lunedì 31 ottobre 2016
Il monachesimo e le radici della cultura europea (Benedetto XVI, Parigi 12 settembre 2008)
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Riascoltiamo e rileggiamo lo storico discorso di Benedetto XVI al Collège des Bernardins di Parigi in cui il Papa spiega l'origine della teologia occidentale e le radici della cultura europea.
Un tributo eccezionale al monachesimo occidentale e a San Benedetto in particolare.
Dopo quanto è accaduto ieri a Norcia non potevo non riproporlo.
R.
Il crollo devastante e simbolico della Basilica di San Benedetto a Norcia (R.)
Cari Amici,
da ieri è impressa nella mia mente l'immagine della Basilica di San Benedetto a Norcia quasi completamente distrutta dal sisma che ha colpito l'Italia centrale.
Da una parte provo un profondo dolore per la perdita di un luogo così straordinario e dall'altro lato un senso di angoscia perchè è stato devastato un simbolo caro a tutti i Cattolici.
Secondo la tradizione la basilica di Norcia fu edificata sopra la casa in cui nacquero San Benedetto e la sorella gemella, Santa Scolastica.
Penso che sia superfluo ricordare quanto l'Europa e la Chiesa debbano a San Benedetto, il fondatore del monachesimo occidentale e il Padrono d'Europa.
Senza il lavoro minuzioso e prezioso dei monaci benedettini oggi non potremmo leggere gran parte dei libri della cultura greca e latina.
L'abbiamo detto tante volte: l'Europa (quella vera, non quella fondata sull'euro e sulle banche) è sorta sulle ceneri dell'impero romano grazie all'opera di tanti cristiani e di tanti Santi della nostra Tradizione.
San Benedetto è una figura chiave. Non a caso ben sedici Papi hanno scelto il nome di Benedetto.
Le immagini del crollo hanno colpito tutti tanto che anche i telegiornali stranieri hanno dedicato la copertina a questo simbolo devastato.
Fortunatamente il sisma di ieri non ha provocato vittime e il "caso" (?) ha voluto che, grazie al cambio dell'ora, gli "angeli senza ali", i vigili del fuoco, non fossero già al lavoro nelle zone duramente colpite.
Il terremoto ha risparmiato tante vite innocenti ma si è accanito su tutti i luoghi di culto possibili. Addirittura si sono registrati danni in alcune basiliche di Roma.
Tutto ciò non può lasciarci indifferenti. Perchè è accaduto tutto questo? Perchè privarci di questi simboli tanto importanti?
Non ho una risposta o, meglio, mi vengono in mente tante ipotesi, ma tengo tutto per me visto che sembra che non si possa più nemmeno fare una riflessione senza essere accusati di integralismo.
Resta il fatto che vengono meno tutti i nostri punti di riferimento non solo religiosi ma anche culturali e questo mi dispiace moltissimo.
Sembra quasi che oggi nella chiesa la cultura sia diventata persino un ostacolo, un vezzo.
La teologia, poi, viene vissuta come un fastidio. Si dice che la teologia va bene ma ci sono altre istanze più importanti. E così il ruolo dei teologi cattolici viene sminuito e altri personaggi, in particolare giornalisti, tengono "omelie" domenicali in cui si improvvisano depositari della verità perchè hanno ricevuto una telefonata.
Ma chi rende possibile tutto ciò? Il "telefonato" o il "telefonante"? E vabbè...
Tornando a quanto accaduto ieri, posso dire che c'è un'altra immagine che mi ha colpito, oltre a quella del crollo della Basilica: le tante persone che si sono inginocchiate davanti alle rovine a pregare. C'è sì l'immagine della devastazione ma anche quella della speranza, di una nuova consapevolezza, di una nuova primavera della fede che sorge proprio dalla distruzione.
Siamo alla vigilia della Festività di Ognissanti. Preghiamo tutti insieme affinchè il Signore aiuti e conforti le popolazioni colpite dal sisma e sia possibile la ricostruzione di quanto è stato distrutto.
R.
da ieri è impressa nella mia mente l'immagine della Basilica di San Benedetto a Norcia quasi completamente distrutta dal sisma che ha colpito l'Italia centrale.
Da una parte provo un profondo dolore per la perdita di un luogo così straordinario e dall'altro lato un senso di angoscia perchè è stato devastato un simbolo caro a tutti i Cattolici.
Secondo la tradizione la basilica di Norcia fu edificata sopra la casa in cui nacquero San Benedetto e la sorella gemella, Santa Scolastica.
Penso che sia superfluo ricordare quanto l'Europa e la Chiesa debbano a San Benedetto, il fondatore del monachesimo occidentale e il Padrono d'Europa.
Senza il lavoro minuzioso e prezioso dei monaci benedettini oggi non potremmo leggere gran parte dei libri della cultura greca e latina.
L'abbiamo detto tante volte: l'Europa (quella vera, non quella fondata sull'euro e sulle banche) è sorta sulle ceneri dell'impero romano grazie all'opera di tanti cristiani e di tanti Santi della nostra Tradizione.
