domenica 30 aprile 2017

Archiviata Ratisbona? Ne siamo tutti felicissimi (R.)

Cari amici, buona domenica :-)
Vorrei fare con voi qualche riflessione.
Credevo che il recentissimo viaggio in Egitto sarebbe stato l'occasione per rivangare in negativo il discorso di Ratisbona.
Noto invece che la lectio è rimasta in controluce nel senso che quasi nessuno ha osato riprendere le critiche (infamanti e pretestuose) nei confronti di Benedetto XVI. 
Naturalmente questo atteggiamento non è dovuto a un ripensamento o a un attò di umiltà e riconoscimento delle gerarchie ecclesiastiche e soprattutto dei mass media, ma al fatto che l'opinione pubblica (l'unica entità che conta ormai...fuori e dentro la chiesa) ha capito che la lectio di Ratisbona era ed è profetica. 
Alcuni sono arrivati a questa conclusione leggendo finalmente il testo. Lodi!
Altri si sono convinti vedendo nel discorso un atto di accusa verso l'islam. Nulla di più sbagliato. L'islam non c'entra nulla (o c'entra poco) con il discorso di Ratisbona, che ha per oggetto il rapporto fra fede e ragione. Questa interpretazione contro l'islam è stata così a lungo sposata dai media che ora non possono certo lamentarsi. Noto che si cerca in tutti i modi di dimostrare che c'è qualcosa della lectio nella chiesa di oggi. Mah...sforzo apprezzabile ma contraddetto dai fatti.
C'è poi chi arriva a dire che i contenuti sono gli stessi ma il linguaggio è diverso. Vi prego di aiutarmi a rialzarmi perchè mi sto rotolando dalle risate. Ciò che è cambiato non è il linguaggio dei papi, ma l'atteggiamento dei mass media. Leggo certe interviste e scuoto la testa soprattutto per le ultime risposte (clicca qui). Poi faccio "spallucce" considerando da quale pulpito arrivano...(tanto per non dimenticare clicca qui).
Non si unisce al coro Melloni che, fedele a se stesso, parla della lectio come atto d'accusa verso l'islam (clicca qui). 
C'è poi chi si spinge fino a definire "famigerata" la lezione di Ratisbona ma tacere il nome del giornalista è cosa "buona e saggia" anche per non fare troppa pubblicità...
Ma torniamo a noi. 
Sono certa che in tanti vorrebbero scrivere che in questi giorni la lectio di Ratisbona è stata archiviata. Se non lo fanno è perchè si aprirebbe subito un dibattito sull'atteggiamento da tenere nei confronti dell'islam e non è detto che la chiesa si oggi ne uscirebbe rafforzata.
Il discorso però è sottinteso. Perchè sono felicissima che Ratisbona sia stata archiviata o che si voglia farlo credere? Per due motivi.
Innanzitutto perchè, in questo modo, si consegna quella lectio straordinaria alla storia. Slegato dalla cronaca, quel testo potrà essere sempre di più apprezzato per la sua portata profetica. Non penso che oggi (e il ragionamento sarà valido ancora di più in futuro) si possa prescindere da quel discorso.
In secondo luogo gioisco perchè d'ora in avanti non potranno più esserci alibi o scuse.
Si e' voltata pagina sull'islam? Benissimo! 
La chiesa dovrà andare avanti con le sue gambe e non appoggiarsi sempre alla "stampella Ratzinger". Quando qualcosa andrà male non si potrà più dire: "tutta colpa di Ratzinger e di Ratisbona...eh...se ci sono sono queste incomprensioni con l'islam dobbiamo ringraziare Ratisbona...eccessiva prudenza nel condannare gli attentati di matrice islamica? Eh, c'è ancora il ricordo di Ratisbona...".
Ora basta, stop, finito! Avanti senza più alibi!
Del resto mi pare che la barca della chiesa viaggi con il vento mediatico in poppa.
Proviamo a immaginare che cosa sarebbe accaduto se Benedetto XVI avesse parlato di campi di concentramento, di lager...apriti Cielo! 
Ora, invece, sembra tutto "normale". Sì, qualcuno protesta ma si tratta di voci isolate che vengono subito messe a tacere.
E' un tempo veramente felice per la chiesa. O forse c'è qualcosa che non quadra? Mah...chi vivrà vedrà. E' un enigma degno della sfinge :-)
Così come è degno della sfinge di Tebe domandarsi: la chiesa ha proprio bisogno delle lezioni domenicali di "teologia" e dei consigli del noto fondatore del famoso quotidiano? ;-)
R.

