martedì 28 febbraio 2017

28 febbraio 2013: la rinuncia di Benedetto XVI. Il ricordo a quattro anni di distanza (YouTube)



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Buongiorno cari amici!
Oggi è il giorno della preghiera. Personalmente non amo ricordare il 28 febbraio e, tanto meno, celebrarlo. Il 28, come l'11 febbraio, evocano in me una grande sofferenza. Per questo non c'è spazio per i grandi discorsi ma solo per il silenzio e per la preghiera per Papa Benedetto.
Il 28 febbraio 2013 si concludeva il luminoso Pontificato di Benedetto XVI. 
In questo video, propostoci dalla nostra Gemma, si ripercorrono gli ultimi giorni di quella fase storica che abbiamo avuto la fortuna di vivere in prima persona. C'è spazio anche per rivedere alcuni eventi storici accaduti fra il 2005 e il 2013. Prestiamo molta attenzione alle parole di Mons. Scicluna sulla misericordia e la giustizia, mai attuali come in questa fase.
Grazie ancora a Gemma :-)
R.

domenica 26 febbraio 2017

Preti pedofili in cerca di "misericordia"? Ah...se fossimo ai tempi di Benedetto XVI...

Clicca qui per leggere la notizia. Qui una traduzione sommaria.
Questa notizia, di cui non si trova traccia in Italia, è stata diffusa all'estero dall'agenzia AP. Ai tempi di Benedetto XVI quest'ultima era vista come una sorta di "vangelo laico" (con registratore ovviamente) e spesso anche i media nostrani vi attingevano a piene mani quando si trattava di attaccare Benedetto XVI.
Ora invece la news resta su internet...ma che combinazione!
Potenza della pax mediatica, che tutto enfatizza e tutto sopisce a seconda della necessità.
E poi le fake news sono quelle scritte dagli utenti sui social...e vabbè!
Se il prossimo Pontificato non sarà gradito ai mezzi di comunicazione ci sarà da "ridere". Sì perché i silenzi attuali dei grandi giornali saranno rinfacciati ad ogni occasione. In fondo d'ora in poi non si potranno più criticare i Papi a pena di incorrere nell'accusa di incoerenza (per essere gentili) :-)
Già adesso l'atteggiamento dei "due pesi e due misure" toglie ogni credibilità a chi ha remato contro Benedetto XVI fin dall'inizio del suo Pontificato.
R.

mercoledì 22 febbraio 2017

domenica 19 febbraio 2017

Benedetto XVI e il vergognoso "caso" Sapienza: docufilm del blog. Video e riflessioni



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Carissimi amici, buona domenica!
La nostra Gemma ci ha fatto un grande regalo realizzando questo "docufilm" per ripercorrere il "caso" Sapienza. Molti aggettivi potrebbero accompagnare il sostantivo "caso", ma credo che "vergognoso" continui a essere quello più indicato. Lo speciale del blog è raggiungibile qui.
Questo video, che si conclude con le parole e le immagini più che eloquenti dell'Angelus del 20 gennaio 2008, è davvero importante anche come documento storico.
Chi oggi parlerebbe così del Papa? Chi ne avrebbe così tanta paura? La risposta è nei fatti: nessuno!
E' lampante che i docenti intervistati avevano paura del confronto con Benedetto XVI o, forse, con il professor Ratzinger. Qualcuno lo dice anche chiaramente. Professori e mass media (grande e grave la loro responsabilità) fomentarono le proteste degli studenti decisi a sbarrare la strada al Papa. Sono passati nove anni e c'è da augurarsi che almeno i discenti abbiano capito che non si va da nessuna parte impedendo al prossimo di parlare. 
Registriamo che alcuni dei protagonisti del dibattito hanno (in certi casi avevano visto che sono deceduti) cambiato idea con il passaggio di Pontificato. Hanno anche ricevuto telefonate di cui erano orgogliosi. E i loro eredi, afflitti ora da gravi divisioni interne (manca il nemico comune?), non si lamentano più dell'eccessiva presenza del Papa e della chiesa in televisione. Evidentemente era un Papa in particolare che dava fastidio. Magari la chiesa dovrebbe riflettere anche su questo punto. E' meglio dare fastidio ma essere rilevanti o andare d'accordo con tutti finendo in una sorta di minestrone in cui tutti dicono la stessa cosa? :-)
Oggi chi paragonerebbe gli insegnamenti del Papa a un virus? Suvvia...
Vespa ribatte alle lagne sull'eccessiva presenza del Pontefice in tv ricordando gli ascolti degli eventi con protagonista Benedetto. Pare che oggi le cose siano molto cambiate. Sollecitata da un'intervista rilasciata da un vaticanista, sono andata a curiosare nei dati auditel e devo dire che l'interesse per la chiesa va scemando di mese in mese. Chissà se qualcuno si è posto o si pone qualche domanda.
Tornando al video, penso che sia molto importante anche come esempio di mitezza e cultura (quelle di Benedetto) contrapposte all'arroganza e all'intolleranza (quelle di molti "soloni" mediatici).
R.