San Benedetto è una figura chiave. Non a caso ben sedici Papi hanno scelto il nome di Benedetto.
Le immagini del crollo hanno colpito tutti tanto che anche i telegiornali stranieri hanno dedicato la copertina a questo simbolo devastato.
Fortunatamente il sisma di ieri non ha provocato vittime e il "caso" (?) ha voluto che, grazie al cambio dell'ora, gli "angeli senza ali", i vigili del fuoco, non fossero già al lavoro nelle zone duramente colpite.
Il terremoto ha risparmiato tante vite innocenti ma si è accanito su tutti i luoghi di culto possibili. Addirittura si sono registrati danni in alcune basiliche di Roma.
Tutto ciò non può lasciarci indifferenti. Perchè è accaduto tutto questo? Perchè privarci di questi simboli tanto importanti?
Non ho una risposta o, meglio, mi vengono in mente tante ipotesi, ma tengo tutto per me visto che sembra che non si possa più nemmeno fare una riflessione senza essere accusati di integralismo.
Resta il fatto che vengono meno tutti i nostri punti di riferimento non solo religiosi ma anche culturali e questo mi dispiace moltissimo.
Sembra quasi che oggi nella chiesa la cultura sia diventata persino un ostacolo, un vezzo.
La teologia, poi, viene vissuta come un fastidio. Si dice che la teologia va bene ma ci sono altre istanze più importanti. E così il ruolo dei teologi cattolici viene sminuito e altri personaggi, in particolare giornalisti, tengono "omelie" domenicali in cui si improvvisano depositari della verità perchè hanno ricevuto una telefonata.
Ma chi rende possibile tutto ciò? Il "telefonato" o il "telefonante"? E vabbè...
Tornando a quanto accaduto ieri, posso dire che c'è un'altra immagine che mi ha colpito, oltre a quella del crollo della Basilica: le tante persone che si sono inginocchiate davanti alle rovine a pregare. C'è sì l'immagine della devastazione ma anche quella della speranza, di una nuova consapevolezza, di una nuova primavera della fede che sorge proprio dalla distruzione.
Siamo alla vigilia della Festività di Ognissanti. Preghiamo tutti insieme affinchè il Signore aiuti e conforti le popolazioni colpite dal sisma e sia possibile la ricostruzione di quanto è stato distrutto.
R.
domenica 30 ottobre 2016
Siluro per il card. Sarah (Tosatti)
Clicca qui per leggere il commento.
Seguo in diretta le notizie che arrivano dall'Italia centrale e che documentano i danni della fortissima scossa sismica di stamattina. Siamo vicini con la preghiera a tutti i nostri fratelli duramente colpiti.
Nel frattempo non posso che provare una profonda tristezza per quanto sta accadendo in vaticano.
Il card. Sarah, una delle poche voci davvero libere e uomo di profonda sensibilità e cultura, non merita certo di essere trattato in questo modo ma tant'è...
Nutro la profonda speranza che prima o poi il cardinale verrà "premiato" per queste umiliazioni.
R.
Seguo in diretta le notizie che arrivano dall'Italia centrale e che documentano i danni della fortissima scossa sismica di stamattina. Siamo vicini con la preghiera a tutti i nostri fratelli duramente colpiti.
Nel frattempo non posso che provare una profonda tristezza per quanto sta accadendo in vaticano.
Il card. Sarah, una delle poche voci davvero libere e uomo di profonda sensibilità e cultura, non merita certo di essere trattato in questo modo ma tant'è...
Nutro la profonda speranza che prima o poi il cardinale verrà "premiato" per queste umiliazioni.
R.
giovedì 27 ottobre 2016
Un pensiero e una preghiera per le popolazioni colpite dal nuovo sisma
Cari amici, nella serata di ieri due forti scosse di terremoto hanno colpito molte zone dell'Italia centrale, in particolare della Marche e dell'Umbria.
Le prime luci dell'alba consentiranno di fare una stima esatta dei danni. Intanto rivolgiamo una preghiera speciale per i feriti e i tantissimi sfollati.
R.
Le prime luci dell'alba consentiranno di fare una stima esatta dei danni. Intanto rivolgiamo una preghiera speciale per i feriti e i tantissimi sfollati.
R.
sabato 22 ottobre 2016
Perché la CEI alla marcia dei radicali? (Costanza Miriano). Riflessioni (R.)
Clicca qui per leggere il commento che sottoscrivo in pieno.
Io più che dolore provo tristezza e rassegnazione. Direi che provo in definitiva una profonda pena per la situazione che stiamo vivendo. E' vero ciò che scrive Costanza Miriano: perchè la chiesa (minuscolo) continua a non essere originale?
E mi domando: la chiesa (minuscolo) pensa davvero di attirare fedeli aderendo convintamente alle istanze mondale e magari modaiole? Ma quando mai? La Chiesa (maiuscolo) deve essere segno di contraddizione, pietra dello scandalo. Non può e non deve uniformarsi alla mentalità del mondo, tanto per parafrasare San Paolo.
