Carissimi amici,
l'ultimo anno e' stato decisamente faticoso per i tanti avvenimenti che si sono avvicendati e per le forti emozioni che abbiamo provato.
E' giunto quindi il momento di prendersi un po' di riposo ed un periodo di riflessione che servira' per ricaricare le pile e per metabolizzare con la dovuta calma ed il necessario silenzio quanto accaduto piu' o meno recentemente.
Tranquilli! Non si tratta di un abbandono.
Alla ripresa ci sara' ancora tanto da fare. Fra l'altro abbiamo ancora moltissimi video da caricare sul canale YouTube del blog e una montagna di testi da segnalare :-)))
Prendiamoci questo momento di pausa e di riflessione approfittandone anche per intensificare la preghiera.
Abbraccio tutti voi con grande affetto e vi ringrazio di tutti.
A presto :-)
Raffaella
sabato 20 luglio 2013
Papa Francesco ha chiesto a Benedetto XVI di accompagnare con la preghiera il suo viaggio in Brasile (Izzo)
PAPA: MEZZ'ORA CON RATZINGER PRIMA DI GMG RIO DE JANEIRO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 19 lug.
Papa Francesco ha chiesto al Papa Emerito Benedetto XVI di accompagnare con la preghiera il suo viaggio in Brasile e la Giornata Mondiale della Gioventu' di Rio de Janeiro. Lo ha fatto in un cordiale colloquio di circa 30 minuti nella residenza di Ratzinger, cioe' nel monastero di clausura "Mater Ecclesiae".
"Oggi pomeriggio, poco dopo le 16,00 il Papa Francesco si e' recato a far visita al Papa Emerito Benedetto XVI per chiedergli di accompagnare nei prossimi giorni con la vicinanza spirituale e la preghiera il suo prossimo viaggio in Brasile e i giovani riuniti per la Giornata Mondiale della Gioventu' a Rio de Janeiro, Giornata che era stata indetta ed annunciata dal Papa Benedetto", ha reso noto il portavoce, padre Federico Lombardi precisando che Bergoglio ha portato a Ratzinger "il libretto del programma del viaggio, in modo che possa partecipare spiritualmente e, se crede, seguire le trasmissioni dei diversi eventi, e gli ha anche fatto omaggio della medaglia commemorativa preparata per il viaggio".
Lombardi ha riferito anche che "Benedetto XVI ha assicurato la sua preghiera, ricordando le esperienze intense e meravigliose dei passati incontri mondiali con i giovani a Colonia, Sydney e Madrid".
"L'incontro di oggi - ha concluso Lombardi - e' iniziato con un momento di preghiera comune nella Cappella e proseguito con un cordiale colloquio, e' durato circa mezz’ora".
© Copyright (AGI)
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 19 lug.
Papa Francesco ha chiesto al Papa Emerito Benedetto XVI di accompagnare con la preghiera il suo viaggio in Brasile e la Giornata Mondiale della Gioventu' di Rio de Janeiro. Lo ha fatto in un cordiale colloquio di circa 30 minuti nella residenza di Ratzinger, cioe' nel monastero di clausura "Mater Ecclesiae".
"Oggi pomeriggio, poco dopo le 16,00 il Papa Francesco si e' recato a far visita al Papa Emerito Benedetto XVI per chiedergli di accompagnare nei prossimi giorni con la vicinanza spirituale e la preghiera il suo prossimo viaggio in Brasile e i giovani riuniti per la Giornata Mondiale della Gioventu' a Rio de Janeiro, Giornata che era stata indetta ed annunciata dal Papa Benedetto", ha reso noto il portavoce, padre Federico Lombardi precisando che Bergoglio ha portato a Ratzinger "il libretto del programma del viaggio, in modo che possa partecipare spiritualmente e, se crede, seguire le trasmissioni dei diversi eventi, e gli ha anche fatto omaggio della medaglia commemorativa preparata per il viaggio".
Lombardi ha riferito anche che "Benedetto XVI ha assicurato la sua preghiera, ricordando le esperienze intense e meravigliose dei passati incontri mondiali con i giovani a Colonia, Sydney e Madrid".
"L'incontro di oggi - ha concluso Lombardi - e' iniziato con un momento di preghiera comune nella Cappella e proseguito con un cordiale colloquio, e' durato circa mezz’ora".
© Copyright (AGI)
IL VANGELO DEL GIORNO
Sabato 20 luglio 2013
CALENDARIO ROMANO
Dal Vangelo secondo Matteo 12,14-21.
I farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo.
Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti,
ordinando loro di non divulgarlo,
perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia:
Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Porrò il mio spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia alle genti.
Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce.
La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le genti.
CALENDARIO AMBROSIANO
Dal Vangelo secondo Matteo 13,54-58.
E venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli?
Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?
E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?».
E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua».
E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità.
LETTURE DEL GIORNO
CALENDARIO ROMANO
Libro dell’Esodo 12,37-42.
Gli Israeliti partirono da Ramses alla volta di Succot, in numero di seicentomila uomini capaci di camminare, senza contare i bambini.
Inoltre una grande massa di gente promiscua partì con loro e insieme greggi e armenti in gran numero.
Fecero cuocere la pasta che avevano portata dall'Egitto in forma di focacce azzime, perché non era lievitata: erano infatti stati scacciati dall'Egitto e non avevano potuto indugiare; neppure si erano procurati provviste per il viaggio.
Il tempo durante il quale gli Israeliti abitarono in Egitto fu di quattrocentotrent'anni.
Al termine dei quattrocentotrent'anni, proprio in quel giorno, tutte le schiere del Signore uscirono dal paese d'Egitto.
Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dal paese d'Egitto. Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore per tutti gli Israeliti, di generazione in generazione.
Salmi 136(135),1.23-24.10-12.13-15.
Alleluia. Lodate il Signore perché è buono: perché eterna è la sua misericordia.
Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi: perché eterna è la sua misericordia;
ci ha liberati dai nostri nemici: perché eterna è la sua misericordia.
Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti: perché eterna è la sua misericordia.
Da loro liberò Israele: perché eterna è la sua misericordia;
con mano potente e braccio teso: perché eterna è la sua misericordia.
Divise il mar Rosso in due parti: perché eterna è la sua misericordia.
In mezzo fece passare Israele: perché eterna è la sua misericordia.
Travolse il faraone e il suo esercito nel mar Rosso: perché eterna è la sua misericordia.
CALENDARIO AMBROSIANO
Libro dei Numeri 14,1-24.
Allora tutta la comunità alzò la voce e diede in alte grida; il popolo pianse tutta quella notte.
Tutti gli Israeliti mormoravano contro Mosè e contro Aronne e tutta la comunità disse loro: "Oh! fossimo morti nel paese d'Egitto o fossimo morti in questo deserto!
E perché il Signore ci conduce in quel paese per cadere di spada? Le nostre mogli e i nostri bambini saranno preda. Non sarebbe meglio per noi tornare in Egitto?".
Si dissero l'un l'altro: "Diamoci un capo e torniamo in Egitto".
Allora Mosè e Aronne si prostrarono a terra dinanzi a tutta la comunità riunita degli Israeliti.
Giosuè figlio di Nun e Caleb figlio di Iefunne, che erano fra coloro che avevano esplorato il paese, si stracciarono le vesti
e parlarono così a tutta la comunità degli Israeliti: "Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese molto buono.
Se il Signore ci è favorevole, ci introdurrà in quel paese e ce lo darà: è un paese dove scorre latte e miele.
Soltanto, non vi ribellate al Signore e non abbiate paura del popolo del paese; è pane per noi e la loro difesa li ha abbandonati mentre il Signore è con noi; non ne abbiate paura".
Allora tutta la comunità parlò di lapidarli; ma la Gloria del Signore apparve sulla tenda del convegno a tutti gli Israeliti.
Il Signore disse a Mosè: "Fino a quando mi disprezzerà questo popolo? E fino a quando non avranno fede in me, dopo tutti i miracoli che ho fatti in mezzo a loro?
Io lo colpirò con la peste e lo distruggerò, ma farò di te una nazione più grande e più potente di esso".
Mosè disse al Signore: "Ma gli Egiziani hanno saputo che tu hai fatto uscire questo popolo con la tua potenza
e lo hanno detto agli abitanti di questo paese. Essi hanno udito che tu, Signore, sei in mezzo a questo popolo, e ti mostri loro faccia a faccia, che la tua nube si ferma sopra di loro e che cammini davanti a loro di giorno in una colonna di nube e di notte in una colonna di fuoco.
Ora se fai perire questo popolo come un solo uomo, le nazioni che hanno udito la tua fama, diranno:
Siccome il Signore non è stato in grado di far entrare questo popolo nel paese che aveva giurato di dargli, li ha ammazzati nel deserto.
Ora si mostri grande la potenza del mio Signore, perché tu hai detto:
Il Signore è lento all'ira e grande in bontà, perdona la colpa e la ribellione, ma non lascia senza punizione; castiga la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione.
Perdona l'iniquità di questo popolo, secondo la grandezza della tua bontà, così come hai perdonato a questo popolo dall'Egitto fin qui".
Il Signore disse: "Io perdono come tu hai chiesto;
ma, per la mia vita, com'è vero che tutta la terra sarà piena della gloria del Signore,
tutti quegli uomini che hanno visto la mia gloria e i prodigi compiuti da me in Egitto e nel deserto e tuttavia mi hanno messo alla prova già dieci volte e non hanno obbedito alla mia voce,
certo non vedranno il paese che ho giurato di dare ai loro padri. Nessuno di quelli che mi hanno disprezzato lo vedrà;
ma il mio servo Caleb che è stato animato da un altro spirito e mi ha seguito fedelmente io lo introdurrò nel paese dove è andato; la sua stirpe lo possiederà.
Salmi 97(96),1-6.
Il Signore regna, esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sono la base del suo trono.
Davanti a lui cammina il fuoco e brucia tutt'intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo: vede e sussulta la terra.
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
I cieli annunziano la sua giustizia
e tutti i popoli contemplano la sua gloria.
Lettera agli Ebrei 3,12-19.
Guardate perciò, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente.
Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura quest'oggi, perché nessuno di voi si indurisca sedotto dal peccato.
Siamo diventati infatti partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda sino alla fine la fiducia che abbiamo avuta da principio.
Quando pertanto si dice: Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione,
chi furono quelli che, dopo aver udita la sua voce, si ribellarono? Non furono tutti quelli che erano usciti dall'Egitto sotto la guida di Mosè?
E chi furono coloro di cui si è disgustato per quarant'anni? Non furono quelli che avevano peccato e poi caddero cadaveri nel deserto?
E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che non avevano creduto?
In realtà vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro mancanza di fede.
CALENDARIO ROMANO
Dal Vangelo secondo Matteo 12,14-21.
I farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo.
Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti,
ordinando loro di non divulgarlo,
perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia:
Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Porrò il mio spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia alle genti.
Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce.
La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le genti.
