domenica 1 novembre 2015
Santa Messa di Ognissanti (01.11.2006): omelia di Benedetto XVI (YouTube)
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Grazie a Gemma riascoltiamo una bellissima omelia :-)
Il 1° novembre 2006, Solennità di Tutti i Santi, Benedetto XVI celebrò la Messa nella Basilica Vaticana. Il testo dell'omelia è consultabile qui.
In particolare:
"I santi non sono una esigua casta di eletti, ma una folla senza numero, verso la quale la liturgia ci esorta oggi a levare lo sguardo. In tale moltitudine non vi sono soltanto i santi ufficialmente riconosciuti, ma i battezzati di ogni epoca e nazione, che hanno cercato di compiere con amore e fedeltà la volontà divina. Della gran parte di essi non conosciamo i volti e nemmeno i nomi, ma con gli occhi della fede li vediamo risplendere, come astri pieni di gloria, nel firmamento di Dio".
" L'esperienza della Chiesa dimostra che ogni forma di santità, pur seguendo tracciati differenti, passa sempre per la via della croce, la via della rinuncia a se stesso. Le biografie dei santi descrivono uomini e donne che, docili ai disegni divini, hanno affrontato talvolta prove e sofferenze indescrivibili, persecuzioni e martirio. Hanno perseverato nel loro impegno, "sono passati attraverso la grande tribolazione - si legge nell'Apocalisse - e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello" (v. 14). I loro nomi sono scritti nel libro della vita (cfr Ap 20, 12); loro eterna dimora è il Paradiso. L'esempio dei santi è per noi un incoraggiamento a seguire le stesse orme, a sperimentare la gioia di chi si fida di Dio, perché l'unica vera causa di tristezza e di infelicità per l'uomo è vivere lontano da Lui.
La santità esige uno sforzo costante, ma è possibile a tutti perché, più che opera dell'uomo, è anzitutto dono di Dio, tre volte Santo (cfr Is 6, 3). Nella seconda Lettura, l'apostolo Giovanni osserva: "Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!" (1 Gv 3, 1). È Dio, dunque, che per primo ci ha amati e in Gesù ci ha resi suoi figli adottivi. Nella nostra vita tutto è dono del suo amore: come restare indifferenti dinanzi a un così grande mistero? Come non rispondere all'amore del Padre celeste con una vita da figli riconoscenti? In Cristo ci ha fatto dono di tutto se stesso, e ci chiama a una relazione personale e profonda con Lui. Quanto più pertanto imitiamo Gesù e Gli restiamo uniti, tanto più entriamo nel mistero della santità divina. Scopriamo di essere amati da Lui in modo infinito, e questo ci spinge, a nostra volta, ad amare i fratelli. Amare implica sempre un atto di rinuncia a se stessi, il "perdere se stessi", e proprio così ci rende felici.
Così siamo arrivati al Vangelo di questa festa, all'annuncio delle Beatitudini che poco fa abbiamo sentito risuonare in questa Basilica. Dice Gesù: Beati i poveri in spirito, beati gli afflitti, i miti, beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, i misericordiosi, beati i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati per causa della giustizia (cfr Mt 5, 3-10). In verità, il Beato per eccellenza è solo Lui, Gesù. È Lui, infatti, il vero povero in spirito, l'afflitto, il mite, l'affamato e l'assetato di giustizia, il misericordioso, il puro di cuore, l'operatore di pace; è Lui il perseguitato a causa della giustizia. Le Beatitudini ci mostrano la fisionomia spirituale di Gesù e così esprimono il suo mistero, il mistero di Morte e Risurrezione, di Passione e di gioia della Risurrezione. Questo mistero, che è mistero della vera beatitudine, ci invita alla sequela di Gesù e così al cammino verso di essa. Nella misura in cui accogliamo la sua proposta e ci poniamo alla sua sequela - ognuno nelle sue circostanze - anche noi possiamo partecipare della sua beatitudine. Con Lui l'impossibile diventa possibile e persino un cammello passa per la cruna dell'ago (cfr Mc 10, 25); con il suo aiuto, solo con il suo aiuto ci è dato di diventare perfetti come è perfetto il Padre celeste (cfr Mt 5, 48)".
Molto difficlie seguire papa Benedetto. Lui è un Santo, ma noi, io.................??
RispondiEliminagrazie per la riproposta.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/31/papa-francesco-in-tango-vaticano-bergoglio-e-il-primate-ditalietta/2170570/
RispondiEliminaLeggere anche il meraviglioso Angelus del 2012!
RispondiEliminaArcangela
http://aftersantana.altervista.org/krzysztof-charamsa-parla-di-violenza-della-chiesa-in-una-lettera-al-papa/
RispondiEliminatroppa visibilità a un personaggio simile.
qui c'è un delirio persecutorio.
la Chiesa non respinge nessuno, ma gli omosesuali non devono essere ammessi al sacerdozio. per guidare gli latri ci deve essere chierezza dentro se stesssi. che poi un gay possa diventare anto è possibile, ma meglio vivere in silenzio la propria sofferenza. e poi ribadire questa apertura ai gay del papa argentino ha fatto il suo tempo!!!! Basta con ritenere chuso e omfobico papa Benedetto!
Anche un pedoficlo uò essere una persona che soffre, ma di questo passo torna il famoso relativismo decondo il quale basta essere in pace con se stessi e rendere cnto alla prorpra coscenza, ma se la coscienza non è illuminata dove finiremo?.
Benedetto Angelus 2 novembre 2008 "L'espressione VITA ETERNA vorrebbe dare un nome a questa attesa insopprimibile: non una successione senza fine, ma immergersi nell'oceano dell'infinito amore, nel quale il tempo, il prima e il dopo non esistono più"
RispondiEliminaArcangela
Visto che sei diventata international, leggiti su Voxcantorisblogspot.it. Who was McCarrick's friend and what was the role of freemasonry in the election of JB? :D A.
RispondiEliminadue arrestati in Vaticano.notizia di pochi minuti fa.
RispondiEliminaaho!!! stavolta non si e' perso tempo.
scusate degli errori.
RispondiEliminaHo un problema che mi rende difficoltosa la digitazione e grazie per l'accoglienza
laura
(pare siano stati) arrestati in vaticano monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui per le fughe di notizie.
RispondiEliminada sottolineare che la seconda dei due arrestati e' stata "assunta" su iniziativa di totem bergoglio e all'epoca la notizia fece furore perché si trattava di una donna e pure giovane. sempre all'epoca sulla tizia giravano gia' voci (tra queste quella del giornalista di repubblica magister) fosse una traffichina e una che passava veline e informazioni sottobanco ai media ma totem bergoglio ritenne opportuno incocciarsi (come spesso gli capita) sulle proprie decisioni.