Cari amici,
è passato un mese da quando Papa Benedetto è salito al Cielo. Una preghiera speciale per lui ma anche la richiesta della sua intercessione per chi è in difficoltà.
Il blog
Cari amici,
è passato un mese da quando Papa Benedetto è salito al Cielo. Una preghiera speciale per lui ma anche la richiesta della sua intercessione per chi è in difficoltà.
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Un appunto: chi ha seguito Papa Benedetto ha riconosciuto immediatamente le parole delle sue omelie. Il problema è che vanno sempre citate le fonti. Nel brevissimo elaborato letto il 5 gennaio si è citato a stento il nome di Benedetto (che io ho percepito come aggettivo fra l'altro).
I testi limpidi e chiari come quelli di Benedetto XVI (ma anche quelli pronunciati da Mons. Delpini e dal card. Zuppi) non hanno bisogno di parafrasi o difese ad oltranza.
Clicca qui per leggere il testo dell'omelia che il card. Zuppi ha tenuto in occasione della Messa in suffragio di Papa Benedetto.
Clicca qui per leggere il testo dell'omelia della Celebrazione in Suffragio di Benedetto XVI, omelia pronunciata da Mon. Delpini, arcivescovo di Milano.
ho trovato decisamente interessante questo post pubblicato poco fa dal blog "Il Sismografo". Quest'ultimo non può certo definirsi "tradizionalista" o "ratzingeriano", eppure dimostra onestà e notevole capacità di giudizio.
Nel post segnalato si ripercorre, in parte, il "caso Rupnik", sottolineando la scomunica latae sententiae comminata dalla CDF e la successiva remissione.
Questo "caso" mi pare molto emblematico. Non ne avremmo saputo nulla se non fosse stato per giornalisti preparati e obiettivi come, per esempio, Franca Giansoldati o per blog decisamente "sul pezzo".
E gli altri giornalisti? Silenzio assordante. Che cosa sarebbe accaduto se uno scandalo del genere fosse esploso sotto il Pontificato di Benedetto XVI? Apriti Cielo!! Prime pagine piene zeppe di commenti, richieste di spiegazioni, messa alla gogna di Papa e curia romana.
Negli ultimi tempi noto che la stampa è stata costretta almeno a nominare il caso, ma senza andare in profondità, senza porsi domande, senza pungolare. E' accaduto anche oggi.
Ovviamente non siamo qui a pretendere nulla, per carità! Mi sento però in dovere di spronare i giornalisti ad abbandonare il ruolo di avvocati difensori (ma quanti sono? Non basterebbe a contenerli tutto il Tribunale di Milano!) e a ritrovare il senso della professione, che consiste anche nel porsi e porre quesiti, avanzare dubbi. Prima o poi ciò che si nasconde riemerge. Lo abbiamo visto tante volte...
Ultima annotazione: chi pone critiche non può essere sempre e comunque considerato un pericoloso oppositore o, peggio, un traditore, soprattutto se decide di mettere la faccia sulle proprie affermazioni.
Com'è che con Ratzinger gli oppositori venivano accolti stendendo loro il tappeto rosso e ora sono offesi senza remore? Com'è che prima la critica era libero esercizio della libertà di espressione e ora si invocano punizioni più o meno esplicitamente?
Sono solo piccoli appunti, sobri interrogativi. Per il resto, cari commentatori, "fate vobis" :-) come diceva sempre mia nonna.
Buon lavoro
Raffaella
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Benedetto XVI spiegò bene il senso della sua permanenza in Vaticano dopo la rinuncia e la sua decisione di pregare incessantemente per la Chiesa.
Dobbiamo sempre avere grande rispetto e gratitudine per chi spende la propria vita consegnandosi completamente a Dio in una vita di preghiera.
Penso che a volte il silenzio sia la cosa migliore. Per questo non aggiungerò altro. Non ne vale la pena e poi io soffro di dermatite allergica e le critiche non vanno bene... :-)
R.