domenica 23 aprile 2017

La necessaria coerenza del magistero con la Tradizione. Gli esempi della storia (Claudio Pierantoni)

Clicca qui per leggere il testo integrale della riflessione di Claudio Pierantoni.

Vedi anche:

Dopo i quattro cardinali, parlano sei laici (Magister).

Molto interessante "l'opzione Benedetto":

"Anna M. Silvas...propone...una "opzione Benedetto" per l'attuale era post-cristiana, ispirata al monachesimo nel crollo dell'età antica, un umile e comunitario "dimorare" presso Gesù e il Padre (Gv 14, 23) nella fiduciosa attesa, fatta di preghiera e lavoro, che cessi la tempesta che sconvolge oggi il mondo e la Chiesa.

Se si parlasse più della salvezza delle anime e meno di politiche migratorie...(Raffaella)

Buongiorno e buona domenica "in albis" a tutti :-)
Stamattina mi sono svegliata prima del solito e così ho dato una rapida occhiata ai telegiornali dell'alba. Mi ha colpito il fatto che la chiesa continui a parlare di politica (in particolare quella relativa ai migranti) quasi fosse un chiodo fisso, l'unica ragione della sua esistenza. Addirittura si arriva a suggerire quanti migranti dovrebbe accogliere ciascun comune italiano. Eh sì...sempre l'Italia (o al massimo la Grecia). Mai che si coinvolgano, con nomi e cognomi, altri Paesi europei citati, quasi per inciso, con il termine generico di "nord".
Per di più si arriva a invocare la presenza massiccia di immigrati per risolvere il problema della denatalità. Magari, con la stessa enfasi, si potrebbe incoraggiare gli amici politici a pensare soluzioni che consentano ai coniugi italiani di avere più figli e invece...
Comunque l'accoglienza di migranti pro quota in ogni comune e i flussi come risorsa (che dovrebbe pagare anche le pensioni...) sono gli stessi concetti che si sentono sulla bocca di certi politici.
C'è bisogno di una chiesa che parli come un partito?
Forse sarebbe il caso che la chiesa pensasse di meno ad incoraggiare la politica o, meglio, una determinata parte politica e si occupasse di più della cura delle anime dei Cattolici visto che le parrocchie sono sempre più vuote e anche le piazze non sono più quelle di una volta.
Va bene suscitare gli appluasi dei mass media ma qualche volta si dovrebbe pensare anche a nutrire la ragione dei fedeli.
C'è stato un tempo in cui la chiesa e il Papa non potevano parlare di temi che interessavano anche la politica senza essere accusati di ingerenza e di praticare l'esercizio della "gamba tesa".
Beata coerenza :-)
R.

Un libro rende omaggio al rapporto tra Benedetto XVI e l'arte

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giovedì 20 aprile 2017

Il Messaggio di Benedetto XVI al Simposio di Varsavia

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CONSIGLI PER GLI ACQUISTI: NOVITA' IN LIBRERIA

Maria Giuseppina Buonanno, Luca Caruso, "Joseph Ratzinger Benedetto XVI - Immagini di una vita", San Paolo 2017

Mimmo Muolo, "Il Papa del coraggio - Un profilo di Benedetto XVI", Ancora 2017

"Cooperatores veritatis - Scritti in onore del Papa emerito Benedetto XVI per il 90° compleanno", Libreria Editrice Vaticana 2017