sabato 18 febbraio 2017

Due papi, due università, due climi diversi. Con una sensazione (Valli). Riflessioni (R.)

Clicca qui per leggere la riflessione di Aldo Maria Valli. Grazie a tutti per la segnalazione :-)
Il commento mi offre l'opportunità di fare qualche riflessione.
Innanzitutto invito tutti a rileggere gli articoli contenuti nello speciale del blog:

IL PAPA VITTIMA DELL'OSCURANTISMO INTOLLERANTE DEL LAICISMO ITALIANO: IL VERGOGNOSO "CASO SAPIENZA"


Riletti oggi, i post suscitano una sola parola che sgorga fal profondo del cuore: vergogna! Vergogna per il teatrino allestito senza alcun rispetto e sulla base di premesse del tutto sbagliate. E oggi ci parlano di "fake news"? Oggi politici e giornalisti fanno la morale a chi diffonde notizie su internet? Mi viene francamente da ridere. Ha ragione Valli quando parla della responsabilità, grave, dei mass media in tutto il "caso" Sapienza. Tutti i mezzi di comunicazione erano in prima linea a fare da portavoce agli "illuminati sapienti" fomentando un clima che non aveva alcuna ragione d'essere non solo perché tutti hanno il diritto di parlare (anche il Papa cattolico!) ma anche perché la famosa lettera dei famosi docenti procedeva da una premessa completamente errata. I professori non controllarono la fonte e, cosa forse ancora più grave, non lo fecero nemmeno i giornalisti. Fu Gemma a trovare il testo originale copiato malamente e interpretato con i piedi. Clicca qui.
Ovviamente anche in quella occasione il Vaticano "brillò" per capacità difensiva e comunicativa e per ristabilire la verità, ma questo è un altro discorso.
Rileggere tanto livore e tanto pregiudizio nei confronti di Papa Benedetto non è certo un'esperienza piacevole.
Di quella brutta storia però ci restano una lectio straordinaria anche se mai pronunciata direttamente dal Papa e un Angelus di solidarietà particolarmente commovente. Che piazza! Benedetto riusciva sempre a fare pienoni :-)
Quella brutta faccenda sia di esempio a tutti. Mai più pregiudizi e livore fomentati dai mass media. Se oggi questi ultimi sono nell'occhio del ciclone...beh...ci sarà un motivo!
Oggi la chiesa sembra viaggiare con il vento in poppa alla faccia della laicità tanto sbandierata nel 2008. Meglio così? Forse o forse no...
Mi ha colpito molto la chiosa della riflessione di Valli.
Vale la pena rinunciare a dare conto della ragione della propria fede in nome della pax mediatica? Mah...
Vanno bene discorsi sulla disoccupazione, sui migranti (ancora...), sui disagi, ma penso che ci sia bisogno di riflessioni di ampio respiro. Abbiamo un bisogno imprescindibile di Dio e di qualcuno che ci insegni la bellezza del Cristianesimo e ci riporti alle fondamenta della nostra fede e nella nostra cultura. Certo c'è bisogno di un coraggio straordinario capace di sfidare la pax mediatica.
Penso però che allinearsi al linguaggio che piace alla gente che piace non sia di grande aiuto soprattutto in questo momento storico.
Papa Benedetto aveva avviato un percorso difficile e pieno di ostacoli. Consapevolmente è andato incontro a incomprensioni e pregiudizi. Spesso mi domando ne ne valesse la pena.
R.

