martedì 30 settembre 2014

Benedetto XVI alla Festa dei nonni in Piazza San Pietro (YouTube)




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Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo alcune fra le immagini più significative della partecipazione di Benedetto XVI alla "Festa dei nonni" in Piazza San Pietro (28 settembre 2014).

domenica 28 settembre 2014

Benedetto XVI ai giovani di Genova: la bontà in persona è Gesù Cristo. Quel Gesù che voi conoscete o che il vostro cuore cerca. Lui è l’Amico che non tradisce mai, fedele fino al dono della vita in croce. Arrendetevi al suo amore! (YouTube)




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Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo una vera "chicca" :-)
Il 18 maggio 2008 Benedetto XVI incontrava, a Genova, una folla di giovani.
Bellissimo ed intenso il discorso del Papa (in gran parte "a braccio") con parole commoventi e sempre attuali. E' bello riascoltare le sue parole proprio nei giorni in cui si festeggiano tutti i nonni, i nostri "angeli custodi". Come diceva Lino Banfi, Benedetto è il "nonno del mondo" :-)
Il discorso integrale e' consultabile qui.



Rileggiamo:


Carissimi giovani,
purtroppo la pioggia mi perseguita in questi giorni, ma prendiamola come segno di benedizione, di fecondità per la terra, anche come simbolo dello Spirito Santo che viene e rinnova la terra, anche la terra arida delle nostre anime. Voi siete la giovinezza di Genova! Felice di vedervi qui! Vi abbraccio con il cuore di Cristo! Ringrazio i due rappresentanti che si sono fatti vostri "portavoce". E ringrazio tutti voi per tutto il lavoro di preparazione, non solo esteriore, ma soprattutto spirituale: con l’adorazione eucaristica, la veglia di preghiera, così realmente siete andati incontro allo Spirito Santo e, nello Spirito, entrate nella festa della Santissima Trinità, che celebriamo oggi. Grazie per questo cammino che avete fatto!
E vi ringrazio per quell’entusiasmo che deve sempre caratterizzare la vostra anima non solo negli anni giovanili, pieni di aspettative e di sogni, ma sempre, anche quando gli anni della giovinezza saranno passati e sarete chiamati a vivere altre stagioni. Ma nel cuore dobbiamo tutti rimanere giovani! E’ bello essere giovani ed oggi tutti vogliono essere giovani, rimanere giovani, e si mascherano da giovani, anche se il tempo della giovinezza è passato, visibilmente passato. E mi domando – ho riflettuto – perché è bello essere giovani? Perché il sogno della perenne giovinezza?
Mi sembra che ci siano due elementi determinanti. La gioventù ha ancora tutto il futuro davanti a sé, tutto è futuro, tempo di speranza. Il futuro è pieno di promesse. Ad essere sinceri, dobbiamo dire che per molti il futuro è anche oscuro, pieno di minacce. Non si sa: troverò un posto di lavoro? troverò una casa? troverò l’amore? che sarà il mio vero futuro? E davanti a queste minacce, il futuro può anche apparire come un grande vuoto. Perciò oggi, non pochi vogliono arrestare il tempo, per paura di un futuro nel vuoto. Vogliono subito consumare tutte le bellezze della vita. E così l’olio nella lampada è consumato, quando comincerebbe la vita. Perciò è importante scegliere le vere promesse, che aprono al futuro, anche con rinunce. Chi ha scelto Dio, ancora nella vecchiaia ha un futuro senza fine e senza minacce davanti a sé. Quindi, è importante scegliere bene, non distruggere il futuro. E la prima scelta fondamentale deve essere Dio, Dio rivelatosi nel Figlio Gesù Cristo, e nella luce di questa scelta, che ci offre allo stesso tempo una compagnia nel cammino, una compagnia affidabile che non mi lascia mai, nella luce di questa scelta si trovano i criteri per le altre scelte necessarie.
Essere giovane implica essere buono e generoso. E di nuovo la bontà in persona è Gesù Cristo. Quel Gesù che voi conoscete o che il vostro cuore cerca. Lui è l’Amico che non tradisce mai, fedele fino al dono della vita in croce. Arrendetevi al suo amore! Come portate scritto sulle magliette preparate per questo incontro: "scioglietevi" davanti a Gesù, perché solo Lui può sciogliere le vostre ansie e i vostri timori e colmare le vostre attese.
Egli ha dato la vita per noi, per ciascuno di noi. Potrebbe mai tradire la vostra fiducia? Potrebbe Egli condurvi per sentieri sbagliati? Le sue sono le vie della vita, quelle che portano ai pascoli dell’anima, anche se salgono verso l’alto e sono ardite. E’ la vita spirituale che vi invito a coltivare, cari amici. Gesù ha detto: "Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla" (Gv 15, 5).


Gesù non fa giri di parole, è chiaro e diretto. Tutti lo comprendono e prendono posizione. La vita dell’anima è incontro con Lui, Volto concreto di Dio; è preghiera silenziosa e perseverante, è vita sacramentale, è Vangelo meditato, è accompagnamento spirituale, è appartenenza cordiale alla Chiesa, alle vostre comunità ecclesiali.

Ma come si può amare, entrare in amicizia con chi non si conosce? La conoscenza spinge all’amore e l’amore stimola la conoscenza. E’ così anche con Cristo. Per trovare l’amore con Cristo, per trovarlo realmente come compagno della nostra vita, dobbiamo innanzitutto conoscerlo. Come quei due discepoli che lo seguono dopo le parole del Battista e dicono in modo timido: "Rabbì, dove abiti?", vogliono conoscerlo da vicino. E’ lo stesso Gesù che, parlando con i discepoli, distingue: "Chi dice la gente chi io sia", riferendosi a coloro che lo conoscono da lontano, per così dire, "di seconda mano", e "Chi dite voi chi io sia?", riferendosi a coloro che lo conoscono "di prima mano", avendo vissuto con Lui, essendo entrati realmente nella sua vita personalissima fino ad essere testimoni della sua orazione, del suo dialogo con il Padre. Così anche per noi è importante non ridurci semplicemente alla superficialità dei tanti che hanno sentito qualcosa di Lui - che era una grande personalità ecc. - ma entrare in una relazione personale per conoscerlo realmente. E questo esige la conoscenza della Scrittura, dei Vangeli soprattutto, dove il Signore parla con noi. Non sempre sono facili queste parole, ma entrando in esse, entrando in dialogo, bussando alla porta delle parole, dicendo al Signore "Aprimi", troviamo realmente parole di vita eterna, parole vive per oggi, attuali come lo erano in quel momento e come lo saranno in futuro. Questo colloquio con il Signore nella Scrittura deve essere sempre anche un colloquio non solo individuale, ma comunionale, nella grande comunione della Chiesa, dove Cristo è sempre presente, nella comunione della liturgia, dell’incontro personalissimo della Santa Eucaristia e del sacramento della Riconciliazione, dove il Signore dice a me "Ti perdono". E anche un cammino molto importante è aiutare i poveri bisognosi, avere tempo per l’altro.
Ci sono tante dimensioni per entrare nella conoscenza di Gesù. Naturalmente anche le vite dei Santi. Avete tanti Santi qui in Liguria, a Genova, che ci aiutano a trovare il vero volto di Gesù. Solo così, conoscendo personalmente Gesù, possiamo anche comunicare questa nostra amicizia agli altri. Possiamo superare l’indifferenza. Perché anche se appare invincibile – in effetti, qualche volta l’indifferenza sembra che non abbia bisogno di un Dio - in realtà, tutti sanno che qualcosa manca nella loro vita. Solo avendo scoperto Gesù, si rendono conto: "Era questo che aspettavo". E noi, quanto più siamo realmente amici di Gesù, tanto più possiamo aprire il cuore anche agli altri, perchè anche loro diventino veramente giovani, avendo cioè davanti a sé un grande futuro.
Al termine del nostro incontro avrò la gioia di consegnare il Vangelo ad alcuni di voi come segno di un mandato missionario. Andate, carissimi giovani, negli ambienti di vita, nelle vostre parrocchie, nei quartieri più difficili, nelle strade! Annunciate Cristo Signore, speranza del mondo.