Giovan Battista Brunori, "Benedetto XVI - Fede e profezia del primo Papa emerito nella storia", Paoline 2017

Benedetto XVI, "Io credo - Le pagine più belle", San Paolo 2017

Card. Raymond Leo Burke, Card. Gerhard Ludwig Müller, "Il Motu proprio «Summorum Pontificum» di S.S. Benedetto XVI. Volume 4 - Una speranza per tutta la Chiesa", Fede & Cultura 2017

Benedetto XVI (Joseph Ratzinger), Opera Omnia "L'insegnamento del Concilio Vaticano II", Libreria Editrice Vaticana 2016

Benedetto XVI, "Ultime conversazioni", a cura di Peter Seewald, Garzanti

Benedetto XVI, la profezia della fede (Angela Ambrogetti)

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Giovan Battista Brunori, "Benedetto XVI - Fede e profezia del primo Papa emerito nella storia", Paoline 2017

mercoledì 19 aprile 2017

Padre Geissler: Joseph Ratzinger, un teologo che sa dare ragione alla fede e comunicare la Verità

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Buon anniversario, Papa Benedetto! Dodici anni fa l'inizio di un Pontificato straordinario



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Cari amici, dodici anni fa (era il 19 aprile 2005) il cardinale Joseph Ratzinger veniva eletto Papa e sceglieva per sè il nome di Benedetto.
Ripercorriamo, grazie a Gemma, quel giorno e quelli successivi in sedici video particolarmente commoventi.
E' l'occasione per manifestare ancora una volta il nostro affetto a Papa Benedetto con il ricordo e soprattutto con la preghiera.
Buon anniversario, Santo Padre!
Il blog.

Benedetto XVI: grato a Dio e alla Baviera per i miei 90 anni (Radio Vaticana)

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Papa Ratzinger: “Ho vissuto momenti difficili, ma Dio me ne ha tirato fuori”

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Festa bavarese per Benedetto XVI (Repubblica)

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I 90 anni di Papa Benedetto: fotogallery (Sky)

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martedì 18 aprile 2017

Joseph il gigante. Vittorio Messori parla di Benedetto XVI

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Grazie per la segnalazione :-)
R.

18 aprile 2005: la profezia di Joseph Ratzinger sulla dittatura del relativismo



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MISSA PRO ELIGENDO ROMANO PONTIFICE

OMELIA DEL CARDINALE JOSEPH RATZINGER
DECANO DEL COLLEGIO CARDINALIZIO

Patriarcale Basilica di San Pietro
Lunedì 18 aprile 2005

Is 61, 1 - 3a. 6a. 8b - 9
Ef 4, 11 - 16
Gv 15, 9 - 17

In quest’ora di grande responsabilità, ascoltiamo con particolare attenzione quanto il Signore ci dice con le sue stesse parole. Dalle tre letture vorrei scegliere solo qualche passo, che ci riguarda direttamente in un momento come questo.
La prima lettura offre un ritratto profetico della figura del Messia – un ritratto che riceve tutto il suo significato dal momento in cui Gesù legge questo testo nella sinagoga di Nazareth, quando dice: “Oggi si è adempiuta questa scrittura” (Lc 4, 21). Al centro del testo profetico troviamo una parola che – almeno a prima vista – appare contraddittoria. Il Messia, parlando di sé, dice di essere mandato “a promulgare l’anno di misericordia del Signore, un giorno di vendetta per il nostro Dio.” (Is 61, 2). 
Ascoltiamo, con gioia, l’annuncio dell’anno di misericordia: la misericordia divina pone un limite al male - ci ha detto il Santo Padre. Gesù Cristo è la misericordia divina in persona: incontrare Cristo significa incontrare la misericordia di Dio. Il mandato di Cristo è divenuto mandato nostro attraverso l’unzione sacerdotale; siamo chiamati a promulgare – non solo a parole ma con la vita, e con i segni efficaci dei sacramenti, “l’anno di misericordia del Signore”. Ma cosa vuol dire Isaia quando annuncia il “giorno della vendetta per il nostro Dio”? 
Gesù, a Nazareth, nella sua lettura del testo profetico, non ha pronunciato queste parole – ha concluso annunciando l’anno della misericordia. É stato forse questo il motivo dello scandalo realizzatosi dopo la sua predica? Non lo sappiamo. In ogni caso il Signore ha offerto il suo commento autentico a queste parole con la morte di croce. “Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce…”, dice San Pietro (1 Pt 2, 24). E San Paolo scrive ai Galati: “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: Maledetto chi pende dal legno, perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse alle genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede” (Gal 3, 13s).

