venerdì 12 aprile 2019

Non ci voleva proprio...l'intervento di Papa Benedetto XVI manda in tilt i vaticanisti (R.)

Cari Amici,
diciamocelo: ci stiamo divertendo :-)
Ieri è stata davvero la giornata dei grandi avvenimenti: prima lo scritto straordinario di Benedetto XVI (straordinario perchè il Papa interviene raramente e straordinario per il contenuto) e poi le reazioni scomposte di molti che tradiscono non solo lo stupore ma anche la profonda irritazione nel constatare che Ratzinger è sempre lì a fare da pungolo (e da parafulmine). 
Meglio così: ora sappiamo come la pensa ciascuno dei commentatori con cui, negli anni, abbiamo avuto a che fare. Abbiamo avuto molte conferme e qualche sorpresa in positivo ma soprattutto in negativo. I nomi? Non è necessario. Li trovate tutti sui giornali, sui social e in vari siti.
Credo che in un certo senso Benedetto dovrebbe ironicamente scusarsi :-)
Sì...perché ho notato che le reazioni sono davvero sconcertanti ed alcune persino ridicole, segno che si è persa in questi anni ogni capacità di critica costruttiva per il semplice fatto che non si è più abituati ad analizzare i documenti del Pontefice.
Con Ratzinger non si può ridurre tutto a slogan. Chi lo fa, citando il 1968, sa di compiere una forzatura. Con Benedetto non ci si può permettere di ignorare il contenuto dell'intervento per il semplice fatto che è scomodo. Con Ratzinger non si può semplicemente applaudire, occorre approfondire.
Ecco...il Papa dovrebbe scusarsi di avere disturbato la quiete di vaticanisti, commentatori e addetti stampa. Ma come si è permesso? :-)
Ieri poi gli opinionisti più gettonati sono caduti ingenuamente in un trappolone involontario. Ed è proprio lì che hanno mostrato il volto.
Due avvenimenti: lo scritto di Benedetto e il bacio dei piedi.
Il primo è stato criticato, analizzato, minimizzato, ridotto a critica del 1968. Non solo: è tornato di moda chiedersi perché Ratzinger parli ancora visto che ha rinunciato al Pontificato. Qualcuno è arrivato a scrivere che i vescovi emeriti non devono intralciare il cammino dei loro successori. Innanzitutto Benedetto non è un semplice vescovo emerito, ma un Papa emerito (scusate se è poco...). In secondo luogo come mai questa agitazione? Sono noti gli interventi di Martini e di Danneels dopo il pensionamento. Come mai essi davano contributi preziosi e Benedetto no? 
Siamo seri e soprattutto coerenti! O possono parlare tutti o non parla nessuno.
E veniamo al secondo avvenimento: il bacio dei piedi.
Nessun commento, nessuna presa di posizione. Semplicente il solito rumoroso incondizionato applauso. Lodi e lodi a prescindere.
Beh, complimenti, cari vaticanisti! Questi sono i comportamenti imbarazzanti, non certo gli interventi del Santo Padre.
Certo! Non deve essere facile districarsi nella complicata materia: ieri si è accolto con entusiamo il bacio del piede (come verrà esaltata la lavanda dei piedi giovedì prossimo), mentre poco meno di un mese fa si è applaudito il rifiuto del baciamano dei fedeli. Il piede sì e la mano no? E' pur vero che nel caso di Loreto c'è stata la spiegazione ufficiale vaticana: nessun rifiuto ma solo motivi igienici.
Ovviamente la versione è scivolata via come l'olio sui fogli dei commenti di vaticanisti e opinionisti.
Comunque c'è sicuramente un lato positivo: con Benedetto i giornalisti possono tornare a esercitare il diritto di critica. Non fa mai male ripassare un po' la materia.
Mi perdonino, però, se non mi curo più di tanto delle loro invettive. Non mi piace chi critica una persona a prescindere e ne esalta un'altra sempre a prescindere.
E' una questione di coerenza e di dignità (la mia dignità ovviamente).
Buona giornata :-)
R.

p.s. se e quando il "vento" dovesse cambiare, i giornalisti pensano di tornare a prendersela con il Pontefice (chiunque sia) senza battere ciglio? Attenzione perché certi silenzi peseranno eccome se peseranno. Vogliamo citare i dubia (ignorati dai media), le testimonianze di Viganò (ignorate e/o denigrate), lo scandalo del Cile, le vicende Barros, Zanchetta, Pell, Inzoli? C'è poi la vicenda Maradiaga su cui nessuno sembra volere indagare un po' (clicca qui).
Se tutto ciò fosse accaduto ai tempi di Papa Benedetto...ah...quanti titoli! Ah, quante lapidazioni mediatiche!