Non ci sia accorge che la pecorella smarrita, che si rincorre a tutti i costi, se la ride mentre le altre novantanove vengono attaccate dai lupi o lasciano volontariamente il recinto?
Leggo che questa marcia ci sarà il 6 novembre, domenica. Chissà se riceverà una qualche benedizione. Sarebbe l'apoteosi...
La cosa drammatica è che tutto ciò non mi stupisce, anzi...
Per richiamare i riflettori si continua ad alzare l'asticella ma ormai la misura è colma. Siamo saturi di notizie spettacolari. Nulla ci meraviglia più soprattutto in vista della celebrazione dello scisma di Lutero. Che cosa avrà mai da festeggiare la chiesa cattolica...
Un'ultima annotazione che non c'entra con la marcia dei radicale.
C'è stato ieri un momento in cui ho provato davvero un dolore fortissimo. Vedere la camera da letto di tanti Pontefici a Castel Gandolfo aperta a fotografi e giornalisti mi ha davvero colpita. Questo insistere nell'inquadrare quel letto così spartano e senza pretese mi ha fatto pensare che probabilmente è stato aperto simbolicamente il vaso di Pandora e che davvero siamo a un punto di non ritorno.
R.
Io più che dolore provo tristezza e rassegnazione. Direi che provo in definitiva una profonda pena per la situazione che stiamo vivendo. E' vero ciò che scrive Costanza Miriano: perchè la chiesa (minuscolo) continua a non essere originale?
E mi domando: la chiesa (minuscolo) pensa davvero di attirare fedeli aderendo convintamente alle istanze mondale e magari modaiole? Ma quando mai? La Chiesa (maiuscolo) deve essere segno di contraddizione, pietra dello scandalo. Non può e non deve uniformarsi alla mentalità del mondo, tanto per parafrasare San Paolo.
Non ci sia accorge che la pecorella smarrita, che si rincorre a tutti i costi, se la ride mentre le altre novantanove vengono attaccate dai lupi o lasciano volontariamente il recinto?
Leggo che questa marcia ci sarà il 6 novembre, domenica. Chissà se riceverà una qualche benedizione. Sarebbe l'apoteosi...
La cosa drammatica è che tutto ciò non mi stupisce, anzi...
Per richiamare i riflettori si continua ad alzare l'asticella ma ormai la misura è colma. Siamo saturi di notizie spettacolari. Nulla ci meraviglia più soprattutto in vista della celebrazione dello scisma di Lutero. Che cosa avrà mai da festeggiare la chiesa cattolica...
Un'ultima annotazione che non c'entra con la marcia dei radicale.
C'è stato ieri un momento in cui ho provato davvero un dolore fortissimo. Vedere la camera da letto di tanti Pontefici a Castel Gandolfo aperta a fotografi e giornalisti mi ha davvero colpita. Questo insistere nell'inquadrare quel letto così spartano e senza pretese mi ha fatto pensare che probabilmente è stato aperto simbolicamente il vaso di Pandora e che davvero siamo a un punto di non ritorno.
R.
martedì 18 ottobre 2016
Inos Biffi e Ioannis Kourempeles vincitori del Premio Ratzinger 2016
Clicca qui per leggere la bella notizia.
lunedì 17 ottobre 2016
Mentre qui si preferisce guardare altrove, gli Ortodossi, zitti zitti, "conquistano" la capitale della figlia primogenita della Chiesa Cattolica :-)
Clicca qui per leggere l'articolo e qui per vedere le foto.
Buona settimana amici :-)
Certo che fa una certa impressione vedere le cupole bizantine che oscurano in parte la struttura della Torre Eiffel, però ci conviene tirare un sospiro di sollievo: meglio i fratelli Ortodossi di altri :-)
Spero, con questo post, di non essere entrata automaticamente nella schiera degli "adoratori" di Putin :-O
A parte gli scherzi, credo che siamo chiamati a riflettere sul fatto che, nel cuore dell'Europa, sembra quasi che la chiesa cattolica voglia eclissarsi, come se non volesse dare fastidio. Si parla davvero poco del nostro continente e, quando lo si fa, è spesso per rimproverarci di non fare abbastanza per ospitare tutti coloro che bussano alle nostre porte.
Eppure non c'è capitale europea, grande città, piccolo paese o villaggio quasi abbandonato che non abbia una chiesa e un campanile. L'Europa (quella vera, non l'unione forzosa nel nome delle banche e dell'euro) è nata sulle ceneri dell'impero romano grazie al Cristianesimo, grazie al lavoro dei monaci, grazie al Papato e grazie agli artisti che hanno operato nell'ambito del culto religioso. Poi, in un secondo tempo, sono arrivati gli Illuministi.
Tutto questo per dire che l'Europa affonda le sue radici nel Cristianesimo ed è storia, inutile sminuirla.
Dispiace quindi che la chiesa cattolica preferisca occuparsi d'altro. Mi viene da dire: meno male che ci sono gli Ortodossi :-)
R.