CALENDARIO AMBROSIANO
Dal Vangelo secondo Matteo 13,54-58.
E venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli?
Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?
E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?».
E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua».
E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità.
LETTURE DEL GIORNO
CALENDARIO ROMANO
Libro dell’Esodo 12,37-42.
Gli Israeliti partirono da Ramses alla volta di Succot, in numero di seicentomila uomini capaci di camminare, senza contare i bambini.
Inoltre una grande massa di gente promiscua partì con loro e insieme greggi e armenti in gran numero.
Fecero cuocere la pasta che avevano portata dall'Egitto in forma di focacce azzime, perché non era lievitata: erano infatti stati scacciati dall'Egitto e non avevano potuto indugiare; neppure si erano procurati provviste per il viaggio.
Il tempo durante il quale gli Israeliti abitarono in Egitto fu di quattrocentotrent'anni.
Al termine dei quattrocentotrent'anni, proprio in quel giorno, tutte le schiere del Signore uscirono dal paese d'Egitto.
Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dal paese d'Egitto. Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore per tutti gli Israeliti, di generazione in generazione.
Salmi 136(135),1.23-24.10-12.13-15.
Alleluia. Lodate il Signore perché è buono: perché eterna è la sua misericordia.
Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi: perché eterna è la sua misericordia;
ci ha liberati dai nostri nemici: perché eterna è la sua misericordia.
Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti: perché eterna è la sua misericordia.
Da loro liberò Israele: perché eterna è la sua misericordia;
con mano potente e braccio teso: perché eterna è la sua misericordia.
Divise il mar Rosso in due parti: perché eterna è la sua misericordia.
In mezzo fece passare Israele: perché eterna è la sua misericordia.
Travolse il faraone e il suo esercito nel mar Rosso: perché eterna è la sua misericordia.
CALENDARIO AMBROSIANO
Libro dei Numeri 14,1-24.
Allora tutta la comunità alzò la voce e diede in alte grida; il popolo pianse tutta quella notte.
Tutti gli Israeliti mormoravano contro Mosè e contro Aronne e tutta la comunità disse loro: "Oh! fossimo morti nel paese d'Egitto o fossimo morti in questo deserto!
E perché il Signore ci conduce in quel paese per cadere di spada? Le nostre mogli e i nostri bambini saranno preda. Non sarebbe meglio per noi tornare in Egitto?".
Si dissero l'un l'altro: "Diamoci un capo e torniamo in Egitto".
Allora Mosè e Aronne si prostrarono a terra dinanzi a tutta la comunità riunita degli Israeliti.
Giosuè figlio di Nun e Caleb figlio di Iefunne, che erano fra coloro che avevano esplorato il paese, si stracciarono le vesti
e parlarono così a tutta la comunità degli Israeliti: "Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese molto buono.
Se il Signore ci è favorevole, ci introdurrà in quel paese e ce lo darà: è un paese dove scorre latte e miele.
Soltanto, non vi ribellate al Signore e non abbiate paura del popolo del paese; è pane per noi e la loro difesa li ha abbandonati mentre il Signore è con noi; non ne abbiate paura".
Allora tutta la comunità parlò di lapidarli; ma la Gloria del Signore apparve sulla tenda del convegno a tutti gli Israeliti.
Il Signore disse a Mosè: "Fino a quando mi disprezzerà questo popolo? E fino a quando non avranno fede in me, dopo tutti i miracoli che ho fatti in mezzo a loro?
Io lo colpirò con la peste e lo distruggerò, ma farò di te una nazione più grande e più potente di esso".
Mosè disse al Signore: "Ma gli Egiziani hanno saputo che tu hai fatto uscire questo popolo con la tua potenza
e lo hanno detto agli abitanti di questo paese. Essi hanno udito che tu, Signore, sei in mezzo a questo popolo, e ti mostri loro faccia a faccia, che la tua nube si ferma sopra di loro e che cammini davanti a loro di giorno in una colonna di nube e di notte in una colonna di fuoco.
Ora se fai perire questo popolo come un solo uomo, le nazioni che hanno udito la tua fama, diranno:
Siccome il Signore non è stato in grado di far entrare questo popolo nel paese che aveva giurato di dargli, li ha ammazzati nel deserto.
Ora si mostri grande la potenza del mio Signore, perché tu hai detto:
Il Signore è lento all'ira e grande in bontà, perdona la colpa e la ribellione, ma non lascia senza punizione; castiga la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione.
Perdona l'iniquità di questo popolo, secondo la grandezza della tua bontà, così come hai perdonato a questo popolo dall'Egitto fin qui".
Il Signore disse: "Io perdono come tu hai chiesto;
ma, per la mia vita, com'è vero che tutta la terra sarà piena della gloria del Signore,
tutti quegli uomini che hanno visto la mia gloria e i prodigi compiuti da me in Egitto e nel deserto e tuttavia mi hanno messo alla prova già dieci volte e non hanno obbedito alla mia voce,
certo non vedranno il paese che ho giurato di dare ai loro padri. Nessuno di quelli che mi hanno disprezzato lo vedrà;
ma il mio servo Caleb che è stato animato da un altro spirito e mi ha seguito fedelmente io lo introdurrò nel paese dove è andato; la sua stirpe lo possiederà.
Salmi 97(96),1-6.
Il Signore regna, esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sono la base del suo trono.
Davanti a lui cammina il fuoco e brucia tutt'intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo: vede e sussulta la terra.
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
I cieli annunziano la sua giustizia
e tutti i popoli contemplano la sua gloria.
Lettera agli Ebrei 3,12-19.
Guardate perciò, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente.
Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura quest'oggi, perché nessuno di voi si indurisca sedotto dal peccato.
Siamo diventati infatti partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda sino alla fine la fiducia che abbiamo avuta da principio.
Quando pertanto si dice: Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione,
chi furono quelli che, dopo aver udita la sua voce, si ribellarono? Non furono tutti quelli che erano usciti dall'Egitto sotto la guida di Mosè?
E chi furono coloro di cui si è disgustato per quarant'anni? Non furono quelli che avevano peccato e poi caddero cadaveri nel deserto?
E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che non avevano creduto?
In realtà vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro mancanza di fede.
venerdì 19 luglio 2013
Papa Francesco visita Benedetto XVI per chiedergli di accompagnare spiritualmente la Gmg
Papa Francesco visita Benedetto XVI per chiedergli di accompagnare spiritualmente la Gmg
Oggi pomeriggio, poco dopo le 16,00 Papa Francesco si è recato a far visita al Papa emerito Benedetto XVI per chiedergli di accompagnare nei prossimi giorni con la vicinanza spirituale e la preghiera il suo prossimo viaggio in Brasile e i giovani riuniti per la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro. Lo riferisce una nota della Sala Stampa Vaticana in cui si ricorda che la Gmg era stata indetta ed annunciata da Benedetto XVI. Papa Francesco gli ha portato il libretto del programma del viaggio, in modo che possa partecipare spiritualmente e, se crede, seguire le trasmissioni dei diversi eventi; gli ha anche fatto omaggio della medaglia commemorativa preparata per il viaggio. Benedetto XVI ha assicurato la sua preghiera, ricordando le esperienze intense e meravigliose dei passati incontri mondiali con i giovani a Colonia, Sydney e Madrid. L’incontro, iniziato con un momento di preghiera comune nella Cappella e proseguito con un cordiale colloquio, è durato circa mezz’ora.
Oggi pomeriggio, poco dopo le 16,00 Papa Francesco si è recato a far visita al Papa emerito Benedetto XVI per chiedergli di accompagnare nei prossimi giorni con la vicinanza spirituale e la preghiera il suo prossimo viaggio in Brasile e i giovani riuniti per la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro. Lo riferisce una nota della Sala Stampa Vaticana in cui si ricorda che la Gmg era stata indetta ed annunciata da Benedetto XVI. Papa Francesco gli ha portato il libretto del programma del viaggio, in modo che possa partecipare spiritualmente e, se crede, seguire le trasmissioni dei diversi eventi; gli ha anche fatto omaggio della medaglia commemorativa preparata per il viaggio. Benedetto XVI ha assicurato la sua preghiera, ricordando le esperienze intense e meravigliose dei passati incontri mondiali con i giovani a Colonia, Sydney e Madrid. L’incontro, iniziato con un momento di preghiera comune nella Cappella e proseguito con un cordiale colloquio, è durato circa mezz’ora.
© Copyright Radio Vaticana
COMUNICATO
Oggi pomeriggio, poco dopo le 16,00 il Papa Francesco si è recato a far visita al Papa emerito Benedetto XVI per chiedergli di accompagnare nei prossimi giorni con la vicinanza spirituale e la preghiera il suo prossimo viaggio in Brasile e i giovani riuniti per la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, Giornata che era stata indetta ed annunciata dal Papa Benedetto. Gli ha portato il libretto del programma del viaggio, in modo che possa partecipare spiritualmente e, se crede, seguire le trasmissioni dei diversi eventi; gli ha anche fatto omaggio della medaglia commemorativa preparata per il viaggio.
Benedetto XVI ha assicurato la sua preghiera, ricordando le esperienze intense e meravigliose dei passati incontri mondiali con i giovani a Colonia, Sydney e Madrid.
L’incontro, iniziato con un momento di preghiera comune nella Cappella e proseguito con un cordiale colloquio, è durato circa mezz’ora.
Papa Francesco in visita a Benedetto XVI con il libretto del viaggio a Rio de Janeiro (Ambrogetti)
Clicca qui per leggere la notizia.
Ior, Lombardi: su prelato notizie inattendibili. Papa Francesco istituisce una commissione d'inchiesta sulle finanze vaticane. Fra i membri anche un ex ministro di Singapore (Izzo)
IOR: SU PRELATO NOTIZIE INATTENDIBILI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 19 lug.
Sono "inattendibili" le rivelazioni di un settimanale italiano riguardanti il nuovo prelato dello Ior, monsignor Battista Ricca. Lo ha affermato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che ha spiegato il senso della sua precisazione affermando che si riferisce all'insieme dell'articolo, cioe' non ad ogni singolo dettaglio, compresi quelli che di per se' non hanno valenza di prova del comportamento, che il settimanale definisce scandaloso, attribuito al sacerdote che e' anche direttore della Domus Santa Marta (incarico prestigioso e di tutto rispetto, se si considera che la struttura ospita i cardinali durante il Conclave).
Gia' qualche settimana fa un blog curato dall'autore dell'articolo aveva anticipato nella sostanza le "accuse" rivolte al sacerdote, commentandole con l'annuncio che il Papa lo avrebbe rimosso. Questo non e' accaduto, ed anzi - successivamente alla ripresa delle accuse da parte di altri media - l'Osservatore Romano ha pubblicato un comunicato sulla prima riunione della Commissione referente sullo Ior, alla quale ha partecipato Papa Francesco, sottolineando esplicitamente la presenza all'incontro di monsignor Ricca. Un segnale chiaro che pero' evidentemente non e' stato sufficiente. Certo e' che la Commissione referente sta lavorando alla revisione di tutti i conti correnti dello Ior anche per verificare se sono state seguite in passato le procedure previste. E questo fatto potrebbe spiegare la diffusione di un dossier come quello riguardante Ricca, nel quale alcuni episodi reali (come il fatto di essere rimasto chiuso in ascensore con un giovane a causa di un guasto) vengono letti a sostegno di una determinata tesi.