Come e perché Papa Ratzinger non parlò all'Università di Roma

Clicca qui per leggere la presentazione di un libro molto interessante.

giovedì 16 febbraio 2017

IV GIORNATA DI PREGHIERA PER BENEDETTO, CON BENEDETTO

Clicca qui per aderire e sostenere la bellissima iniziativa annuale de "La Vigna del Signore" :-)
Qui la Pagina Facebook.
R.

sabato 11 febbraio 2017

L'omaggio di Benedetto XVI alla Madonna di Lourdes, 11 febbraio 2006 (YouTube)



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Carissimi Amici, sappiamo tutti che giorno è oggi per cui non servono tante parole :-)
Probabilmente alcuni (ma certamente non tanti quanto quattro o tre o anche due anni fa) coglieranno l'occasione per "festeggiare". In realtà c'è ben poco di cui essere lieti e allora, grazie al lavoro della nostra Gemma, preghiamo con e per Benedetto ricordando che l'11 febbraio è il giorno in cui la Chiesa fa memoria della Beata Vergine di Loudes. E' anche la Giornata Mondiale del Malato. Benedetto, come del resto Giovanni Paolo II, avevano particolarmente a cuore questa Giornata. Indimenticabili gli omaggi di Papa Ratzinger nella Basilica Vaticana proprio in questa data.
Riviviamo quindi l'11 febbraio 2006.
Il video che Gemma ha preparato per noi è davvero bellissimo e consiglio a tutti di meditare anche sulle ultime sequenze. Il silenzio ci aiuti nella preghiera.
Molto toccante il discorso del Papa, come il saluto ai fedeli e ai malati e, soprattutto, il canto alla Vergine con le fiaccole (come si fa al tramonto proprio presso il Santuario di Lourdes).
Rileggiamo intanto il cuore del discorso tenuto dal Papa il cui testo integrale è consultabile qui. Grazie ancora a Gemma :-)
R.

"Da quattordici anni, l'11 febbraio, memoria liturgica della Madonna di Lourdes, è diventata anche la Giornata Mondiale del Malato. 
Tutti sappiamo che, presso la Grotta di Massabielle, la Vergine ha manifestato la tenerezza di Dio per i sofferenti
Questa tenerezza, questo amore premuroso si fa sentire in modo particolarmente vivo nel mondo proprio nel giorno della festa di santa Maria di Lourdes, riattualizzando nella liturgia, e specialmente nell'Eucaristia, il mistero di Cristo Redentore dell'uomo, di cui la Vergine Immacolata è la primizia. Presentandosi a Bernardetta come l'Immacolata Concezione, Maria Santissima è venuta a ricordare al mondo moderno, che rischiava di dimenticarlo, il primato della Grazia divina, più forte del peccato e della morte
Ed ecco che il luogo di quella sua apparizione, la grotta di Massabielle a Lourdes, è diventato un punto di attrazione per tutto il Popolo di Dio, specialmente per quanti si sentono oppressi e sofferenti nel corpo e nello spirito. 
"Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò" (Mt 11, 28), ha detto Gesù. A Lourdes Egli continua a ripetere questo invito, con la mediazione materna di Maria, a tutti coloro che vi accorrono con fiducia.