La misericordia di Cristo non è una grazia a buon mercato, non suppone la banalizzazione del male. Cristo porta nel suo corpo e sulla sua anima tutto il peso del male, tutta la sua forza distruttiva. Egli brucia e trasforma il male nella sofferenza, nel fuoco del suo amore sofferente. Il giorno della vendetta e l’anno della misericordia coincidono nel mistero pasquale, nel Cristo morto e risorto. Questa è la vendetta di Dio: egli stesso, nella persona del Figlio, soffre per noi. Quanto più siamo toccati dalla misericordia del Signore, tanto più entriamo in solidarietà con la sua sofferenza – diveniamo disponibili a completare nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col 1, 24).

Passiamo alla seconda lettura, alla lettera agli Efesini. Qui si tratta in sostanza di tre cose: in primo luogo, dei ministeri e dei carismi nella Chiesa, come doni del Signore risorto ed asceso al cielo; quindi, della maturazione della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, come condizione e contenuto dell’unità nel corpo di Cristo; ed, infine, della comune partecipazione alla crescita del corpo di Cristo, cioè della trasformazione del mondo nella comunione col Signore.

Soffermiamoci solo su due punti. Il primo è il cammino verso “la maturità di Cristo”; così dice, un po’ semplificando, il testo italiano. Più precisamente dovremmo, secondo il testo greco, parlare della “misura della pienezza di Cristo”, cui siamo chiamati ad arrivare per essere realmente adulti nella fede. Non dovremmo rimanere fanciulli nella fede, in stato di minorità. E in che cosa consiste l’essere fanciulli nella fede? Risponde San Paolo: significa essere “sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina…” (Ef 4, 14). Una descrizione molto attuale!

Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). 

Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.

Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. É lui la misura del vero umanesimo. “Adulta” non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. É quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità. Questa fede adulta dobbiamo maturare, a questa fede dobbiamo guidare il gregge di Cristo. Ed è questa fede - solo la fede - che crea unità e si realizza nella carità. San Paolo ci offre a questo proposito – in contrasto con le continue peripezie di coloro che sono come fanciulli sballottati dalle onde – una bella parola: fare la verità nella carità, come formula fondamentale dell’esistenza cristiana. In Cristo, coincidono verità e carità. Nella misura in cui ci avviciniamo a Cristo, anche nella nostra vita, verità e carità si fondono. La carità senza verità sarebbe cieca; la verità senza carità sarebbe come “un cembalo che tintinna” (1 Cor 13, 1).

Veniamo ora al Vangelo, dalla cui ricchezza vorrei estrarre solo due piccole osservazioni. Il Signore ci rivolge queste meravigliose parole: “Non vi chiamo più servi… ma vi ho chiamato amici” (Gv 15, 15). Tante volte sentiamo di essere - come è vero - soltanto servi inutili (cf Lc 17, 10). E, ciò nonostante, il Signore ci chiama amici, ci fa suoi amici, ci dona la sua amicizia. Il Signore definisce l’amicizia in un duplice modo. Non ci sono segreti tra amici: Cristo ci dice tutto quanto ascolta dal Padre; ci dona la sua piena fiducia e, con la fiducia, anche la conoscenza. Ci rivela il suo volto, il suo cuore. Ci mostra la sua tenerezza per noi, il suo amore appassionato che va fino alla follia della croce. Si affida a noi, ci dà il potere di parlare con il suo io: “questo è il mio corpo...”, “io ti assolvo...”. Affida il suo corpo, la Chiesa, a noi. Affida alle nostre deboli menti, alle nostre deboli mani la sua verità – il mistero del Dio Padre, Figlio e Spirito Santo; il mistero del Dio che “ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3, 16). Ci ha reso suoi amici – e noi come rispondiamo?