Resta il punto fermo che Papa Francesco, pur a conoscenza delle accuse mosse al suo collaboratore ed avendo avuto modo di verificare se fossero consistenti o meno, ha deciso di lasciarlo al suo posto e sembra difficile che lo avreabbe fatto se ritenesse fondate le accuse di immoralita'.
© Copyright (AGI)
PAPA: ISTITUISCE COMMISSIONE D'INCHIESTA SU FINANZE VATICANE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 19 lug.
Papa Francesco vuole vederci chiaro nelle Finanze Vaticane, i cui bilanci sono tornati quest'anno in leggero attivo. E per questo ha istituito una Commissione referente che dovra' raccogliere "puntuali informazioni sulle questioni economiche interessanti le Amministrazioni vaticane", al fine di favorire "la semplificazione e razionalizzazione degli Organismi esistenti e ad una piu' attenta programmazione delle attivita' economiche di tutte le Amministrazioni vaticane". Lo ha spiegato lui stesso nel chirografo, cioe' un documento autografo, pubblicato oggi e firmato appena ieri. Composta da 7 laici di vari paesi e da un solo ecclesiastico, la Commissione referente coopera, ha deciso il Papa, "con il Consiglio dei Cardinali per lo studio dei problemi organizzativi e amministrativi della Santa Sede, nel suo apprezzato lavoro, offrendo il supporto tecnico della consulenza specialistica ed elaborando soluzioni strategiche di miglioramento, atte ad evitare dispendi di risorse economiche, a favorire la trasparenza nei processi di acquisizione di beni e servizi, a perfezionare l'amministrazione del patrimonio mobiliare e immobiliare, ad
operare con sempre maggiore prudenza in ambito finanziario, ad assicurare una corretta
applicazione dei principi contabili ed a garantire assistenza sanitaria e previdenza sociale a tutti
gli aventi diritto". La nuova Commissione dovra' ovviamente collaborare anche con gli 8 cardinali nominati da Francesco perche' lo aiutino nel governo della Chiesa Universale e la riforma della Curia Romana, ma in ogni caso riferira' direttamente al Papa e consegnera' a lui ogni elaborato e documento e, alla fine del lavoro, l'intero archivio. Rispondendo in merito ai giornalisti, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha sottolineato che "per principio la revisione dei conti e' affidata a esperti esterni all'amministrazione che viene controllata".
Per padre Lombardi, l’iniziativa di Papa Francesco rappresenta "una novita’ assoluta" e non deve essere letta come se venisse tolta la fiducia agli attuali dirigenti dei diversi dicasteri (Apsa, Prefettura degli Affari Economici, Governatorato ma per alcuni aspetti anche Propaganda fide e altri) coinvolti negli approfondimenti della Commissione Referente. "Tutti - ha spiegato - continuano a fare il loro lavoro e la Commissione riferira’ solo al Papa".
"La Commissione - scrive infatti Francesco nel chirografo - ci tiene informati sul suo lavoro e Ci consegna gli esiti dello stesso.
Essa e’ tenuta a depositarci l’intero archivio cartaceo e digitale alla conclusione del suo mandato". Per decisione del Papa, infine, "la Commissione viene dotata delle risorse, compresi interpreti e traduttori, e degli strumenti adeguati alle sue funzioni istituzionali. Essa puo’ avvalersi della collaborazione di esperti e di societa’ di consulenza da individuare sia all’esterno, in tutto il mondo, che all’interno della Santa Sede che non si trovino in conflitto di interessi per l’esercizio di professioni, di funzioni o di incarichi connessi con le attivita’ delle Amministrazioni vaticane".
© Copyright (AGI)
PAPA: ANCHE UN EX MINISTRO DI SINGAPORE TRA INQUIRENTI SU FINANZE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 19 lug.
Ad offrire "il supporto tecnico della consulenza specialistica" per una revisione dell’intero sistema delle Finanze Vaticane, Papa Francesco ha chiamato 7 laici "esperti di materie giuridiche, economiche, finanziarie e organizzative, gia’ illustri consulenti o revisori di istituzioni economiche vaticane od ecclesiastiche. Unico
ecclesiastico e’ il segretario". Tra i componenti c’e’ anche George Yeo, che e’ stato ministro in diversi dicasteri a Singapore, il suo Paese.
Il presidente sara’ Joseph F.X. Zahra di Malta, attuale revisore generale della Prefettura degli Affari Economici, dalla quale viene anche il segretario, il sacerdote spagnolo Lucio Angel Vallejo Balda, che e’ anche segretario del dicastero. Gli altri membri sono Jean-Baptiste de Franssu (Francia), Enrique Llano (Spagna), Jochen Messemer (Germania), Francesca Immacolata Chaouqui (Italia) e Jean Videlain-Sevestre
(Francia). Con Zahra, anche Messemer fa gia’ parte dei Revisori internazionali della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede. La Commissione iniziera’ i suoi lavori al piu’ presto. Una prima riunione e’ prevista poco dopo il ritorno del Santo Padre dal Brasile. "Il Santo Padre - ha affermato il portavoce della Santa Sede, padre Federico LOmbardi - si augura una felice e produttiva collaborazione tra la Commissione e le Amministrazioni vaticane interessate dai suoi lavori".
© Copyright (AGI)
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 19 lug.
Sono "inattendibili" le rivelazioni di un settimanale italiano riguardanti il nuovo prelato dello Ior, monsignor Battista Ricca. Lo ha affermato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che ha spiegato il senso della sua precisazione affermando che si riferisce all'insieme dell'articolo, cioe' non ad ogni singolo dettaglio, compresi quelli che di per se' non hanno valenza di prova del comportamento, che il settimanale definisce scandaloso, attribuito al sacerdote che e' anche direttore della Domus Santa Marta (incarico prestigioso e di tutto rispetto, se si considera che la struttura ospita i cardinali durante il Conclave).
Gia' qualche settimana fa un blog curato dall'autore dell'articolo aveva anticipato nella sostanza le "accuse" rivolte al sacerdote, commentandole con l'annuncio che il Papa lo avrebbe rimosso. Questo non e' accaduto, ed anzi - successivamente alla ripresa delle accuse da parte di altri media - l'Osservatore Romano ha pubblicato un comunicato sulla prima riunione della Commissione referente sullo Ior, alla quale ha partecipato Papa Francesco, sottolineando esplicitamente la presenza all'incontro di monsignor Ricca. Un segnale chiaro che pero' evidentemente non e' stato sufficiente. Certo e' che la Commissione referente sta lavorando alla revisione di tutti i conti correnti dello Ior anche per verificare se sono state seguite in passato le procedure previste. E questo fatto potrebbe spiegare la diffusione di un dossier come quello riguardante Ricca, nel quale alcuni episodi reali (come il fatto di essere rimasto chiuso in ascensore con un giovane a causa di un guasto) vengono letti a sostegno di una determinata tesi.
Resta il punto fermo che Papa Francesco, pur a conoscenza delle accuse mosse al suo collaboratore ed avendo avuto modo di verificare se fossero consistenti o meno, ha deciso di lasciarlo al suo posto e sembra difficile che lo avreabbe fatto se ritenesse fondate le accuse di immoralita'.
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PAPA: ISTITUISCE COMMISSIONE D'INCHIESTA SU FINANZE VATICANE
Salvatore Izzo
Papa Francesco vuole vederci chiaro nelle Finanze Vaticane, i cui bilanci sono tornati quest'anno in leggero attivo. E per questo ha istituito una Commissione referente che dovra' raccogliere "puntuali informazioni sulle questioni economiche interessanti le Amministrazioni vaticane", al fine di favorire "la semplificazione e razionalizzazione degli Organismi esistenti e ad una piu' attenta programmazione delle attivita' economiche di tutte le Amministrazioni vaticane". Lo ha spiegato lui stesso nel chirografo, cioe' un documento autografo, pubblicato oggi e firmato appena ieri. Composta da 7 laici di vari paesi e da un solo ecclesiastico, la Commissione referente coopera, ha deciso il Papa, "con il Consiglio dei Cardinali per lo studio dei problemi organizzativi e amministrativi della Santa Sede, nel suo apprezzato lavoro, offrendo il supporto tecnico della consulenza specialistica ed elaborando soluzioni strategiche di miglioramento, atte ad evitare dispendi di risorse economiche, a favorire la trasparenza nei processi di acquisizione di beni e servizi, a perfezionare l'amministrazione del patrimonio mobiliare e immobiliare, ad
operare con sempre maggiore prudenza in ambito finanziario, ad assicurare una corretta
applicazione dei principi contabili ed a garantire assistenza sanitaria e previdenza sociale a tutti
gli aventi diritto". La nuova Commissione dovra' ovviamente collaborare anche con gli 8 cardinali nominati da Francesco perche' lo aiutino nel governo della Chiesa Universale e la riforma della Curia Romana, ma in ogni caso riferira' direttamente al Papa e consegnera' a lui ogni elaborato e documento e, alla fine del lavoro, l'intero archivio. Rispondendo in merito ai giornalisti, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha sottolineato che "per principio la revisione dei conti e' affidata a esperti esterni all'amministrazione che viene controllata".
Per padre Lombardi, l’iniziativa di Papa Francesco rappresenta "una novita’ assoluta" e non deve essere letta come se venisse tolta la fiducia agli attuali dirigenti dei diversi dicasteri (Apsa, Prefettura degli Affari Economici, Governatorato ma per alcuni aspetti anche Propaganda fide e altri) coinvolti negli approfondimenti della Commissione Referente. "Tutti - ha spiegato - continuano a fare il loro lavoro e la Commissione riferira’ solo al Papa".
"La Commissione - scrive infatti Francesco nel chirografo - ci tiene informati sul suo lavoro e Ci consegna gli esiti dello stesso.
Essa e’ tenuta a depositarci l’intero archivio cartaceo e digitale alla conclusione del suo mandato". Per decisione del Papa, infine, "la Commissione viene dotata delle risorse, compresi interpreti e traduttori, e degli strumenti adeguati alle sue funzioni istituzionali. Essa puo’ avvalersi della collaborazione di esperti e di societa’ di consulenza da individuare sia all’esterno, in tutto il mondo, che all’interno della Santa Sede che non si trovino in conflitto di interessi per l’esercizio di professioni, di funzioni o di incarichi connessi con le attivita’ delle Amministrazioni vaticane".
