mercoledì 20 agosto 2014

Chi sono io per bombardare? La chiesa e la verità sulla persecuzione (Crippa). Riflessioni (R.)

Clicca qui per leggere l'articolo che merita alcune riflessioni.
Innanzitutto occorre che qualcuno riconosca fino in fondo che il teologo che più di tutti ha approfondito il rapporto fra Cristianesimo ed Ebraismo è Joseph Ratzinger sia come professore, sia come cardinale sia come Pontefice. Mi piacerebbe che il mondo ebraico lo dicesse a chiare lettere ma noto che non ci sono più quelle lunghe interviste ai rabbini che hanno caratterizzato il Pontificato di Benedetto XVI. I media non sono più interessati al punto di vista non cattolico?
Mi fa molto piacere, invece, che nell'articolo sia stata citata la lectio di Ratisbona.
Leggo:


"Quello su cui bisogna insistere non è un generico appello alla pace, che è importante, ma che certi valori umani, che sono diventati universali, devono essere praticati concretamente in ogni luogo, in Europa come nell’oriente islamico". Quel che aveva provato a fare Ratzinger a Ratisbona… "E’ stata un’occasione persa per le autorità religiose islamiche, che hanno frainteso il senso di quel contributo alla riflessione". "La tolleranza, il pluralismo, il rispetto dell’altro, sono i fondamenti della civiltà emersa dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale".".


Se posso permettermi direi che non solo le autorità islamiche hanno perso un'occasione con il discorso di Ratisbona ma anche e soprattutto la CHIESA CATTOLICA, LE ALTE GERARCHIE ED I CATTOLICI sedicenti "ILLUMINATI".
Una parte del mondo islamico ha comunque iniziato un approfondimento con Benedetto XVI partendo proprio dal discorso di Ratisbona (clicca qui). Per molti cattolici e soprattutto per la gerarchia della chiesa quella lectio resta un tabù di cui non bisogna parlare.
Si arriva addirittura a negare la natura profetica di quel testo nonostante la realtà si imponga agli occhi di tutti.
La chiesa intera doveva partire da Ratisbona per approfondire con l'islam il rapporto fede-ragione, per ottenere da tutte le autorità religiose un'affermazione chiara e limpida: nessuna violenza è esercitabile in nome di Dio. Questo era il senso della lectio e tutti avrebbero dovuto aiutare Benedetto XVI su questa strada. Invece, nella chiesa, ciascuno ha preferito coltivare il suo personale orticello criticando e prendendo le distanze dal Pontefice allora regnante.
Ora la storia presenta il conto ed e' salatissimo soprattutto per i fratelli perseguitati.
Dal senso profondo ed inascoltato della lectio di Ratisbona si deve ripartire possibilmente chiedendo scusa a Joseph Ratzinger.
Ovviamente non accadrà mai e si continuerà ad andare avanti come se Benedetto XVI non fosse mai esistito, continuando a sperare nelle primavere "varie": quella "obamiana", quella "araba" e quella "ecclesiale". Con i risultati che vediamo...
R.

7 commenti:

  1. Buongiorno Raffaella,

    ho letto su repubblica l'intervista a Cacciari e trovo questo passaggio, proprio alla fine, molto significativo:

    "Oggi noi assistiamo a un grande
    passaggio culturale: per quanto concerne le questioni della pace e della guerra, la Chiesa cattolica confluisce sulle posizioni del diritto positivo che
    sono proprie dei laici. E non è un caso che a compiere questo passaggio sia un papa gesuita: è la posizione di chi vuole contare — secondo la tradizione di
    quell’ordine — sul piano politico dell’immanenza."

    Le ultime cinque parole sono il problema reale.

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  2. hai detto bene; si continua e si continuerà ad andare avanti come se Joseph Ratzinger/Benedetto XVI non fosse mai esistito, ma non capisco a chi sia utile questo visto che ormai papa Benedetto è nel silenzio e nella preghiera. Perché cancellare le Sue idee, i Suoi discorsi, il Suo Magistero?

    Prevalgono la malafede, o la paura?

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  3. Benedetto non aveva incitato a bombardare, ma ..."L'incontro tra religioni non è possibile attraverso la rinuncia alla verità, piuttosto solo tramite una profonda penetrazione di essa.Lo scetticismo non unisce e neppure il pragmatismo. Entrambi diventano un adito per le ideologie."
    Arcangela

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  4. Grazie raffaella per aver così mirabilmente detto quello che andavo pensando da tempo. Ratisbona fu profezia e possibilità, che in primis la Chiesa ha rifiutato, tutta presa dalle maglie della Nostra Aetate e le sue ambiguità. Al punto che serpeggia un pensiero nel mondo cattolico che i cosiddetti fratelli mussulmani esasperati dalle guerre portate loro dai cristiani d'occidente abbiano in fondo ragione. E mai bisogna alzare non dico la spada ma nemmeno la voce su di loro. sono testimone di questo pensiero, purtroppo
    fg

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  5. Ti segnalo questa vecchia relazione di Sandro Magister. A me era sfuggita...

    http://www.lanuovaregaldi.it/doc/evento/Relazione%20Sandro%20Magister.pdf

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  6. Si, ma il discorso di Ratisbona, nella sua portata profetica, non deve essere inteso come opposizione alla nostra aetate ma come affermazione di quelle patologie della religione di cui papa Benedetto ha più volte parlato, anche e soprattutto in riferimento alla confessione cristiana, ad esempio nell'omelia che il papa tenne a Ratisbona lo stesso giorno della lezione oppure durante il viaggio in Libano.
    Antonio

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  7. Raffaella ti quoto al 100% concordo in tutto ciò che hai detto, da Ratisbona si doveva partire. Purtroppo a Benedetto XVI non chiederanno mai scusa nemmeno davanti all’evidenza macroscopica che si ritrovano a vivere, dovrebbero ammettere di aver sbagliato tutto perciò meglio mettere tutto sotto silenzio, fa meno male alla loro immagine. Saluti Vighi

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