Il secondo elemento, con cui Gesù definisce l’amicizia, è la comunione delle volontà. “Idem velle – idem nolle”, era anche per i Romani la definizione di amicizia. “Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando” (Gv 15, 14). L’amicizia con Cristo coincide con quanto esprime la terza domanda del Padre nostro: “Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”. Nell’ora del Getsemani Gesù ha trasformato la nostra volontà umana ribelle in volontà conforme ed unita alla volontà divina. Ha sofferto tutto il dramma della nostra autonomia – e proprio portando la nostra volontà nelle mani di Dio, ci dona la vera libertà: “Non come voglio io, ma come vuoi tu” (Mt 21, 39). In questa comunione delle volontà si realizza la nostra redenzione: essere amici di Gesù, diventare amici di Dio. Quanto più amiamo Gesù, quanto più lo conosciamo, tanto più cresce la nostra vera libertà, cresce la gioia di essere redenti. Grazie Gesù, per la tua amicizia!

L’altro elemento del Vangelo - cui volevo accennare - è il discorso di Gesù sul portare frutto: “Vi ho costituito perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15, 16). Appare qui il dinamismo dell’esistenza del cristiano, dell’apostolo: vi ho costituito perché andiate… Dobbiamo essere animati da una santa inquietudine: l’inquietudine di portare a tutti il dono della fede, dell’amicizia con Cristo. In verità, l’amore, l’amicizia di Dio ci è stata data perché arrivi anche agli altri. Abbiamo ricevuto la fede per donarla ad altri – siamo sacerdoti per servire altri. E dobbiamo portare un frutto che rimanga. Tutti gli uomini vogliono lasciare una traccia che rimanga. Ma che cosa rimane? Il denaro no. Anche gli edifici non rimangono; i libri nemmeno. Dopo un certo tempo, più o meno lungo, tutte queste cose scompaiono. 

L’unica cosa, che rimane in eterno, è l’anima umana, l’uomo creato da Dio per l’eternità. Il frutto che rimane è perciò quanto abbiamo seminato nelle anime umane – l’amore, la conoscenza; il gesto capace di toccare il cuore; la parola che apre l’anima alla gioia del Signore. Allora andiamo e preghiamo il Signore, perché ci aiuti a portare frutto, un frutto che rimane. Solo così la terra viene cambiata da valle di lacrime in giardino di Dio.


Ritorniamo infine, ancora una volta, alla lettera agli Efesini. La lettera dice - con le parole del Salmo 68 - che Cristo, ascendendo in cielo, “ha distribuito doni agli uomini” (Ef 4, 8). Il vincitore distribuisce doni. E questi doni sono apostoli, profeti, evangelisti, pastori e maestri. Il nostro ministero è un dono di Cristo agli uomini, per costruire il suo corpo – il mondo nuovo. Viviamo il nostro ministero così, come dono di Cristo agli uomini! Ma in questa ora, soprattutto, preghiamo con insistenza il Signore, perché dopo il grande dono di Papa Giovanni Paolo II, ci doni di nuovo un pastore secondo il suo cuore, un pastore che ci guidi alla conoscenza di Cristo, al suo amore, alla vera gioia. Amen.