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PAPA: ANCHE UN EX MINISTRO DI SINGAPORE TRA INQUIRENTI SU FINANZE
Salvatore Izzo
Ad offrire "il supporto tecnico della consulenza specialistica" per una revisione dell’intero sistema delle Finanze Vaticane, Papa Francesco ha chiamato 7 laici "esperti di materie giuridiche, economiche, finanziarie e organizzative, gia’ illustri consulenti o revisori di istituzioni economiche vaticane od ecclesiastiche. Unico
ecclesiastico e’ il segretario". Tra i componenti c’e’ anche George Yeo, che e’ stato ministro in diversi dicasteri a Singapore, il suo Paese.
Il presidente sara’ Joseph F.X. Zahra di Malta, attuale revisore generale della Prefettura degli Affari Economici, dalla quale viene anche il segretario, il sacerdote spagnolo Lucio Angel Vallejo Balda, che e’ anche segretario del dicastero. Gli altri membri sono Jean-Baptiste de Franssu (Francia), Enrique Llano (Spagna), Jochen Messemer (Germania), Francesca Immacolata Chaouqui (Italia) e Jean Videlain-Sevestre
(Francia). Con Zahra, anche Messemer fa gia’ parte dei Revisori internazionali della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede. La Commissione iniziera’ i suoi lavori al piu’ presto. Una prima riunione e’ prevista poco dopo il ritorno del Santo Padre dal Brasile. "Il Santo Padre - ha affermato il portavoce della Santa Sede, padre Federico LOmbardi - si augura una felice e produttiva collaborazione tra la Commissione e le Amministrazioni vaticane interessate dai suoi lavori".
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Regno Unito: delusione dei vescovi cattolici per l’approvazione della legge sulle nozze gay
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IL VANGELO DEL GIORNO
CALENDARIO ROMANO
Dal Vangelo secondo Matteo 12,1-8.
In quel tempo Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano.
Ciò vedendo, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato».
Ed egli rispose: «Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni?
Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti?
O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa?
Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio.
Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa.
Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato».
CALENDARIO AMBROSIANO
Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42.
Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.
Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola;
Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».
Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose,
ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».
LETTURE DEL GIORNO
CALENDARIO ROMANO
Libro dell’Esodo 11,10.12,1-14.
Mosè e Aronne avevano fatto tutti questi prodigi davanti al faraone; ma il Signore aveva reso ostinato il cuore del faraone, il quale non lasciò partire gli Israeliti dal suo paese.
Il Signore disse a Mosè e ad Aronne nel paese d'Egitto:
"Questo mese sarà per voi l'inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell'anno.
Parlate a tutta la comunità di Israele e dite: Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa.
Se la famiglia fosse troppo piccola per consumare un agnello, si assocerà al suo vicino, al più prossimo della casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l'agnello, secondo quanto ciascuno può mangiarne.
Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell'anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre
e lo serberete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà al tramonto.
Preso un pò del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull'architrave delle case, in cui lo dovranno mangiare.
In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare.
Non lo mangerete crudo, né bollito nell'acqua, ma solo arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le viscere.
Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato lo brucerete nel fuoco.
Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la pasqua del Signore!
In quella notte io passerò per il paese d'Egitto e colpirò ogni primogenito nel paese d'Egitto, uomo o bestia; così farò giustizia di tutti gli dei dell'Egitto. Io sono il Signore!
Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue e passerò oltre, non vi sarà per voi flagello di sterminio, quando io colpirò il paese d'Egitto.
Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione, lo celebrerete come un rito perenne.
Salmi 116(115),12-13.15-16bc.17-18.
Che cosa renderò al Signore
per quanto mi ha dato?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
Preziosa agli occhi del Signore
è la morte dei suoi fedeli.
Sì, io sono il tuo servo, Signore,
io sono tuo servo, figlio della tua ancella;
hai spezzato le mie catene.
A te offrirò sacrifici di lode
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
e davanti a tutto il suo popolo.
CALENDARIO AMBROSIANO
Primo libro di Samuele 31,1-13.
I Filistei vennero a battaglia con Israele, ma gli Israeliti fuggirono davanti ai Filistei e ne caddero trafitti sul monte Gelboe.
I Filistei si strinsero attorno a Saul e ai suoi figli e colpirono a morte Giònata, Abinadàb e Malkisuà, figli di Saul.
La lotta si aggravò contro Saul: gli arcieri lo presero di mira con gli archi ed egli fu ferito gravemente dagli arcieri.
Allora Saul disse al suo scudiero: "Sfodera la spada e trafiggimi, prima che vengano quei non circoncisi a trafiggermi e a schernirmi". Ma lo scudiero non volle, perché era troppo spaventato. Allora Saul prese la spada e vi si gettò sopra.
Quando lo scudiero vide che Saul era morto, si gettò anche lui sulla sua spada e morì con lui.
Così morirono insieme in quel giorno Saul e i suoi tre figli, lo scudiero e ancora tutti i suoi uomini.
Quando gli Israeliti che erano dall'altra parte della valle e quelli che erano oltre il Giordano, videro che l'esercito d'Israele era in fuga ed erano morti Saul e i suoi figli, abbandonarono le loro città e fuggirono. I Filistei vennero e vi si stabilirono.
Il giorno dopo, quando i Filistei vennero per depredare i cadaveri, trovarono Saul e i suoi tre figli caduti sul monte Gelboe.
Essi tagliarono la testa di lui, lo spogliarono dell'armatura e inviarono queste cose nel paese dei Filistei, girando dovunque per dare il felice annunzio ai templi dei loro idoli e a tutto il popolo.
Posero poi le sue armi nel tempio di Astàrte e appesero il suo corpo alle mura di Beisan.
I cittadini di Iabes di Gàlaad vennero a sapere quello che i Filistei avevano fatto a Saul.
Allora tutti gli uomini valorosi si mossero: partirono nel pieno della notte e sottrassero il corpo di Saul e i corpi dei suoi figli dalle mura di Beisan, li portarono a Iabes e qui li bruciarono.
Poi presero le loro ossa, le seppellirono sotto il tamarisco che è in Iabes e fecero digiuno per sette giorni.
Salmi 50(49),1.8.16-17.20-21.
Salmo. Di Asaf. Parla il Signore, Dio degli dei, convoca la terra da oriente a occidente.
Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici; i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.
All'empio dice Dio: "Perché vai ripetendo i miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che detesti la disciplina
e le mie parole te le getti alle spalle?
Ti siedi, parli contro il tuo fratello, getti fango contro il figlio di tua madre.
Hai fatto questo e dovrei tacere?
forse credevi ch'io fossi come te!
Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati".
giovedì 18 luglio 2013
Lumen Fidei: il commento di José Luis Restán
Mucho de Benedicto, pero es toda de Francisco
José Luis Restán
“La providencia nos está dando una sacudida con el Papa Francisco, estoy impresionado por la fuerza de su testimonio, por su estilo de vida y por su capacidad de relacionarse con la gente”. Así se expresaba recientemente el Cardenal Ángelo Scola en una entrevista concedida al vaticanista Andrea Tornielli. Es una valoración muy cualificada pero además llena de precisión. Cuatro meses después de la elección de Jorge Bergoglio para la Sede de San Pedro, es indudable que el nuevo Papa ha impreso una quinta velocidad al camino de la Iglesia. Su singular personalidad ha irrumpido rompiendo esquemas, pero no olvidemos que a eso ha contribuido decisivamente el gesto profético de Benedicto XVI y su propio testimonio de los últimos días.
La urgencia expresada por Benedicto XVI en la vigilia de la beatificación de John Henry Newman, cuando decía que los cristianos no podemos permitirnos el lujo de continuar como si no pasara nada, haciendo caso omiso de la profunda crisis de fe que impregna nuestra sociedad, o confiando sencillamente en que el patrimonio de valores transmitido durante siglos de cristianismo seguirá inspirando y configurando el futuro de nuestra sociedad, es la que traspiran los relámpagos de Francisco cuando nos invita a salir a las periferias existenciales, para llevar al corazón de cada hombre la única respuesta a su ansia de curación y de felicidad, que es Jesucristo.
La publicación de la encíclica Lumen Fidei es una demostración clamorosa de la dinámica de la renovación en la continuidad. Por eso ha desagradado tanto al frente de los creadores virtuales de un pontificado en abierta ruptura (según ellos) con cuarenta y cinco años de guía eclesial, la que va desde el Pablo VI de la Humanae Vitae hasta Benedicto XVI. A estos recreadores virtuales les ha fastidiado la impronta ratzingeriana de la primera encíclica de Francisco porque les deja sin argumentos. Y es que nadie puede sustraerse a la sentencia del cardenal Ouellet en la presentación del documento: “en esta encíclica hay mucho de Benedicto, pero es toda de Francisco”.
Otro gesto que ha producido alergia en el campo de los constructores de fantasías eclesiales ha sido la decisión (personalísima) de Francisco, de canonizar conjuntamente a Juan XXIII y a Juan Pablo II. Alguno no ha podido reprimir su mal humor al decir que “eran como el agua y el aceite” pues uno amaba el diálogo mientras el otro tendía a la imposición. Afortunadamente estas y otras leyendas apolilladas se las conoce muy bien el Papa Bergoglio. La futura canonización de ambos pontífices tendrá un valor añadido como lectura histórica del arco de los últimos cincuenta años.
Entre las filas de la fantasía rupturista vuelve a cobrar protagonismo estos días Leonardo Boff, primero entusiasmado y ahora desilusionado con Francisco. Empieza a estropearse el festival. Leonardo debería escuchar más a su hermano Clodovis, que ha reconocido abiertamente que en el gran debate de los años ochenta sobre la Teología de la Liberación Ratzinger llevaba razón: “hacer el bien no basta para ser cristiano, lo esencial es confesar la fe… sin eso la Iglesia se vuelve irrelevante, pero no sólo ella sino el mismo Cristo”.
Para terminar apunto un pasaje clave en la celebrada pero poco estudiada homilía de Francisco en la isla de Lampedusa. Aquel en que en que recordando la desorientación de Adán tras su desobediencia, explica que cuando el hombre pretende ocupar el lugar de Dios “la armonía se rompe… y el otro no es ya un hermano al que amar, sino simplemente alguien que molesta en mi vida, en mi bienestar… El sueño de ser poderoso, de ser grande como Dios, en definitiva de ser Dios, lleva a una cadena de errores que es cadena de muerte, ¡lleva a derramar la sangre del hermano!”.
http://www.paginasdigital.es/v_portal/informacion/informacionver.asp?cod=4028&te=15&idage=7689&vap=0
José Luis Restán
“La providencia nos está dando una sacudida con el Papa Francisco, estoy impresionado por la fuerza de su testimonio, por su estilo de vida y por su capacidad de relacionarse con la gente”. Así se expresaba recientemente el Cardenal Ángelo Scola en una entrevista concedida al vaticanista Andrea Tornielli. Es una valoración muy cualificada pero además llena de precisión. Cuatro meses después de la elección de Jorge Bergoglio para la Sede de San Pedro, es indudable que el nuevo Papa ha impreso una quinta velocidad al camino de la Iglesia. Su singular personalidad ha irrumpido rompiendo esquemas, pero no olvidemos que a eso ha contribuido decisivamente el gesto profético de Benedicto XVI y su propio testimonio de los últimos días.