Quanto più l’uomo si allontana da Dio, la sua Sorgente, tanto più smarrisce se stesso, la convivenza umana diventa difficile, e la società si sfalda.
State uniti tra voi, aiutatevi a vivere e a crescere nella fede e nella vita cristiana, per poter essere testimoni arditi del Signore. State uniti, ma non rinchiusi. Siate umili, ma non pavidi. Siate semplici, ma non ingenui. Siate pensosi, ma non complicati. Entrate in dialogo con tutti, ma siate voi stessi.


Restate in comunione con i vostri Pastori: sono ministri del Vangelo, della divina Eucaristia, del perdono di Dio. Sono per voi padri e amici, compagni della vostra strada. Voi avete bisogno di loro, e loro – noi tutti – abbiamo bisogno di voi.

Ciascuno di voi, cari giovani, se resta unito a Cristo e alla Chiesa può compiere grandi cose. E’ questo l’augurio che vi lascio come una consegna. Do un arrivederci a Sydney a quanti tra voi si sono iscritti a partecipare all’Incontro mondiale di luglio, e lo estendo a tutti, perché chiunque potrà seguire l’evento anche da qui. So che in quei giorni le diocesi organizzeranno appositamente dei momenti comunitari, perché vi sia veramente una nuova Pentecoste sui giovani del mondo intero. Vi affido alla Vergine Maria, modello di disponibilità e di umile coraggio nell’accogliere la missione del Signore. Imparate da Lei a fare della vostra vita un "sì" a Dio! Così Gesù verrà ad abitare in voi, e lo porterete con gioia a tutti. Con la mia Benedizione!


Libreria Editrice Vaticana 2008

Sinodo, card. Burke: si è creata una situazione in cui la gente si attende grandi cambiamenti, che però non potranno esserci (Matzuzzi)

Clicca qui per leggere l'articolo.
Quello di creare grandi aspettative che poi potrebbero andare deluse è sempre un rischio legato alla "mediatizzazione" di una istituzione.  
Buona domenica a tutti :-)

venerdì 26 settembre 2014

Pedofilia e Chiesa: il ruolo chiave di Papa Ratzinger (Abbate)

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Alessia.
Da sottoscrivere le considerazioni fatte da Abbate. Non condivido però la chiosa.

giovedì 25 settembre 2014

Il Papa, gli abusi, e Danneels. Monumentale commento di Marco Tosatti

Clicca qui per leggere il commento.
Con sommo piacere constatiamo che esistono ancora persone coraggiose che non hanno paura di dire la verità!
R.

Il lato oscuro del Cardinale. George Pell conta sempre di più. Ma l’inchiesta sui preti pedofili fa traballare il suo potere (Fittipaldi)

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci da un amico del blog.
Lupus in fabula...si ricollega perfettamente al post precedente. E dire che non l'avevo letto prima di scrivere il commento :-)
Giornaloni...vogliamo commentare?
R.

Come i mass media costruiscono il "mito" della tolleranza zero contro la pedofilia omettendo certi particolari (Raffaella)

Cari amici,
in questi giorni abbiamo letto di arresti di EX arcivescovi dentro il Vaticano e di rimozioni di vescovi colpevoli di coperture nei confronti di preti pedofili.
Giornali e tv non hanno fatto che rilanciare queste notizie quasi si fosse di fronte ad una assoluta novità.
Mi preme ricordare a tutti che il campione antipedofilia ha un nome ed un cognome: Joseph Ratzinger, cardinale e Papa.
Qualcuno ha fatto cenno nei propri articoli al fatto che fu Benedetto XVI a mettere il dito nella piaga degli abusi ma spesso si tratta di "citazioni dovute", quasi fosse un fastidio.
Altri giornalisti, al contrario, evitano accuratamente di citare il campione antipedofilia o, peggio, lo denigrano proponendo paragoni impossibili e francamente vergognosi. Anche questo mi è toccato leggere stamattina...
Mi rincresce ma la storia di Benedetto XVI e la sua lotta contro la pedofilia nella chiesa parlano per lui.
Leggo commenti entusiastici sul fatto che sia stato rimosso un vescovo colpevole di avere coperto abusi. Ma è forse la prima volta? Quanti vescovi ha rimosso Papa Ratzinger nel silenzio dei media?
Ora ogni decisione viene accompagnata dal rullo di tamburi ma non dimentichiamoci di chi ha agito senza che nessuno, nella chiesa o fuori, gli dicesse anche un semplice grazie! Anzi! Dovremmo ricordare tutti quali e quanti ostacoli Benedetto incontrò per fare pulizia di quella sporcizia che egli stesso denunciò nella Via Crucis del 2005.
Consiglierei a tutti di non cadere nel ridicolo esaltando la decisione di rimuovere un vescovo accusato di coperture.
C'è una nomina al sinodo che NESSUNO si degna di commentare. C'è un nome che fece scalpore nel 2010 e che addirittura si voleva rimuovere dall'elenco dei partecipanti al conclave del 2013.
Perché tacere? Perché non commentare quella nomina?
Due pesi e due misure? Direi piuttosto: due macigni e due misure!
R.

martedì 23 settembre 2014

Benedetto XVI: La donna samaritana faceva ampio uso della sua libertà e tuttavia non diventava più libera, anzi diventava più vuota (YouTube)

Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo e riascoltiamo queste due autentiche "chicche": in occasione della visita ad una parrocchia del quartiere Testaccio a Roma Benedetto XVI tenne una bellissima omelia ed un commovente discorso "a braccio", basati entrambi sul Vangelo del Giorno: l'incontro fra Gesù e la donna samaritana.
R.




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lunedì 22 settembre 2014

Benedetto XVI spiega le parole di Gesù sul matrimonio. Angelus 8 ottobre 2006 (YouTube)




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In occasione dell'Angelus dell'8 ottobre 2006, Benedetto XVI spiegò il passo del Vangelo con le parole che Gesù dedicò al matrimonio.

Ecco il testo integrale:


BENEDETTO XVI


ANGELUS


Piazza San Pietro
Domenica, 8 ottobre 2006

Cari fratelli e sorelle!




In questa domenica, il Vangelo ci presenta le parole di Gesù sul matrimonio. A chi gli domandava se fosse lecito al marito ripudiare la propria moglie, come prevedeva un precetto della legge mosaica (cfr Dt 24, 1), Egli rispose che quella era una concessione fatta da Mosè a motivo della "durezza del cuore", mentre la verità sul matrimonio risaliva "all'inizio della creazione", quando "Dio - come sta scritto nel Libro della Genesi - li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola" (Mc 10, 6-7; cfr Gn 1, 27; 2, 24). E Gesù aggiunse: "Sicché non sono più due, ma una carne sola. L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto" (Mc 10, 8-9). È questo il progetto originario di Dio, come ha ricordato anche il Concilio Vaticano II nella Costituzione Gaudium et spes: "L'intima comunione di vita e di amore coniugale, fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie, è stabilita dal patto coniugale... Dio stesso è l'autore del matrimonio" (n. 48).


Il mio pensiero va a tutti gli sposi cristiani: ringrazio con loro il Signore per il dono del Sacramento del matrimonio, e li esorto a mantenersi fedeli alla loro vocazione in ogni stagione della vita, "nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia", come hanno promesso nel rito sacramentale. Consapevoli della grazia ricevuta, possano i coniugi cristiani costruire una famiglia aperta alla vita e capace di affrontare unita le molte e complesse sfide di questo nostro tempo. C'è oggi particolarmente bisogno della loro testimonianza. C'è bisogno di famiglie che non si lascino travolgere da moderne correnti culturali ispirate all'edonismo e al relativismo, e siano pronte piuttosto a compiere con generosa dedizione la loro missione nella Chiesa e nella società.