Buona settimana amici :-)
Certo che fa una certa impressione vedere le cupole bizantine che oscurano in parte la struttura della Torre Eiffel, però ci conviene tirare un sospiro di sollievo: meglio i fratelli Ortodossi di altri :-)
Spero, con questo post, di non essere entrata automaticamente nella schiera degli "adoratori" di Putin :-O
A parte gli scherzi, credo che siamo chiamati a riflettere sul fatto che, nel cuore dell'Europa, sembra quasi che la chiesa cattolica voglia eclissarsi, come se non volesse dare fastidio. Si parla davvero poco del nostro continente e, quando lo si fa, è spesso per rimproverarci di non fare abbastanza per ospitare tutti coloro che bussano alle nostre porte.
Eppure non c'è capitale europea, grande città, piccolo paese o villaggio quasi abbandonato che non abbia una chiesa e un campanile. L'Europa (quella vera, non l'unione forzosa nel nome delle banche e dell'euro) è nata sulle ceneri dell'impero romano grazie al Cristianesimo, grazie al lavoro dei monaci, grazie al Papato e grazie agli artisti che hanno operato nell'ambito del culto religioso. Poi, in un secondo tempo, sono arrivati gli Illuministi.
Tutto questo per dire che l'Europa affonda le sue radici nel Cristianesimo ed è storia, inutile sminuirla.
Dispiace quindi che la chiesa cattolica preferisca occuparsi d'altro. Mi viene da dire: meno male che ci sono gli Ortodossi :-)
R.
domenica 16 ottobre 2016
Benedetto XVI ai giovani di Parigi: Abbiate coraggio di vivere il Vangelo e audacia di proclamarlo (YouTube)
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Buona domenica, carissimi amici :-)
Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo e riascoltiamo un bellissimo intervento di Papa Benedetto.
Il 12 settembre 2008 il Santo Padre incontrò una marea di giovani davanti alla Cattedrale di Notre Dame a Parigi. Tenne un discorso particolarmente intenso che possiamo rileggere di seguito.
R.
DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Sagrato della Basilica Notre-Dame
Parigi, venerdì 12 settembre 2008
Cari giovani,
dopo il raccoglimento orante dei Vespri a Notre-Dame, è con entusiasmo che voi mi salutate stasera, dando così un carattere festoso e molto simpatico a questo incontro. Esso mi richiama quello indimenticabile dello scorso luglio a Sydney, al quale alcuni di voi hanno partecipato in occasione della Giornata mondiale della Gioventù. Questa sera, vorrei parlarvi di due punti profondamente legati l’uno all’altro, che costituiscono un vero tesoro nel quale voi potrete porre il vostro cuore (cfr Mt 6, 21).
Il primo si collega col tema scelto per Sydney. E’ pure quello della vostra veglia di preghiera che sta per cominciare tra qualche istante. Si tratta di un passo degli Atti degli Apostoli, libro che alcuni qualificano molto giustamente come il Vangelo dello Spirito Santo: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (At 1, 8). Il Signore dice ora a voi queste parole. Sydney ha fatto riscoprire a molti giovani l’importanza dello Spirito Santo nella vita del cristiano.
Lo Spirito ci mette intimamente in rapporto con Dio, presso il quale si trova la sorgente d’ogni ricchezza umana autentica. Tutti voi cercate di amare e di essere amati! È verso Dio che voi dovete volgervi per imparare ad amare e per avere la forza di amare. Lo Spirito, che è Amore, può aprire i vostri cuori per ricevere il dono dell’amore autentico. Tutti voi cercate la verità e volete viverne! Questa verità è Cristo. Egli è la sola Via, l’unica Verità e la vera Vita. Seguire Cristo significa veramente “prendere il largo”, come dicono diverse volte i Salmi. La strada della Verità è una e nello stesso tempo molteplice, secondo i diversi carismi, come la Verità è una e nello stesso tempo di una ricchezza inesauribile. Affidatevi allo Spirito Santo per scoprire Cristo. Lo Spirito è la guida necessaria per la preghiera, l’anima della nostra speranza e la sorgente della vera gioia.
Per approfondire queste verità di fede, vi incoraggio a meditare la grandezza del Sacramento della Confermazione che avete ricevuto e che vi introduce in una vita di fede adulta. È urgente comprendere sempre meglio questo sacramento per verificare la qualità e la profondità della vostra fede e per rafforzarla. Lo Spirito Santo vi fa avvicinare al Mistero di Dio e vi fa comprendere chi è Dio. Egli vi invita a vedere nel vostro prossimo il fratello che Dio vi ha donato per vivere in comunione con lui, umanamente e spiritualmente, per vivere nella Chiesa dunque.
Nel rivelarvi chi è il Cristo morto e risuscitato per noi, Egli vi spinge a testimoniare. Voi siete nell’età della generosità. È urgente parlare di Cristo attorno a voi, alle vostre famiglie e ai vostri amici, nei vostri luoghi di studio, di lavoro o di divertimento. Non abbiate paura! Abbiate “il coraggio di vivere il Vangelo e l’audacia di proclamarlo” (Messaggio ai giovani del mondo, 20 luglio 2007). Per questo io vi incoraggio a trovare le parole adatte per annunciare Dio intorno a voi, poggiando la vostra testimonianza sulla forza dello Spirito implorata nella preghiera. Portate la Buona Novella ai giovani della vostra età e anche agli altri.
