseph Ratzinger, cardinale e Papa, la sua strenua lotta contro i pedofili, battaglia condotta per lo più in solitudine e ostacolata da chi avrebbe dovuto aiutarlo.
Ma queste mie parole sono solo un assaggio...
R.

lunedì 20 agosto 2018

Lotta alla pedofilia, il blog l'ha sempre sostenuto...

Clicca qui per leggere il commento pubblicato da Il Sismografo.
Fa piacere che un blog tanto autorevole abbia il coraggio di scrivere nero su bianco tante verità. Vorrei però rispettosamente ricordare che questo blog, per anni, ha insistito sul medesimo punto ricordando che solo dicendo la verità, e dicendola fino in fondo, si può davvero estirpare la piaga della pedofilia nella chiesa.
Per anni abbiamo sostenuto che è necessario svelare TUTTE le complicità e TUTTI i silenzi, facendo nomi e cognomi, anche quelli più scomodi, anche a rischio di "disturbare" molti.
Il caso Maciel è emblematico e non ha caso questo blog l'ha sempre considerato la "chiave di volta" di tutto il problema.
Ci sarebbe piaciuto leggere il nome di Ratzinger come campione della guerra antiabusi anche e soprattutto a partire da Maciel.
Richiamiamo lo speciale:

La battaglia di Benedetto XVI contro la pedofilia nella Chiesa: il "caso" Maciel Degollado

La verità è che ci sono in ballo molti nomi scomodi e che difficilmente si potrà fare luce in tempi ravvicinati. Personalmente non ho dimenticato i sorrisetti quasi di soddisfazione (togliamo il quasi) di chi, il 28 febbraio 2013, era ai piedi dell'elicottero che avrebbe portato Benedetto XVI a Castel Gandolfo, così come non ho scordato il tentativo immediato di cancellare anche il ricordo stesso del Papa Emerito ed è ancora ben chiara nella mia mente la soddisfazione dei medesimi personaggi per l'avvento del nuovo corso, avvento che essi stessi hanno auspicato e per il quale hanno lavorato.
Chiediamoci sempre chi ha remato contro Benedetto XVI et voilà...tutto diventa chiaro.
Bene quindi Il Sismografo che non teme di mettere il dito nella piaga (pur non citando Benedetto), malissimo quei giornalisti che sono soddisfatti per l'articolo come se esso riportasse concetti nuovi. Anche loro hanno sempre saputo la verità, eppure non l'hanno gridata a gran voce quando sarebbe stato necessario. Ora è un po' tardi anche perchè, nonostante i tamburi mediatici, la chiesa vive un periodo di grande e grave sofferenza non solo per gli scandali che stanno emergendo ma anche e soprattutto per la disaffezione di tanti fedeli.
R.

giovedì 16 agosto 2018

mercoledì 15 agosto 2018

Benedetto XVI: "Dio non abita in un mobile, Dio abita in una persona, in un cuore" (15 agosto 2011)



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Buona Festa dell'Assunta a tutti con una preghiera specialissima alla Vergine per le vittime e i feriti della tragedia avvenuta ieri a Genova.
R.

Grazie al lavoro della nostra Gemma riascoltiamo l'omelia tenuta da Papa Benedetto nella Solennità dell'Assunzione di Maria nel 2011.
Come da tradizione, il 15 agosto 2011 Papa Benedetto XVI celebrò la Santa Messa dell'Assunzione di Maria nella Parrocchia di San Tommaso da Villanova, a Castel Gandolfo. Le omelie dell'Assunta sono vere perle del Pontificato di Joseph Ratzinger. 

SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ  DELL’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Parrocchia di San Tommaso da Villanova, Castel Gandolfo 
Lunedì, 15 agosto 2011

Cari fratelli e sorelle,

ci ritroviamo riuniti, ancora una volta, a celebrare una delle più antiche e amate feste dedicate a Maria Santissima: la festa della sua assunzione alla gloria del Cielo in anima e corpo, cioè in tutto il suo essere umano, nell’integrità della sua persona. Ci è data così la grazia di rinnovare il nostro amore a Maria, di ammirarla e di lodarla per le “grandi cose” che l’Onnipotente ha fatto per Lei e che ha operato in Lei.