Nell'Esortazione apostolica Familiaris consortio, il servo di Dio Giovanni Paolo II ha scritto che "il sacramento del matrimonio costituisce i coniugi e i genitori cristiani testimoni di Cristo "fino agli estremi confini della terra", veri e propri "missionari" dell'amore e della vita" (cfr n. 54). Questa missione è diretta sia all'interno della famiglia - specialmente nel servizio reciproco e nell'educazione dei figli -, sia all'esterno: la comunità domestica, infatti, è chiamata ad essere segno dell'amore di Dio verso tutti. È missione, questa, che la famiglia cristiana può portare a compimento solo se sorretta dalla grazia divina. Per questo è necessario pregare senza mai stancarsi e perseverare nel quotidiano sforzo di mantenere gli impegni assunti il giorno del matrimonio. Su tutte le famiglie, specialmente su quelle in difficoltà, invoco la materna protezione della Madonna e del suo sposo Giuseppe. Maria, Regina della famiglia, prega per noi!


© Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana



Benedetto XVI: I figli, per essere istruiti ed educati, hanno bisogno di genitori determinati e certi che, in modo diverso, concorrono alla loro educazione. Ora è questo principio che la pratica del divorzio sta minando e compromettendo con la cosiddetta famiglia allargata e mutevole, che moltiplica i "padri" e le "madri" e fa sì che oggi la maggior parte di coloro che si sentono "orfani" non siano figli senza genitori, ma figli che ne hanno troppi

Clicca qui per rileggere il discorso tenuto da Benedetto XVI il 25 settembre 2009 ai vescovi brasiliani in visita ad limina.
Rileggiamo insieme alcuni punti fondamentali della dottrina cattolica.


"Desidero parlavi oggi del primo di questi cammini: la famiglia basata sul matrimonio, come "alleanza coniugale nella quale l'uomo e la donna si danno e si ricevono" (cfr. Gaudium et spes, n. 48). Istituzione naturale confermata dalla legge divina, la famiglia è ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione ed educazione della prole, che costituisce il suo coronamento (cfr. Ibidem, n. 48). Ponendo in discussione tutto ciò, vi sono forze e voci nella società attuale che sembrano impegnate a demolire la culla naturale della vita umana. I vostri resoconti e i nostri colloqui individuali hanno ripetutamente affrontato questa situazione di assedio alla famiglia, con la vita che esce sconfitta da numerose battaglie; tuttavia è incoraggiante percepire che, nonostante tutte le influenze negative, il popolo dei vostri Regionais Nordeste 1 e Nordeste 4, sostenuto dalla sua caratteristica pietà religiosa e da un profondo senso di solidarietà fraterna, continua a essere aperto al Vangelo della Vita".


"Tuttavia, mentre la Chiesa paragona la vita umana con la vita della Santissima Trinità - prima unità di vita nella pluralità delle persone - e non si stanca di insegnare che la famiglia ha il proprio fondamento nel matrimonio e nel piano di Dio, la coscienza diffusa nel mondo secolarizzato vive nell'incertezza più profonda e tale riguardo, soprattutto da quando le società occidentali hanno legalizzato il divorzio.
L'unico fondamento riconosciuto sembra essere il sentimento, o la soggettività individuale, che si esprime nella volontà di convivere. In questa situazione, diminuisce il numero dei matrimoni, poiché nessuno impegna la propria vita con una premessa tanto fragile e incostante, crescono le unioni di fatto e aumentano i divorzi. In questa fragilità si consuma il dramma di tanti bambini privati del sostegno dei genitori, vittime del malessere e dell'abbandono, e si diffonde il disordine sociale.

La Chiesa non può restare indifferente di fronte alla separazione dei coniugi e al divorzio, di fronte alla rovina delle famiglie e alle conseguenze che il divorzio provoca sui figli. Questi, per essere istruiti ed educati, hanno bisogno di punti di riferimento estremamente precisi e concreti, vale a dire di genitori determinati e certi che, in modo diverso, concorrono alla loro educazione. Ora è questo principio che la pratica del divorzio sta minando e compromettendo con la cosiddetta famiglia allargata e mutevole, che moltiplica i "padri" e le "madri" e fa sì che oggi la maggior parte di coloro che si sentono "orfani" non siano figli senza genitori, ma figli che ne hanno troppi.

Questa situazione, con le inevitabili interferenze e l'incrociarsi di rapporti, non può non generare conflitti e confusioni interne, contribuendo a creare e imprimere nei figli una tipologia alterata di famiglia, assimilabile in un certo senso alla stessa convivenza a causa della sua precarietà.
È ferma convinzione della Chiesa che i problemi che oggi i coniugi incontrano e che debilitano la loro unione, hanno la loro vera soluzione in un ritorno alla solidità della famiglia cristiana, ambito di mutua fiducia, di dono reciproco, di rispetto della libertà e di educazione alla vita sociale. È importante ricordare che, "l'amore degli sposi esige, per sua stessa natura, l'unità e l'indissolubilità della loro comunità di persone che ingloba tutta la loro vita" (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1644). In effetti, Gesù ha detto chiaramente: "l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto" (Mc 10, 9), e ha aggiunto: "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio" (Mc 10, 11-12).
Con tutta la comprensione che la Chiesa può provare dinanzi a simili situazioni, non esistono coniugi di seconda unione, ma solo di prima unione; l'altra è una situazione irregolare e pericolosa, che è necessario risolvere, nella fedeltà a Cristo, trovando con l'aiuto di un sacerdote, un cammino possibile per salvare quanti in essa sono implicati".

domenica 21 settembre 2014

Sul prossimo sinodo sono aperte le scommesse (Magister)

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Laura.
Buona domenica a tutti :-)
R.

sabato 20 settembre 2014

Sinodo: come lo manovro…clamoroso commento di Marco Tosatti

Clicca qui per leggere il commento.
Beh...se il buongiorno si vede dal mattino..

venerdì 19 settembre 2014

Misericordia a corrente alternata (Magister)

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Laura.

giovedì 18 settembre 2014

Chi critica il "nuovo corso" vede il suo posto vacillare? (Tosatti e Magister)

Clicca qui e qui per leggere i due commenti di Marco Tosatti.
Qui per quello di Magister relativo al card. Burke.
Grazie a tutti coloro che mi hanno segnalato gli articoli.
Sono molto dispiaciuta per quanto sta accadendo.
Leggo anche di presunte "tesi" da inchiodare alla porta del Sinodo. Beh, personalmente odio le copie. Preferisco allora la riforma che e' nata a seguito all'opposizione delle tesi.
Cio' che piu' mi sconforta e' la chiosa dell'articolo di Tosatti: "E speriamo che non sia vera l’indiscrezione secondo cui il Papa avrebbe chiesto l’elenco dei vescovi che incardinano nelle loro diocesi i frati Francescani dell’Immacolata che vogliono abbandonare l’ordine dopo il commissariamento e la rieducazione obbligatoria. Ma purtroppo temiamo il contrario".
E mentre lasciano Roma e/o il loro incarico persone che hanno il coraggio di parlare chiaro, giungono nella Capitale, per esempio da Belgio, prelati in grande spolvero.
I primi lasciano Roma accompagnati dalla fanfara dei mass media al grido di "finalmente se ne vanno". I secondi vengono accolti da un imbarazzato (ed imbarazzante) silenzio mediatico.
R.

mercoledì 17 settembre 2014

Benedetto XVI alla curia (2010): Nella visione di sant’Ildegarda, il volto della Chiesa è coperto di polvere, ed è così che noi l’abbiamo visto. Il suo vestito è strappato – per la colpa dei sacerdoti. Così come lei l’ha visto ed espresso, l’abbiamo vissuto in quest’anno. Dobbiamo accogliere questa umiliazione come un’esortazione alla verità e una chiamata al rinnovamento. Solo la verità salva (YouTube)



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Continuano i regali della nostra Gemma. Rivediamo e riascoltiamo una parte di uno dei discorsi più importanti del Pontificato di Papa Benedetto.
Il 20 dicembre 2010 Benedetto XVI tenne il tradizionale discorso alla curia romana in occasione della presentazione degli auguri natalizi. Il 2010 fu un anno terribile per la chiesa con il divampare dello scandalo dei preti pedofili. I crimini furono commessi decenni prima dell'elezione di Benedetto XVI ma i mass media fecero scoppiare il caso in modo eclatante solo dopo il 2005. 
Nel discorso alla curia (il testo integrale) il Papa affrontò senza mezzi termini il problema citando più volte la "profetessa teutonica":Santa Ildegarda di Bingen di cui proprio oggi celebriamo la Memoria.