Essi conoscono le turbolenze degli affetti, la preoccupazione e l’incertezza di fronte al lavoro ed agli studi. Affrontano sofferenze e fanno l’esperienza di gioie uniche. Rendete testimonianza di Dio, perché, in quanto giovani, voi fate pienamente parte della comunità cattolica in virtù del vostro battesimo e in ragione della comune professione di fede (cfr. Ef 4, 5). La Chiesa conta su di voi, ci tengo a dirvelo!
In questo anno dedicato a san Paolo, vorrei affidarvi un secondo tesoro, che era al centro della vita di questo Apostolo affascinante: si tratta del mistero della Croce. Domenica, a Lourdes, celebrerò la festa della Croce Gloriosa unendomi ad innumerevoli pellegrini. Molti di voi portano al collo una catena con una croce. Anch’io ne porto una, come tutti i Vescovi del resto. Non è un ornamento, né un gioiello. È il simbolo prezioso della nostra fede, il segno visibile e materiale del legame con Cristo. San Paolo parla chiaramente della Croce all’inizio della sua Prima Lettera ai Corinzi. A Corinto, viveva una comunità agitata e turbolenta che era esposta ai pericoli della corruzione presente nell’ambiente. Questi pericoli sono simili a quelli che conosciamo oggigiorno. Non citerò che i seguenti: le discussioni e le contese all’interno della comunità dei credenti, la seduzione esercitata dalle pseudo-sapienze religiose o filosofiche, la superficialità della fede e la morale dissoluta. San Paolo inizia la sua lettera scrivendo: “La parola della Croce è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio” (1 Cor 1, 18). Poi l’Apostolo mostra l’opposizione singolare che esiste fra la sapienza e la follia, secondo Dio e secondo gli uomini. Egli ne parla quando evoca la fondazione della Chiesa a Corinto e, poi, a proposito della propria predicazione. Egli conclude insistendo sulla bellezza della sapienza di Dio che Cristo – e, sulle sue orme, i suoi Apostoli - sono venuti ad insegnare al mondo e ai cristiani. Questa sapienza, misteriosa e restata nascosta (cfr 1 Cor 2, 7), ci è stata rivelata dallo Spirito, perché “l’uomo naturale non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito” (1 Cor 2, 14).
Lo Spirito apre all’intelligenza umana nuovi orizzonti che la superano e le fa capire che l’unica vera sapienza risiede nella grandezza di Cristo. Per i cristiani la Croce è simbolo della sapienza di Dio e del suo amore infinito rivelatosi nel dono salvifico di Cristo morto e risorto per la vita del mondo, per la vita di ciascuno e di ciascuna di voi in particolare. Possa questa scoperta di un Dio che si è fatto uomo per amore, questa scoperta sconvolgente invitarvi a rispettare e a venerare la Croce! Essa è non soltanto il segno della vostra vita in Dio e della vostra salvezza, ma è anche – voi lo comprendete – la testimone muta dei dolori degli uomini e, allo stesso tempo l’espressione unica e preziosa di tutte le loro speranze.
Cari giovani, io so che venerare la Croce attira a volte la derisione e anche la persecuzione. La Croce mette in questione in qualche modo la sicurezza umana, ma rende sicura, anche e soprattutto, la grazia di Dio e conferma la nostra salvezza. Questa sera, io vi affido la Croce di Cristo. Lo Spirito Santo ve ne farà comprendere i misteri d’amore e voi esclamerete allora con san Paolo: “Quanto a me non ci sia altro vanto che nella Croce del nostro Signore Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo” (Gal 6, 14). Paolo aveva capito la parola di Gesù – apparentemente paradossale - secondo cui solo donando (”perdendo”) la propria vita la si può trovare (cfr Mc 8,35; Gv 12,24) e ne aveva concluso che la Croce esprime la legge fondamentale dell’amore, la formula perfetta della vera vita. Possa l’approfondimento del mistero della Croce far scoprire ad alcuni fra voi la chiamata a servire Cristo in maniera più totale nella vita sacerdotale o religiosa!
È tempo ora di cominciare la veglia di preghiera, per la quale vi siete raccolti stasera.
Non dimenticate i due tesori che il Papa vi ha presentato stasera: lo Spirito Santo e la Croce! Vorrei, per concludere, dirvi ancora una volta che io conto su di voi, cari giovani, e desidererei che voi faceste esperienza oggi e domani della stima e dell’affetto della Chiesa! Ora, noi vediamo qui la Chiesa vivente…Che Dio vi accompagni ogni giorno e benedica voi insieme con le vostre famiglie e i vostri amici. Ben volentieri imparto a voi la Benedizione Apostolica, così come a tutti i giovani della Francia.