La urgencia expresada por Benedicto XVI en la vigilia de la beatificación de John Henry Newman, cuando decía que los cristianos no podemos permitirnos el lujo de continuar como si no pasara nada, haciendo caso omiso de la profunda crisis de fe que impregna nuestra sociedad, o confiando sencillamente en que el patrimonio de valores transmitido durante siglos de cristianismo seguirá inspirando y configurando el futuro de nuestra sociedad, es la que traspiran los relámpagos de Francisco cuando nos invita a salir a las periferias existenciales, para llevar al corazón de cada hombre la única respuesta a su ansia de curación y de felicidad, que es Jesucristo.
La publicación de la encíclica Lumen Fidei es una demostración clamorosa de la dinámica de la renovación en la continuidad. Por eso ha desagradado tanto al frente de los creadores virtuales de un pontificado en abierta ruptura (según ellos) con cuarenta y cinco años de guía eclesial, la que va desde el Pablo VI de la Humanae Vitae hasta Benedicto XVI. A estos recreadores virtuales les ha fastidiado la impronta ratzingeriana de la primera encíclica de Francisco porque les deja sin argumentos. Y es que nadie puede sustraerse a la sentencia del cardenal Ouellet en la presentación del documento: “en esta encíclica hay mucho de Benedicto, pero es toda de Francisco”.
Otro gesto que ha producido alergia en el campo de los constructores de fantasías eclesiales ha sido la decisión (personalísima) de Francisco, de canonizar conjuntamente a Juan XXIII y a Juan Pablo II. Alguno no ha podido reprimir su mal humor al decir que “eran como el agua y el aceite” pues uno amaba el diálogo mientras el otro tendía a la imposición. Afortunadamente estas y otras leyendas apolilladas se las conoce muy bien el Papa Bergoglio. La futura canonización de ambos pontífices tendrá un valor añadido como lectura histórica del arco de los últimos cincuenta años.
Entre las filas de la fantasía rupturista vuelve a cobrar protagonismo estos días Leonardo Boff, primero entusiasmado y ahora desilusionado con Francisco. Empieza a estropearse el festival. Leonardo debería escuchar más a su hermano Clodovis, que ha reconocido abiertamente que en el gran debate de los años ochenta sobre la Teología de la Liberación Ratzinger llevaba razón: “hacer el bien no basta para ser cristiano, lo esencial es confesar la fe… sin eso la Iglesia se vuelve irrelevante, pero no sólo ella sino el mismo Cristo”.
Para terminar apunto un pasaje clave en la celebrada pero poco estudiada homilía de Francisco en la isla de Lampedusa. Aquel en que en que recordando la desorientación de Adán tras su desobediencia, explica que cuando el hombre pretende ocupar el lugar de Dios “la armonía se rompe… y el otro no es ya un hermano al que amar, sino simplemente alguien que molesta en mi vida, en mi bienestar… El sueño de ser poderoso, de ser grande como Dios, en definitiva de ser Dios, lleva a una cadena de errores que es cadena de muerte, ¡lleva a derramar la sangre del hermano!”.
http://www.paginasdigital.es/v_portal/informacion/informacionver.asp?cod=4028&te=15&idage=7689&vap=0
IL VANGELO DEL GIORNO
CALENDARIO ROMANO
Dal Vangelo secondo Matteo 11,28-30.
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».
CALENDARIO AMBROSIANO
Dal Vangelo secondo Luca 10,25-37.
Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?».
Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso».
E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».
Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?».
Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.
Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.
Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.
Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.
Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?».
Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: « Va' e anche tu fa' lo stesso ».
LETTURE DEL GIORNO
CALENDARIO ROMANO
Libro dell’Esodo 3,13-20.
Mosè disse a Dio: "Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?".
Dio disse a Mosè: "Io sono colui che sono!". Poi disse: "Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi".
Dio aggiunse a Mosè: "Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.
Và! Riunisci gli anziani d'Israele e dì loro: Il Signore, Dio dei vostri padri, mi è apparso, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, dicendo: Sono venuto a vedere voi e ciò che vien fatto a voi in Egitto.
E ho detto: Vi farò uscire dalla umiliazione dell'Egitto verso il paese del Cananeo, dell'Hittita, dell'Amorreo, del Perizzita, dell'Eveo e del Gebuseo, verso un paese dove scorre latte e miele.
Essi ascolteranno la tua voce e tu e gli anziani d'Israele andrete dal re di Egitto e gli riferirete: Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio.
Io so che il re d'Egitto non vi permetterà di partire, se non con l'intervento di una mano forte.
Stenderò dunque la mano e colpirò l'Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo egli vi lascerà andare.
Salmi 105(104),1.5.8-9.24-25.26-27.
Alleluia. Lodate il Signore e invocate il suo nome,
proclamate tra i popoli le sue opere.
Ricordate le meraviglie che ha compiute,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca:
Ricorda sempre la sua alleanza:
parola data per mille generazioni,
l'alleanza stretta con Abramo
e il suo giuramento ad Isacco.
Ma Dio rese assai fecondo il suo popolo, lo rese più forte dei suoi nemici.
Mutò il loro cuore e odiarono il suo popolo, contro i suoi servi agirono con inganno
Mandò Mosè suo servo e Aronne che si era scelto.
Compì per mezzo loro i segni promessi e nel paese di Cam i suoi prodigi.
CALENDARIO AMBROSIANO
Primo libro di Samuele 26,3-14a.17-25.
Saul si accampò sull'altura di Cachilà di fronte al deserto presso la strada mentre Davide si trovava nel deserto. Quando si accorse che Saul lo inseguiva nel deserto,
Davide mandò alcune spie ed ebbe conferma che Saul era arrivato davvero.
Allora Davide si alzò e venne al luogo dove era giunto Saul; là Davide notò il posto dove dormivano Saul e Abner figlio di Ner, capo dell'esercito di lui. Saul riposava tra i carriaggi e la truppa era accampata all'intorno.
Davide si rivolse ad Achimelech, l'Hittita e ad Abisài, figlio di Zeruià, fratello di Ioab, dicendo: "Chi vuol scendere con me da Saul nell'accampamento?". Rispose Abisài: "Scenderò io con te".
Davide e Abisài scesero tra quella gente di notte ed ecco Saul giaceva nel sonno tra i carriaggi e la sua lancia era infissa a terra a capo del suo giaciglio mentre Abner con la truppa dormiva all'intorno.
Abisài disse a Davide: "Oggi Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico. Lascia dunque che io l'inchiodi a terra con la lancia in un sol colpo e non aggiungerò il secondo".
Ma Davide disse ad Abisài: "Non ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul consacrato del Signore ed è rimasto impunito?".
Davide soggiunse: "Per la vita del Signore, solo il Signore lo toglierà di mezzo o perché arriverà il suo giorno e morirà o perché scenderà in battaglia e sarà ucciso.
Il Signore mi guardi dallo stendere la mano sul consacrato del Signore! Ora prendi la lancia che sta a capo del suo giaciglio e la brocca dell'acqua e andiamocene".
Così Davide portò via la lancia e la brocca dell'acqua che era dalla parte del capo di Saul e tutti e due se ne andarono; nessuno vide, nessuno se ne accorse, nessuno si svegliò: tutti dormivano, perché era venuto su di loro un torpore mandato dal Signore.
Davide passò dall'altro lato e si fermò lontano sulla cima del monte; vi era grande spazio tra di loro.
Allora Davide gridò alla truppa e ad Abner, figlio di Ner: "Non risponderai, Abner?". Abner rispose: "Chi sei tu che gridi verso il re?".
Saul riconobbe la voce di Davide e gridò: "È questa la tua voce, Davide, figlio mio?". Rispose Davide: "È la mia voce, o re mio signore".
Aggiunse: "Perché il mio signore perseguita il suo servo? Che ho fatto? Che male si trova in me?
Ascolti dunque il re mio signore la parola del suo servo: se il Signore ti eccita contro di me, voglia accettare il profumo di un'offerta. Ma se sono gli uomini, siano maledetti davanti al Signore, perché oggi mi scacciano lontano, impedendomi di partecipare all'eredità del Signore. È come se dicessero: Và a servire altri dei.
Almeno non sia versato sulla terra il mio sangue lontano dal Signore, ora che il re d'Israele è uscito in campo per ricercare una pulce, come si insegue una pernice sui monti".
Il re rispose: "Ho peccato, ritorna, Davide figlio mio. Non ti farò più del male, perché la mia vita oggi è stata tanto preziosa ai tuoi occhi. Ho agito da sciocco e mi sono molto, molto ingannato".
Rispose Davide: "Ecco la lancia del re, passi qui uno degli uomini e la prenda!
Il Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà, dal momento che oggi il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano sul consacrato del Signore.
Ed ecco, come è stata preziosa oggi la tua vita ai miei occhi, così sia preziosa la mia vita agli occhi del Signore ed egli mi liberi da ogni angoscia".
Saul rispose a Davide: "Benedetto tu sia, Davide figlio mio. Certo saprai fare e riuscirai in tutto". Davide andò per la sua strada e Saul tornò alla sua dimora.
Salmi 73(72),1-3.15-18.26-28.
Salmo. Di Asaf. Quanto è buono Dio con i giusti, con gli uomini dal cuore puro!
Per poco non inciampavano i miei piedi, per un nulla vacillavano i miei passi,
perché ho invidiato i prepotenti, vedendo la prosperità dei malvagi.
Se avessi detto: "Parlerò come loro", avrei tradito la generazione dei tuoi figli.
Riflettevo per comprendere: ma fu arduo agli occhi miei,
finché non entrai nel santuario di Dio e compresi qual è la loro fine.
Ecco, li poni in luoghi scivolosi, li fai precipitare in rovina.
Vengono meno la mia carne e il mio cuore; ma la roccia del mio cuore è Dio, è Dio la mia sorte per sempre.
Ecco, perirà chi da te si allontana, tu distruggi chiunque ti è infedele.
Il mio bene è stare vicino a Dio: nel Signore Dio ho posto il mio rifugio, per narrare tutte le tue opere presso le porte della città di Sion.
mercoledì 17 luglio 2013
Papa Francesco rinuncia all'auto blindata ed alla conferenza stampa in aereo (Izzo)
PAPA: RINUNCIA A AUTO BLINDATA E A CONFERENZA STAMPA IN AEREO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 lug.
Papa Francesco non ha voluto che fosse predisposta una "Papamobile" blindata per i suoi incontri con la folla in occasione della Giornata Mondiale della Gioventu' a Rio de Janeiro. Lo ha annunciato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi: entrambe le jeep inviate dal Vaticano non sono blindate: una e' quella bianca che utilizza normalmente in piazza San Pietro, l'altra, di colore verde, e' di riserva. Un'altra novita' comunicata da padre Lombardi nel suo briefing riguarda la modalita' dell'incontro con i giornalisti sull'aereo, che non sara' la classica conferenza stampa. Infatti, ha spiegato il direttore della Sala Stampa, "il Papa non intende fare un'intervista".