Rileggiamo il testo:

"“Excita, Domine, potentiam tuam, et veni”: nelle grandi angustie, alle quali siamo stati esposti in quest’anno, tale preghiera di Avvento mi è sempre tornata di nuovo alla mente e sulle labbra. Con grande gioia avevamo iniziato l’Anno sacerdotale e, grazie a Dio, abbiamo potuto concluderlo anche con grande gratitudine, nonostante si sia svolto così diversamente da come ce l’eravamo aspettato. In noi sacerdoti e nei laici, proprio anche nei giovani, si è rinnovata la consapevolezza di quale dono rappresenti il sacerdozio della Chiesa Cattolica, che ci è stato affidato dal Signore. Ci siamo nuovamente resi conto di quanto sia bello che esseri umani siano autorizzati a pronunciare in nome di Dio e con pieno potere la parola del perdono, e così siano in grado di cambiare il mondo, la vita; quanto sia bello che esseri umani siano autorizzati a pronunciare le parole della consacrazione, con cui il Signore attira dentro di sé un pezzo di mondo, e così in un certo luogo lo trasforma nella sua stessa sostanza; quanto sia bello poter essere, con la forza del Signore, vicino agli uomini nelle loro gioie e sofferenze, nelle ore importanti come in quelle buie dell’esistenza; quanto sia bello avere nella vita come compito non questo o quell’altro, ma semplicemente l’essere stesso dell’uomo – per aiutare che si apra a Dio e sia vissuto a partire da Dio. 
Tanto più siamo stati sconvolti quando, proprio in quest’anno e in una dimensione per noi inimmaginabile, siamo venuti a conoscenza di abusi contro i minori commessi da sacerdoti, che stravolgono il Sacramento nel suo contrario: sotto il manto del sacro feriscono profondamente la persona umana nella sua infanzia e le recano un danno per tutta la vita.

In questo contesto, mi è venuta in mente una visione di sant’Ildegarda di Bingen che descrive in modo sconvolgente ciò che abbiamo vissuto in quest’anno. 

Nell’anno 1170 dopo la nascita di Cristo ero per un lungo tempo malata a letto. Allora, fisicamente e mentalmente sveglia, vidi una donna di una bellezza tale che la mente umana non è in grado di comprendere. La sua figura si ergeva dalla terra fino al cielo. Il suo volto brillava di uno splendore sublime. Il suo occhio era rivolto al cielo. Era vestita di una veste luminosa e raggiante di seta bianca e di un mantello guarnito di pietre preziose. Ai piedi calzava scarpe di onice. Ma il suo volto era cosparso di polvere, il suo vestito, dal lato destro, era strappato. Anche il mantello aveva perso la sua bellezza singolare e le sue scarpe erano insudiciate dal di sopra. Con voce alta e lamentosa, la donna gridò verso il cielo: ‘Ascolta, o cielo: il mio volto è imbrattato! Affliggiti, o terra: il mio vestito è strappato! Trema, o abisso: le mie scarpe sono insudiciate!’
E proseguì: ‘Ero nascosta nel cuore del Padre, finché il Figlio dell’uomo, concepito e partorito nella verginità, sparse il suo sangue. Con questo sangue, quale sua dote, mi ha preso come sua sposa.
Le stimmate del mio sposo rimangono fresche e aperte, finché sono aperte le ferite dei peccati degli uomini. Proprio questo restare aperte delle ferite di Cristo è la colpa dei sacerdoti. Essi stracciano la mia veste poiché sono trasgressori della Legge, del Vangelo e del loro dovere sacerdotale. Tolgono lo splendore al mio mantello, perché trascurano totalmente i precetti loro imposti. Insudiciano le mie scarpe, perché non camminano sulle vie dritte, cioè su quelle dure e severe della giustizia, e anche non danno un buon esempio ai loro sudditi. Tuttavia trovo in alcuni lo splendore della verità’.
E sentii una voce dal cielo che diceva: ‘Questa immagine rappresenta la Chiesa. Per questo, o essere umano che vedi tutto ciò e che ascolti le parole di lamento, annuncialo ai sacerdoti che sono destinati alla guida e all’istruzione del popolo di Dio e ai quali, come agli apostoli, è stato detto: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura»’ (Mc 16,15)” (Lettera a Werner von Kirchheim e alla sua comunità sacerdotale: PL 197, 269ss).

Nella visione di sant’Ildegarda, il volto della Chiesa è coperto di polvere, ed è così che noi l’abbiamo visto. Il suo vestito è strappato – per la colpa dei sacerdoti. Così come lei l’ha visto ed espresso, l’abbiamo vissuto in quest’anno. Dobbiamo accogliere questa umiliazione come un’esortazione alla verità e una chiamata al rinnovamento. Solo la verità salva. 

Dobbiamo interrogarci su che cosa possiamo fare per riparare il più possibile l’ingiustizia avvenuta. Dobbiamo chiederci che cosa era sbagliato nel nostro annuncio, nell’intero nostro modo di configurare l’essere cristiano, così che una tale cosa potesse accadere. Dobbiamo trovare una nuova risolutezza nella fede e nel bene. Dobbiamo essere capaci di penitenza. Dobbiamo sforzarci di tentare tutto il possibile, nella preparazione al sacerdozio, perché una tale cosa non possa più succedere. È questo anche il luogo per ringraziare di cuore tutti coloro che si impegnano per aiutare le vittime e per ridare loro la fiducia nella Chiesa, la capacità di credere al suo messaggio. Nei miei incontri con le vittime di questo peccato, ho sempre trovato anche persone che, con grande dedizione, stanno a fianco di chi soffre e ha subito danno. È questa l’occasione per ringraziare anche i tanti buoni sacerdoti che trasmettono in umiltà e fedeltà la bontà del Signore e, in mezzo alle devastazioni, sono testimoni della bellezza non perduta del sacerdozio.
Siamo consapevoli della particolare gravità di questo peccato commesso da sacerdoti e della nostra corrispondente responsabilità. Ma non possiamo neppure tacere circa il contesto del nostro tempo in cui è dato vedere questi avvenimenti. Esiste un mercato della pornografia concernente i bambini, che in qualche modo sembra essere considerato sempre più dalla società come una cosa normale. La devastazione psicologica di bambini, in cui persone umane sono ridotte ad articolo di mercato, è uno spaventoso segno dei tempi. Da Vescovi di Paesi del Terzo Mondo sento sempre di nuovo come il turismo sessuale minacci un’intera generazione e la danneggi nella sua libertà e nella sua dignità umana. L’Apocalisse di san Giovanni annovera tra i grandi peccati di Babilonia – simbolo delle grandi città irreligiose del mondo – il fatto di esercitare il commercio dei corpi e delle anime e di farne una merce (cfr Ap 18,13). In questo contesto, si pone anche il problema della droga, che con forza crescente stende i suoi tentacoli di polipo intorno all’intero globo terrestre – espressione eloquente della dittatura di mammona che perverte l’uomo. Ogni piacere diventa insufficiente e l’eccesso nell’inganno dell’ebbrezza diventa una violenza che dilania intere regioni, e questo in nome di un fatale fraintendimento della libertà, in cui proprio la libertà dell’uomo viene minata e alla fine annullata del tutto.
Per opporci a queste forze dobbiamo gettare uno sguardo sui loro fondamenti ideologici. Negli anni Settanta, la pedofilia venne teorizzata come una cosa del tutto conforme all’uomo e anche al bambino. Questo, però, faceva parte di una perversione di fondo del concetto diethos. Si asseriva – persino nell’ambito della teologia cattolica – che non esisterebbero né il male in sé, né il bene in sé. Esisterebbe soltanto un “meglio di” e un “peggio di”. Niente sarebbe in se stesso bene o male. Tutto dipenderebbe dalle circostanze e dal fine inteso. A seconda degli scopi e delle circostanze, tutto potrebbe essere bene o anche male. La morale viene sostituita da un calcolo delle conseguenze e con ciò cessa di esistere. Gli effetti di tali teorie sono oggi evidenti. Contro di esse Papa Giovanni Paolo II, nella sua Enciclica Veritatis splendor del 1993, indicò con forza profetica nella grande tradizione razionale dell’ethoscristiano le basi essenziali e permanenti dell’agire morale. Questo testo oggi deve essere messo nuovamente al centro come cammino nella formazione della coscienza. È nostra responsabilità rendere nuovamente udibili e comprensibili tra gli uomini questi criteri come vie della vera umanità, nel contesto della preoccupazione per l’uomo, nella quale siamo immersi".

