mercoledì 8 maggio 2013

Poco latino nelle messe di Francesco: il vescovo di Roma parla italiano (Matzuzzi). Aneddoto personale (R.)

Clicca qui per leggere l'articolo che mi lascia parecchio sconcertata.
Il Papa e' il vescovo di Roma ma il vescovo di Roma e' il Papa. O sbaglio? Il latino e' la lingua universale della Chiesa e, come tale, puo' permettere a fedeli che vengono dalle parti piu' lontane del mondo di pregare insieme agli italiani.
Vi racconto un piccolo aneddoto personale. 
Il 1° gennaio 2009, come vi ho gia' detto, ero presente alla Santa Messa di Papa Benedetto XVI. Davanti a me c'era mia madre ma al mio fianco c'erano due ragazzi tedeschi. Come lo so? So riconosce la lingua tedesca anche se non capisco nulla :-))
Al momento della consacrazione un cardinale concelebrante doveva dire semplicemente "totius". Gli scappo' un bel "tozius". Stavo per fare la mia solita faccia da circostanza, ma non volevo farmi vedere e quindi mi girai istintivamente verso destra incrociando lo sguardo del mio vicino. Non potemmo fare a meno di sorridere e di alzare le spalle...
Tutto questo per dire che due persone che non avrebbero mai potuto comunicare utilizzando le rispettive lingue madri hanno invece inteso l'unica lingua universale...il latino!
R.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Che bello è stato cantare alla JMJ a Madrid il Credo, in latino, con un ragazzo brasiliano. Se era in italiano o spagnolo o lui o io non avremmo potuto cantare.

laura ha detto...

Se si perde l'abitudine di usare il latino anche da parte del papa e della Chiesa, si perde un patrimonio culturale immenso ed è un gran peccato che nessuno, o pochi se ne accorgano

Luisa ha detto...


E, come fa ogni vescovo, nella sua diocesi usa la lingua locale. Non il latino."

"E’ la concezione diocesana del papato:"

Si resta basiti leggendo queste letture-analisi di certe scelte di Papa Bergoglio.
Che parli l`italiano e celebri la Messa in italiano quando è in visita nelle parrocchie romane, al limite, potrei capirlo, ma quando a Roma si rivolge ai cattolici del mondo intero, quando è nelle vesti del Pastore Universale, quando celebra in San Pietro, o sul sagrato della Basilica, non dovrebbe dimenticare che non è solo il vescovo di Roma e dei romani, che non tutti i fedeli presenti sono suoi diocesani, il minimo che dovrebbe fare è usare il latino, la lingua universale della Chiesa, il minimo del rispetto per i cattolici che non sono tutti romani e nemmeno italiani, è ricordarsi che esistono, che è il loro Papa e non solo il vescovo di Roma e dei romani, anche rivolgendo loro un saluto nella loro lingua la domenica a...mezzogiorno.
Quando la preghiera dell`Angelus e del Regina Coeli non sono a mezzogiorno, perchè recitate alla fine della Messa, vengono dimenticati i cattolici che si sintonizzano sul canale cattolico che lo trasmette.
Non credo che sia un problema di lingua, perchè l`altro giorno ha ricevuto il Presidente della Confederazione Elvetica e ha parlato in tedesco, lo ha perfino salutato con un`espressione tipica tedesca, la sua è una volontà chiara di considerarsi vescovo di Roma.

Miserere ha detto...

Io sinceramente mi sento discriminata! Siamo per caso cattolici classe B non essendo romani?

Anonimo ha detto...

Io ero piccolo quando tutto fu compiuto,quindi non mi restavano che vaghi ricordi,frammenti;devo dire che quando ,dopo tanto tempo,ho sentito celebrare la S.Messa in latino dal card.Ratzinger non ancora papa,sono stato sommerso da un'ondata immensa di ricordi d'infanzia,ho pianto,mi sono 'innamorato'perdutamente di BXVI(vi prego di non fraintendere il termine),l'ho seguito in tutte le celebrazioni,commuovendomi ogni volta come fosse la prima, soprattutto all'elevazione,seguo ogni notte il rosario da lui recitato ,che mi fa tornare in mente mia madre,che ce lo faceva dire ogni sera,a mio fratello e a me,in latino,anche dopo la sua soppressione,è quasi l'ultimo ricordo che mi ha lasciato,quindi sono sensibilissimo all'uso di questa lingua immortale,non sono tradi,ma come ebbe a dire DeCarli'lo splendore incomparabile della messa in latino'.....piccola aggiunta,ad Auschwitz,davanti al muro delle fucilazioni,in tanti e di varie lingue,ci siamo presi per mano e abbiamo recitato il Pater Noster,e lì,per la prima volta ci siamo sentiti un unicum,come era la chiesa preconciliare,non voglio polemizzare,ma è stato fatto scempio di una cultura e saggezza più che millenaria e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.GR2

Anna Maria ha detto...

Mi ricordo l'orrore del "tozius":se l'avesse detto un mio alunno di IV ginnasio , l'avrei fatto saltare dalla sedia!
Che tristezza!