Buon compleanno Benedetto. Intervista al card. Christoph Schönborn



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Festa bavarese nei giardini vaticani per il compleanno di Papa Benedetto (Ansa)

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La profezia di Joseph Ratzinger sul futuro della chiesa. Un commento di Luca Del Pozzo

Clicca qui per leggere l'articolo condivisibile sotto tutti i punti di vista.
Mi ha colpito molto questa somma verità:

"D’altra parte, che la riscoperta della fede sia (o dovrebbe essere) “la” questione per eccellenza, è oltremodo comprovato dalla troppo spesso dimenticata domanda di Gesù: “Quando il Figlio dell’Uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?” Non una società più giusta, un mondo pacificato e solidale, l’umanità finalmente emancipata dalla sofferenza e dal dolore, un eco-sistema più salubre, ecc. Ma, appunto, la fede. E’ da qui che bisogna ripartire, tornando all’essenziale. E l’essenziale è l’annuncio della morte e resurrezione di Cristo. Declinato come si vuole, ma senza il quale il cristianesimo non ha neanche motivo di esistere. In questo contesto la riscoperta della liturgia riveste un’importanza decisiva (lex orandi lex credendi). A partire dalla celebrazione per eccellenza, la Veglia pasquale".

Il problema sta tutto qui.
R.

lunedì 17 aprile 2017

Buon compleanno, Benedetto! Video e foto della festa bavarese in suo onore

Clicca qui per vedere un bellissimo filmato realizzato questo pomeriggio dalla televisione bavarese.
Grazie a Vigna del Signore :-)
Su twitter una serie di foto.
Ancora auguri, Santo Padre.
R.

La Grande Storia: Joseph Ratzinger - Benedetto XVI

Clicca qui per rivedere lo speciale su Papa Benedetto :-)
Buon Lunedì dell'Angelo a tutti!
R.

domenica 16 aprile 2017

Joseph Ratzinger - Benedetto XVI compie 90 anni: il nostro video-omaggio per dirgli "grazie" (YouTube)



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Il 16 aprile 1927, in Baviera, veniva alla luce un vero e proprio dono di Dio al suo popolo, Joseph Ratzinger.
Grazie a Gemma possiamo dirgli "grazie" con questo video davvero speciale.
Ripercorriamo la sua vita per immagini: dall'infanzia ai momenti più significativi del suo Pontificato.
Benedetto ha posto al centro della sua vita Gesù Cristo invitando tutti alla preghiera e all'adorazione eucaristica e dedicando al Signore tre testi fondamentali diventati ormai patrimonio di tutti. Lo vediamo anche nelle immagini del video.
Buon compleanno, Santità! Ad multos annos.
Grazie ancora a Gemma :-)
R.

Benedetto XVI: "l’esistenza della Chiesa vive della giusta celebrazione della liturgia"

Clicca qui per leggere il testo inedito di Papa Benedetto.

Buona Pasqua e buon compleanno a Papa Benedetto :-)

Buongiorno Amici,
Buona Pasqua a tutti voi e alle vostre famiglie.
Oggi è un giorno specialissimo perchè è anche il compleanno del nostro Benedetto che oggi taglia un traguardo importantissimo: 90 anni :-)
Auguri, Santo Padre! Grazie per la Sua preghiera incessante per tutti noi.
Le vogliamo bene :-)
Il blog

p.s. fra poco l'omaggio-video!

sabato 15 aprile 2017

Mons. Gänswein: quel quaderno di appunti delle omelie del Papa emerito

Clicca qui per leggere il commento all'intervista.

The Young Pope. Lo speciale de "Il Foglio" su Benedetto XVI

Oggi e domani "Il Foglio" dedica un inserto speciale a Papa Benedetto. Da non perdere :-)

I 90 anni di Papa Benedetto XVI in venti video speciali del blog



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Carissimi amici, domani il nostro Joseph-Benedetto raggiungerà un traguardo davvero importante: 90 anni dedicati a Dio e alla sua chiesa.
In questi anni Gemma ha realizzato per noi moltissimi video che restano delle pietre miliari nel percorso del blog. E' stato difficile ma ne ho scelti venti per ripercorrere la vita e soprattutto il Pontificato di Papa Benedetto.
Grazie ancora a Gemma e una preghiera speciale per il Papa Emerito.
R.