"L'incontro con i giornalisti nel viaggio di andata - ha precisato il portavoce vaticano - ci sara', solo che il Papa vuole farlo in modo diverso, cioe' senza le domande e risposte che erano il modo classico. Francesco verra' in mezzo ai giornalisti, lo saluteremo e lui salutera' tutti i giornalisti, uno per uno. Sara' un bell'incontro, ampio e cordiale". Durante il viaggio, il Pontefice pronuncera' i suoi discorsi prevalentemente in portoghese mentre alcuni interventi saranno in spagnolo. Alla Gmg potrebebro essere presenti - presumibilmente alla messa conclusiva di domenica 28 luglio - anche alcuni capi di Stato di Paesi dell'America Latina. Infatti la presidente del Brasile, Dilma Roussef, che sara' presente lei stessa, "con un'iniziativa totamente libera, ha rivolto un invito a tutti presidenti dell'America Latina".
Padre Lombardi ha ricordato che il viaggio di Francesco in Brasile avviene in occasione della Gmg - definita dal portavoce "il piu' importante evento dell'Anno della Fede" - la cui sede era stata decisa da Benedetto XVI che aveva sempre garantito la presenza del Papa, "anche se - ha aggiunto - non sarebbe stato lui". Ma con l'avvento del nuovo Pontefice, ora il programma si compone di "eventi in piu'" rispetto al viaggio come era stato concepito in origine per l'86enne Papa Ratzinger.
In particolare, Papa Francessco ha voluto far aggiungere il pellegrinaggio di mercoledi' 24 luglio al santuario di Aparecida "luogo di devozione per Francesco", ha spiegato padre Federico Lombardi. Da segnalare poi altre due visite particolari che Francesco ha voluto fossero inserite: una, sempre il 24, all'ospedale gestito dai francescani a Rio che viene in aiuto dei poveri e dei tossicodipendenti e la visita di giovedi' 25 ad una favela brasiliana di Varginha, "resa sicura da una recente bonifica per verificare che non ci fossero nascoste armi e droga". "Il Papa - ha raccontato padre Lombardi - entrera' in una casa per incontrare una famiglia. Poi nel campo da calcio incontrera' i giovani".
Oltre all'incontro con le Autorita' civili e religiose del Brasile e il Corpo Diplomatico, in un teatro di Rio, il nuovo Papa ha chiesto e ottenuto di incontrare alcuni giovani detenuti e, in separate occasioni, i 400 vescovi del Brasile e i 46 rappresentanti delle 22 Conferenze Episcopali del Celam. La messa di sabato mattina nella Cattedrale di Rio sara' poi probabilmente il piu' grande incontro di vescovi dopo il Concilio Vaticano II: ce ne saranno mille, di tutto il mondo. Sulle tensioni sociali in atto in Brasile, il portavoce ha sottolineato che "il Papa e i suoi collaboratori, ovviamente, sono a conoscenza delle manifestazioni in corso, ma il viaggio e' stato preparato con totale serenita', sapendo che queste manifestazioni non hanno niente di specifico contro il Papa o la Chiesa e avendo totale fiducia nelle capacita' delle autorita' brasiliane di gestire la situazione".
© Copyright (AGI)
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 lug.
Papa Francesco non ha voluto che fosse predisposta una "Papamobile" blindata per i suoi incontri con la folla in occasione della Giornata Mondiale della Gioventu' a Rio de Janeiro. Lo ha annunciato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi: entrambe le jeep inviate dal Vaticano non sono blindate: una e' quella bianca che utilizza normalmente in piazza San Pietro, l'altra, di colore verde, e' di riserva. Un'altra novita' comunicata da padre Lombardi nel suo briefing riguarda la modalita' dell'incontro con i giornalisti sull'aereo, che non sara' la classica conferenza stampa. Infatti, ha spiegato il direttore della Sala Stampa, "il Papa non intende fare un'intervista".
"L'incontro con i giornalisti nel viaggio di andata - ha precisato il portavoce vaticano - ci sara', solo che il Papa vuole farlo in modo diverso, cioe' senza le domande e risposte che erano il modo classico. Francesco verra' in mezzo ai giornalisti, lo saluteremo e lui salutera' tutti i giornalisti, uno per uno. Sara' un bell'incontro, ampio e cordiale". Durante il viaggio, il Pontefice pronuncera' i suoi discorsi prevalentemente in portoghese mentre alcuni interventi saranno in spagnolo. Alla Gmg potrebebro essere presenti - presumibilmente alla messa conclusiva di domenica 28 luglio - anche alcuni capi di Stato di Paesi dell'America Latina. Infatti la presidente del Brasile, Dilma Roussef, che sara' presente lei stessa, "con un'iniziativa totamente libera, ha rivolto un invito a tutti presidenti dell'America Latina".
Padre Lombardi ha ricordato che il viaggio di Francesco in Brasile avviene in occasione della Gmg - definita dal portavoce "il piu' importante evento dell'Anno della Fede" - la cui sede era stata decisa da Benedetto XVI che aveva sempre garantito la presenza del Papa, "anche se - ha aggiunto - non sarebbe stato lui". Ma con l'avvento del nuovo Pontefice, ora il programma si compone di "eventi in piu'" rispetto al viaggio come era stato concepito in origine per l'86enne Papa Ratzinger.
In particolare, Papa Francessco ha voluto far aggiungere il pellegrinaggio di mercoledi' 24 luglio al santuario di Aparecida "luogo di devozione per Francesco", ha spiegato padre Federico Lombardi. Da segnalare poi altre due visite particolari che Francesco ha voluto fossero inserite: una, sempre il 24, all'ospedale gestito dai francescani a Rio che viene in aiuto dei poveri e dei tossicodipendenti e la visita di giovedi' 25 ad una favela brasiliana di Varginha, "resa sicura da una recente bonifica per verificare che non ci fossero nascoste armi e droga". "Il Papa - ha raccontato padre Lombardi - entrera' in una casa per incontrare una famiglia. Poi nel campo da calcio incontrera' i giovani".
Oltre all'incontro con le Autorita' civili e religiose del Brasile e il Corpo Diplomatico, in un teatro di Rio, il nuovo Papa ha chiesto e ottenuto di incontrare alcuni giovani detenuti e, in separate occasioni, i 400 vescovi del Brasile e i 46 rappresentanti delle 22 Conferenze Episcopali del Celam. La messa di sabato mattina nella Cattedrale di Rio sara' poi probabilmente il piu' grande incontro di vescovi dopo il Concilio Vaticano II: ce ne saranno mille, di tutto il mondo. Sulle tensioni sociali in atto in Brasile, il portavoce ha sottolineato che "il Papa e i suoi collaboratori, ovviamente, sono a conoscenza delle manifestazioni in corso, ma il viaggio e' stato preparato con totale serenita', sapendo che queste manifestazioni non hanno niente di specifico contro il Papa o la Chiesa e avendo totale fiducia nelle capacita' delle autorita' brasiliane di gestire la situazione".
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Papa Francesco: tutelare la vita dal concepimento fino alla morte naturale (Izzo)
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 lug.
In un messaggio ai cattolici di Irlanda, Scozia, Inghilterra e Galles, Papa Francesco invita a difendere la vita dal concepimento fino alla morte naturale. Il Pontefice - prendendo lo spunto dall'annuale Giornata per la vita che lì si celebra domenica 28 luglio - sottolinea il "valore inestimabile della vita umana". "Anche i piu' deboli e i piu' vulnerabili i malati, gli anziani, i non nati e i poveri, sono capolavori della creazione di Dio, fatti a sua immagine, destinati a vivere per sempre, e meritevoli della massima riverenza e rispetto", si legge nel testo.
Il Papa eleva poi la sua preghiera affinche' la Giornata "contribuisca ad assicurare che la vita umana riceva sempre la protezione che le e' dovuta".
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Papa Francesco: tutelare la vita dal concepimento fino alla morte naturale
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L'esilio spagnolo di san Paolo. In un convegno a Tarragona avanzate nuove ipotesi sugli ultimi anni di vita dell'apostolo
In un convegno a Tarragona avanzate nuove ipotesi sugli ultimi anni di vita dell'apostolo
L'esilio spagnolo di san Paolo
di Armand Puig i Tárrech*
«Gli ultimi anni di vita di san Paolo apostolo»: Con questo titolo, si è svolto a Tarragona, in Spagna, un congresso internazionale che ha riunito oltre trenta esperti di studi paolini. La storica città catalana, la Tarraco romana, capitale della provincia Hispania Citerior o Tarraconensis, era il luogo ideale per interrogarsi sui fatti e sulle circostanze che possono aver determinato una questione complessa ma di grande interesse. Con il sostegno dell'arcivescovado di Tarragona, del Governo catalano, della Facoltà di Teologia della Catalogna, e dell'Istituto superiore di scienze religiose Sant Fructuós -- così chiamato in onore al vescovo martire Fruttuoso di Tarragona, il protomartire ispanico -- si è svolto un congresso che rappresenta un punto di riferimento imprescindibile. È ormai lontano il 1742, anno in cui il bibliotecario di Wittemberg, Johann Just Spier, pubblicò le 62 pagine della sua Historia critica de hispanico Pauli apostoli itinere, che terminavano negando il viaggio dell'apostolo in terra ispanica. Per Spier, le informazioni contenute nelle fonti cristiane antiche che testimoniano tale viaggio, non supererebbero il vaglio di una seria analisi critica. Secondo lo studioso tedesco, era chiaro che Paolo sarebbe voluto andare in Hispania (cfr. Romani, 15, 24. 28), ma non era altrettanto sicuro che avesse effettivamente realizzato il suo proposito.
Dopo il congresso di Tarragona (2013), le tesi di Spier, riprese successivamente da una buona parte dell'esegesi critica tedesca e anglosassone, hanno perso la loro consistenza. In primo luogo, vi sono buone ragioni per affermare l'esistenza di un viaggio di Paolo In Hispania e, di conseguenza, non vi sono motivi evidenti per negare la sua presenza in territorio ispanico. La ricerca esegetica si trova quindi in una posizione aperta, che deve esprimersi in termini di “plausibilità” e di “possibilità”.
In secondo luogo, Tarragona è la città ispanica che soddisfaceva le condizioni di carattere geografico, economico, sociale, politico, culturale e religioso per essere la destinazione del viaggio di Paolo. Lo dimostra il confronto con altre città dell'impero, anch'esse porti e capitali di provincia, che Paolo evangelizzò (Efeso in Asia, Tessalonica in Macedonia, o Corinto in Acaia). In terzo luogo, e malgrado le informazioni, peraltro scarse, di Ireneo da Lione e Tertulliano sulla diffusione del cristianesimo in Hispania intorno al 200 dell'era cristiana e sull'esistenza di una fiorente comunità cristiana a Tarraco a metà del III secolo, non ci sono testimonianze antiche di un culto a san Paolo a Tarragona -- ve ne sono invece di un culto a Santa Tecla -- e ciò porta a concludere che la missione paolina a Tarragona non dovette essere un successo.