Cari fratelli, quest'anno, insieme con i miei collaboratori del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, abbiamo voluto porre al centro dell'attenzione le persone affette da malattie mentali. "Salute mentale e dignità umana" è stato il tema del convegno che si è svolto ad Adelaide, approfondendo insieme aspetti scientifici, etici e pastorali. Tutti sappiamo come Gesù si ponesse di fronte all'uomo nella sua interezza, per guarirlo completamente, nel corpo, nella psiche e nello spirito. 
La persona umana, infatti, è un tutt'uno, e le diverse dimensioni si possono e si devono distinguere, ma non separare. Così anche la Chiesa si propone sempre di considerare le persone come tali, e questa concezione qualifica le istituzioni sanitarie cattoliche, come pure lo stile degli operatori sanitari in esse impegnati. In questo momento, penso in modo particolare alle famiglie che hanno al proprio interno una persona malata di mente e vivono la fatica e i diversi problemi che ciò comporta. 
Ci sentiamo vicini a tutte queste situazioni, con la preghiera e con le innumerevoli iniziative che la Comunità ecclesiale pone in atto in ogni parte del mondo, specialmente là dove la legislazione è carente, dove le strutture pubbliche sono insufficienti, e dove calamità naturali o, purtroppo, guerre e conflitti armati producono gravi traumi psichici nelle persone. Sono forme di povertà che attirano la carità di Cristo, Buon Samaritano, e della Chiesa, indissolubilmente unita a lui al servizio dell'umanità sofferente.

A tutti i medici, gli infermieri e gli altri operatori sanitari, a tutti i volontari impegnati in questo campo, vorrei oggi consegnare simbolicamente l'Enciclica Deus caritas est, con l'augurio che l'amore di Dio sia sempre vivo nei loro cuori, così da animare il loro lavoro quotidiano, i progetti, le iniziative, e soprattutto i loro rapporti con le persone malate. Agendo in nome della carità e nello stile della carità, voi, cari amici, offrite il vostro prezioso contributo anche all'evangelizzazione, perché l'annuncio del Vangelo ha bisogno di segni coerenti che lo confermino. E questi segni parlano il linguaggio dell'amore universale, un linguaggio comprensibile da tutti.

Tra poco, creando il clima spirituale di Lourdes, si spegneranno le luci nella Basilica e accenderemo le nostre candele, simbolo di fede e di ardente invocazione a Dio. 
Il canto dell'Ave Maria di Lourdes ci inviterà a recarci spiritualmente dinanzi alla grotta di Massabielle, ai piedi della Vergine Immacolata. A Lei con fede profonda vogliamo presentare la nostra condizione umana, le nostre malattie, segno del bisogno che tutti abbiamo, mentre siamo in cammino in questo pellegrinaggio terreno, di essere salvati da suo Figlio Gesù Cristo. Sia Maria a tenere desta la nostra speranza, perché, fedeli all'insegnamento di Cristo, rinnoviamo l'impegno di sollevare i fratelli nelle loro infermità. Il Signore faccia sì che nessuno nel momento del bisogno sia solo e abbandonato, ma, al contrario, possa vivere, anche la malattia, secondo la dignità umana. Con questi sentimenti imparto di cuore la Benedizione Apostolica a tutti voi, malati, operatori sanitari e volontari".

venerdì 10 febbraio 2017

Benedetto XVI, il Papa del Logos, il Papa della Rete. Uno studio di Armin Schwibach