Benedetto XVI spiega Santa Ildegarda di Bingen, la "profetessa teutonica" che richiamava le comunità monastiche e il clero a una vita conforme alla loro vocazione (YouTube)



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Cari amici, nel giorno in cui la Chiesa ricorda Santa Ildegarda di Bingen, la cosiddetta "profetessa teutonica", Gemma ci fa un bellissimo regalo proponendoci le due catechesi che Benedetto XVI dedicò a questa grande Santa medievale.
Rivediamo e riascoltiamo, quindi, gli interventi nelle udienze generali del 1° settembre 2010 (Castel Gandolfo) e dell'8 settembre 2010 (Vaticano), nelle quali Benedetto XVI spiegò la vita e le opere di questa Santa medievale a lui molto cara: Ildegarda di Bingen, donna moderna per i suoi tempi. Era istruita, intelligente, conosceva la teologia e la musica ed in generale le arti.
Dotata di un carattere fortissimo, non lesinava critiche severe al clero del suo tempo (ma sono cosi' attuali da sembrare scritte oggi). Le sue visioni sono di una profezia impressionante. Ma lasciamo parlare Benedetto XVI...
Il testo della prima catechesi si trova qui.
Quello della seconda a questo link.
R.

lunedì 15 settembre 2014

I bambini mi guardano (Mastino)

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Gemma.
Buona domenica, amici!
Rivediamo due splendidi video, sempre a proposito di Benedetto XVI e dei bambini che egli ha protetto in tutti i modi anche punendo e cacciando dalla Chiesa chi ne ha abusato e chi ha protetto i carnefici. Un vero campione antiabusi (resterà l'unico del quale la Storia potra' parlare in questo modo). E intanto arriva la tragica notizia della terza decapitazione di un terzo ostaggio da parte di terroristi islamici. Una preghiera speciale per tutte le vittime e per i nostri fratelli cristiani perseguitati in tante parti del mondo.
R.






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Regnante ed "emerito". L'enigma dei due papi (Magister). Riflessioni (R.)

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Laura.
In tutta franchezza penso che siamo di fronte ad un "falso" problema. Sia chiaro: la teologia ed il diritto canonico sono materie fondamentali ma il cattolico "comune" sa da sempre (o dovrebbe sapere) che nella Chiesa non possono esistere due Papi contemporaneamente.
Lo si impara a scuola studiando la storia e lo si apprende (o lo si dovrebbe apprendere) al corso di catechismo per la Prima Comunione.
Non c'e' alcun dubbio sulla validità della rinuncia di Benedetto XVI come non ci sono dubbi sulla validità del Conclave del 2013.
So che alcuni pensano che Papa Benedetto sia stato forzato alle dimissioni grazie ad una sottile "pressione psicologica". Se fosse cosi' le conseguenze sarebbero devastanti, ma noi non abbiamo alcun motivo di dubitare delle sue parole. Ha affermato che la sua rinuncia e' stata libera. Nessun dubbio quindi.
Il cattolico comune distingue fra il Papa regnante ed il Papa emerito e non si crea troppi problemi di interpretazione dell'aggettivo "emerito".
Questo tipo di discussione va benissimo ma sul piano accademico. Sul piano "pratico" non ci sono dubbi sul fatto che il Papa sia uno solo.
Certo! Io ritengo che sia uno "spreco" indicibile che Benedetto XVI risieda in Vaticano ma non possa alimentare la nostra ragione ed il nostro cuore con la sua parola, ma la decisione e' stata sua.
La contrapposizione fra Papi?
Questo problema c'e' in ogni caso e non e' certo dovuta al fatto che ci sia un Papa "dimissionario". Il confronto ci sarebbe stato comunque, anche se Papa Benedetto fosse tornato alla Casa del Padre, cosa che per fortuna non è accaduta.
Certo! Di solito il Papa migliore e' sempre quello defunto. Oggi invece e' quello regnante, ma questo e' tutto un altro discorso ed attiene all'incoerenza dei mass media che avrebbero, tanto per fare un esempio, azzannato Papa Ratzinger se avesse nominato un determinato cardinale al Sinodo ed invece fanno "orecchi da mercante" da una settimana.
Il consenso mediatico intorno al Papa regnante risolve ogni problema di contrapposizione o sbaglio?
Certo...ci sono (poche) voci critiche ma riguardano certe decisioni e certi atteggiamenti. Nulla hanno a che fare con la circostanza, prettamente storica, che in Vaticano coesistano un Papa ed un Papa emerito.
Personalmente ci sono questioni che non comprendo e soffro quando leggo di decisioni che contraddicono cio' per cui anche io, nel mio piccolo, ho combattuto, ma questo mio sentimento non c'entra nulla con la rinuncia di Papa Benedetto.
R.

domenica 14 settembre 2014

Due anni fa Benedetto XVI firmava l'esortazione apostolica Ecclesia in Medio Oriente




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Il 14 settembre 2012, presso la Basilica di San Paolo ad Harissa (Libano), Benedetto XVI firmava l'esortazione apostolica Ecclesia in Medio Oriente che avrebbe consegnato due giorni dopo a Beirut.
Rileggiamo quel testo fondamentale (soprattutto alla luce di quanto sta accadendo in Medio Oriente) e riviviamo, grazie a Gemma, alcuni dei momenti piu' significativi di quel viaggio.
R.

sabato 13 settembre 2014

Oggi c'è ancora qualcuno che si chiede SE Benedetto XVI a Ratisbona avesse ragione...

Clicca qui per leggere l'articolo.
Ricordo quando il giornalista commentava le udienze generali di Benedetto XVI. Allora mi piaceva molto poi, dal marzo 2013, sono iniziati anche nei suoi articoli i continui confronti ed allora...
Comunque...
Sono d'accordo sul fatto che Ratisbona rappresenta uno spartiacque imprescindibile per la Chiesa, per il suo rapporto con il mondo occidentale e con le altre fedi.
Modestamente rappresenta un punto fermo anche per me: ritornata felicemente e convintamente all'ovile nel 2005, anche a causa di vicende personali che mi hanno avvicinato di più alla fede, ebbi un brusco risveglio proprio nel settembre 2006. Lì per la prima volta capii che cosa significa davvero essere il Successore di Pietro e mi resi conto della profonda differenza fra la Chiesa di Cristo e la chiesa di tanti uomini che hanno preso i voti.
Benedetto XVI non ebbe l'appoggio di alcuno: né dentro né fuori la chiesa perché la lectio di Ratisbona fu considerata subito un inciampo, un incidente, un errore quasi irreparabile.
Partirono quindi la gara a prendere le distanze da quel testo da parte di molti uomini di chiesa (soprattutto cardinali) ed il linciaggio mediatico favorito proprio dall'isolamento del Pontefice.
Ora si comincia a comprendere la profondità e la profezia di quella lectio. Meglio tardi che mai? Non direi proprio, visto che è davvero tardi in tutti i sensi.
Benedetto XVI avrà il giusto riconoscimento dalla storia ma noi tutti dobbiamo e dovremo fare i conti con la sottovalutazione di certe minacce e con il fondamentalismo religioso.
Non conterei molto sul discorso di Strasburgo. Difficile che venga richiamato il testo di Ratisbona (sarebbe una contraddizione fra l'altro...). Si parlerà più probabilmente di questioni sociali e di povertà. Temi importantissimi, per carità, ma le radici cristiane dell'Europa, la lotta al terrorismo, i principi non negoziabili, le questioni etiche che bussano sempre più alla porta della nostra ragione, sono tematiche altrettanto importanti. Da esse dipende il futuro dell'Europa ma anche quello della chiesa cattolica.
R.