3 commenti:

  1. Cara Raffaella , quanto mi fa piacere leggerti !
    La lettera del Santo Padre, dando lo spunto a tanti commentatori , evidenzia ancora una volta le molteplici lacerazioni nella Chiesa Cattolica e tra i cristiani che , come evidenziato dal Card.Sarah , sono divisi in tanti partiti e partitelli e non hanno piu' lo sguardo verso lo stesso comune obiettivo : la somiglianza a NSGC "Prendete esempio da me che sono mite ed umile di cuore!"! Dei tanti sgradevoli commenti tipo :"perche' non ha parlato prima quando regnava " - "e non va al sodo , non condanna il Vat.II"- "e perche' non ha fatto... e perche' non ha detto..."
    Signori miei...Lo dice...lo dice....:" dove sta il bene sta anche il male " e pertanto era ed e' il bene che doveva/deve moltiplicarsi e rubare il posto al male ! Quantunque avesse chiuso tutti i seminari la gramigna gia' vi era allignata e i fuoriusciti continuavano e continuano a razzolare nello stesso cortile ...La S.M.C.C. non e' uno stato totalitario , non ci sono i carabinieri che obbligano all'amore vicendevole per amore di Dio ...!
    Molti mettono in dubbio che la lettera sia sua oppure farina del sacco di Mons.Ganswein o altro , l'indicazione per me e' sempre quella che ci aveva gia' indicato : rafforzare le tre virtu' teologali , e come guida il Vangelo e il Catechismo della Chiesa Cattolica.
    Grazie Raffaella , grazie Papa Benedetto , un'AveMaria speciale per tutti tantopiu' che oggi si ricorda l'apparizione della Vergine Maria a Le tre fontane .

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  2. Ho visto la foto e preferisco non commentare.
    Direi cose inopportune.

    Mi interessa solo lo scrito fantastico di papa Benedeto ancora presente e operante. IL Signore ce lo conservi a lungo. E' Lui che sta salvando la Chiesa in questa tempesta e con Bergoglio che ha qualche problemino psichiatrico da risolvere.

    I vaticanisti, a parte rare eccezioni, son degli imbecilli, omologati, pavidi e di parte.
    Peggio per loro.

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  3. REAZIONI A BXVI
    Le comari di Santa Marta
    http://www.lanuovabq.it/it/le-comari-di-santa-marta

    Specialmente in questo periodo ho una sofferenza che mi stringe l'anima , non tanto per quanto riservato a Papa Benedetto (era previsto) quanto per quel che riscontro in me e nello scritto de LNBQ che dimostra chiaro e tondo quanto ancora siamo lontani dall'amare Dio , quanto e' faticoso soffocare l'Io , sia se lottiamo per il bene comune , sia se lo facciamo per il bene della Chiesa , sia se lo facciamo per la salvezza dell'anima .. . Perche' ammiro tanto il modello che mi da' questo Pastore , perche' dimostra che vivere da seguace di Cristo e' fatica , ottenere la pace interiore che ci fa compiere ogni nostra azione avendo come obiettivo -piacere a Dio- e' continua correzione , e' continuo abbassamento di se' , e' continua esercitazione nella pazienza , nell'umilta' , nell'abnegazione . Il S.Padre , in questo momento di stallo dei cristiani ( e di tutti) , vuole solo invitarci a risollevarci e a vivere l'esortativa di Gesu' : " Senza di me non potete fare niente " V domenica di Pasqua At 9,26-31; 1Gv 3,18-24; Gv 15,1-8

    COMMENTO AL VANGELO
    Sette volte in quattro versi. Gesù insiste nel dirci che dobbiamo rimanere in lui. Il perché è semplice e decisivo: “Senza di me non potete fare nulla”. Non dice che faremmo male o a metà le cose, ma proprio che non faremmo nulla. Questa è la verità della nostra vita. Da soli siamo invincibilmente sterili di tutto. La fertilità non nasce da noi stessi, semplici canali dove passa l’acqua, ma da Gesù, la sorgente. Noi siamo i tralci, lui è la vite. Per questo è vitale rimanere attaccati a lui. L’esistenza cristiana è Gesù. In lui ha origine, sviluppo e compimento ogni missione affidata ai discepoli. Fuori di lui è il non senso, come pale di mulino che girano a vuoto senza neppure macinare.
    Rimanere non è star fermi, anzi! È l’atteggiamento del discepolo che ha fede e amore nel suo Signore, che conosce la fatica della ricerca e l’impegno personale per far somigliare la propria vita a quella del Maestro. Il suo insegnamento è chiarissimo: non bastiamo a noi stessi, né siamo la fonte della nostra gioia; non possiamo darci la pienezza della vita da noi stessi. Senza la vite il tralcio è secco; non è lui la vigna e da solo non avrà mai grappoli. La vite è il suo tutto.
    L’immagine della vite e dei tralci è propria di Giovanni. Si tratta del nostro rapporto con Gesù. C’è l’opera di Dio in noi. La vita dell’uomo è nelle mani di Dio, che è il Padre vignaiolo, che la visita, ne pota i tralci e che, infine, è dono di Dio. Tutta l’etica è in questo verbo: rimanere. Questa è la vera e sola responsabilità morale dell’uomo: l’accoglienza, la risposta e la speranza stanno tutte nel rimanere noi in Lui come Lui è in noi.
    Se si rimane in Lui, tutto è possibile: “Quello che volete, chiedetelo”. La preghiera non è più un mezzo per costringere Dio a noi, ma dice la nostra assimilazione alla volontà di Dio perché penseremo con le sue parole e chiederemo dentro la sua volontà. È pura gioia vedere e desiderare ogni cosa nella luce di Dio.
    Una pagina che contiene una rivelazione trinitaria. Il Padre è l’agricoltore, il Figlio è la vite, lo Spirito Santo è la linfa nella Trinità e nel cuore dei discepoli, che sono i tralci. C’è anche una rivelazione ecclesiale ed eucaristica: il primo frutto della vite è l’Eucaristia della nuova alleanza nel sangue di Gesù. Gli altri frutti li portano i discepoli che lo seguono, umili e gioiosi operai nel grande campo del mondo, dove la messe è abbondante.
    Fonte : Sir

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