Clicca qui per leggere l'articolo e qui una traduzione sommaria però comprensibile.
Ringrazio ancora Armin Schwibach e riporto il commento scritto qualche giorno fa.
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Lo studio è l'occasione per riflettere un po' su quanto accaduto nel mondo dei blog in questi anni. Benedetto XVI è stato davvero il Papa di internet, non solo per la collocazione storica del suo Pontificato (negli anni in cui è stato Papa i blog hanno avuto una grande espansione), ma anche perchè i suoi insegnamenti hanno colpito il cuore e la testa di tante persone, giovani in particolare, che hanno voluto conoscere e diffondere il suo pensiero tramite un mezzo di comunicazione moderno che permetteva l'accesso a tutti alle fonti e il commento "indipendente e non veicolato" delle medesime.
Durante gli otto anni di Pontificato di Benedetto abbiamo imparato a leggere criticamente ciò che i media scrivevano e propagandavano. In un certo senso Papa Benedetto ci ha messi in posizione di avanguardia perché i partecipanti ai blog sul Papa sanno da anni che una cosa è il contenuto dei messaggio e un'altra il commento dei mezzi di comunicazione. Le tante polemiche di oggi sulla "post verità" e sul declino dei media tradizionali non ci trovano impreparati :-)
Che cosa resta ora dei tanti blog nati con e per Benedetto? 
Grazie ancora ad Armin Schwibach.
Raffaella

giovedì 9 febbraio 2017

Prelati chiacchieroni e conversazioni a ruota libera (Tosatti). Riflessioni (R.)

Clicca qui per leggere l'articolo davvero molto interessante.
Prendo spunto e faccio qualche riflessione personale.
Noto innanzitutto che Danneels è sempre presente...ma tu guarda! Eccheccaso...direbbe Ezio Greggio :-)
Dalla conversazione apprendiamo che la "Familiaris Consortio" di Giovanni Paolo II non è più "ammissibile" perchè, caspita, è stata scritta più di trent'anni fa!
Bella spiegazione...
Visto che ciò che oggi è attualissimo domani sarà "passatissimo" (per dirla con Benedetto XVI), fra trent'anni non sarà più ammissibile nemmeno la "Amoris laetitia". Sono entrambe Esortazioni Apostoliche. E che si farà? Si andrà ancora più in là oppure si tornerà indietro? Chi vivrà vedrà...
Attenzione però! Seguendo il ragionamento fra un po' non sarà più ammissibile nemmeno il Vangelo visto che è stato scritto quasi duemila anni fa. "Roba vecchia" insomma...
Prosegue il disprezzo nei confronti della Congregazione per la dottrina della fede. Beh! Almeno questo atteggiamento non è cambiato rispetto a trent'anni fa e nemmeno rispetto a sessant'anni fa. Nel disprezzo si annida una certa continuità :-)
Prosegue anche il fastidio verso la teologia e i teologi. Temo però che non si tratti tanto di disprezzo quanto di senso di inferiorità. Chi ha studiato latino sa di che cosa parlo. Interrogati dopo decenni dalla maturità, alcuni diranno: "Il latino? A che serve? Per carità...eliminiamolo dagli studi!". Altri diranno: "Il latino è stato fondamentale per la mia formazione, potenziamolo!". Si scoprirà che i primi avevano un bel quattro in pagella (o meno), mentre gli altri andavano bene. Si tratta di disprezzo per il latino? Non direi. Parlerei piuttosto di senso di inferiorità. E lo stesso discorso vale per la matematica, la chimica, la storia....
Tanti, troppi, prelati provano invidia per chi ha studiato teologia e, invece di migliorare le proprie conoscenze, disprezzano tutto ciò che è scienza rifugiandosi nella "pastorale".
E' quindi un'emerita sciocchezza affermare che Ratzinger è "teologo, ma non ha nessuna esperienza pastorale". A parte il fatto che non è vero, ci potremmo spingere ben oltre con le amenità.
Potremmo dire che un avvocato penalista non ha nessuna esperienza nella difesa del ladro perchè non è mai stato arrestato per furto. Potremmo anche dire che un cardiochirurgo non può operare un paziente se egli stesso non è cardiopatico. E le battute potrebbero moltiplicarsi all'infinito...
Tosatti ha assolutamente ragione quando afferma che c'era la volontà di cambiare la dottrina. Solo che non si ha avuto il coraggio di andare fino in fondo.
La stessa cosa vale per la questione delle apparizioni mariane. O si dice chiaramente che questa o quella apparizione non può essere riconosciuta dalla chiesa o si lascia tutto com'è oggi. Le mezze parole non aiutano nessuno e la politica del "ma anche" comincia davvero a essere irritante.
Si vuole cambiare il Magistero precedente? Lo si faccia assumendosi ogni responsabilità ma non si lasci tutto "in sospeso" tanto per tenere unita la baracca e dare una parvenza di continuità. 
In questo modo non solo la baracca non resta unita ma rischia di rompersi in più parti.
R.