venerdì 12 settembre 2014

Selfie, la prima volta di Papa Benedetto XVI




Il primo selfie di Benedetto XVI è insieme ad un seminarista di Posillipo. Il giovane religioso Giuseppe Ricciardi ha così commentato la foto con il pontefice emerito: "Il selfie più bello del mondo!". Lo scatto è stato realizzato da Ricciardi, 23 anni, nel Monastero Mater Ecclesiae. Il chierico del seminario posillipino, retto dai Gesuiti, è stato accompagnato nel Monastero all'interno della Città del Vaticano, dove Ratzinger si è ritirato dopo la rinunzia al pontificato, dal sacerdote casertano Sebastiano Sequino. (Ilaria Urbani, Repubblica Napoli)

12 settembre 2006: lectio di Ratisbona. 12 settembre 2008: discorso al Collège des Bernardins di Parigi




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Cari amici, il 12 settembre e' una data molto importante per il Pontificato di Benedetto XVI perché, a due anni di distanza, tenne due discorsi storici, due pietre miliari per la chiesa: il 12 settembre 2006 ci fu la lectio magistralis di Ratisbona (clicca qui per leggere il testo) e il 12 settembre 2008 il Papa pronunciò il bellissimo discorso al Collège des Bernardins di Parigi (clicca qui per leggere il testo).
Grazie alla nostra Gemma rivediamo e riascoltiamo i due interventi.
R.

giovedì 11 settembre 2014

11 settembre 2001-11 settembre 2014. La preghiera di Benedetto XVI a Ground Zero

Cari amici, oggi è il giorno del ricordo di uno dei fatti più tragici dell'umanità: gli attentati subiti dagli Usa l'11 settembre 2001. Si tratta di uno di quegli eventi scolpiti nella memoria di chi gli ha vissuti anche indirettamente.
Il 20 aprile 2008, in occasione del suo Viaggio Apostolico negli Stati Uniti, Benedetto XVI si recò a Ground Zero per recitare una preghiera in memoria delle migliaia di vittime di quella tragica mattinata di settembre.
Rileggiamo e preghiamo con Papa Benedetto.
R.


PREGHIERA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI



Ground Zero, New York
Domenica, 20 aprile 2008




O Dio dell’amore, della compassione e della riconciliazione,
rivolgi il Tuo sguardo su di noi, popolo di molte fedi e tradizioni diverse,
che siamo riuniti oggi in questo luogo,
scenario di incredibile violenza e dolore.



Ti chiediamo nella Tua bontà
di concedere luce e pace eterna
a tutti coloro che sono morti in questo luogo—
i primi eroici soccorritori:
i nostri vigili del fuoco, agenti di polizia,
addetti ai servizi di emergenza e personale della Capitaneria di Porto,
insieme a tutti gli uomini e le donne innocenti,
vittime di questa tragedia
solo perché il loro lavoro e il loro servizio
li ha portati qui l’11 settembre 2001.


Ti chiediamo, nella Tua compassione
di portare la guarigione a coloro i quali,
a causa della loro presenza qui in quel giorno,
soffrono per le lesioni e la malattia.
Guarisci, anche la sofferenza delle famiglie ancora in lutto
e di quanti hanno perso persone care in questa tragedia.
Concedi loro la forza di continuare a vivere con coraggio e speranza.


Ricordiamo anche coloro
che hanno trovato la morte, i feriti e quanti hanno perso i loro cari
in quello stesso giorno al Pentagono e a Shanksville, in Pennsylvania.
I nostri cuori si uniscono ai loro
mentre la nostra preghiera abbraccia il loro dolore e la loro sofferenza.


Dio della pace, porta la Tua pace nel nostro mondo violento:
pace nei cuori di tutti gli uomini e le donne
e pace tra le Nazioni della terra.
Volgi verso il Tuo cammino di amore
coloro che hanno il cuore e la mente
consumati dall’odio.


Dio della comprensione,
sopraffatti dalla dimensione immane di questa tragedia,
cerchiamo la Tua luce e la Tua guida
mentre siamo davanti ad eventi così tremendi.
Concedi a coloro le cui vite sono state risparmiate
di poter vivere in modo che le vite perdute qui
non siano state perdute in vano.
Confortaci e consolaci,
rafforzaci nella speranza
e concedici la saggezza e il coraggio
di lavorare instancabilmente per un mondo
in cui pace e amore autentici regnino
tra le Nazioni e nei cuori di tutti.


© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana

mercoledì 10 settembre 2014

La nomina di Danneels al Sinodo sulla famiglia e lo sfacciato silenzio dei mass media (Raffaella)

Cari amici, ho cercato nei meandri del web ma non si trova un articolo di commento alla nomina dell'ex primate del Belgio, il card. Danneels, al sinodo per la famiglia in programma il mese prossimo in vaticano.
Non è mia intenzione scagliarmi contro questa persona (del resto...chi sono io per giudicare?) ma mi preme analizzare e denunciare il comportamento dei mass media.
Nel 2010 egli fu coinvolto nello scandalo pedofilia scoppiato in Belgio ed accusato di coperture. Il blog ha tutti gli articoli di allora che qui sotto segnalero'. Addirittura nel 2013, alla vigilia del conclave, molti media insistevano sulla necessita' di escludere tre cardinali elettori per le ragioni elencate di seguito. Fra di loro c'era anche l'ex primate del Belgio che comunque entro' in conclave e ne usci' gioioso per l'elezione avvenuta. Non solo: recitò anche una preghiera alla messa di insediamento come primo dei cardinali presbiteri.
E gia' allora iniziavamo a sentire "puzza di bruciato mediatica" perché gli strali cessarono immediatamente per lui e per un altro cardinale, candidato "giornalistico" all'esclusione dal conclave solo pochi giorni prima e molto attivo su Twitter.
Vi ricordate gli articoli moralistici ed i cronisti "scandalizzati" all'idea che alcuni cardinali potessero scegliere il nuovo papa? Tutto finito nel...dimenticatoio.
Pensavo pero' che non si sarebbe mai arrivati ad una nomina come quella di ieri se non per rispetto contro Benedetto XVI, bersaglio numero uno delle frecce mediatiche.
Si', perché, cari amici, ormai possiamo dirlo: lo scandalo pedofilia scoppiato nel 2010 a livello mondiale aveva (ed ha) un solo bersaglio: Joseph Ratzinger.
Oggi che egli e' fuori dai giochi, è possibile fare ogni tipo di nomina perché nessuno la contestera' mai con buona pace delle vittime che in buona fede protestavano.
L'argomento mi preme in modo del tutto speciale perché questo blog ha costruito un intero dossier sulla lotta alla pedofilia nella chiesa da parte di Ratzinger, cardinale e Papa.
Dispiace constatare che questo lavoro è diventato una risposta ai media e non un modo per aiutare le vittime come Benedetto avrebbe voluto.
Rincresce anche rendersi conto ed avere la prova provata che il Pontificato di Benedetto XVI avrebbe avuto ben altro esito e molte meno difficolta' se i mass media (e chissa' chi altri nella chiesa e fuori...) non avessero deciso a tavolino di mettergli i bastoni fra le ruote fin dal 19 aprile 2005.
La nomina di Danneels...un altro punto di non ritorno per quanto mi riguarda.
Rileggiamo gli articoli che vi propongo di seguito per ricordare il clima di un certo periodo e per verificare quanto i tempi siamo cambiati pur non essendo cambiata una virgola nella chiesa se non la cosiddetta "percezione" della medesima e ovviamente il Papa.
E la domanda sorge spontanea: che cosa sarebbe accaduto se un collaboratore del collaboratore del sostituto di un vicario amico di un conoscente di Papa Benedetto XVI avesse anche solo pensato di nominare Danneels?
R.