Grazie per la vostra fede e buona veglia.
© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana
sabato 15 ottobre 2016
Sono stati formati dei "cattolici" per promuovere una "primavera" nella chiesa? Ma sul serio? :-)
Clicca qui per leggere l'articolo. Qui una traduzione sommaria.
Che dire? Si poteva anche sospettare una cosa del genere ma vederla "nero su bianco" fa decisamente effetto.
Certamente gli storici avranno materiale su cui discutere perché questo termine, "primavera", usato e abusato, ricorre un po' troppo spesso.
Queste nuove rivelazioni, gli incontri di "San Gallo", l'opposizione nella chiesa a Papa Benedetto...sì c'è materiale sufficiente ma se ne riparlerà fra moltissimi anni. In questo momento non si può fare la storia :-)
R.
Che dire? Si poteva anche sospettare una cosa del genere ma vederla "nero su bianco" fa decisamente effetto.
Certamente gli storici avranno materiale su cui discutere perché questo termine, "primavera", usato e abusato, ricorre un po' troppo spesso.
Queste nuove rivelazioni, gli incontri di "San Gallo", l'opposizione nella chiesa a Papa Benedetto...sì c'è materiale sufficiente ma se ne riparlerà fra moltissimi anni. In questo momento non si può fare la storia :-)
R.
venerdì 14 ottobre 2016
Diciamo addio anche a Castel Gandolfo. Un'ipotesi choc per il futuro...(Raffaella)
Clicca qui per leggere l'articolo di Rodari per Repubblica.
Cari amici, penso che siamo tutti particolarmente legati alla residenza di Castel Gandolfo perché Papa Benedetto la amava in modo speciale e lì si trovava davvero a casa. Molte volte ha elogiato il "Vaticano II", come lo chiamava Giovanni Paolo II, tanto da scegliere il Palazzo sui Colli Albani per trascorrere il periodo successivo alla rinucia al Pontificato. Ed è proprio il portone di Castel Gandolfo (e non quello del Vaticano) che abbiamo visto chiudersi quel bruttissimo 28 febbraio 2013 (ore 20).
Mai e poi mai avrei immaginato che, a poco meno di quattro anni di distanza, quella residenza sarebbe stata trasformata in museo e aperta completamente al pubblico. Addirittura si potrà visitare la camera da letto dei Pontefici (pare superfluo ricordare che in quella stanza sono morti, per quanto riguarda la storia recente della Chiesa, Pio XII e Paolo VI).
E vabbè...che volete? E' la primavera della chiesa che avanza e in qualche caso ci travolge.
Mi pongo però qualche interrogativo.
Benedetto XVI fece fare dei lavori a Castel Gandolfo (come pure nell'Appartamento del Palazzo Apostolico in Vaticano) non certo per sè ma perché ne potesso usufruire anche i suoi successori.
Ora tutto diventa museo in omaggio a non si sa bene che cosa. Visto che nessuno vive nel famoso "Appartamento", perchè non aprire al pubblico pure quello? Così tutti noi potremo provare il "brivido" di affacciarci alla finestra dell'Angelus, tanto per fare un esempio.
E perchè riservare un'ala del Gemelli al Papa? Apriamo anche quella così ci possono andare anche gli altri pazienti.
Anzi! Facciamo una bella cosa: apriamo anche il Palazzo del Sant'Uffizio così i media applaudiranno per una giornata intera.
E vengo alla domanda: che cosa rimarrà ai successori del Pontefice?
Potranno, qualora lo desiderassero, tornare nell'Appartamento?
Potranno tornare a Castel Gandolfo?
In altre parole: potranno fare ciò che vogliono (come si usa fare ora) nonostante la trasformazione in museo e i sicurissimi strali dei giornaloni? Chissà...
Nonostante ciò che i media vorrebbero farci credere, nessun Papa ha mai agito per sè ma ha sempre guardato "avanti" e ragionato in prospettiva. Qui invece pare che si possa ignorare completamente non solo il passato ma anche e soprattutto il futuro.
E se un Papa del futuro volesse andare oltre?
Chissà...potrebbe decidere di chiudere o di trasformare in museo la residenza Santa Marta perchè, in fondo, che cosa se ne fa la chiesa di un albergo di lusso dentro le mura vaticane quando, fuori, ci sono conventi deserti che potrebbero essere utilizzati? Sono anche dimore molto più umili perché non riscaldate sufficientemente in inverno e del tutto prive di aria condizionata d'estate.
Eh...ci sarà sempre qualcuno che va oltre ogni aspettativa :-)
Raffaella
Cari amici, penso che siamo tutti particolarmente legati alla residenza di Castel Gandolfo perché Papa Benedetto la amava in modo speciale e lì si trovava davvero a casa. Molte volte ha elogiato il "Vaticano II", come lo chiamava Giovanni Paolo II, tanto da scegliere il Palazzo sui Colli Albani per trascorrere il periodo successivo alla rinucia al Pontificato. Ed è proprio il portone di Castel Gandolfo (e non quello del Vaticano) che abbiamo visto chiudersi quel bruttissimo 28 febbraio 2013 (ore 20).