Nel contemplare la Vergine Maria ci è data un’altra grazia: quella di poter vedere in profondità anche la nostra vita. Sì, perché anche la nostra esistenza quotidiana, con i suoi problemi e le sue speranze, riceve luce dalla Madre di Dio, dal suo percorso spirituale, dal suo destino di gloria: un cammino e una meta che possono e devono diventare, in qualche modo, il nostro stesso cammino e la nostra stessa meta. 

Ci lasciamo guidare dai brani della Sacra Scrittura che la liturgia oggi ci propone. Vorrei soffermarmi, in particolare, su un’immagine che troviamo nella prima lettura, tratta dall’Apocalisse, e alla quale fa eco il vangelo di Luca: cioè, quella dell’arca.

Nella prima lettura, abbiamo ascoltato: “Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza” (Ap 11,19). Qual è il significato dell’arca? Che cosa appare? Per l’Antico Testamento, essa è il simbolo della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Ma ormai il simbolo ha ceduto il posto alla realtà. Così il Nuovo Testamento ci dice che la vera arca dell’alleanza è una persona viva e concreta: è la Vergine Maria. 

Dio non abita in un mobile, Dio abita in una persona, in un cuore: Maria, Colei che ha portato nel suo grembo il Figlio eterno di Dio fatto uomo, Gesù nostro Signore e Salvatore. 

Nell’arca – come sappiamo – erano conservate le due tavole della legge di Mosè, che manifestavano la volontà di Dio di mantenere l’alleanza con il suo popolo, indicandone le condizioni per essere fedeli al patto di Dio, per conformarsi alla volontà di Dio e così anche alla nostra verità profonda. 
Maria è l’arca dell’alleanza, perché ha accolto in sé Gesù; ha accolto in sé la Parola vivente, tutto il contenuto della volontà di Dio, della verità di Dio; ha accolto in sé Colui che è la nuova ed eterna alleanza, culminata con l’offerta del suo corpo e del suo sangue: corpo e sangue ricevuti da Maria. A ragione, dunque, la pietà cristiana, nelle litanie in onore della Madonna, si rivolge a Lei invocandola come Foederis Arca, ossia “arca dell’alleanza”, arca della presenza di Dio, arca dell’alleanza d’amore che Dio ha voluto stringere in modo definitivo con tutta l’umanità in Cristo.

Il brano dell’Apocalisse vuole indicare un altro aspetto importante della realtà di Maria. Ella, arca vivente dell’alleanza, ha un destino di gloria straordinaria, perché è così strettamente unita al Figlio che ha accolto nella fede e generato nella carne, da condividerne pienamente la gloria del cielo. E’ quanto ci suggeriscono le parole ascoltate: “Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta… Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni…” (12,1-2; 5). La grandezza di Maria, Madre di Dio, piena di grazia, pienamente docile all’azione dello Spirito Santo, vive già nel Cielo di Dio con tutta se stessa, anima e corpo. San Giovanni Damasceno riferendosi a questo mistero in una famosa Omelia afferma: “Oggi la santa e unica Vergine è condotta al tempio celeste … Oggi l’arca sacra e animata del Dio Vivente, [l’arca] che ha portato in grembo il proprio Artefice, si riposa nel tempio del Signore, non costruito da mano d’uomo” (Omelia II sulla Dormizione, 2, PG 96, 723) e continua: “Bisognava che colei che aveva ospitato nel suo grembo il Logos divino, si trasferisse nei tabernacoli del Figlio suo … Bisognava che la Sposa che il Padre si era scelta, abitasse nella stanza nuziale del Cielo” (ibid., 14, PG 96, 742). Oggi la Chiesa canta l’amore immenso di Dio per questa sua creatura: l’ha scelta come vera “arca dell’alleanza”, come Colei che continua a generare e a donare Cristo Salvatore all’umanità, come Colei che in cielo condivide la pienezza della gloria e gode della felicità stessa di Dio e, nello stesso tempo, invita anche noi a divenire, nel nostro modo modesto, “arca” nella quale è presente la Parola di Dio, che è trasformata e vivificata dalla sua presenza, luogo della presenza di Dio, affinché gli uomini possano incontrare nell’altro uomo la vicinanza di Dio e così vivere in comunione con Dio e conoscere la realtà del Cielo.