LO SPECIALE DEL BLOG SUL CASO PEDOFILIA IN BELGIO (CON GLI ARTICOLI CHE RIGUARDANO LA VICENDA DEL CARDINALE DANNEELS)


ALTRI ARTICOLI:


Col Conclave arriva al pettine il nodo degli abusi, combattuti da Ratzinger tra critiche più o meno velate di importanti esponenti del collegio cardinalizio (Galeazzi)


Scicluna: Votino anche i cardinali discussi ma non li assolvo. In conclave non ci sarà il card. O'Brien (Izzo)


Pedofilia, i cardinali elettori che imbarazzano il Vaticano. Il coraggiosissimo articolo di Franca Giansoldati



Sinodo, Dolan: sui divorziati non si cambia. Bonny (Anversa) contro Paolo VI e Wojtyla (Matzuzzi)

Clicca qui per leggere l'articolo su Dolan e qui per quello riguardante il vescovo di Anversa. Il Belgio, dall'alto delle sue chiese vuote, torna prepotentemente alla ribalda con Bonny e Danneels.
Grazie a Laura per le segnalazioni.

Choc per la nomina del card. Godfried Danneels al Sinodo sulla famiglia

Cari amici, stamattina ho trovato molte segnalazione sulla nomina dell'ex Primate del Belgio al sinodo dei vescovi. Ricordiamo tutti le pressioni esercitate dai media affinché egli non partecipasse al conclave del 2013. Ricordiamo tutti perfettamente il "caso" Belgio con scoperta di tutta una serie di abusi, gli interrogatori, le perquisizioni (anche a casa dell'ex primate). Si arrivò persino a riaprire le tombe di due cardinali defunti.
Sono francamente "sorpresa" per questa nomina, ma soprattutto sono choccata per il possibile e probabile silenzio dei media. Verifichero' in giornata le eventuali reazioni mediatiche e poi tornero' a commentare.
Per ora segnalo:


La strenua lotta del Papa contro la pedofilia nel clero: il "caso Belgio"

lunedì 8 settembre 2014

Benedetto XVI: Se per l’uomo non esiste una verità, egli, in fondo, non può neppure distinguere tra il bene e il male (YouTube)




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Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo e riascoltiamo l'omelia che Benedetto XVI tenne l'8 settembre 2007, a Mariazell. Il testo è da leggere integralmente per l'attualità delle parole del Pontefice e per la ricorrenza di oggi: la Natività della Vergine Maria.
Il testo integrale dell'omelia è consultabile qui.

Oggi la Chiesa celebra la Natività della Beata Vergine Maria: stralci dell'omelia di Benedetto XVI a Mariazell (Austria)

L'8 settembre 2007, in occasione del suo Viaggio Apostolico in Austria, Benedetto XVI celebrò la Santa Messa nella Piazza antistante la Basilica di Mariazell. Pronunciò un'omelia straordinaria che vale la pena leggere per intero a questo link per la sua scottante attualità.
Il testo va meditato integralmente ma vi propongo alcuni stralci:


"Cari fratelli e sorelle,
con il nostro grande pellegrinaggio a Mariazell celebriamo la festa patronale di questo Santuario, la festa della Natività di Maria. Da 850 anni vengono qui persone da vari popoli e nazioni, persone che pregano portando con sé i desideri dei loro cuori e dei loro Paesi, le preoccupazioni e le speranze del loro intimo. Così Mariazell è diventata per l’Austria, e molto al di là delle sue frontiere, un luogo di pace e di unità riconciliata. Qui sperimentiamo la bontà consolatrice della Madre; qui incontriamo Gesù Cristo, nel quale Dio è con noi..."


"Andare in pellegrinaggio significa essere orientati in una certa direzione, camminare verso una meta. Ciò conferisce anche alla via ed alla sua fatica una propria bellezza. Tra i pellegrini della genealogia di Gesù ce n’erano alcuni che avevano dimenticato la meta e volevano porre sé stessi come meta..."


"Anche oggi non è sufficiente essere e pensare in qualche modo come tutti gli altri. Il progetto della nostra vita va oltre. Noi abbiamo bisogno di Dio, di quel Dio che ci ha mostrato il suo volto ed aperto il suo cuore: Gesù Cristo. Giovanni, con buona ragione, afferma che Lui è l’Unigenito Dio che è nel seno del Padre (cfr Gv 1,18); così solo Lui, dall’intimo di Dio stesso, poteva rivelare Dio a noi – rivelarci anche chi siamo noi, da dove veniamo e verso dove andiamo. Certo, ci sono numerose grandi personalità nella storia che hanno fatto belle e commoventi esperienze di Dio. Restano, però, esperienze umane con il loro limite umano. Solo Lui è Dio e perciò solo Lui è il ponte, che veramente mette in contatto immediato Dio e l’uomo. Se noi cristiani dunque lo chiamiamo l’unico Mediatore della salvezza valido per tutti, che interessa tutti e del quale, in definitiva, tutti hanno bisogno, questo non significa affatto disprezzo delle altre religioni né assolutizzazione superba del nostro pensiero, ma solo l’essere conquistati da Colui che ci ha interiormente toccati e colmati di doni, affinché noi potessimo a nostra volta fare doni anche agli altri.
Di fatto, la nostra fede si oppone decisamente alla rassegnazione che considera l’uomo incapace della verità – come se questa fosse troppo grande per lui. Questa rassegnazione di fronte alla verità è, secondo la mia convinzione, il nocciolo della crisi dell’Occidente, dell’Europa. Se per l’uomo non esiste una verità, egli, in fondo, non può neppure distinguere tra il bene e il male.
E allora le grandi e meravigliose conoscenze della scienza diventano ambigue: possono aprire prospettive importanti per il bene, per la salvezza dell’uomo, ma anche – e lo vediamo – diventare una terribile minaccia, la distruzione dell’uomo e del mondo.
Noi abbiamo bisogno della verità. Ma certo, a motivo della nostra storia abbiamo paura che la fede nella verità comporti intolleranza. Se questa paura, che ha le sue buone ragioni storiche, ci assale, è tempo di guardare a Gesù come lo vediamo qui nel santuario di Mariazell.
Lo vediamo in due immagini: come bambino in braccio alla Madre e, sull’altare principale della basilica, come crocifisso. Queste due immagini della basilica ci dicono: la verità non si afferma mediante un potere esterno, ma è umile e si dona all’uomo solamente mediante il potere interiore del suo essere vera.
La verità dimostra se stessa nell’amore. Non è mai nostra proprietà, un nostro prodotto, come anche l’amore non si può produrre, ma solo ricevere e trasmettere come dono. Di questa interiore forza della verità abbiamo bisogno. Di questa forza della verità noi come cristiani ci fidiamo. Di essa siamo testimoni. Dobbiamo trasmetterla in dono nello stesso modo in cui l’abbiamo ricevuta, così come essa si è donata".

Foto di Benedetto XVI alla Messa con i suoi ex allievi (Benoît et moi)

Clicca qui per vedere le foto pubblicate dalla nostra Beatrice.
Grazie ad Angelo per la segnalazione.

Il “caso D'Escoto” e dintorni. Chi vuole spazzar via l'opera di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI (Socci)

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci da Laura.
Che dire? Mi dispiace davvero molto ma sono convinta o, meglio, spero che sia la storia a rendere giustizia a chi ha lavorato tanto prendendosi insulti e non godendo di alcuna forma di gratitudine soprattutto dentro la chiesa.

domenica 7 settembre 2014

Benedetto XVI: La correzione fraterna non è una reazione all’offesa subita, ma è mossa dall’amore per il fratello (YouTube)




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Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo e riascoltiamo il commento di Papa Benedetto al Vangelo di oggi.
Il 4 settembre 2011, a Castel Gandolfo, Benedetto XVI spiegò il testo tratto dal capitolo 18° di Matteo, dedicato alla vita della comunità cristiana. Si soffermò in particolare sui temi dell'amore fraterno, della correzione fraterna e della preghiera concorde.
Il testo è consultabile qui.