Di fatto, come hanno opportunamente spiegato John Barclay, e Jörg Frey nell'intervento iniziale e in quello finale del congresso, l'ultimo periodo della vita di Paolo trascorre sotto il segno della prigionia e dell'insuccesso: il Signore ha sottoposto il grande missionario alla prova delle catene e a grandi difficoltà nel portare avanti, nonostante tutto, la sua vocazione di apostolo dei gentili. Sembrerebbe che il compito che Dio gli aveva affidato (cfr. Galati, 1, 15-16) e che Paolo aveva fedelmente svolto durante un decennio d'incontenibile attività, sia ora diventato un «apostolato interno», dove risplendono intensamente la gratitudine e la forza della Parola di Dio, l'unica che «non è incatenata» (2 Timoteo, 2, 9).
Il congresso di Tarragona, al quale hanno partecipato esegeti, studiosi del mondo romano, storici del diritto romano, archeologi e patrologi, è stato suddiviso in tre blocchi, corrispondenti alle tre questioni principali: il progetto missionario occidentale di Paolo, espresso nella Lettera ai Romani, con Roma come base di azione e l'Hispania come campo apostolico (Reimund Bieringer, Michel Quesnel, Nicholas T. Wright, Eddie Adams); le questioni legali relative al processo di Paolo e i problemi con le autorità romane durante il ministero dell'apostolo (Loveday Alexander, Agustí Borrell, Heike Omerzu, Friedrich W. Horn); le fonti canoniche e non canoniche sugli ultimi anni della vita di Paolo, a partire dal biennio romano (Tobias Nicklas, Benoît Standaert, Rainer Riesner, Jens Herzer).
In ciascun blocco, l'analisi della questione principale veniva completata da alcuni temi che aiutavano a esaminarla: gli ebrei e i cristiani a Roma sotto Nerone (Karl-Wilhelm Niebuhr, Erich S. Gruen, Peter Lampe, Peter Oakes); le procedure e le pene legali relative a cittadini romani nel i secolo (Bernardo Santalucia, Juan Chapa, Valerio Marotta, John G. Cook); l'attività letteraria e missionaria di Paolo durante il processo romano: la Lettera ai Filippesi (Udo Schnelle, Daniel Gerber) e il viaggio in Hispania (Christos Karakolis e chi scrive). Nella parte finale del congresso è stata esaminata la tradizione romana della morte di Paolo dal punto di vista documentale e archeologico (Lucrezia Spera, Angelo di Berardino e Romano Penna). Gli atti saranno pubblicati in lingua inglese dalla casa editrice Mohr Siebeck (Tubinga, Germania) nel 2014.
Come possiamo ricostruire gli ultimi anni della vita di Paolo, dal momento in cui termina il biennio romano di prigionia mitigata dell'apostolo sotto custodia militare (Atti degli apostoli, 28, 16 e 30)? La soluzione più radicale è quella della sua condanna a morte e della sua immediata esecuzione, decretate dal tribunale imperiale a cui Paolo si era rivolto (Atti degli apostoli, 25, 11). Tuttavia a questa soluzione si possono fare tre obiezioni. In primo luogo, le testimonianze scritte: la prima lettera di Clemente (5, 5-7), secondo la quale Paolo sarebbe giunto «ai limiti dell'Occidente» -- questa frase, scritta a Roma, può indicare solo un territorio più in là di Roma -- e il Canone muratoriano (35-39), altro documento romano, secondo il quale Paolo avrebbe viaggiato «dall'Urbe in Hispania».
È indubbio che nella Roma del ii secolo esistesse la tradizione del viaggio ispanico di Paolo. È quindi evidente che su questo punto il pondus della prova ricade su coloro che scelgono di negare la validità di queste due informazioni.
In secondo luogo, come ha indicato Santalucia, è impossibile precisare la natura esatta dell'accusa che determinò la pena capitale per Paolo. È possibile supporre che i suoi accusatori (cfr. Atti degli apostoli, 24, 5) volessero incolparlo di seditio, ovvero di maiestas principis, per avere incitato la folla, e questa accusa avrebbe significato per Paolo la pena di morte se il procedimento si fosse svolto sotto Festo, governatore della Giudea, nella forma ordinaria. Ma non fu così.
Paolo si era rivolto a Cesare, e a Roma i tribunali imperiali adeguavano le pene alla gravità delle imputazioni, senza sottoporre necessariamente gli accusati alla lex Iulia de maiestate. È interessante ricordare a questo proposito che Gallione, proconsole dell'Acaia, si tirò fuori di fronte alle accuse mosse contro l'apostolo (cfr. Atti degli apostoli, 18, 14-15).
In terzo luogo ci sono le informazioni di 1 Clemente, v, 6, secondo cui Paolo fu «esiliato» (phygadeutheis) in un'occasione, e in un'altra fu «lapidato» (cfr. anche 2 Corinzi, 11, 25). Questa notizia coincide perfettamente con una delle pene a cui erano condannati quanti erano accusati di essere una minaccia, di maggiore o minore entità, per la stabilità dell'impero.
Nell'anno 62, terminato il biennio romano -- durante il quale Paolo potrebbe aver scritto la Lettera ai Filippesi -- la legge obbligava gli accusatori (prosecutores), in questo caso il Sinedrio di Gerusalemme, a presentarsi e a far pronunciare la sentenza contro l'apostolo. La sentenza fu l'esilio, ma non come per Archelao o Erode Antipa, che subirono la deportatio permanente nelle Gallie e in Hispania, con confisca dei beni e perdita del loro status politico. Paolo fu condannato a una relegatio mitigata, che consisteva in un esilio temporaneo fuori Roma -- e lontano dall'est dell'impero, da dove provenivano le accuse -- senza la perdita di beni e della sua condizione di cittadino romano, e con la possibilità di scegliere il luogo in cui vivere. È molto probabile che Paolo abbia scelto Tarraco. Ci troviamo nell'estate-autunno dell'anno 62.
La permanenza di Paolo a Tarragona sarebbe durata alcuni mesi o anni, tanti quanti indicava la sentenza del tribunale imperiale, ma la sua missione, svolta in condizioni di grande precarietà, dovette ottenere risultati molto limitati. L'apostolo tornò a Roma, dove fu costretto a presentarsi di nuovo dinanzi al tribunale imperiale -- il che non significa dinanzi a Nerone -- e questa volta sì, fu condannato a morte (cfr. 2 Timoteo, 4, 16-18).
Non conosciamo il verdetto, ma se dobbiamo aggiungere un altro biennio a quello romano, arriviamo all'estate-autunno del 64, nel periodo della terribile persecuzione di Nerone contro i cristiani romani (cfr. 1 Clemente, vi). Come ha spiegato Cook, lo status di cittadino romano di Paolo non significa necessariamente che sia stato decapitato, sebbene fosse questa la forma più comune di esecuzione dei cittadini romani. Il suo corpo, dal bosco di Aquas Salvias, luogo dell'esecuzione, fu portato nel cimitero sulla via Ostiense, dove, già a metà del ii secolo, era stato eretto un tropaeum che contrassegnava la tomba di Paolo apostolo e martire.
*Preside della Facoltà di Teologia della Catalogna (Barcellona)
L'esilio spagnolo di san Paolo
di Armand Puig i Tárrech*
«Gli ultimi anni di vita di san Paolo apostolo»: Con questo titolo, si è svolto a Tarragona, in Spagna, un congresso internazionale che ha riunito oltre trenta esperti di studi paolini. La storica città catalana, la Tarraco romana, capitale della provincia Hispania Citerior o Tarraconensis, era il luogo ideale per interrogarsi sui fatti e sulle circostanze che possono aver determinato una questione complessa ma di grande interesse. Con il sostegno dell'arcivescovado di Tarragona, del Governo catalano, della Facoltà di Teologia della Catalogna, e dell'Istituto superiore di scienze religiose Sant Fructuós -- così chiamato in onore al vescovo martire Fruttuoso di Tarragona, il protomartire ispanico -- si è svolto un congresso che rappresenta un punto di riferimento imprescindibile. È ormai lontano il 1742, anno in cui il bibliotecario di Wittemberg, Johann Just Spier, pubblicò le 62 pagine della sua Historia critica de hispanico Pauli apostoli itinere, che terminavano negando il viaggio dell'apostolo in terra ispanica. Per Spier, le informazioni contenute nelle fonti cristiane antiche che testimoniano tale viaggio, non supererebbero il vaglio di una seria analisi critica. Secondo lo studioso tedesco, era chiaro che Paolo sarebbe voluto andare in Hispania (cfr. Romani, 15, 24. 28), ma non era altrettanto sicuro che avesse effettivamente realizzato il suo proposito.
Dopo il congresso di Tarragona (2013), le tesi di Spier, riprese successivamente da una buona parte dell'esegesi critica tedesca e anglosassone, hanno perso la loro consistenza. In primo luogo, vi sono buone ragioni per affermare l'esistenza di un viaggio di Paolo In Hispania e, di conseguenza, non vi sono motivi evidenti per negare la sua presenza in territorio ispanico. La ricerca esegetica si trova quindi in una posizione aperta, che deve esprimersi in termini di “plausibilità” e di “possibilità”.
In secondo luogo, Tarragona è la città ispanica che soddisfaceva le condizioni di carattere geografico, economico, sociale, politico, culturale e religioso per essere la destinazione del viaggio di Paolo. Lo dimostra il confronto con altre città dell'impero, anch'esse porti e capitali di provincia, che Paolo evangelizzò (Efeso in Asia, Tessalonica in Macedonia, o Corinto in Acaia). In terzo luogo, e malgrado le informazioni, peraltro scarse, di Ireneo da Lione e Tertulliano sulla diffusione del cristianesimo in Hispania intorno al 200 dell'era cristiana e sull'esistenza di una fiorente comunità cristiana a Tarraco a metà del III secolo, non ci sono testimonianze antiche di un culto a san Paolo a Tarragona -- ve ne sono invece di un culto a Santa Tecla -- e ciò porta a concludere che la missione paolina a Tarragona non dovette essere un successo.
Di fatto, come hanno opportunamente spiegato John Barclay, e Jörg Frey nell'intervento iniziale e in quello finale del congresso, l'ultimo periodo della vita di Paolo trascorre sotto il segno della prigionia e dell'insuccesso: il Signore ha sottoposto il grande missionario alla prova delle catene e a grandi difficoltà nel portare avanti, nonostante tutto, la sua vocazione di apostolo dei gentili. Sembrerebbe che il compito che Dio gli aveva affidato (cfr. Galati, 1, 15-16) e che Paolo aveva fedelmente svolto durante un decennio d'incontenibile attività, sia ora diventato un «apostolato interno», dove risplendono intensamente la gratitudine e la forza della Parola di Dio, l'unica che «non è incatenata» (2 Timoteo, 2, 9).