martedì 7 febbraio 2017

Il "fronte del silenzio", la "pasquinata" dei manifesti e altre riflessioni (Raffaella)

Clicca qui per leggere l'editoriale di Massimo Franco pubblicato dal Corriere della sera. 
Il pezzo offre l'occasione per fare più di una riflessione sulla condizione attuale della chiesa e sulla "pasquinata" dei manifesti.
Franco, come ormai è sua consuetudine, difende a spada tratta il "nuovo corso", dividendo il mondo fra i buoni (quelli che la pensano come la maggioranza dei mass media) e i cattivi (quelli che non si attengono a questa visione).
Ormai dovremmo tutti aver capito che il sentire dei media e quello della gente comune spesso e volentieri viaggiano su piani diversi e di fatto opposti, ma questo è un altro discorso...
Stavolta però Franco fa un passo in più e di questo occorre essergli grati perchè è sempre positivo quando ci si interroga sui problemi. Parla, infatti, del "fronte del silenzio" all'interno della chiesa.
Non bisogna però pensare, a mio parere, che a questo fronte appartenga solo l'ala conservatrice. Non mi piace affatto quando i media puntano il ditino: "è colpa dei conservatori, dei tradizionalisti, dei sepolcri imbiancati, dei peperoni sottaceto e bla bla bla...".
Al fronte del silenzio appartengono tutti coloro che hanno consapevolmente deciso di non mettersi la casacca e ripetere a pappagallo tutto ciò che viene servito su un piatto d'argento come pappa pronta.
Al fronte del silenzio, caro Franco, non appartengono solo gli episcopati che si sentono esclusi ma anche i semplici fedeli che si trovano smarriti.
Ed è esattamente questo dato che deve far riflettere prima ancora della "fronda cattivona" dei vescovi e dei cardinali "chiacchieroni".
Questo blog ha tentato, nelle settimane successive al 13 marzo 2013, di capire, di trovare una continuità. Ci siamo opposti ai continui confronti con Papa Benedetto dipinto come "il passato" da superare e da dimenticare al più presto. Abbiamo cercato di evidenziare tutto il lavoro fatto da Ratzinger, ma siamo stati stigmatizzati come "nostalgici", "vedove inconsolabili" ecc. ecc.
Così a un certo punto abbiamo deciso di mantenere vivo il ricordo e l'insegnamento di Benedetto intervenendo sul nuovo corso quando la discontinuità era evidente. 
Come noi hanno agito in tanti e lo studio di Armin Schwibach è ancora più importante e interessante alla luce dei fatti recenti.
I blog nati sotto Papa Benedetto sono stati vissuti come un "fastidio" a partire dal 2013 e noi visti come i "testoni" che non si rassegnavano. E' arrivato poi il momento in cui i media hanno avuto bisogno di marcare la continuità e non la discontinuità (come si è fatto per più di due anni), ma era ormai troppo tardi. Il fronte del silenzio non ha battuto ciglio. Del resto con tutti questi avvocati difensori che bisogno c'è dei blog privati? Questi reagiscono per ristabilire la verità storica su Ratzinger (che non ha avvocati presso i media), ma non si può chiedere loro di scendere in campo quando per anni sono stati denigrati.
Eppure...eppure è la fuga o il silenzio dei fedeli che deve preoccupare, non quello degli episcopati.
E veniamo ora alla "pasquinata" dei manifesti.
Personalmente condanno, come ho sempre condannato, iniziative del genere. Quando c'è qualcosa che non va si deve avere il coraggio di metterci la faccia e non nascondersi dietro l'anonimato. Non è questo il modo di affrontare le questioni. E' però anche necessario ammettere che il dissenso fatica a trovare ospitalità. 
I mass media tradizionali (stampa e tv) non ospitano MAI interventi critici o polemici sul nuovo corso. Non hanno dato nemmeno notizia dei "dubia" dei cardinali quando la Rete diffuse lo "scoop" e si sono occupati dell'Ordine di Malta solo dopo le "dimissioni" del Gran Maestro. Non è questo il modo di informare i cittadini. 
I manifesti però non servono anche perchè, essendo anonimi, si squalificano subito. C'è il web che può diventare il veicolo privilegiato dell'informazione. Si approfitti di questa occasione. Benedetto è stato il Papa della Rete e dalla Rete sono arrivate calunnie e offese ma anche tanta solidarietà e soprattutto un lavoro di ricerca per ristabilire la verità su tante questioni.