Il vangelo di Luca appena ascoltato (cfr Lc 1,39-56), ci mostra quest’arca vivente, che è Maria, in movimento: lasciata la sua casa di Nazaret, Maria si mette in viaggio verso la montagna per raggiungere in fretta una città di Giuda e recarsi nella casa di Zaccaria e di Elisabetta. 

Mi sembra importante sottolineare l’espressione “in fretta”: le cose di Dio meritano fretta, anzi le uniche cose del mondo che meritano fretta sono proprio quelle di Dio, che hanno la vera urgenza per la nostra vita. Allora Maria entra in questa casa di Zaccaria e di Elisabetta, ma non entra sola. Vi entra portando in grembo il figlio, che è Dio stesso fatto uomo. Certamente c’era attesa di lei e del suo aiuto in quella casa, ma l’evangelista ci guida a comprendere che questa attesa rimanda ad un’altra, più profonda. Zaccaria, Elisabetta e il piccolo Giovanni Battista sono, infatti, il simbolo di tutti i giusti di Israele, il cui cuore, ricco di speranza, attende la venuta del Messia salvatore. Ed è lo Spirito Santo ad aprire gli occhi di Elisabetta e a farle riconoscere in Maria la vera arca dell’alleanza, la Madre di Dio, che viene a visitarla. 

E così l’anziana parente l’accoglie dicendole “a gran voce”: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?” (Lc 1,42-43). Ed è lo stesso Spirito Santo che davanti a Colei che porta il Dio fattosi uomo, apre il cuore di Giovanni Battista nel grembo di Elisabetta. Elisabetta, esclama: “Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo” (v. 44). Qui l’evangelista Luca usa il termine “skirtan”, cioè “saltellare”, lo stesso termine che troviamo in una delle antiche traduzioni greche dell’Antico Testamento per descrivere la danza del Re Davide davanti all’arca santa che è tornata finalmente in patria (2Sam 6,16). Giovanni Battista nel grembo della madre danza davanti all’arca dell’Alleanza, come Davide; e riconosce così: Maria è la nuova arca dell’alleanza, davanti alla quale il cuore esulta di gioia, la Madre di Dio presente nel mondo, che non tiene per sé questa divina presenza, ma la offre condividendo la grazia di Dio. E così – come dice la preghiera – Maria realmente è “causa nostrae laetitiae”, l’”arca” nella quale realmente il Salvatore è presente tra di noi.

Cari fratelli! Stiamo parlando di Maria, ma, in un certo senso, stiamo parlando anche di noi, di ciascuno di noi: anche noi siamo destinatari di quell’amore immenso che Dio ha riservato - certo, in una maniera assolutamente unica e irripetibile - a Maria. In questa Solennità dell’Assunzione guardiamo a Maria: Ella ci apre alla speranza, ad un futuro pieno di gioia e ci insegna la via per raggiungerlo: accogliere nella fede, il suo Figlio; non perdere mai l’amicizia con Lui, ma lasciarci illuminare e guidare dalla sua parola; seguirlo ogni giorno, anche nei momenti in cui sentiamo che le nostre croci si fanno pesanti. 

Maria, l’arca dell’alleanza che sta nel santuario del Cielo, ci indica con luminosa chiarezza che siamo in cammino verso la nostra vera Casa, la comunione di gioia e di pace con Dio. Amen! 


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lunedì 13 agosto 2018

Benedetto XVI con il fotografo Spaziani (video)

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Buona settimana a tutti :-)
R.

venerdì 3 agosto 2018

Chiesa travolta da uno scandalo dietro l'altro che i media nascondono sotto il tappeto. Che cosa sarebbe accaduto con Ratzinger? (R.)

Clicca qui per leggere il commento di Sandro Magister sulle ultime "amenità".
Immaginiamo solo che cosa sarebbe accaduto negli otto anni di Pontificato di Benedetto XVI: sicuramente il Papa sarebbe stato sulle prime pagine di tutti i giornali e nelle aperture dei siti internet. Oggi invece la stampa è molto "benevola" con la chiesa di Roma (chissà perchè...).
La Rete però non ha ancora il bavaglio e quindi ciò che i media nascondono sotto il tappeto riemerge grazie a internet.
Mi domando che cosa accadrà se un giorno il vento dovesse cambiare...
Condivido la chiosa di Magister sulla famosa frase, a mio avviso l'inizio e la fine di tutto.
R.