mercoledì 5 aprile 2017

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI: NOVITA' IN LIBRERIA

Mimmo Muolo, "Il Papa del coraggio - Un profilo di Benedetto XVI", Ancora 2017

"Cooperatores veritatis - Scritti in onore del Papa emerito Benedetto XVI per il 90° compleanno", Libreria Editrice Vaticana 2017

Giovan Battista Brunori, "Benedetto XVI - Fede e profezia del primo Papa emerito nella storia", Paoline 2017

Benedetto XVI, "Io credo - Le pagine più belle", San Paolo 2017

Card. Raymond Leo Burke, Card. Gerhard Ludwig Müller, "Il Motu proprio «Summorum Pontificum» di S.S. Benedetto XVI. Volume 4 - Una speranza per tutta la Chiesa", Fede & Cultura 2017

Benedetto XVI (Joseph Ratzinger), Opera Omnia "L'insegnamento del Concilio Vaticano II", Libreria Editrice Vaticana 2016

Benedetto XVI, "Ultime conversazioni", a cura di Peter Seewald, Garzanti


Il documentario di Rai Storia su Papa Benedetto. Riflessioni (R.)



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Carissimi amici, ieri sera ho visto il documentario su Papa Benedetto realizzato da Rai Storia (replica questa mattina alle ore 9.25). L'impressione è stata decisamente positiva. Purtroppo il documentario è durato soltanto un'ora e di conseguenza non è stato possibile analizzare dettagliatamente il Pontificato di Papa Benedetto. Sono comunque stati affrontati in modo obiettivo vari temi: dall'antinazismo del Papa e della sua famiglia, al rapporto di collaborazione con Giovanni Paolo II, alla strenua lotta contro la pedofilia nella chiesa, passando per le bellissime immagini delle GMG di Colonia e Madrid. Toccante la testimonianza del Prof. Antonio Paolucci, ex direttore dei Musei Vaticani, quasi commosso nel ricordare la grandezza, anche culturale, di Benedetto.
Nel video possiamo rivedere la bellissima descrizione di Joseph Ratzinger ad opera di Sandro Magister: il Papa è un uomo trasparente che ha sempre parlato in modo chiaro, senza retropensieri o calcoli nascosti. Concordo pienamente :-)
La pecca del documentario è la sua durata però apprezziamo lo sforzo di Rai Storia.
Unica nota veramente stonata è stata la dichiarazione del fondatore di una nota comunità. Parlare ancora oggi della lectio di Ratisbona come di un errore è decisamente troppo. Penso che ben pochi ormai non si rendano conto del carattere profetico di quel discorso. Addirittura si è giunti a dire che, a causa della lectio, ci fu un "divorzio" fra l'opionione pubblica e il Papa. Ma quando mai? Il divorzio avvenne con i media (non certo con i fedeli) e non a causa di Ratisbona ma per le caratteristiche descritte da Magister: Benedetto è un uomo cristallino, che non ha paura di parlare chiaramente. Questo dava (e dà) molto fastidio perchè disturba la visione buonista omologata e omologante del mondo che in tanti vorrebbero imporre.
A parte questo intermezzo decisamente fuori luogo, vale la pena vedere o rivedere il documentario.
Buona giornata :-)
R.

martedì 4 aprile 2017

Stasera alle 21.10 su Rai Storia un documentario su Papa Benedetto XVI


Clicca qui per ulteriori particolari sul documentario.
Speriamo che sia realizzato bene e soprattutto che si lascino da parte stereotipi e pregiudizi :-)
Buona giornata a tutti.
R.

lunedì 3 aprile 2017

Il "club" di San Gallo di cui nessuno parla tranne...

Clicca qui per leggere un articolo decisamente interessante.
Certo che ce ne sarebbe di materiale...si potrebbero scrivere libri su libri. Eppure...silenzio! Ma che strano!
R.