E' dal web che siamo venuti a conoscenza dei retroscena del Sinodo, dei "dubia" dei cardinali e di tante altre iniziative in discontinuità che altrimenti sarebbero state ben nascoste. Con il declino dei media tradizionali è il web l'occasione del confronto, magari con regole chiare che obblighino la rettifica di notizie false o calunniose.
Devo dire la verità: sono rimasta sorpresa dall'eco che hanno trovato i manifesti. Si è, per così dire, colta la palla al balzo. Ribadisco la mia condanna e nello stesso tempo noto che i media hanno fatto tutti quadrato trovando subito il colpevole senza bisogno di celebrare processi (ne parla Rusconi qui). Poi questa storia dei "gruppi fortemente minoritari"...a furia di ripeterlo diventa verità?
Persino il "nostro" Politi indossa l'armatura (clicca qui). Tralascio di citare la miriade di articoli degli altri giornali, tutti indignati per l'affissione, perchè tanto "letto uno li hai letti tutti...".
Prendete appunti, oh voi che leggete: ferma condanna dei manifesti da parte mia ma anche (mi sono iscitta al "ma anche"? aaahahah) segnalazione dei "due pesi e due misure" dei media. Più che una segnalazione, a dire il vero, è una denuncia. Quante volte Benedetto XVI è stato insultato? C'è mai stata una reazione mediatica così compatta a sua difesa? NO!
Ricordo che a Benedetto XVI fu impedito di parlare alla Sapienza e i nostri cari media offrivano il microfono agli "illuminati sapienti" che avevano scritto una lettera basandosi su una citazione sbagliata! Quella volta i giornalisti andarono alla fonte? NO! Solo una cosa importava: dare voce al dissenso. Chi difese il Papa? I blog e qualche mezzo di informazione ma non certo i grandi giornali o i telegiornali (ricordo che il Tg1 ospitò Scalfari che dava ragione a chi non voleva il Papa all'università). Chi trovò il testo originale di Ratzinger che diceva l'esatto opposto di quanto scritto dai docenti? Gemma! Allora ci fu una reazione popolare incredibile e l'Angelus fu affollatissimo. I media storsero più di un naso ma purtroppo per loro Benedetto calamitava i fedeli.
Per non parlare dei tempi della revoca della scomunica ai Lefebvriani. Apriti Cielo! Ricordo un'intervista di fuoco a "Rosso Malpelo". Per non parlare degli editorialisti (Melloni in testa) che criticavano aspramente il Papa. Oggi è più vicino l'accordo con i Lefebvriani ma tutti zitti...
E il 2010? Tutti i media contro Benedetto colpevole di avere scritto la lettera De delictis gravioribus. Chi trovò il testo (in latino) del motu proprio di Papa Wojtyla da cui la lettera derivava? MedievAle. E chi tradusse pezzi dal latino? Il blog! Ora sembra quasi che sia più importante il motu proprio della lettera...ennò!
Diciamocelo: senza i blog (non solo il nostro ovviamente, ma tutti quelli nati sotto il suo Pontificato) Benedetto XVI, il Papa della Rete, non sarebbe mai stato difeso né da chi di dovere né, tantomeno, dalla stampa. Oggi la difesa arriva direttamente dal vaticano, dagli organi di informazione che ruotano intorno all'hotel Santa Marta e da tutti i media laici.
A che servono i blog? :-)
I manifesti sono certamente da condannare ma forse tutti (vaticano e media osannanti) dovrebbero chiedersi se non è proprio questo atteggiamento teso a ignorare ogni critica o perplessità ad alimentare non le "pasquinate", che tutti condanniamo, ma il "fronte del silenzio" che si sente escluso o che (quanto di peggio) ignora sempre più quanto accade nella chiesa.
In particolare: i media si chiedano se stanno facendo corretta informazione e il vaticano si domandi se questo atteggiamento di chiusura che minimizza le critiche (i famosi "gruppi fortemente minoritari) e che rifiuta di rispondere ai "dubia" non sia diventato un rischio che la chiesa non può più permettersi.
Finchè le piazze erano stracolme anche grazie alla novità e all'olio dei media qualcuno poteva fare spallucce. Ora che i fedeli scarseggiano sia in chiesa sia nelle piazze non viene il dubbio che qualcosa non stia funzionando?
R.