Mai e poi mai avrei immaginato che, a poco meno di quattro anni di distanza, quella residenza sarebbe stata trasformata in museo e aperta completamente al pubblico. Addirittura si potrà visitare la camera da letto dei Pontefici (pare superfluo ricordare che in quella stanza sono morti, per quanto riguarda la storia recente della Chiesa, Pio XII e Paolo VI).
E vabbè...che volete? E' la primavera della chiesa che avanza e in qualche caso ci travolge.
Mi pongo però qualche interrogativo.
Benedetto XVI fece fare dei lavori a Castel Gandolfo (come pure nell'Appartamento del Palazzo Apostolico in Vaticano) non certo per sè ma perché ne potesso usufruire anche i suoi successori.
Ora tutto diventa museo in omaggio a non si sa bene che cosa. Visto che nessuno vive nel famoso "Appartamento", perchè non aprire al pubblico pure quello? Così tutti noi potremo provare il "brivido" di affacciarci alla finestra dell'Angelus, tanto per fare un esempio.
E perchè riservare un'ala del Gemelli al Papa? Apriamo anche quella così ci possono andare anche gli altri pazienti.
Anzi! Facciamo una bella cosa: apriamo anche il Palazzo del Sant'Uffizio così i media applaudiranno per una giornata intera.
E vengo alla domanda: che cosa rimarrà ai successori del Pontefice?
Potranno, qualora lo desiderassero, tornare nell'Appartamento?
Potranno tornare a Castel Gandolfo?
In altre parole: potranno fare ciò che vogliono (come si usa fare ora) nonostante la trasformazione in museo e i sicurissimi strali dei giornaloni? Chissà...
Nonostante ciò che i media vorrebbero farci credere, nessun Papa ha mai agito per sè ma ha sempre guardato "avanti" e ragionato in prospettiva. Qui invece pare che si possa ignorare completamente non solo il passato ma anche e soprattutto il futuro.
E se un Papa del futuro volesse andare oltre?
Chissà...potrebbe decidere di chiudere o di trasformare in museo la residenza Santa Marta perchè, in fondo, che cosa se ne fa la chiesa di un albergo di lusso dentro le mura vaticane quando, fuori, ci sono conventi deserti che potrebbero essere utilizzati? Sono anche dimore molto più umili perché non riscaldate sufficientemente in inverno e del tutto prive di aria condizionata d'estate.
Eh...ci sarà sempre qualcuno che va oltre ogni aspettativa :-)
Raffaella
giovedì 13 ottobre 2016
Riflessione di Vittorio Messori sui festeggiamenti della riforma luterana in Svezia
Clicca qui per leggere il commento di Vittorio Messori che finalmente è tornato a parlare e non può che farci piacere :-)
R.
R.
lunedì 10 ottobre 2016
Quel "governo ombra" di cui parla Marco Tosatti che induce a più di una riflessione... (R.)
Un ringraziamento speciale a Mons. Joseph Léonard, grande vescovo senza porpora (R.)
Cari amici, buona settimana :-)
Presto ci saranno nuove "porpore": congratulazioni e complimenti.
C'è però un grande vescovo che, ancora una volta, è rimasto fuori dai giochi. Mi riferisco a Mons. Léonard, ex arcivescovo di Bruxelles.
Egli ha pagato in termini personali la sua assoluta fedeltà al Vangelo e la sua vicinanza spirituale a Papa Benedetto.
Compiuti i 75 anni, è stato immediatamente sostituito dal pupillo (come lo definisce Magister) del predecessore di Mons. Léonard a Bruxelles, quel Danneels di cui abbiamo tanto parlato in passato e di cui parlarono moltissimo anche i giornaloni alla vigilia del conclave salvo poi mettere tutto sotto al tappeto non appena fu chiara la sua amicizia con i piani alti.
Beata coerenza...portami via! Comunque questa chiesa è diventata proprio noiosa in virtù della sua prevedibilità :-)
Mi pare che anche i grandi giornali, ad eccezione di Repubblica e Stampa (ecchecaso!), non siamo più così attenti al minimo spostamento di foglie che si verifica in vaticano.
Oggi ringraziamo e rivolgiamo un pensiero a Mons. Léonard, che tanto ha fatto per la chiesa in Belgio, sicuri che egli prima o poi verrà ricompensato.
Clicca qui per il commento di Magister.
R.
Presto ci saranno nuove "porpore": congratulazioni e complimenti.
C'è però un grande vescovo che, ancora una volta, è rimasto fuori dai giochi. Mi riferisco a Mons. Léonard, ex arcivescovo di Bruxelles.
Egli ha pagato in termini personali la sua assoluta fedeltà al Vangelo e la sua vicinanza spirituale a Papa Benedetto.