Il congresso di Tarragona, al quale hanno partecipato esegeti, studiosi del mondo romano, storici del diritto romano, archeologi e patrologi, è stato suddiviso in tre blocchi, corrispondenti alle tre questioni principali: il progetto missionario occidentale di Paolo, espresso nella Lettera ai Romani, con Roma come base di azione e l'Hispania come campo apostolico (Reimund Bieringer, Michel Quesnel, Nicholas T. Wright, Eddie Adams); le questioni legali relative al processo di Paolo e i problemi con le autorità romane durante il ministero dell'apostolo (Loveday Alexander, Agustí Borrell, Heike Omerzu, Friedrich W. Horn); le fonti canoniche e non canoniche sugli ultimi anni della vita di Paolo, a partire dal biennio romano (Tobias Nicklas, Benoît Standaert, Rainer Riesner, Jens Herzer).
In ciascun blocco, l'analisi della questione principale veniva completata da alcuni temi che aiutavano a esaminarla: gli ebrei e i cristiani a Roma sotto Nerone (Karl-Wilhelm Niebuhr, Erich S. Gruen, Peter Lampe, Peter Oakes); le procedure e le pene legali relative a cittadini romani nel i secolo (Bernardo Santalucia, Juan Chapa, Valerio Marotta, John G. Cook); l'attività letteraria e missionaria di Paolo durante il processo romano: la Lettera ai Filippesi (Udo Schnelle, Daniel Gerber) e il viaggio in Hispania (Christos Karakolis e chi scrive). Nella parte finale del congresso è stata esaminata la tradizione romana della morte di Paolo dal punto di vista documentale e archeologico (Lucrezia Spera, Angelo di Berardino e Romano Penna). Gli atti saranno pubblicati in lingua inglese dalla casa editrice Mohr Siebeck (Tubinga, Germania) nel 2014.
Come possiamo ricostruire gli ultimi anni della vita di Paolo, dal momento in cui termina il biennio romano di prigionia mitigata dell'apostolo sotto custodia militare (Atti degli apostoli, 28, 16 e 30)? La soluzione più radicale è quella della sua condanna a morte e della sua immediata esecuzione, decretate dal tribunale imperiale a cui Paolo si era rivolto (Atti degli apostoli, 25, 11). Tuttavia a questa soluzione si possono fare tre obiezioni. In primo luogo, le testimonianze scritte: la prima lettera di Clemente (5, 5-7), secondo la quale Paolo sarebbe giunto «ai limiti dell'Occidente» -- questa frase, scritta a Roma, può indicare solo un territorio più in là di Roma -- e il Canone muratoriano (35-39), altro documento romano, secondo il quale Paolo avrebbe viaggiato «dall'Urbe in Hispania».
È indubbio che nella Roma del ii secolo esistesse la tradizione del viaggio ispanico di Paolo. È quindi evidente che su questo punto il pondus della prova ricade su coloro che scelgono di negare la validità di queste due informazioni.
In secondo luogo, come ha indicato Santalucia, è impossibile precisare la natura esatta dell'accusa che determinò la pena capitale per Paolo. È possibile supporre che i suoi accusatori (cfr. Atti degli apostoli, 24, 5) volessero incolparlo di seditio, ovvero di maiestas principis, per avere incitato la folla, e questa accusa avrebbe significato per Paolo la pena di morte se il procedimento si fosse svolto sotto Festo, governatore della Giudea, nella forma ordinaria. Ma non fu così.
Paolo si era rivolto a Cesare, e a Roma i tribunali imperiali adeguavano le pene alla gravità delle imputazioni, senza sottoporre necessariamente gli accusati alla lex Iulia de maiestate. È interessante ricordare a questo proposito che Gallione, proconsole dell'Acaia, si tirò fuori di fronte alle accuse mosse contro l'apostolo (cfr. Atti degli apostoli, 18, 14-15).
In terzo luogo ci sono le informazioni di 1 Clemente, v, 6, secondo cui Paolo fu «esiliato» (phygadeutheis) in un'occasione, e in un'altra fu «lapidato» (cfr. anche 2 Corinzi, 11, 25). Questa notizia coincide perfettamente con una delle pene a cui erano condannati quanti erano accusati di essere una minaccia, di maggiore o minore entità, per la stabilità dell'impero.
Nell'anno 62, terminato il biennio romano -- durante il quale Paolo potrebbe aver scritto la Lettera ai Filippesi -- la legge obbligava gli accusatori (prosecutores), in questo caso il Sinedrio di Gerusalemme, a presentarsi e a far pronunciare la sentenza contro l'apostolo. La sentenza fu l'esilio, ma non come per Archelao o Erode Antipa, che subirono la deportatio permanente nelle Gallie e in Hispania, con confisca dei beni e perdita del loro status politico. Paolo fu condannato a una relegatio mitigata, che consisteva in un esilio temporaneo fuori Roma -- e lontano dall'est dell'impero, da dove provenivano le accuse -- senza la perdita di beni e della sua condizione di cittadino romano, e con la possibilità di scegliere il luogo in cui vivere. È molto probabile che Paolo abbia scelto Tarraco. Ci troviamo nell'estate-autunno dell'anno 62.
La permanenza di Paolo a Tarragona sarebbe durata alcuni mesi o anni, tanti quanti indicava la sentenza del tribunale imperiale, ma la sua missione, svolta in condizioni di grande precarietà, dovette ottenere risultati molto limitati. L'apostolo tornò a Roma, dove fu costretto a presentarsi di nuovo dinanzi al tribunale imperiale -- il che non significa dinanzi a Nerone -- e questa volta sì, fu condannato a morte (cfr. 2 Timoteo, 4, 16-18).
Non conosciamo il verdetto, ma se dobbiamo aggiungere un altro biennio a quello romano, arriviamo all'estate-autunno del 64, nel periodo della terribile persecuzione di Nerone contro i cristiani romani (cfr. 1 Clemente, vi). Come ha spiegato Cook, lo status di cittadino romano di Paolo non significa necessariamente che sia stato decapitato, sebbene fosse questa la forma più comune di esecuzione dei cittadini romani. Il suo corpo, dal bosco di Aquas Salvias, luogo dell'esecuzione, fu portato nel cimitero sulla via Ostiense, dove, già a metà del ii secolo, era stato eretto un tropaeum che contrassegnava la tomba di Paolo apostolo e martire.
*Preside della Facoltà di Teologia della Catalogna (Barcellona)
(©L'Osservatore Romano 17luglio 2013)
IL VANGELO DEL GIORNO
CALENDARIO ROMANO
Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-27.
In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
CALENDARIO AMBROSIANO
Dal Vangelo secondo Luca 10,17-24.
I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore.
Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare.
Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto.
Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».
E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete.
Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono».
LETTURE DEL GIORNO
CALENDARIO ROMANO
Libro della Genesi 46,1-7.28-30.
Israele dunque levò le tende con quanto possedeva e arrivò a Bersabea, dove offrì sacrifici al Dio di suo padre Isacco.
Dio disse a Israele in una visione notturna: "Giacobbe, Giacobbe!". Rispose: "Eccomi!".
Riprese: "Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché laggiù io farò di te un grande popolo.
Io scenderò con te in Egitto e io certo ti farò tornare. Giuseppe ti chiuderà gli occhi".
Giacobbe si alzò da Bersabea e i figli di Israele fecero salire il loro padre Giacobbe, i loro bambini e le loro donne sui carri che il faraone aveva mandati per trasportarlo.
Essi presero il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistati nel paese di Cànaan e vennero in Egitto; Giacobbe cioè e con lui tutti i suoi discendenti;
i suoi figli e i nipoti, le sue figlie e le nipoti, tutti i suoi discendenti egli condusse con sé in Egitto.
Ora egli aveva mandato Giuda avanti a sé da Giuseppe, perché questi desse istruzioni in Gosen prima del suo arrivo. Poi arrivarono al paese di Gosen.
Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì in Gosen incontro a Israele, suo padre. Appena se lo vide davanti, gli si gettò al collo e pianse a lungo stretto al suo collo.
Israele disse a Giuseppe: "Posso anche morire, questa volta, dopo aver visto la tua faccia, perché sei ancora vivo".
Salmi 37(36),3-4.18-19.27-28.39-40.
Confida nel Signore e fà il bene; abita la terra e vivi con fede.
Cerca la gioia del Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore.
Conosce il Signore la vita dei buoni, la loro eredità durerà per sempre.
Non saranno confusi nel tempo della sventura e nei giorni della fame saranno saziati.
Stà lontano dal male e fà il bene, e avrai sempre una casa.
Perché il Signore ama la giustizia e non abbandona i suoi fedeli; gli empi saranno distrutti per sempre e la loro stirpe sarà sterminata.
La salvezza dei giusti viene dal Signore,
nel tempo dell'angoscia è loro difesa;
il Signore viene in loro aiuto e li scampa,
li libera dagli empi e dà loro salvezza,
perché in lui si sono rifugiati.
CALENDARIO AMBROSIANO
Primo libro di Samuele 18,1-9.
Quando Davide ebbe finito di parlare con Saul, l'anima di Giònata s'era già talmente legata all'anima di Davide, che Giònata lo amò come se stesso.
Saul in quel giorno lo prese con sé e non lo lasciò tornare a casa di suo padre.
Giònata strinse con Davide un patto, perché lo amava come se stesso.
Giònata si tolse il mantello che indossava e lo diede a Davide e vi aggiunse i suoi abiti, la sua spada, il suo arco e la cintura.
Davide riusciva in tutti gli incarichi che Saul gli affidava, così che Saul lo pose al comando dei guerrieri ed era gradito a tutto il popolo e anche ai ministri di Saul.
Al loro rientrare, mentre Davide tornava dall'uccisione del Filisteo, uscirono le donne da tutte le città d'Israele a cantare e a danzare incontro al re Saul, accompagnandosi con i timpani, con grida di gioia e con sistri.
Le donne danzavano e cantavano alternandosi : "Saul ha ucciso i suoi mille, Davide i suoi diecimila".
Saul ne fu molto irritato e gli parvero cattive quelle parole. Diceva: "Hanno dato a Davide diecimila, a me ne hanno dato mille. Non gli manca altro che il regno".
Così da quel giorno in poi Saul si ingelosì di Davide.
Salmi 57(56),2-4.6.11.
Pietà di me, pietà di me, o Dio,
in te mi rifugio;
mi rifugio all'ombra delle tue ali
finché sia passato il pericolo.
Invocherò Dio, l'Altissimo,
Dio che mi fa il bene.
Mandi dal cielo a salvarmi
dalla mano dei miei persecutori,
Dio mandi la sua fedeltà e la sua grazia.
Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria,
perché la tua bontà è grande fino ai cieli,
e la tua fedeltà fino alle nubi.