p.s. notiamo ancora una volta che non siamo noi ad essere cambiati. Ai tempi di Benedetto avremmo condannato senza riserve i manifesti così come li condanniamo ora. E i media che oggi condannano senza appello? Probabilmente dal 2005 al 2013 avrebbero parlato di "manifestazione legittima di dissenso popolare". Non siamo quindi cambiati noi :-)
R.

lunedì 6 febbraio 2017

Autentica liturgia, sgambetto a Sarah. E a Benedetto XVI (Bertocchi)

Clicca qui per leggere l'articolo.
La risposta alla domanda che chiude il pezzo è: ovviamente sì...senza se e senza ma. Solo che c'è un piccolo problema: i fedeli scappano dalla chiesa a gambe levate nonostante tutte queste "innovazioni". Come mai?
Preghiamo per la sofferenza inflitta a Papa Benedetto e al card. Sarah...
R.

giovedì 2 febbraio 2017

Benedetto XVI, il Papa del Logos, il Papa della Rete. Uno studio di Armin Schwibach

Clicca qui per leggere (in pdf) l'articolo di Armin Schwibach, che ringraziamo per le tante citazioni e per l'impegno.
Il testo è in tedesco.
E' l'occasione per riflettere un po' su quanto accaduto nel mondo dei blog in questi anni. Benedetto XVI è stato davvero il Papa di internet, non solo per la collocazione storica del suo Pontificato (negli anni in cui è stato Papa i blog hanno avuto una grande espansione), ma anche perchè i suoi insegnamenti hanno colpito il cuore e la testa di tante persone, giovani in particolare, che hanno voluto conoscere e diffondere il suo pensiero tramite un mezzo di comunicazione moderno che permetteva l'accesso a tutti alle fonti e il commento "indipendente e non veicolato" delle medesime.
Durante gli otto anni di Pontificato di Benedetto abbiamo imparato a leggere criticamente ciò che i media scrivevano e propagandavano. In un certo senso Papa Benedetto ci ha messi in posizione di avanguardia perché i partecipanti ai blog sul Papa sanno da anni che una cosa è il contenuto dei messaggio e un'altra il commento dei mezzi di comunicazione. Le tante polemiche di oggi sulla "post verità" e sul declino dei media tradizionali non ci trovano impreparati :-)
Che cosa resta ora dei tanti blog nati con e per Benedetto? 
Grazie ancora ad Armin Schwibach.
Raffaella