Compiuti i 75 anni, è stato immediatamente sostituito dal pupillo (come lo definisce Magister) del predecessore di Mons. Léonard a Bruxelles, quel Danneels di cui abbiamo tanto parlato in passato e di cui parlarono moltissimo anche i giornaloni alla vigilia del conclave salvo poi mettere tutto sotto al tappeto non appena fu chiara la sua amicizia con i piani alti.
Beata coerenza...portami via! Comunque questa chiesa è diventata proprio noiosa in virtù della sua prevedibilità :-)
Mi pare che anche i grandi giornali, ad eccezione di Repubblica e Stampa (ecchecaso!), non siamo più così attenti al minimo spostamento di foglie che si verifica in vaticano.
Oggi ringraziamo e rivolgiamo un pensiero a Mons. Léonard, che tanto ha fatto per la chiesa in Belgio, sicuri che egli prima o poi verrà ricompensato.
Clicca qui per il commento di Magister.
R.
mercoledì 5 ottobre 2016
Bellissima intervista di Camillo Langone a don Nicola Bux
Clicca qui per leggere l'intervista.
Fa piacere leggere qualcosa che va finalmente controcorrente. Giusto l'omaggio al card. Sarah (..........).
Illuminanti le parole sul motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI. Il punto sottolineato da don Bux è sicuramente la chiave di volta di tutto il sistema. Papa Benedetto, profeticamente (come è nel suo stile), ha capito prima di tutti che sono i giovani (sacerdoti innanzitutto) a studiare la liturgia e a non sopportare la sciatteria di molte celebrazioni e la banalità di certe prediche. Forse per questo vescovi e cardinali di una certa età tentano di fare terra bruciata intorno ai seminari e ai conventi più aderenti alla tradizione. Consiglio: fate molta attenzione perchè, stando troppo vicini al fuoco, si rischiano ustioni :-)
R.
Fa piacere leggere qualcosa che va finalmente controcorrente. Giusto l'omaggio al card. Sarah (..........).
Illuminanti le parole sul motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI. Il punto sottolineato da don Bux è sicuramente la chiave di volta di tutto il sistema. Papa Benedetto, profeticamente (come è nel suo stile), ha capito prima di tutti che sono i giovani (sacerdoti innanzitutto) a studiare la liturgia e a non sopportare la sciatteria di molte celebrazioni e la banalità di certe prediche. Forse per questo vescovi e cardinali di una certa età tentano di fare terra bruciata intorno ai seminari e ai conventi più aderenti alla tradizione. Consiglio: fate molta attenzione perchè, stando troppo vicini al fuoco, si rischiano ustioni :-)
R.
Le leadership simpatiche e tic dei politicamente corretti (Falconi)
Clicca qui per leggere il commento.
A proposito della crisi delle vocazioni (e in generale della chiesa) vorrei segnalare l'articolo del NYT e il commento di Marco Tosatti.
Sempre sui "conventi chiusi" il contributo di Matzuzzi e i dati, in controtendenza, dei Lefebvriani tanto per ricordare la "genialata" di chiudere gli istituti più vicini alla tradizione come quello belga.
A proposito della crisi delle vocazioni (e in generale della chiesa) vorrei segnalare l'articolo del NYT e il commento di Marco Tosatti.
Sempre sui "conventi chiusi" il contributo di Matzuzzi e i dati, in controtendenza, dei Lefebvriani tanto per ricordare la "genialata" di chiudere gli istituti più vicini alla tradizione come quello belga.
domenica 2 ottobre 2016
Il racconto di Mons. Georg Gänswein: «Benedetto XVI ama fare le imitazioni delle voci» (Corriere)
Clicca qui per leggere il testo che trovo particolarmente bello, commovente e personale. Grazie a Elisabetta per la segnalazione :-)
Vorrei ringraziare Mons. Georg che ci regala questi testi così particolari e intensi. Naturalmente ci saranno ora capelli strappati e vesti stracciate da chi vorrebbe Benedetto e Mons. Gänswein "zitti e buoni", ma la maggioranza dei Cattolici non può che ringraziare.
Quando si ha la sensazione che la chiesa "fugga via" e che in fondo sia un bene lasciarla andare al suo destino, ecco che c'è sempre chi ci riporta alla realtà e alla bellezza dell'amore per Cristo. Nessuno sapeva della malattia all'occhio sinistro di Joseph Ratzinger perchè egli non la mai fatta pesare nè prima nè dopo la sua elezione.
Buona domenica cari amici :-)
R.
Vorrei ringraziare Mons. Georg che ci regala questi testi così particolari e intensi. Naturalmente ci saranno ora capelli strappati e vesti stracciate da chi vorrebbe Benedetto e Mons. Gänswein "zitti e buoni", ma la maggioranza dei Cattolici non può che ringraziare.
Quando si ha la sensazione che la chiesa "fugga via" e che in fondo sia un bene lasciarla andare al suo destino, ecco che c'è sempre chi ci riporta alla realtà e alla bellezza dell'amore per Cristo. Nessuno sapeva della malattia all'occhio sinistro di Joseph Ratzinger perchè egli non la mai fatta pesare nè prima nè dopo la sua elezione.
Buona domenica cari amici :-)
R.