In particolare:

"L’apostolo Paolo afferma che tutta la Legge di Dio trova la sua pienezza nell’amore, così che, nei nostri rapporti con gli altri, i dieci comandamenti e ogni altro precetto si riassumono in questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso” (cfr Rm 13,8-10). Il testo del Vangelo, tratto dal capitolo 18° di Matteo, dedicato alla vita della comunità cristiana, ci dice che l’amore fraterno comporta anche un senso di responsabilità reciproca, per cui, se il mio fratello commette una colpa contro di me, io devo usare carità verso di lui e, prima di tutto, parlargli personalmente, facendogli presente che ciò che ha detto o fatto non è buono. Questo modo di agire si chiama correzione fraterna: essa non è una reazione all’offesa subita, ma è mossa dall’amore per il fratello".

"E se il fratello non mi ascolta? Gesù nel Vangelo odierno indica una gradualità: prima tornare a parlargli con altre due o tre persone, per aiutarlo meglio a rendersi conto di quello che ha fatto; se, malgrado questo, egli respinge ancora l’osservazione, bisogna dirlo alla comunità; e se non ascolta neppure la comunità, occorre fargli percepire il distacco che lui stesso ha provocato, separandosi dalla comunione della Chiesa. Tutto questo indica che c’è una corresponsabilità nel cammino della vita cristiana: ciascuno, consapevole dei propri limiti e difetti, è chiamato ad accogliere la correzione fraterna e ad aiutare gli altri con questo particolare servizio".

"Un altro frutto della carità nella comunità è la preghiera concorde. Dice Gesù: “Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,19-20). La preghiera personale è certamente importante, anzi, indispensabile, ma il Signore assicura la sua presenza alla comunità che – pur se molto piccola – è unita e unanime, perché essa riflette la realtà stessa di Dio Uno e Trino, perfetta comunione d’amore".

La felicità di Benedetto XVI nel salutare per la prima volta gli abitanti di Castel Gandolfo (YouTube)




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Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo uno dei momenti più emozionanti del primo mese di Pontificato di Papa Benedetto.
Il 5 maggio 2005 Benedetto XVI prendeva "possesso" della residenza di Castel Gandolfo.
In questo video il primissimo saluto del Papa agli abitanti dell'amatissima cittadina sui Colli Albani.
Ecco la trascrizione integrale.
Sarà il primo di tutta una serie di incontri affettuosi e gioiosi con i cittadini di Castello ai quali Benedetto riserverà anche l'ultimo saluto pubblico del suo luminoso Pontificato.
R.

Divino Amore, il rettore è irreperibile. Il Vicariato: «Don Fernando si è dimesso»

Clicca qui per leggere la notizia.
Non sapevo dell'ennesima cancellazione di una visita alla diocesi di Roma quasi all'ultimo momento...
Buona domenica a tutti :-)
R.

sabato 6 settembre 2014

E’ guerra di religione, conferma Civiltà Cattolica. Ma poi chiede dialogo (Matzuzzi)

Clicca qui per leggere l'articolo.


Dolan: Francis should call out moderate Muslims (Allen)


Eh, Dolan...Dolan...ricordo ancora la miriade di interviste rilasciate nella notte fra il 13 ed il 14 marzo 2013...
R.

giovedì 4 settembre 2014

Il primo Regina Coeli di Benedetto XVI: Mi rivolgo a voi per la prima volta da questa finestra (YouTube)




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Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo uno dei primi interventi di Papa Benedetto dopo la sua elezione.
Il 1° maggio 2005 Benedetto XVI recitava per la prima volta il Regina Coeli dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico. Grande l'emozione del Papa e dell'imponente folla di fedeli accorsa per ascoltarlo.
La trascrizione nel sito della Santa Sede non è completa perché mancano molte parti "a braccio". E' opportuno quindi fare riferimento al video.
Questo comunque il link.

mercoledì 3 settembre 2014

Novena per i Cristiani perseguitati e massacrati...

Clicca qui per leggere la lodevole iniziativa lanciata da Socci su Facebook e ritrascritta sul suo sito. Grazie a Vania per la segnalazione.
Vedo che anche Socci fa riferimento alla partita di ieri sera. Ne parlero' in un successivo post :-)
R.

martedì 2 settembre 2014

Un commento sul "Maradona day"? :-)

Alcuni di voi mi hanno chiesto un parere sulla partita interreligiosa (si chiamava cosi'?) di ieri sera, ma io non sono in grado di scrivere nulla non avendo visto l'evento mediatico-spettacolare-calcistico-epocale.
Posso esprimere un parere sul "sentito dire" o su cio' che ho letto qua e la'.
Apprendo che ci si e' esibiti persino in canzoni antireligiose e deduco che tutto vada bene visto che nessuno si e' opposto.
Del resto se va bene alla chiesa, figuriamoci se non va bene anche a me :-)
Chissà se avro' mai la soddisfazione di vedere il clero raccogliere i cocci di tutto cio' ;-)
Ma non divaghiamo...come scrivevo, non ho visto la partita, ma i telegiornali mi hanno deliziato con tutti i particolari del "contorno".
Così sono venuta a sapere che l'idolo della giornata è stato nientepopodimenoche Maradona!
E qui stavo per rotolarmi per terra dalle risate.
Nel giro di pochi mesi, in Italia, Maradona è passato dalle feroci critiche seguite alla sua intervista a Fazio (col famoso gesto rivolto al fisco italiano...) alle lodi a "squarciabecco" verso l'eroe sbarcato direttamente prima in Vaticano e poi allo stadio olimpico. Non ho potuto fare a meno di vedere, anche se ne avrei fatto volentieri a meno, il "caloroso abbraccio".
Mi interessa poco la partita così come la visione di tanti calciatori riuniti tutti insieme (per far dimenticare la figuraccia ai Mondiali? ahahah), ma trovo sempre esilarante notare che i nostri mass media sono sempre uguali a se stessi: chi ieri veniva ferocemente criticato, oggi può diventare l'idolo delle folle.
Basta che cambi il contesto o chi fa gli inviti e tutto magicamente si dimentica.
Come diceva Benedetto XVI, ciò che oggi è attualissimo domani sara' passatissimo :-)
R.

lunedì 1 settembre 2014

Benedetto XVI visita il Santuario Virgen de la Caridad del Cobre a Cuba, 27 marzo 2012 (YouTube)




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Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo uno dei momenti più emozionanti della visita di Benedetto XVI a Cuba.
In occasione del suo Viaggio Apostolico a Cuba (marzo 2012) Benedetto XVI visita il Santuario della Virgen de la Caridad del Cobre.
Qui il testo del saluto del Santo Padre.

In particolare:

"Desidero salutare cordialmente quanti sono qui presenti. Ricevete l’affetto del Papa e portatelo dappertutto, perché tutti sperimentino la consolazione e la fortezza nella fede. Fate sapere a quanti incontrate, vicini o lontani, che ho affidato alla Madre di Dio il futuro della vostra Patria, affinché avanzi nel cammino di rinnovamento e di speranza, per il maggior bene di tutti i cubani. Ho pregato la Vergine Santissima anche per le necessità di coloro che soffrono, di coloro che sono privi di libertà, lontani dalle persone care o vivono gravi momenti di difficoltà. Ho posto, allo stesso tempo, nel suo Cuore Immacolato i giovani, affinché siano autentici amici di Cristo e non cedano alle proposte che lasciano tristezza dietro di sè. Davanti a Maria della Carità, mi sono ricordato anche, in modo particolare, dei cubani discendenti di coloro che giunsero qui dall’Africa, come pure della vicina popolazione di Haiti, che soffre ancora delle conseguenze del ben conosciuto terremoto di due anni fa. E non ho dimenticato i molti contadini e le loro famiglie, che desiderano vivere intensamente nelle loro case il Vangelo, e offrono anche le loro case come centri di missione per la celebrazione dell’Eucaristia".

Qui il testo della preghiera alla Vergine (in spagnolo)